Trilogia dell'Uomo

di rtwfm
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Un moscerino ronvaza alla luce del lampione. Non capisce di andare incontro alla sua fine.

A volte la vita è un po' così, prendi delle decisioni strane, decisioni che non avresti mai preso.
E te ne rendi conto dopo, solo quando tutto è finito.

Quella notte alla luce del lampione un uomo fumava una sigaretta. Aveva la barba incolta ed era avvolto in un impermeabile grigio come i suoi occhi.
In effetti, a guarda bene, era tutto grigio.
Brizzolati i corti capelli, grigio l'umore, grigio il fumo che si dipanava dalla sigaretta, grigia l'ombra sull'asfalto.

E quella luce è un faro un faro d'illusione, egli immobile, attonito, trascorre sotto quel lampione tutte le notti e pensa e riflette, cerca di capire dov'è l'errore della sua vita.

Quella sera c'era una pozzanghera lì affianco, un giornale vi giaceva abbandonato, urlando in prima pagina e con caratteri sbiaditi ciò che la gente vuole sentirsi dire.
C'era un locale lì di fronte, la classica bettola di quartiere con le insegne al neon, con la classica clientela sconquassata.
C'era un ubriaco davanti alla porta, la bottiglia di brandy in mano, vuota.

L'uomo sotto il lampione alzò lo sguardo verso l'ubriaco.
"Pietoso"
E ricordava il suo passato...
Visi, edifici, discorsi scorrevano nella sua mente. Sibilanti e laceranti, come lame di un rasoio.
Incatenato, legato mani e piedi a quel lampione, l'uomo non si muove, ha scelto di non muoversi e ora è troppo tardi per tentare di smuovere il peso della memoria, si cade nell'oblio del presente, ci si proietta verso nuove immedesimazioni in bianco e nero.

Eppure il modo per liberarsi c'è, ma serve una mano.
Quella mano è quella di un angelo.

Lui lo guarda dall'alto, ma sa che non può fare nulla.
Eppure deve aiutarlo.
E ogni sera è così, scende dalla sua nuvola e la prende per mano.

Silenzio.

Solo allora l'uomo solleva lo sguardo e fissa l'angelo negli occhi.

Uomo e angelo camminano l'uno affianco all'altro.




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