Buongiorno!!
Ho talmente tante storielle per la testa e, visto che con ‘Eternally Missed
‘ sono a buon punto, anzi, quasi al traguardo (per chi la segue, scusate, ma
non credo di riuscire ad aggiornarla questa settimana) ; direi che posso
iniziare almeno con questa:
MAKE ME
DREAM YOUR DREAMS
Ambientazione: 7 Luglio
2000. (sì, stavolta mi faccio paura da sola, per la precisione, lol! ) . Subito dopo l’Eurocknéennes Festival di Belfort (se non lo conoscete,
cercatelo su you tube, io l’ho scoperto da poco e ci
sono rimasta!! )
Narrazione: sì, riprendo confidenza con l’amico POV.
Pairing :
Dom e Matt, insomma… il migliore!
Rating: direi un blando pg15… a meno che non vada oltre.
Disclaimer: Matthew e Dominic e i Muse in generale non
sono miei, niente di quello che è scritto è mai accaduto… e non mi pagano di
certo per degenerare così! ;P
Il titolo è liberamente ispirato dalle lyrics
di ‘Showbiz ‘ dei Muse, of course!
Riassunto:
Matthew parla nel sonno. Vi basti solo sapere questo…
I.
“Siamo stati davvero grandiosi!” esulti, mentre fai finta di
interessarti al film che sta passando alla TV, ma nemmeno io gli sto prestando
grande attenzione.
Sarà la ventesima volta che lo ripeti, da quando siamo
rientrati, ma come darti torto? E’ vero, siamo stati grandiosi.
Infatti, mi limito ad annuire, regalandoti uno dei miei più
compiaciuti sorrisi.
“E ti dirò di più, questo è solo l’inizio della nostra ascesa…
“ continui, mentre cerchi una posizione più comoda sul letto, sdraiandoti poco
distante da dove sono io e appoggiando la faccia al cuscino, rivolto verso me.
“E’ solo que…stione di
tempo e i Muu..uuse conqui….steranno
il mondo… “ aggiungi, intervallando le parole con lunghi sbadigli, prima di
chiudere gli occhi, senza dare più altri segni di vita nel giro di pochi
minuti.
Beh, caro il mio conquistatore, direi che al momento le
energie ti mancano.
Te lo direi anche ad alta voce, ma non mi va di disturbarti,
è giusto che tu ti riposi, hai dato tutto te stesso fino a poche ore fa, è
normale che tu ora sia esausto e sia crollato.
Del resto, sei stato proprio tu a proporlo: appena finito il
concerto, ci siamo intrattenuti un po’ con i fan, giusto il minimo
indispensabile, abbiamo detto al volo qualche frase per i giornali locali e poi
mi hai chiesto di tornare con te in hotel e starcene un po’ nella mia stanza,
senza nemmeno avvertire Chris della nostra assenza.
Non che la cosa mi stupisca, è da quando eravamo poco più
che ragazzini che ti piace passare del tempo solo con me, dici che è il miglior
modo per rilassarti.
E’ sempre stato così anche per me, ma per quel che mi
riguarda, per me è un po’ diverso, c’è di più.
All’inizio, pensavo fosse solo la tipica possessività che è
un po’ normale fra migliori amici, quella fitta allo stomaco che si prova quando
il suddetto migliore amico preferisce passare il suo tempo con qualcun altro
anziché con te.
Ma presto ho capito che non era così semplice, che non
rientrava esattamente nel manuale del perfetto migliore amico star male se ti
vedevo con una ragazza.
Anch’io ho avuto delle ragazze, più di quante
ne riesca a ricordare, ma nessuna di loro mi ha mai entusiasmato,
nessuna di loro è mai diventata il centro fisso dei miei pensieri, come lo sei
tu.
Nemmeno questo credo che rientri in quel manuale.
Poi da un paio di anni a questa parte il sogno che tu, Chris
e io rincorrevamo estenuantemente è diventato realtà: all’inizio le prime gig in posti che davvero contano qualcosa, poi le prime
persone che davvero contano qualcosa che si sono interessate a noi e ci hanno portato alle prime firme con etichette che davvero
contano qualcosa.
E oggi siamo qui, protagonisti di un pomeriggio dove gli
occhi, le orecchie, l’attenzione e in qualche caso anche l’adorazione di
migliaia e migliaia di persone si è riversata su di noi.
E tu, Chris ed io ce l’abbiamo messa tutta per essere
all’altezza di tutto quell’interesse e direi che il risultato è stato più che
soddisfacente.
Ma se credi che il successo abbia cambiato qualcosa, ti
sbagli di grosso, anzi, tutto questo mi ha portato a passare con te ancora più
tempo di quanto già facessimo prima, per di più in svariati angoli del mondo. Provando
un po’ di nostalgia per quei luoghi a noi così familiari, credo sia normale che
l’uno sia diventato la vera casa dell’altro e viceversa.
Per non parlare delle fan, abbiamo avuto e continuiamo ad
avere migliaia di ragazze che farebbero follie per noi, con qualcuna di loro le
abbiamo anche fatte queste follie, a volte anche insieme, nella stessa stanza.
Ti ho guardato fare sesso con la ragazza che ti eri scelto,
proprio mentre io mi occupavo della mia, nonostante il mio unico desiderio
fosse quello di essere al posto della tua fortunata prescelta.
E quando i nostri sguardi si sono incrociati, per un
fuggevolissimo momento, ho quasi creduto che anche tu stessi pensando la stessa
cosa.
In effetti, per come mi guardi, per come mi parli, per qualunque
speciale modo nel quale interagisci con me, a volte ho il dolce dubbio che non
sia l’unico a percorrere questo sentiero fatto di confusione, incredulità,
stranezza, ma soprattutto… desiderio.
Ma tu sei così enigmatico che non ci potrei mettere la mano
sul fuoco, magari ti diverti soltanto a farmelo credere e basta.
Te lo chiederei, sai? Ma ora non
posso, tu stai dormendo.
Ma chi prendo in giro? Anche se tu ora fossi sveglio, non
avrei mai il coraggio di chiedertelo e non credo che mai ce l’avrò.
Tuttavia, il fatto che tu sia immerso nel tuo sonno, mi
concede una preziosa opportunità, quella di osservarti.
Prima di buttarti a pesce sul mio materasso, hai trovato
almeno la forza di toglierti le scarpe, facendo bella mostra dei tuoi calzini
variopinti, uno diverso dall’altro. In fondo, mi hanno sempre messo allegria.
E’ buffa anche la posizione che hai assunto, con una gamba
distesa e l’altra piegata, col piede sinistro che poggia sul polpaccio destro,
quasi come a formare una specie di quattro.
Hai sempre avuto delle gambe così esili, ma io le trovo
affascinanti.
I miei occhi salgono fino ad arrivare alla tua camicia
rossa, la stessa che avevi sul palco e non sai che effetto mi ha fatto. Dio,
Matthew, non hai idea di quanto ti doni il rosso!
Hai le maniche tirate su e si riescono ancora a vedere i
segni del pennarello con cui ti sei tracciato le vene.
Ecco un’altra delle tue stranezze, che mi ha
incuriosito fin da quando ci siamo conosciuti, mi ha fatto desiderare di
entrare nel tuo mondo così introverso e confusionario, ma è un mondo dal quale
non voglio più uscire.
Poi osservo le tue mani, delicate, dalle
dita lunga e affusolate, che poste sui tasti di un pianoforte o sulle
corde di una chitarra sanno creare una vera e propria magia autentica.
Mi domando cos’altro saresti in grado di fare e di farmi con
quelle mani.
Il fatto che poi hai lasciato quella camicia sbottonata per
metà mi da modo di intravvedere anche la pelle color
alabastro del tuo petto, liscio e asciutto.
Dio, non sai come vorrei far scorrere le mie mani su quel
tuo petto e stuzzicare quei tuoi scuri capezzoli.
Certo, sei fin troppo mingherlino, rischi di volare via alla minima folata di vento, ma questo mi fa solo venir più voglia di proteggerti.
Contemplo ogni centimetro del tuo viso, le varie
spigolature, le guance ossute, la bocca dalle labbra sottili e rosse, le tue orecchie
perfette, mentre le mie sono troppo grandi, le detesto.
E poi c’è quella leggera ombreggiatura donata dalle tue
folte ciglia nere, con le palpebre calate che celano il tuo tesoro più
prezioso: gli occhi.
Tu non hai due occhi, hai due armi micidiali che non
dovresti mai puntare così liberamente su chiunque, senza preavviso. Sono due
cieli, due oceani, sono quanto di più azzurro ci possa essere in natura.
Tuttavia, sono un’arma a doppio taglio, perché sono anche la
parte più vulnerabile di te; attraverso essi e alla loro mutevole gradazione di
colore riesco a percepire ogni emozione che ti attraversa.
Sarei capace di perdermi nei tuoi occhi per ore, senza
bisogno di fare nient’altro.
In conclusione, ecco un’altra delle parti di te che più
adoro.
I tuoi capelli, un altro segnale della tua ammaliante follia.
A partire dal modo in cui li porti, sparati alla rinfusa, ingellati
e leggermente appuntiti, ma in qualche modo anche vaporosi.
E poi, il colore. Adesso sfoggi un biondo accecante che ti
sta divinamente, ti dona quasi un aspetto angelico, mette ancora di più in
risalto i tuoi occhi, ti rende ancora più stravagante.
Buffo che tu ti sia fatto biondo proprio ora che io porto i
capelli rossi. Peccato, sarebbe stato bello essere biondi
insieme.
Voglio imprimermi questo tuo look nella memoria, anche
perché mi hai già detto che non durerà a lungo, perché è solo una fase di
passaggio, prima di tingerti i capelli di blu.
So già che adorerò anche quel tuo nuovo look, ma per ora
voglio godermi questo.
La tentazione di passare una mano fra quei tuoi disparati
capelli è forte, ma devo resistere, perché altrimenti ti sveglieresti e io
rovinerei tutto.
Comincio a intendermene di resistenza, sai? Del resto col
concerto di oggi mi hai messo a dura prova. Lo fai sempre, ma direi che oggi è
stato ancora più intenso.
Quegli occhiali rossi che indossavi all’inizio, Dio, ti sarei
saltato addosso già solo per quello, soprattutto quando ti giravi a guardare
me, qualcosa mi dice che lo hai fatto apposta.
Matthew, tu sei nato per provocare. E’ la tua seconda
natura.
Ne sono una prova il tuo modo di approcciarti al microfono,
quasi lo volessi mangiare, il modo in cui suoni la chitarra, o dovrei dire il
tuo modo di farci l’amore. E poi le tue espressioni da pazzo squilibrato, il
vigore dei tuoi salti, i balletti improvvisati, il tuo continuo avvicinarti a
me…
C’è mancato davvero poco che perdessi il controllo e ti
prendessi lì, sul palco, davanti a tutti, con o senza il tuo consenso!
Invece, ringrazio la mia buona stella di aver mantenuto
l’autocontrollo e aver riversato frustrazione e eccitazione sulla mia batteria,
suonando come un dannato.
In effetti, sono abbastanza stremato anch’io, ma al
contrario di te, la mia è anche una stanchezza psichica.
Spengo quel televisore che nemmeno so perché abbiamo acceso
e mi accovaccio lungo la mia parte di letto, pronto a seguire il tuo esempio.
Guardo fuori dalla finestra e un po’ mi viene da ridere, non è ancora il
tramonto e noi ci mettiamo a dormire.
Abbiamo solo ventidue anni, dovremmo essere più pieni di
vita ed entusiasmo.
Ma ci rifaremo, ora ci meritiamo un po’ di riposo.
All’incirca un quarto d’ora dopo riesco ad addormentarmi
anch’io, ma non dura molto , perché qualcosa mi
sveglia, precisamente un tuo lamento.
Mi giro dalla tua parte, pensando che tu abbia bisogno
d’aiuto, ma poi ascolto meglio.
Più che un lamento sembra un mormorio.
“No… aspetta… che fai? “ esclami, di punto in bianco, ma i tuoi occhi sono ancora chiusi.
Ci risiamo. Hai ripreso a parlare nel sonno.
Non è la prima volta che ti sento farlo, a volte te ne esci
con assurdi monologhi su invasioni aliene o tue paranoie sul fatto che il
governo ci controlli tutti.
Ma stavolta non sembra niente del genere.
“Uh! E questo dove l’hai imparato?
Mi piaceee.. “ continui,
mentre il tuo viso si distende in un largo sorriso.
Sì, ho decisamente capito di che genere di sogno si tratta e
questo non mi era ancora capitato di vederlo.
“Non smettere, scendi solo un po’ più in basso… ecco, ecco , sì , lì! “ prosegui nel dar le
direttive a chiunque sia lì con te adesso, nel tuo sogno.
Un’improvvisa curiosità si impadronisce di me, chi sarà? Una
groupie che era al concerto? La cameriera che ci ha
serviti a pranzo? O forse è la
Receptionist giù alla hall, ho visto prima come ti ha
sorriso!
“Più veloce, più veloce, più forte, ecco, sì.. cosìììì… “ emetti gemiti e
gridolini vari, mentre il tuo sorriso si allarga.
Non è solo la curiosità, ora è la gelosia che mi attanaglia
le viscere.
Chi è? Chi è quella sciacquetta che ti sta facendo questo? Chi ti sta facendo sentire così bene? Cosa sta facendo per riuscirci? Chi c’ è
al centro dei tuoi pensieri adesso?
“Sì, oddio, diooo, sìììììì !! “
urli quasi nell’ultima parte, mordendoti il labbro inferiore e stringendo il
lenzuolo fra le mani, inarcandoti leggermente.
Inutile dire che sei davvero una visione in questo stato
godurioso.
“Sei eccezionale… Dominic!” mormori, prima di voltarti
dall’altra parte e continuare il tuo sonno, senza più parlare.
Del resto, io sono ancora paralizzato dall’ultima parola che
hai detto.
Non me lo sono immaginato. Hai… hai davvero detto il mio
nome. E per intero, adoro quando lo fai!
Non ci credo, davvero tu… tu hai
sognato di me? Davvero sono stato io a farti sentire così? Ero io la causa di
quel tuo meraviglioso sorriso, di quell’espressione beata?
Dovrei svegliarti e dirtelo o dovrei tenerlo per me e fare
finta che non sia mai successo?
Mi arrovello la mente, cercando di trovare risposta a questo
dubbio amletico, finché, forse per le troppe emozioni, mi addormento
profondamente, con un solo pensiero in testa: ti prego, Matt, fammi sognare i
tuoi sogni!
TBC
Ve lo dico già, sarà breve, molto probabilmente finirà col
prossimo capitolo.
Che dire? Obiettivo raggiunto, ora ho una ff per ogni colore di capelli di Matt: biondo con questa,
blu con ‘Oh.my ‘ (per chi la
segue, dovrei riuscire ad aggiornarla in settimana ) , rosso con ‘Eternally..
‘ , nero con ‘How ‘ o ‘Try
‘, naturale , come li porta di recente con ‘This time … ‘ o ‘You feel so good.. ‘
Yes!
Ad ogni modo, spero vi piaccia e se trovate il tempo di
lasciarmi il vostro parere (positivo o negativo che sia ) ve ne sarò
immensamente grata.
Davvero, basta anche una parola, ma, pleeeeease, lasciatemi un segno del vostro passaggio, altrimenti comincia a diventare una cosa abbastanza demotivante...
Alla prossima!