NB:
Questo è un missing moments della storia “Tra
l'odio e l'amore c'è la distanza di un bacio”
Per
voi che commentate, leggete e mi sostenete sempre :)
Il rimbombo causato dallo
scoppio di alcuni fuochi d'artificio in lontananza, arrivò
fino al balcone su cui stavo tranquillamente fumando.
Siete
fuori tempo di almeno un'ora, coglioni. Erano
ancora le undici meno cinque.
Diedi un altro tiro con la
sigaretta, aspirando il fumo sovrappensiero.
Dio, nemmeno un'anestesia
avrebbe potuto tranquillizzarmi e tenermi buono come il fumo. Non
dopo quei pensieri che avevano iniziato a tormentarmi già
dall'inizio della serata...
Chissà che cosa
avrebbe fatto lei...avrebbe festeggiato con i suoi amici, ci
sarebbero stati dei ragazzi di sicuro, degli emeriti coglioni che
l'avrebbero fatta ridere ed ubriacare, magari dopo i suoi flebili ed
inutili “no, grazie.”
Stritolai la sigaretta fra
le mani prima di buttarla a terra e di calpestarla con rabbia.
Era così che si
faceva del resto; si prendeva d'assalto una ragazza e fra una risata
e l'altra la si convinceva a bere, anche perché una serata
senza ragazze ubriache non valeva un cazzo. L'avevo fatto anche io e
più di una volta, ma il pensiero che qualcuno potesse
approfittare di lei...mi impediva quasi di respirare,
era...soffocante e doloroso.
Dentro quella topaia di due
metri quadri in croce, quei deficienti dei miei amici erano già
andati dalle nove di sera fra bicchierini di Vodka e birra.
Sentii qualcosa infrangersi
sul pavimento e Andrea ridere, completamente fuori di testa come
tutti del resto.
-Ops! Basta Vodka per
stasera mi sa...-
-Nono! Ho la riserva!-
E dopo quell'ultima
rassicurazione fu un delirio: cori degni dei tifosi più
accaniti allo stadio e schiamazzi a tutto andare.
Avevamo deciso di bere
“qualcosa” tutti insieme, fra ragazzi, prima di andare a
casa di un'amica di Marco, un nostro amico più grande, a
divertirci seriamente e a festeggiare dopo la mezzanotte.
-Lory
non fare l'antipatico su.-
Ignorai
l'adorabile
appellativo che Giulio utilizzò per chiamarmi solo grazie al
potere benefico del fumo ancora in circolo, altrimenti...sapevano
tutti quanto odiassi essere chiamato così.
-Arrivo.- Diedi un'ultima
occhiata al cielo in lontananza, prima di rientrare in quel covo di
pazzi.
Buttai giù un altro
paio di bicchierini della Vodka schifosa che Marco aveva comprato al
supermercato, trovando comunque piacevole il bruciore che lasciava
via via scendendo giù per la mia gola.
-Lore sei ancora troppo
sobrio!- Andrea mi spaccò un timpano gridando a pochi
centimetri dal mio orecchio e posò un suo braccio a peso morto
sulla mia spalla. -Non fare la ragazza capricciosa e bevi!- Era
conciato veramente male, si reggeva a malapena in piedi e non erano
neanche le undici...
-Ho bevuto Andre,
semplicemente reggo meglio di te.- Guardai storto il suo braccio,
togliendolo poi con un gesto brusco ed infastidito.
-Esatto Andre, sei tu quello
che non regge per niente!- Stefano scoppiò a ridere senza
motivo dopo quell'affermazione, ancora più ubriaco di Andrea
stesso. Il che era tutto dire.
Ero stato fuori solo una
decina di minuti, quanto cazzo avevano bevuto nel frattempo?
Lele era l'unico
completamente sobrio, se non altro almeno un neurone funzionante
c'era.
Mi sedetti sul divanetto
vicino a lui dopo aver preso una bottiglia di birra già
stappata.
-Non oso immaginare che cosa
faranno dopo a casa di Martina...- Commentò Lele divertito,
osservando tranquillamente la scena.
-Secondo me crolleranno
prima di far centro.- Bevvi un sorso di birra per nascondere il
sorrisetto molesto che stava per spuntarmi sulle labbra.
Di nuovo il pensiero di lei
che beveva e ballava con i suoi amici incollati addosso, arrivò
dritto dritto al mio cervello ed ebbe effetti collaterali anche a
sinistra, nel mio petto.
Se almeno avessi saputo che
cazzo avrebbe fatto quella sera, se ci fossero o no dei ragazzi con
lei...
Buttai giù un altro
bel po' di birra, sperando così di riuscire a cancellare quel
tormento. Cazzo no, continuava a venirmi in mente l'idea che a
mezzanotte avrebbe dovuto baciare un ragazzo...
Avrei voluto essere lì,
maledizione. Avrei voluto esserci a mezzanotte, vicino a lei, per
impedirle di baciare qualcun altro, per strapparglielo io con
passione quel bacio.
Quel desiderio stava pian
piano stritolando il mio stomaco...o forse era solo l'alcol che avevo
bevuto a farlo chissà...
Mi passai una mano fra i
capelli, sospirando. Sì, forse avevo bevuto troppo pure io.
-Magari starà
ballando la macarena con la sua famiglia...-
Mi girai sorpreso verso
Lele, tutto intento a sorridermi sornione.
-Come?- Forse avevo capito
male. Che c'entrava la macarena? Chi la stava ballando?
-Alice...magari sta
semplicemente ballando la macarena con i suoi...-
Non sapevo se sorridere o se
incazzarmi, ero come in bilico su un filo che delimitava queste due
reazioni completamente opposte.
Lele riusciva sempre a
leggermi dentro e sapevo che cercava solo di consolarmi, ma il fatto
che si facesse così esplicitamente i cazzi miei mi dava
fastidio.
Non risposi, mi finsi
attento al discorso senza senso che stavano cercando di tener su
Andre e Ste.
-Allora, andiamo da Marti?-
Marco barcollò pericolosamente nel dire quella frase, -Dovremo
pur scopare stanotte no?-
Ovviamente tutti approvarono
quell'uscita, così ci spostammo verso il Centro della città
a piedi, barcollando per le strade deserte a quell'ora; dovevano già
essere tutti pronti a stappare una bottiglia di spumante in attesa
della mezzanotte. Non come noi sei deficienti.
Invademmo casa di Martina
alle undici e quarantacinque esatte, attirando tutta l'attenzione
delle ragazze presenti a quella specie di festicciola.
Avevo visto Martina già
un paio di volte prima di allora e per lei non fu affatto un problema
mostrarsi disinvolta come se mi conoscesse già da una vita.
-Lore!- Si sporse in avanti
per baciarmi sulla guancia, mostrando una generosa porzione del suo
seno lasciato mezzo scoperto dal vestito striminzito che indossava.
Si staccò con
studiata lentezza, spostandosi poi indietro i lunghi capelli castani
con un cenno della testa.
-Che sorpresa avervi qui!-
sorrise di nuovo, indicando poi i suoi altri ospiti.
-Non vi offendete se non vi
presento a tutti, vero?- Ammiccò di nuovo in mia direzione. O
forse era solo tutta la Vodka che avevo bevuto a farmelo credere,
chissà...
-Ma non ci sono bisogno di
presentazioni...-
Già dalla frase
sgrammaticata di Andrea si capiva quanto poco fosse lucido...o forse
lo era più di quanto pensassi; in fondo lui rimaneva idiota
anche da sobrio.
-Tutti conoscono Re Andrea!-
E detto quello indicò molto eloquentemente in basso, facendo
scoppiare a ridere alcune ragazze lì vicino.
Lo ignorai -perché
fermarlo e togliere il divertimento a quelle poverette?- e mi diressi
verso il tavolo degli alcolici in fondo alla sala.
Avevo decisamente bisogno di
bere per superare quella serata; speravo solo di non ridurmi come
Andrea, non volevo mica rendermi ridicolo.
-Ma tu puoi bere?-
Martina alzò
lievemente un sopracciglio scettica, poggiando poi una mano sul
tavolo vicino alla bottiglia di vino appena versato nel mio
bicchiere.
Ci mancava solo che la
zoccola mi facesse una ramanzina. -Certo.- Mi sforzai di sorridere,
ingoiando poi tutto d'un botto il vino.
-Marco mi ha detto che hai
diciassette anni.- Chissà perché mi sembrava che la
cosa la rendesse stranamente curiosa.
-Quasi diciotto.- La
rassicurai, sperando che mi lasciasse bere in santa pace. In fondo
febbraio era vicino, la maggiore età pure.
-Ma ne hai diciassette.-
Ripeté pensierosa, avvicinandosi lentamente con nonchalance.
Non capivo dove volesse
andare a parare. Cioè, si capiva certo, ma l'età cosa
c'entrava?
-Lo sai che non sono mai
stata con un ragazzo più piccolo?- Schioccò la lingua,
passandosela poi lascivamente sul labbro.
Svelato il mistero. Era una
zoccola, che altro aspettarsi?
Rabbrividii
involontariamente, afferrando di nuovo la bottiglia per versarmi
altro vino.
-Io invece con ragazze più
grandi ci sono già stato...- Scrollai le spalle annoiato,
trattenendo a stento la voglia di aggiungere un “E non è
stato niente di che”.
-Ce ne sono altri quattro
comunque in giro.- Affermai ironico, prima di allontanarmi dal tavolo
ed ignorarla. Non ero abbastanza ubriaco ancora per darle corda.
Di ragazze come lei ce
n'erano a milioni ed iniziavano anche a stufarmi ad essere sincero.
Se avessi voluto scoparmi qualcuna avrei potuto chiamare
tranquillamente Bìa, che era pure più carina.
Fortunatamente non mi seguì,
così potei sedermi tranquillamente sul divano in compagnia di
quel vino schifoso. Se non altro era l'unico alleato di quella sera,
l'unico che avrebbe potuto aiutarmi a tenere fuori dalla mia
mente...lei.
-Ciao.-
Alzai lo sguardo ed i miei
occhi ne incrociarono un paio marroni.
-Lorenzo, vero?-
Non avevo detto ancora a
nessuno il mio nome, quindi mi venne spontaneo sgranare gli occhi
sorpreso nel sentirlo uscire dalle labbra di quella tipa.
-Me l'ha detto il tuo
amico.- Si sedette al mio fianco dopo aver indicato quel coglione di
Giulio.
Feci un cenno affermativo
con la testa, riprendendo a bere il mio vino senza degnarla di
ulteriori attenzioni. Tette piccole, faccia anonima. Niente degno di
considerazione.
Lei non si scoraggiò,
mi porse la mano, forse un po' impacciata e a disagio, -Io sono
Alice.-
E fu così che la mia
faccia da “sono troppo figo per considerarti” venne
completamente stravolta nel momento in cui mi strozzai con il vino ed
iniziai a tossire senza tregua.
-Tutto bene?- Mi diede dei
colpetti sulla schiena preoccupata.
'Fanculo
no.
Non andava per niente bene.
Quella era una persecuzione, quel nome era una persecuzione,
un'ossessione.
-Sì.- Cercai con
scarsi risultati di riassumere la mia precedente espressione; stavo
quasi lacrimando e respiravo come un asmatico nel pieno di una crisi.
Lei mi guardò
perplessa per qualche secondo, poi riprese a conversare come se nulla
fosse: -Allora? Ti piace la festa?-
Speravo che almeno la mia
figura da patetico cretino fosse servita a farla allontanare, invece
me la ritrovavo seduta ancora più vicina.
-Non molto.-
Quella stronza con il suo
nome del cazzo mi aveva fatto tornare in mente quello che stavo
cercando di dimenticare da tutta la sera.
Alice.
Dov'era? Che cosa stava
facendo? Con chi era?
Perché continuava a
tornarmi in mente? Anzi, sarebbe stato più giusto chiedersi
perché continuava ad essere nella mia mente?
Mi massaggiai energicamente
la fronte con le dita; chissà se facendo così quelle
insopportabili domande mi avrebbero lasciato in pace.
-Mancano cinque minuti alla
mezzanotte!- Quell'esclamazione entusiasta si levò fra la
gente al centro della sala, suscitando uno schiamazzo dietro l'altro.
Fantastico. Grazie
coglione sconosciuto per avermelo ricordato.
Cinque minuti e avrebbe
baciato qualcuno. Cinque minuti ed un qualche maniaco pervertito
schifoso le si sarebbe avvicinato reclamando quel bacio.
Sentivo lo stomaco
brontolare e contorcersi ed istintivamente feci per prendermi la
testa fra le mani ed appoggiare i gomiti sulle ginocchia, ma un
qualcosa me lo impedì piombandomi in braccio.
-A mezzanotte bisogna
baciare un ragazzo!- Spiegò Martina, guardandomi gongolante
dalle mie ginocchia su cui si era appena seduta.
-Marti te ne trovi un altro
scusa!- Si animò improvvisamente la ragazza -il suo nome avevo
già cercato di rimuoverlo- di fianco a me. Sembrava tanto
timida ed insicura, invece...
Spinsi poco delicatamente
Martina giù dalle mie gambe, -Perché non vi baciate fra
voi, eh?- Cantilenai di cattivo umore. Ci mancavano solo quelle
rompicoglioni a peggiorare la situazione.
-Ma bisogna baciare un
ragazzo!- Protestarono con voce stridula entrambe.
Mi passai una mano fra i
capelli esasperato. Stavo per strozzarle quelle oche starnazzanti più
appiccicose dell'Attack, quanto erano insopportabili e fastidiose.
Eppure...mi resi ben presto
conto che non era da me respingere così due possibili ragazze
scopabili.
Alcol, mi serviva altro
alcol, qualcosa di più forte. Reggevo troppo bene, avevo
bisogno di bere altro per ubriacarmi nel vero senso della parola, per
dimenticarmi di Alice, per non sentire più quella stretta
fastidiosa al cuore...
Odiavo il conto alla
rovescia, odiavo tutto quell'entusiasmo solo per l'arrivo di un anno
nuovo. Un anno valeva l'altro alla fine.
Incominciarono ad arrivarmi
i classici messaggi fatti con lo stampino, quelli con frasi poetiche
ed insulse mandate da chi voleva solo togliersi l'impegno di dover
inventare qualcosa di carino e fantasioso per fare gli auguri.
Poi arrivarono quelli degli
amici, dei compagni di classe, della mia famiglia...
Li lessi uno ad uno
svogliatamente e risposi loro con un semplice squillo. Perché
sprecare soldi per mandare inutili messaggi come “Grazie, anche
a te”?
Ogni qualvolta il cellulare
vibrava, sussultavo come un povero deficiente sperando che fosse da
parte sua. Uno squillo, un messaggio...niente.
'Fanculo, cosa mi aspettavo?
Che lei stesse pensando a me? Di sicuro era troppo impegnata a fare
altro per mandare messaggi.
Il cellulare vibrò di
nuovo per l'ennesima volta; la scritta “chiamata”
lampeggiava dopo il nome papà.
Era rimasto solo a casa come
ogni anno durante le festività, mentre mia madre era andata a
festeggiare dai nonni e dagli zii.
Probabilmente Glenda lo
avrebbe chiamato impietosita sapendolo da solo e gli avrebbe fatto
gli auguri. Peccato che io non fossi magnanimo come lei e che non
avessi nessuna voglia di sentirlo.
Chiusi la chiamata con il
tasto rosso e lo spensi subito dopo.
Buon
anno papà.
Mi diressi a passo spedito
verso il tavolo degli alcolici e afferrai un altro bicchiere che
riempii con la prima bottiglia che mi capitò fra le mani.
Mezzanotte. Bella roba, bel
schifoso 2009.
Addio anno di merda,
iniziava, si sperava, un anno migliore.
***************************
Nemmeno io ricordavo bene
cosa fosse successo dopo, non ricordavo nemmeno come fossi finito lì,
in quello schifoso bagno, con una nausea che non avevo più
avuto dalla mia prima bevuta a dodici anni.
Ricordavo i bicchierini che
mi ero scolato, uno dopo l'altro, ricordavo Martina...ricordavo...i
suoi baci sul collo, le sue carezze insinuanti...
Qualcuno bussò alla
porta e fu come sentire un picchio sbattere ripetutamente il suo
becco sulla mia tempia, -Occupato!- Gridai con voce impastata,
causandomi un'altra forte fitta alla testa. Stavo da schifo, volevo
starmene da solo, non volevo che nessuno assistesse a quello
spettacolo pietoso.
Avevo esagerato, avevo
bevuto come mai in vita mia, mi ero ritrovato a delirare, ballare e
ridere come un coglione, senza inibizioni, insieme a...Martina
e...quell'altra Alice. Non ero poi tanto diverso da Andrea.
-Lore sono io...fammi
entrare.-
Appoggiai la testa al muro
dietro di me sospirando. Lele. Mi avrebbe fatto una delle sue cazzo
di ramanzine.
-Entra.- Masochista al
massimo a volerlo ascoltare.
-Mi sento molto crocerossina
in questo momento.- Commentò lui divertito, dopo avermi
passato un pezzo di pane ed un bicchiere d'acqua.
Anni passati ad aiutare
Andrea insegnavano; la mollica del pane assorbiva, o almeno così
si diceva.
-Sono contento di essere la
causa di tanto svago.- Mi massaggiai le tempie, lanciandogli poi uno
sguardo truce.
-Tu lo sei di sicuro. Andre
ormai sono abituato a vederlo sboccare, ma te...non è da te
bere fino a questo punto.- Si sedette di fronte a me, appoggiato alla
vasca, senza smettere di sorridere.
-Che ore sono?- Borbottai,
cercando di scacciare i ricordi della serata precedente...sempre che
fosse già mattino, le tapparelle erano abbassate e filtrava
pochissima luce.
-Le cinque.-
Avevo un vuoto di tre ore e
mezza...di sicuro avevo dormito almeno un'oretta sul pavimento del
bagno, anche se a me sembrava di essere lì da giorni.
-Gli altri?- Chiesi
svogliato, chiudendo gli occhi esausto.
-Stanno dormendo...o
sboccando da qualche altra parte...- Si lasciò scappare una
risatina.
Mi passai le mani sul viso
stravolto: sentivo rimbombare nella mia testa i gemiti di quelle
due...sentivo ancora sulla mia pelle i loro baci, le loro carezze...
Mi stavano tornando in mente
anche i miei di gemiti, ricordavo la mia voce roca e
quasi...disperata.
Alice.
Solo quello. Solo quel nome
era uscito più volte, dalle mie labbra secche ed assetate.
Alice.
Solo lei avrebbe potuto
dissetarmi. Solo lei avrebbe potuto porre fine al mio tormento.
Alice.
Non la ragazza dagli occhi
marroni che avevo scopato e che aveva sorriso compiaciuta credendo di
essere lei al centro dei miei pensieri.
Alice.
Martina mi aveva morso sulla
spalla indispettita, sentendosi trascurata per via di quel nome
pronunciato troppe volte. Un nome che non era il suo, che non era
della sua amica e che non lo sarebbe mai stato.
Gemetti affranto, dando un
lieve colpo con la testa al muro come per castigarmi. Il pensiero di
quello che avevo fatto, il ricordo delle mani di quelle due
assatanate addosso...mi disgustava, mi stava per far venire su il
pane e l'acqua.
-Ricordi quello che è
successo?- Il tono delicato di Lele non mi tranquillizzò per
niente, anzi, mi fece sentire ancora peggio.
-Sì.-
Purtroppo.
Cercai di trattenere
l'attacco di vomito in arrivo, portandomi una mano alla bocca e
strizzando gli occhi.
Mi ero ubriacato come un
ragazzino di tredici, quattordici anni, avevo scopato due tipe di cui
sapevo a malapena il nome e mi ero ritrovato in bagno a trattenere a
stento il vomito, che patetica fine...
Non era servito a niente
bere, non era servito a cancellare lei dalla mia testa.
E...Dio, mi sentivo quasi in colpa, neanche l'avessi tradita, io non
stavo mica con lei! Non stavo con nessuna, potevo fare il cazzo che
mi andava, era quello il bello di non avere una morbosa fidanzatina
rompicoglioni.
-Lore non puoi andare avanti
così, lo sai vero?-
Guardai Lele confuso, senza
capire. Che altro voleva? Non poteva lasciarmi marcire nel mio
vomito? 'Fanculo se non faceva la mammina preoccupata non era lui.
-Dovresti rifletterci su, è
evidente che lei non è più solo un bel corpo per te...-
Deglutii a vuoto nauseato;
lo stomaco iniziava a fare le cosiddette capriole.
-Perché per una volta
non metti da parte l'orgoglio e non ci parli? Perché non le
fai capire quanto sia importante per te?-
Scoppiai a ridere
amaramente, forse ancora un po' condizionato dall'alcol, -Scherzi?!
Mi prenderebbe per il culo.- Mi sarei reso a dir poco ridicolo.
Chissà poi quanto ci avrebbe riso su la stronza.
-Allora ammetti di tenere a
lei?- Mi incastrò sorridendo soddisfatto.
-Non dire stronzate...-
Roteai gli occhi seccato; pessima mossa, la testa non fece che
girarmi ancora di più.
Non me ne fregava un cazzo
di lei, punto. Era solo...possessività la mia, mi dava
fastidio che qualcuno toccasse qualcosa di mio, qualcosa che avevo
avuto e che volevo ancora. Ma solo fisicamente.
-Pensaci su Lore...Pensaci
in questi ultimi giorni di vacanza...quando arriverà il sette
gennaio e la rivedrai a scuola so già che avrai capito
tutto...e deciderai di fare la cosa giusta.-
Si alzò, consapevole
di avermi smosso dentro con quell'ultima frase, -Ah. Buon anno.-
Ridacchiò, richiudendo la porta alle sue spalle.
*Note
dell'autrice*
Lo
so, teoricamente dovrei prima finire le risposte alle recensioni
visto che ne mancano ancora un po'...però non potevo far
passare più di tre giorni per pubblicare questa specie di
sorpresina; almeno per una volta, più o meno, volevo
pubblicare in tempo, ve lo dovevo.
Spesso
quando mi contattate scrivete cose come “Scusa per il
disturbo”, “Grazie per avermi risposto” o “Scusa
per la banalità”...ecco, queste frase non voglio più
vederle ;)
-
Non mi disturberete mai.
-
Non
potrei mai non rispondervi, per me è un piacere farlo.
Inoltre, sono io a dover dire grazie a voi. Per avermi scritto, per
aver letto la mia storia, per avermi anche solo aggiunta su facebook.
Sono solo un'amica silenziosa e riservata su facebook, mi piacerebbe
ringraziarvi uno ad uno per avermi aggiunta, mi piacerebbe farvi gli
auguri quando in home leggo che è il vostro compleanno...ma
non voglio essere invadente, non voglio disturbarvi sulla vostra
bacheca. Tecnicamente io sono solo una “spargi-spoiler”
(l'ha inventato una mia amica questo termine, non io xD), è
per questo che sono stata aggiunta, molte persone non le ho mai
sentite proprio, non so neanche i loro nick qui su efp. Quindi non
vorrei mai disturbarvi privatamente, voi potreste benissimo dire “e
tu chi sei?” se vi scrivessi in bacheca >.<
-
Nessuna di voi potrà mai essere banale. I vostri complimenti
mi riempiono sempre di gioia e mi tirano su il morale a qualsiasi ora
quando ci ripenso.
Perciò
GRAZIE di cuore a tutte voi :) Questo missing moments corto e un po'
banale è per voi, per ringraziarvi di tutto. Se non è
un problema per voi, mi piacerebbe rispondere privatamente alle
eventuali recensioni -se ce ne saranno- di questo capitolo.
Detto
questo, passo a commentare brevemente questo capitoletto.
Immagino
si sia capito che cosa abbia fatto Lore con Alice e Martina...non
volevo descrivere niente di esagerato, anche perché non ne
sarei stata in grado xD
Si
è pentito e sta da schifo, è stato da schifo...prima di
incontrare di nuovo Alice il 3 gennaio, vi ricordate?
Lele
ha suggerito a Lore di pensarci su, di riflettere sui suoi sentimenti
per Alice e di parlarle poi il 7 gennaio, quando l'avrebbe rivista a
scuola...ma Lore il 3 gennaio l'ha vista con Matteo, quindi tutti i
suoi propositi di parlarle, se anche ci fossero stati, sono andati a
farsi benedire. Le sue riflessioni potrei anche scriverle più
avanti se volete :)
So
di non essere molto brava con i pov di Lore, ma ce l'ho messa tutta
per far capire il suo stato d'animo.
Spero
di esserci riuscita :)
Grazie
infinitamente a tutte, un bacione grandissimo!
Bec
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