Anche gli Oni sono Umani
Sapeva
che sarebbe accaduto in quel posto, lo aveva visto.
Ed
aveva deciso che avrebbe fatto di tutto per salvargli la vita.
Sapeva
che suo fratello lo avrebbe raggiunto: aveva ricevuto l'ordine di
uccidere tutti i Rasetsu di quel pazzo di Koudou-san.
E lei
aveva deciso di seguirlo.
Si
erano separati solo per far sì che lei rimanesse al di fuori dello
scontro, seduta sul ramo più alto dell'albero più alto, sotto cui
sapeva che si sarebbe conclusa la vita di Harada.
Ma lei
era intenzionata a cambiarne il destino.
Guardava
l'umano nervosamente, mentre questo parlava con suo fratello, dando
il via al solito scambio di convenevoli al vetriolo che erano soliti
scagliarsi.
Non
riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Sapeva che quella
probabilmente sarebbe stata l'ultima volta in cui lo avrebbe guardato
senza sentirsi trafiggere dall'odio che avrebbe letto nei suoi occhi
per ciò che stava per fargli.
Lo
aveva incontrato mesi prima, quando per un puro caso era stata
attaccata da un manipolo di Rasetsu, attirati dall'odore dolce del suo
sangue di Oni. Harada era intervenuto in sua difesa e, dopo aver
annientato quei mezzi demoni, l'aveva abbracciata, rassicurandola.
Era
stato di una dolcezza incredibile.
E lei
si era convinta che gli umani non fossero tutti malvagi.
Ma
aveva scoperto a proprie spese che Harada ed i suoi compagni erano
voci fuori dal coro.
Si
strinse le braccia attorno al corpo, cercando di scacciare la
sensazione di orrore e disgusto che l'afferrava ogni volta che
pensava a quanto era accaduto poche settimane dopo il loro incontro.
Riportò gli occhi su suo fratello e su l'umano, prestando attenzione
alle loro parole.
-
Non
è tempo che un essere debole come te si ritiri? - furono le parole
di suo fratello mentre preparava i proiettili d'argento, gli unici
in grado di neutralizzare i Rasetsu.
-
Mi
dispiace... ma non ho intenzione di andare da nessuna parte.
L'altro
gli indirizzò un sorriso sghembo.
Uno
sparo annunciò l'inizio delle schermaglie.
-
Heilà,
Koudou. - fu il saluto ironico di Shiranui.
-
Che
ci fate qua voi due? - chiese il vecchio, sorpreso, arretrando di un
passo.
-
Non
riesco a capire come tu possa definire 'sti esseri creati in serie
come una nuova razza di Oni.... Ho pensato che questo potrebbe
essere il momento adatto per mostrarti come agiscono i veri Oni.
-
Non
importa quanto tiri in ballo i loro ideali, non ha alcun
significato se muori. Ho dovuto farlo per diventare forte! - fu la
risposta del vecchio pazzo.
-
Cosa?
- chiese Shiranui.
-
Credi
veramente di stare aiutando la famiglia Yukimura? Di farlo per
Chizuru? Non capisci che la stai facendo soffrire?! - furono le
parole di Harada.
-
E'
inutile continuare questa conversazione. Rasetsu, bevete il loro
sangue finché non ne sarete soddisfatti!
Le
urla di quei demoni impuri dette il via alla battaglia.
Spari
in rapida successione, grida di dolore, odore di polvere da sparo e
sangue.
Shiranui
era stanco e Harada risentiva anche delle ferite gravi che aveva
riportato. Ma nessuno dei due si arrendeva.
Harada
si accasciò al suolo, tenendosi in ginocchio, poggiando il peso su
una mano, mentre il terreno sotto di lui si tingeva del rosso del suo
sangue.
Shiranui
gli lanciò un'occhiata rapida, comprendendo che ormai il suo
nemico-compagno di battaglia era giunto alla fine. Sperava solo che
la ragazza, nascosta su di un albero, non si facesse prendere dal
panico, uscendo allo scoperto anzi tempo.
Avevano
sterminato tutti i Rasetsu. Solo Koudou era rimasto in piedi.
L'Oni
non poteva aspettare oltre. Gin lo avrebbe raggiunto presto.
Il
click del cane che risuonava a vuoto, annunciandogli che aveva finito
i proiettili, lo mise in agitazione.
La
risata di Koudou giunse sino alle orecchi di Gin, pronta a balzare a
terra in difesa del fratello.
Koudou
tirò fuori il suo asso dalla manica: una bomba.
Rapido,
l'arma di Harada passò accanto alla testa di Shiranui, arrestando la
propria corsa nel petto di Koudou, che perse la presa lasciando
cadere la bomba a terra.
La
deflagrazione fu potente ed il suo corpo venne sbalzato in acqua.
Shiranui
si diresse velocemente verso il fiume in cerca del corpo ormai
scomparso di Koudou. Tornò quindi verso Harada, trovandolo seduto a
terra, le mani a premere sulla ferita al fianco, le spalle poggiate
contro il tronco dell'albero da cui Gin stava iniziando a scendere
silenziosamente.
L'Oni
rimase sorpreso, mentre spostava gli occhi da lui a sua sorella,
ormai seduta sul ramo proprio sopra le loro teste e sul cui volto
scorrevano lacrime silenziose.
-
Sei
piuttosto insolente per essere un umano. - gli rispose Shiranui,
andando poi a sedersi accanto a lui.
-
E'
finita.
-
Già...
- fu la risposta stentata di Harada.
Gin
poggiò le spalle allo stesso albero, dalla parte opposta rispetto ad
Harada, cercando di tenere disperatamente a bada i singhiozzi, anche
se questi si limitavano a respiri spezzati. Forse, in condizioni
normali, l'uomo l'avrebbe individuata immediatamente, ma la morte gli
si stava avvicinando inesorabilmente ed i suoi sensi iniziavano già
a vacillare.
-
Mi
ricordi un ragazzo chiamato Takasugi. Un giorno dovrei andare a
visitare la sua tomba... Che farai ora? - chiese l'Oni, guardando
l'uomo seduto al suo fianco, mentre il lembo della veste di sua
sorella entrava nel suo campo visivo.
-
Oh,
già. Shinpachi mi sta aspettando... - riuscì a dire, mentre gli
occhi iniziavano a non vedere più, convincendolo che quella mano
piccola e gentile posata sul suo volto fosse solo un'illusione.
Si
trovò a sorridere lievemente, sollevato da quella sensazione di
calore che dalla guancia gli si irradiava al resto del corpo.
Gli
occhi si stavano spegnendo per sempre quando Gin, che si era già
provocata una ferita al polso da cui aveva raccolto del sangue nella
propria bocca, adagiò il corpo dell'uomo a terra, chinandosi su di
lui.
La
ragazza rispose con cenno di assenso, guardandolo con gli occhi
inondati di lacrime.
Effettuata
l'operazione, la giovane si sollevò lentamente, per poi tornare a
sfiorargli le labbra con le proprie.
L'Oni
scruto il volto della sorella leggendole negli occhi tutto il dolore
per quello che sapeva sarebbe avvenuto.
-
Gin...
perché?
-
[Preferisco
il suo odio alla sua morte]
-
Avresti
potuto avere una qualche possibilità se lo avessi fermato... se
fossi intervenuta in maniera diversa...
-
[Avrei
solo rimandato l'inevitabile... e comunque non avremmo mai potuto... lo sai anche tu]
-
Gin...
-
[Vai,
Kyo. Te ne prego... Io... arriverò presto. Dovrò spiegargli il
tutto. Ho solo bisogno di un po' di tempo per prepararmi al suo
odio.]
Shiranui
si caricò il corpo dell'uomo sulle spalle e, dopo aver lasciato una
lieve carezza sulla guancia della sorella, si allontanò velocemente.
La
giovane, finalmente sola, si lasciò cadere a terra, dando libero
sfogo a tutto il suo dolore.
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