Ciao a tutti! Sabato ho accompagnato la mia amica a vedere
il nuovo Film di Harry Potter e, come avevo già detto nell’altra mia fan
fiction che avevo scritto su Harry Potter, non ho mai letto i libri e sono
estranea a questo fandom, ma dopo aver visto la prima parte de “I doni della
morte” non ho potuto fare a meno di scrivere questa fan fiction.
Spero che vi piaccia e di non essere stata OC. Nel caso,
chiedo scusa in anticipo.
È una fan fiction molto corta e la vicenda è narrata secondo
il punto di vista di Fred. Buona
lettura!
We will fight together
Entro in casa e ti vedo: steso sul divano. Tutto il sangue
addosso.
Corro verso di te, mentre tutti gli altri stanno fermi ad
osservarti.
Mamma è lì vicina e ti tiene una mano, come quando eravamo
piccoli e avevamo la febbre, ricordi? Capitava spesso che quando si ammalava
uno di noi, poi si ammalasse anche l’altro. Ancora più spesso, però, capitava
che ci ammalassimo insieme e mamma ci costringeva a stare a letto, anche se noi
avremmo preferito uscire a giocare lo stesso. Poi, lei si sedeva vicino a noi e
ci teneva la mano.
Una volta è stata accanto al nostro letto per tutta la
notte, quella volta che avevamo la febbre alta.
Mi ricordo che facevamo fatica perfino a parlare, e mamma è
stata con noi per tutta la notte, tenendoci la mano e bagnandoci la fronte. La
mattina dopo lei era distrutta, mentre noi stavamo meglio e non abbiamo
rinunciato a prenderla un po’ in giro: lei aveva dato la medicina a te, e poi
era andata in cucina a preparare la mia. Quando è tornata in camera nostra, mi
ha dato in mano il bicchiere e io le ho detto che ero Gorge non Fred. Così, ho
passato il bicchiere a te, ma lei ci ha osservati bene e ha detto:
« Ragazzi, sono stanca, almeno per oggi potreste evitare di
farmi ammattire? »
« Ma mamma, se hai sbagliato non è colpa mia! » le ho
risposto io, poi ti ho detto « Coraggio Fred, bevi la medicina! »
« Ma io non sono Fred! Sono Gorge! » non mi parve vero di
sentirti dire una cosa del genere: avevi sempre appoggiato i miei scherzi,
com’è che quella volta non mi davi corda?
« Bevitela tu questa cosa amara! Io ne ho già trangugiata
una e un’altra non la prendo! »
Pur di non bere un’altra medicina amara, mi avevi tradito!
Mamma ci fissava divertita, mentre io ti ho dato la schiena e per mezza
giornata non ti ho più parlato.
È stato difficile, però, tenerti il muso. Non ho mai potuto
sopportare l’idea di litigare con te e alla fine ho ceduto: dopo qualche ora
avevamo già fatto pace e stavamo di nuovo complottando per organizzare uno
scherzo a Percy.
Una cosa mi ricorderò sempre: che quella volta sono rimasto
a bocca aperta a fissarti. Non mi avevi appoggiato nello scherzo, e non potevo
credere alle mie orecchie!
Orecchie…
Vengo improvvisamente riportato alla realtà. Il vederti così
mi ha fatto tornare in mente, nel giro di pochi secondi, un ricordo al quale
non pensavo da tanto tempo.
Sei ancora svenuto. Guardo il tuo viso contratto in
un’espressione di dolore: mai, mai avrei voluto vederti dipinto in volto
quell’espressione. Sento l’ansia crescere mentre i nervi mi si contraggono
involontariamente e io cerco di sfogare io questo modo la mia rabbia e la
preoccupazione.
Ti muovi leggermente e, finalmente, riapri gli occhi.
« Come ti senti, Georgie? » ti accarezzo i capelli e,
credimi, preferirei essere lì al tuo posto, piuttosto che vederti in queste
condizioni un secondo di più.
Il tuo sguardo stanco cerca il mio.
« Romano… » mi dici con voce debole.
Non capisco cosa vuoi dire, forse ti hanno fatto qualche
strano incantesimo?
« Come hai detto? » ti chiedo.
« Romano. Come il foro. » e ti indichi l’orecchio ferito «
Come il foro, Fred. Capito? »
Un sorriso ti compare sul volto mentre parli e il peso che ho
sul cuore si alleggerisce per lasciarmi la forza di rispondere alla tua
provocazione:
« C’è un mondo di battute legate all’orecchio e tu scegli
romano. Sei patetico! »
« Sono comunque più bello di te! »
Pare quasi che tu mi voglia tranquillizzare, eppure dovrei
essere io a confortare te. Sei forte fratello!
E nonostante sia una vita intera che scherziamo, io e te, le
tue battute in questo momento paiono le più belle che tu abbia mai pronunciato.
Siamo sempre stati insieme noi due ed ora, per una volta che
combattiamo separati, guarda in che guaio ti vai a cacciare.
Ti accarezzo ancora i capelli rossi, come i miei, e ti
sorrido, osservando il sangue rosso, il tuo sangue, il mio sangue, che ti ha
sporcato il viso e i vestiti.
Hai gli occhi stanchi per il dolore, ma non preoccuparti:
ora mamma prende delle bende e ti passerà tutto!
Ti guardo ancora negli occhi, i tuoi occhi, i miei occhi, e
tu mi sorridi come per dirmi che va tutto bene.
È in questo momento che la vedo: quella fiamma rosso vivo,
quella fiamma che brilla sempre nel nostro sguardo quando abbiamo appena
pensato un nuovo scherzo o inventato qualche nuova diavoleria per il negozio.
Quella fiamma che brilla solo nei nostri occhi e che nessun
altro riesce a vedere, se non me e te.
Al vederla mi tranquillizzo, ma di una cosa sono certo:
insieme siamo una forza quindi, d’ora in poi, sempre insieme. Mai più da soli,
fratellino!
Peccato che poi siano finiti a combattere di nuovo separati…
L
beh, spero vi sia piaciuta! Ciao!!!