Sono ancora sconvolta per il primo posto a questo
contest indetto dalla fantastica Lyrapotter, sublime autrice e reviewer.
Non ho molte parole, perciò vi lascio alla storia.
Questo era il
prompt su cui costruire la fic.
Atlantis-L'impero
Perduto - "Le nostre
vite si misurano dai regali che lasciamo ai nostri figli" (Signor Whitmore).
Wrappings
Volano via.
Il vento le disperde nel cielo d'inverno, così cupo da strappare un
brivido anche al cuore più saldo.
Ma lui non trema, non più.
Il funerale è stato da dimenticare, d'accordo, sono arrivati parenti
persino dal Lincolnshire (e chi se li ricordava, i cugini del
Lincolnshire? Quelli che puzzavano di aglio... li aveva rimossi) e
tutti a spettegolare sul divorzio di Enid, quasi fosse quello
l'avvenimento della giornata. Merlino, un po' di rispetto, avrebbe
voluto urlare. Vi siete mai fatti vedere all'ospedale, in questi anni?
No, e non sto a rimproverarvi, ma almeno fate silenzio.
È stato orribile e ancora più triste è stato tornare in quella stanza,
il giorno dopo, e trovare suo padre con la consueta, ingenua
espressione. Non lo sa nemmeno, pensa. Non se n'è proprio accorto. Fa
male, ma è una gran fortuna per lui non capire.
Bene, è finita. È di nuovo a Hogwarts, il luogo dove anche i suoi
incubi peggiori rientrano in una dimensione sopportabile. E anche se
questo non è un sogno da cui potersi svegliare, ma un pezzo della sua
vita che lo abbandona per sempre, rimane così tanto per cui andare
avanti. Ora, per esempio. È sulla Torre di Astronomia, un luogo che a
molti suscita ancora un po' di soggezione. Di sicuro non fa parte di
quella categoria, anzi, si sente perfettamente a suo agio, come non lo
era stato da un tempo indefinito. Ha appoggiato il cofanetto e i gomiti
sul davanzale, e guarda il cielo.
Pensa che perdere un genitore è una tappa inevitabile nel diventare
adulti, e poi scuote la testa. No, lui ha perso entrambi già allora,
anche se non erano del tutto morti. Era morta la loro parte migliore,
l'intelligenza, la volontà... però, però... l'amore no, non del tutto.
Quel cofanetto ne è una prova.
Pensa anche che ci sono regali e regali, e Draco Malfoy ha donato un
set di scope nuove fiammanti alla squadra di Quidditch di Slytherin
purché ammettessero Scorpius in squadra. Proprio come suo padre Lucius
aveva fatto a suo tempo. Forse anche questo è amore: ma è penoso e
imbarazzante, ancor più dei pettegolezzi ad un funerale.
Diventerà padre anche lui, manca pochissimo. E già s'infiamma di
aspettative e di tenerezza e di sacro timore. Vuole già donare il mondo
a quella creatura di cui non conosce ancora il volto, ma poi si ferma a
riflettere - di che cosa avrà davvero bisogno? Che cos'è meglio per lui
o per lei? Che cosa lo renderà felice? Che cosa, invece, appagherà
solamente un suo capriccio temporaneo?
Sembra che sua madre sapesse di cosa aveva bisogno, persino dalla sua
dimensione d'inquieta noncuranza, in quelle domeniche solenni riflesse
nei pavimenti lustri del St. Mungo. E tutto ciò che poteva, gli aveva
donato: il retaggio di un'esistenza irreprensibile, sacrificata per i
fini più alti e nobili; la sua immagine, i suoi lineamenti, tutto ciò
che di lei poteva ritrovare in uno specchio; e quei timidi pegni
d'amore materno, che non mancavano mai di suscitare occhiate di
disapprovazione.
Domeniche d'inverno, domeniche d'estate. Nel mezzo, la vita... perché
non si può pensare sempre a ciò che abbiamo lasciato indietro - chiuso
in un ospedale, o in un cofanetto.
C'era stato un periodo, alquanto fumoso per la verità, in cui aveva
fantasticato di mostrarne il contenuto ai suoi figli, un giorno. Ma
questo era prima. Prima che
la guerra finisse, prima di innamorarsi davvero... e adesso tutto è
così diverso! La vita è diventata semplice, e lo sarà ancora di più per
chi non ha mai vissuto nel terrore. No, non imporrà a nessuno di
comprendere il valore di un dono simile.
Ecco, la squadra di Slytherin si avvia verso il campo, in un vociare
attutito dalla distanza. Alcuni di quei ragazzi sono i nipoti dei
Mangiamorte che hanno combattuto vent'anni prima ma ehi, è Storia
ormai. Spetta al professor Binns insegnargliela.
Scorpius Malfoy e i suoi amici hanno l'ultimo modello di scopa uscito
sul mercato. Anche suo figlio lo avrà, un giorno. Lui ha avuto solo
questo...
La serratura scatta. Il coperchio si apre. La prima cartina trema
luccicante, poi scivola sulle altre e prende il volo.
(L'ultima visita, al ritorno dal viaggio di nozze. Breve e quasi
insopportabile)
Una seconda, una terza. Il vento le trasforma in farfalle fuori
stagione.
(Nelle stanze del St. Mungo non ci sono stagioni. Una Meteofattura
eseguita ad arte serve allo scopo)
Le più vecchie - avevano un altro colore, quando lui era piccolo - sono
appiccicaticce e rimangono sul fondo.
(Tutte le volte che è entrato da quella porta, che ha respirato
quell'odore, che ha sperato invano in un guizzo di consapevolezza in
quegli occhi identici ai suoi)
Le separa delicatamente con le dita, come se fossero petali o foglie.
Poi le tiene tra le mani, offrendole al vento che ha ripreso a soffiare
più forte.
E chiude gli occhi, ma non trema.
- Ciao, mamma... Grazie.
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