La sciarpa
traduzione dall'inglese a cura di Lisa
per il sito EFP
Titolo: La sciarpa (originale: The scarf)
Nome dell'autrice: Elia Sheldon
Email dell'autrice: eliasheldon@yahoo.com
Genere: Romantico
Parole chiave: Harry Hermione H/Hr D/G Ron/Luna
Rating: PG-13
Spoilers: Tutti e cinque i libri
Commento: Spinti dai loro amici, Harry ed Hermione riflettono su un attimo da ricordare. Quel ricordo riporterà alla mente pensieri ed emozioni passate ...
DISCLAIMER: Questa storia è basata su personaggi e situazioni che sono creazione e proprietà di JK Rowling, e di altre varie case editrici, incluse la Bloomsbury Books, la Scholastic Books e la Raincoast Books, la Salani, nonchè della Warner Bros., Inc. Nessun profitto viene ricavato da questa storia e non si è inteso con la sua scrittura violare alcun copyright.
La notte era fredda e tempestosa ed Hermione rabbrividì
mentre cercava a tastoni le chiavi nella propria tasca. Prima che potesse
trovarle, però, la porta si spalancò.
“Grazie Ginny,” disse Hermione, affrettandosi nell’appartamento.
Ginny si chiuse
la porta alle spalle. “Non ci pensare. Si gela là fuori, non è così?”
“Avrei dovuto indossare il cappotto di lana.” disse
Hermione, entrando nella propria stanza e lanciando il mantello sul letto. “O
perlomeno un cappello.”
“Ma sei riuscita a ricordarti una sciarpa.” disse Ginny
con un sorrisino malizioso mentre guardava Hermione togliersela.
“Non è mia. È di Harry.” ribatté Hermione, che non si
era accorta dell’espressione di Ginny, “Me l’ ha prestata questa sera,
quando siamo usciti per cenare insieme. Quando abbiamo lasciato il ristorante
faceva così freddo che potevamo vedere i nostri respiri.”
Ginny alzò un sopracciglio e seguì Hermione in cucina. “Quella
è la sua sciarpa preferita.”
“Ha insistito che la prendessi. Gliela ridarò domani. Lui
e Ron verranno per parlare del matrimonio. Te lo ricordi, vero? Ron voleva che
mi assicurassi della tua presenza.”
“Oh, ci sarò.” disse Ginny “Però potrei essere in
ritardo; Fred e George vogliono che faccia un passo in negozio per aiutarli a
testare una nuova linea di abiti che cambiano colore in base all’umore di chi
li indossa.”
“Che strana idea” commentò Hermione, prendendo della
cioccolata dalla credenza, “Vuoi della cioccolata calda?”
“Si, sarebbe perfetto” disse Ginny, accomodandosi su uno
degli sgabelli di fronte al piccolo bancone su cui solitamente facevano
colazione. Prese a giocherellare con l’orlo sfilacciato della tovaglietta di
fronte a lei. “Allora,” disse.
“Come è andata la tua giornata?” chiese Hermione,
affaccendandosi per la cucina. Agitò la bacchetta in direzione di un piccolo
armadietto dal quale balzarono fuori due tazze piuttosto grandi che andarono ad
atterrare sul bancone.
“E’ andata bene” rispose Ginny bruscamente “Ma
ritornando a quella sciarpa, Hermione …”
Hermione
interruppe ciò che stava facendo e si rivolse a Ginny. Il tono dell’amica era
decisamente serio.
“Sì?” chiese Hermione, versando la cioccolata fumante
nelle due tazze. Ne spinse una a Ginny.
“Non riesco a pensare al modo giusto per dirtelo, perciò
te lo dirò nel modo più semplice possibile,” disse Ginny, interrompendosi
per prendere un sorso di cioccolata, “ma voglio che tu mi prometta che non ti
arrabbierai.”
Hermione aprì leggermente la bocca e i suoi occhi si
velarono d’ansia. “Promesso. Di che cosa si tratta? Riguarda Harry?”
Ginny si portò una ciocca di capelli rossi dietro ad un
orecchio e continuò. “Ecco, sì, riguarda Harry … in gran parte.”
“Va tutto bene?” chiese Hermione, ingoiando un lungo
sorso di cioccolata e non riuscendo a trattenere una smorfia perché era troppo
calda, “L ho appena visto e non mi ha accennato nulla.”
“Non preoccuparti, Hermione. Non è in pericolo” disse
Ginny, sorridendo in maniera rassicurante “Tu ti preoccupi troppo.”
“Per la barba di Merlino.” disse Hermione, rilasciando
finalmente il respiro che non si era neppure accorta di stare trattenendo. “Sembravi
così seria che ho pensato al peggio.”
Cancellando ogni traccia di rossetto dalla propria tazza,
Ginny si morsicò una guancia prima di parlare. “No, niente del genere. È
solo che da quando Ron ha annunciato il proprio fidanzamento con Luna, Harry si
comporta in modo diverso quando è con te. E non dirmi che non l’ hai notato.”
Hermione grugnì come per dimettere la cosa. “Tutto qui?
Pensavo che tu, Ginny, fra tutti i nostri amici, capissi il mio rapporto con
Harry.”
“Forse recenti osservazioni mi hanno portato ad elaborare
questa mia recente teoria.” disse Ginny con voce melliflua. Gli occhi di
Hermione si ridussero ad una fessura. Da quando Ginny aveva iniziato ad uscire
con Draco, qualche volta parlava in maniera molto più formale.
“E ti dispiacerebbe dividere con me queste osservazioni?”
domandò Hermione, prendendo un altro sorso di cioccolata. Questa volta della
giusta temperatura.
“Hmmm, fammi pensare, “ disse Ginny, in una perfetta
imitazione del fratello Ron, in una perfetta imitazione di Tiger. “Credo che
incomincerò con la sciarpa.”
Hermione alzò gli occhi al cielo, ma continuò ad ascoltare.
“La sciarpa dice tutto, a mio parere, “ continuò Ginny
“Lui non era obbligato a darti una sciarpa per aiutarti a scaldarti. Avrebbe
potuto trasfigurarne una nuova per te, o avrebbe potuto semplicemente usare un
incantesimo riscaldante che sarebbe stato sufficiente per il ritorno a casa. Ma
no, ha insistito che tu prendessi la sua sciarpa, e tu l’ hai accettata.”
“E’ solo una sciarpa, Ginny, non una proposta di
matrimonio.” disse Hermione, sorridendo affettatamente.
“Penso che tu gli piaccia.” disse Ginny, le guance rosse.
“Può anche non rendersene conto, ma è la verità.”
“Non gli piaccio. Ci siamo solamente avvicinati un po’ da
quando Ron ha annunciato il proprio fidanzamento, ma penso che sia a causa della
nostra mancanza di relazioni al momento. E poi non abbiamo visto molto Ron in
questo periodo. Ma la nostra è solo una cara amicizia e nulla più. Non
potrebbe funzionare.”
“Perché no?” domandò Ginny.
Hermione sospirò e appoggiò la propria tazza sul bancone.
“Iniziare una relazione sentimentale rischierebbe la nostra amicizia. Siamo
amici da quando avevamo 11 anni e non posso immaginare la mia vita senza di lui.
E poi, sarebbe strano per Ron.”
Ginny ridacchiò. “Odio essere messaggera di brutte
notizie, Hermione, ma Ron non è più cotto di te da un pezzo. E se il suo
imminente matrimonio con Luna non fosse abbastanza per convincerti, non so che
cosa sarebbe in grado di farlo.”
“Non è quello” disse Hermione “E’ difficile da
spiegare, credo.”
“Sei sempre così brava a spiegare come si sentono altre
persone, ma la stessa cosa non vale per te,” disse Ginny “mi hai sempre dato
dozzine di preziosi consigli, ma ne hai mai seguito uno nella tua vita?”
“Bè, se avessi saputo che avevi messo gli occhi su Draco,
il mio consiglio sarebbe stato -“ Hermione iniziò.
“Lo stesso” Ginny finì per lei, con una strizzatina d’occhi.
“Essere più cauta” la corresse Hermione.
“Se la memoria non mi inganna, tu mi dicesti che avrei
dovuto correre il rischio e seguire il mio cuore; e che non avrei dovuto
preoccuparmi dell’opinione della gente e che se la mia famiglia e i miei amici
mi amavano, lo avrebbero continuato a fare nonostante tutto.” disse Ginny.
Hermione sembrò considerare quelle parole per un momento, e
poi mise la propria tazza nel lavandino. “Intendevo ciò che ti ho detto. Ogni
parola. La tua situazione richiedeva che tu agissi secondo il tuo cuore. Sono
davvero contenta che tutto sia andato bene a voi due. Come sta la sua famiglia?”
“Stranamente … ma non provare a cambiare argomento,”
disse Ginny. “Come tua amica - non la sorella di Ron, non l’amica di Harry,
ma come tua amica - ti dico che dovresti considerare di correre un piccolo
rischio con Harry.”
Ginny ingoiò il resto della propria cioccolata e fece un
largo sorriso. “ Ed inoltre, bacia benissimo”
Si, lo so, si disse Hermione.
*
Successe solo più
tardi quella notte, mentre Hermione si stava preparando per andare a letto.
Indossò la propria camicia da notte e ripose il mantello nell’armadio.
Proprio mentre stava per spegnere la lampada, notò la sciarpa di Harry
abbandonata sopra alle coperte. Le strisce grigie, rosse,
blu e marroni erano molto mascoline contro lo sfondo verde, rosa e giallo.
Esitò per un momento, quindi si sedette sul letto accanto
alla sciarpa. Si guardò indietro per controllare che la porta fosse chiusa e la
prese in mano.
Un sorriso le
illuminò il viso mentre i suoi pensieri ritornavano ad Harry. Era davvero stato
molto carino a prestarle quella sciarpa poche ore prima. Passò le mani sopra di
essa per sentirne il tessuto. Era morbida, ma non troppo ed era incantata
perché si adattasse ad ogni tipo di temperatura e poi i colori gli donavano
molto. Ricordò quando gliel’aveva regalata 5 anni prima. Si trattava di un
regalo di Natale; il Natale del loro settimo anno ad Hogwarts.
“Ho pensato che non vorrai sempre indossare i colori di
Grifondoro una volta finita la scuola, così ti ho fatto questa” disse
Hermione, porgendogli la sciarpa. Erano seduti nella sala comune con Ron e Ginny
e stavano scartando i regali.
“Wow, Hermione, è davvero bella. Grazie” disse Harry,
sporgendosi in avanti per darle un bacio su una guancia. Ma lei non si era
accorta della sua mossa e girò la testa proprio al momento giusto (o
sbagliato). Invece di appoggiarle un bacio su una guancia, le labbra di Harry
incontrarono le sue per un brevissimo momento, per poi ritrarsi altrettanto
velocemente. Il viso di lui assunse un’intensa colorazione rossastra; gli
occhi spalancati.
“Scusa” sussurrò, mentre lei arrossì e gli rivolse uno
sguardo sorpreso.
Si voltarono velocemente per vedere se Ron e Ginny si erano accorti
di quel gesto, ma i due sembravano assorti in un’animata discussione
riguardante le felpe della sig.ra Weasley. Ginny era convinta che la sig.ra
Weasley non si sarebbe offesa se avesse trasformato la propria felpa in un
vestito.
Hermione ed Harry
si scambiarono un sorriso, grati che l’imbarazzante momento fosse passato
inosservato. La tensione che si era creata tra loro due dopo il bacio era
apparentemente sparita.
Ma fece capolino nuovamente più tardi, quella sera, proprio
mentre stavano ritornando da una battaglia a palle di neve. Si stava facendo
buio ed era quasi ora di cena. Ron, Ginny, Luna, Dean e Seamus stavano guidando
la fila sino all’entrata principale.
“Allora, venite, voi due?” gridò Ron “Sono affamato.”
“Voi andate, noi siamo proprio dietro di voi” rispose
Harry.
Ron fece spallucce e entrò con gli altri nel castello.
Harry e Hermione continuarono a camminare, i loro passi
scricchiolavano sulla neve fresca. Harry le diede una veloce occhiata apprensiva
che la innervosì. Non lo avrebbe mai ammesso, ma aveva trascorso l’intera
giornata provando a capire perché quel bacio accidentale la stesse turbando
così tanto. Quella era la prima volta che erano insieme, da soli, da quando era
accaduto e lei non sapeva se avrebbe dovuto dire qualcosa
o dimenticarsi di tutto.
“Per quanto riguarda questa mattina,” disse Harry,
occhieggiandola di nuovo.
“Non ti preoccupare.” disse lei, “Lo so che non
intendevi farlo. Ho semplicemente voltato la testa nel momento sbagliato. Se l’avessi
mossa nell’altra direzione ti saresti ritrovato con la bocca piena di capelli.”
Harry rise e camminarono in silenzio per un po’,
scambiandosi sorrisi. Ma Hermione non poteva sopportare i propri pensieri sull’accaduto.
Per quanto breve era stato, quel leggero incontro di
labbra aveva aperto una vaso di pandora di emozioni che aveva paura ad
esaminare.
Proprio mentre erano in procinto di entrare nel castello,
Harry si fermò di brutto e si voltò verso di lei. Sembrava nervoso, come se
stesse cercando le parole giuste. Deglutì a fatica e i suoi occhi incontrarono
quelli di Hermione, incerti. “Devo saperlo, Hermione. Hai sentito qualcosa
quando ci siamo baciati?”
“E’ stato a malapena un bacio, Harry” disse lei,
tentando di non sembrare isterica come in realtà si sentiva “Come avrebbe
potuto farmi sentire qualcosa?”
“Non lo so” disse lui “E’ solo che mi sento strano
…”
“Non ce n’è bisogno,” lo rassicurò Hermione “come
ho già detto, lo so che non intendevi farlo. Lo avremo dimenticato entro
domani.”
“Giusto” disse lui, voltandosi per
aprire la porta.
“Giusto” gli fece eco lei.
Ma invece di aprire la porta, Harry si voltò per
fronteggiarla ancora una volta. Il suo sguardo si posò sulle sue labbra per un
decimo di secondo ed Hermione senza pensare se le inumidì. Sentiva un intenso
desiderio di baciarlo, ma era troppo spaventata di che cosa avrebbe significato
se l’avesse fatto. Come se potesse leggerle nella mente, Harry si fece più
vicino. Così vicino che lei poteva vedere le tante pagliuzze verdi nei suoi
occhi.
E questa volta, quando lui toccò le sue labbra, nessuno
avrebbe potuto dire che non fu un bacio vero. Le labbra di lui erano così
soffici e calde e quel contatto bastò per farla fremere dappertutto. Con un
suono a metà tra un sussulto e un sospiro, Hermione rispose al bacio mentre
Harry le fece scorrere le braccia lungo i fianchi e la attirò a sé. Lui
approfondì il bacio; la su bocca diventò più sicura, più insistente.
Hermione sentì ondate di calore invaderle il corpo mentre lo imitava. Le loro
lingue scivolarono l’una sopra l’altra; la temperatura si stava
considerevolmente alzando. Continuarono a baciarsi, nonostante entrambi avessero
il fiato corto; la condensa dei loro respiri li circondava come una densa
nebbiolina.
Il cervello di Hermione sembrava aver
smesso di funzionare. Certo, aveva occasionalmente immaginato come sarebbe stato
baciare Harry ma la sua immaginazione - almeno in quel caso - era stata di gran
lunga superata da quella realtà che stava vivendo. Le ci volle tutte la forza
di cui disponeva per tirarsi indietro.
“Non possiamo” sussultò Hermione.
“Mi dispiace” disse lui, cercando di riprendere il
respiro.
“Non c’è bisogno di scuse” replicò lei, in cerca
delle parole per esprimere ciò che stava provando. “E’ stato così … ecco
… quello che voglio dire è … volevo baciarti anch’io.”
Lui le rivolse un’occhiata che significava che era in procinto
di proporle qualcosa di rischioso. “Hermione, io …”
“Non possiamo farlo.” lo interruppe lei, mentre le
lacrime incominciavano a solleticarle gli occhi, “Lo sai che non possiamo.
Pensa solo a come Ron potrebbe reagire. Potrebbe sentirsi escluso. E che osa
succederebbe se non funzionasse tra noi? Non potrei sopportare di perdere la tua
amicizia.”
Harry trasse un profondo respiro e fece un passo indietro,
lasciandola andare, “Hai ragione.”
“Non dovremmo dirlo a nessuno.” disse lei “Sarà il
nostro segreto.”
“D’accordo. Ed io non tirerò mai in ballo l’argomento
a meno che non lo faccia tu.”
Lei annuì e si sforzò di sorridere. “Buon Natale, Harry.”
“Buon Natale.”
E mentre lei lo abbracciava, non poté impedire ad una
lacrima di scivolarle lungo la guancia, come non poté impedirsi di nascondere
il viso nel suo collo e respirare il suo profumo, di cui la sciarpa era
impregnata.
Erano stati entrambi
fedeli alla propria parola e non avevano mai fatto parola con nessuno di quel
bacio , tanto meno l’un con l’altra. un primo momento, le cose erano state
strane tra loro, ma dopo poco tempo l’imbarazzo era stato dimenticato e la
loro amicizia ne era uscita rafforzata, approfondita.
“E questo è qualcosa che non voglio mai perdere.” disse
lei a voce alta, più che altro a se stessa.
Ripiegò la sciarpa ed era in procinto di adagiarla sulla
sedia quando si interruppe. Se la portò al viso e se la passò sulla guancia,
beandosi di quella sensazione, di quel suo profumo che la riportò ad invocare
ancora una volta quel dolce ricordo.
*
Hermione si affrettò a rispondere alla porta. Mancava un
quarto alle sei ed Harry e Ron non avrebbero dovuto presentarsi per almeno
un'altra mezz’ora. Quando aprì la porta, però, Harry stava lì, da solo.
“Ciao” disse, sentendo il calore avvolgerle il viso al
pensiero di ciò che era successo la notte precedente.
“Ciao” disse lui, dandole un veloce bacio su una guancia
e passandole accanto.
“Dov’è Ron?” chiese lei “Credevo foste andati
insieme a prendere un drink.”
“Infatti,” disse Harry; un’espressione divertita sul
viso “ ma poi Luna gli ha spedito un gufo e lui ha dovuto fermarsi un attimo a
casa.”
“Oh” disse Hermione.
Si spostarono
in salotto. Harry si tolse il cappotto e lo posò sul bracciolo del divano lì
vicino, come faceva sempre. Forse Hermione lo stava immaginando, ma le sembrava
che fosse a disagio.
“Dov’è Ginny?” le chiese infine, guardandosi intorno
alla ricerca di quest’ultima.
“Ha dovuto fermarsi da Fred e George, sarà qui tra un’ora
più o meno. Posso offrirti qualcosa da bere? Ho appena aperto una bottiglia di
Merlot.”
“Sì, grazie. Mi sarebbe proprio utile un altro drink dopo
aver sentito Ron parlare ininterrottamente per quasi un’ora. Qualche volta
penso che stare con Luna gli abbia dato al cervello .“ disse Harry.
Hermione versò il vino in due bicchieri. Gliene porse uno e
Harry prese posto sul divano mentre lei si accoccolava nella sua poltrona
preferita.
“Allora, con che cosa ce l’aveva Ron?” volle sapere
Hermione.
Harry prese un sorso di vino e si lasciò ricadere sul
divano, scuotendo piano la testa. Hermione notò che i suoi occhi sembravano
evitare i propri. “ Pensavo l’avesse superato, ma evidentemente non è
così. Ha trascorso tutto il tempo, al pub, a cercare di convincermi che noi due
dovremmo stare insieme.”
“Che strano” disse Hermione “Ginny continuava a
ripetermi la stessa cosa ieri sera. Ha fatto questo gran trambusto riguardo al
fatto che tu mi abbia prestato la tua sciarpa. A proposito, ce l’ ho ancora.
Aspetta che la vado a prendere”
Hermione fece per alzarsi.
“Non ci pensare. La prenderò quando andrò via” disse
Harry, “ Ma che cosa sta succedendo? Che cosa ha detto Ginny?”
Hermione riprese
il proprio posto sulla poltrona e attese qualche minuto prima di rispondere alla
sua domanda. Quella conversazione la stava rendendo nervosa. Si stavano
pericolosamente avvicinando all’argomento tabù. Prese un gran sorso di vino.
“Ha detto qualcosa riguardo il correre rischi, seguire il
proprio cuore, e non pensare all’opinione della gente.” disse Hermione.
“Bè, certo che l’ ha detto,” disse Harry “ basti
pensare a chi sta frequentando.”
“Sono davvero felici insieme, Harry. E devo ricordarti che
hai dato loro la tua benedizione giusto la scorsa settimana?”
“L’ ho fatto solo perché non volevo assistere ad una
crisi di pianto.” replicò lui.
“Già, e perché lei è come una sorella per te e la vuoi
vedere felice.” aggiunse Hermione.
Harry prese un
altro sorso di vino. “Sì, anche per quello.”
Sederono in silenzio per qualche tempo, godendosi il vino.
Hermione non riusciva a non pensare a ciò che Ginny - e apparentemente Ron -
pensavano del suo rapporto con Harry. E, se il comportamento di Harry
ne era un qualche indizio, anche lui stava pensando alla stessa cosa.
“Che cosa ha detto esattamente Ron?” chiese infine.
“Ha continuato a parlarmi di quanto tempo stiamo
trascorrendo insieme e quanti sguardi ci scambiamo, tra le altre cose.” disse
Harry, alzando gli occhi al cielo e sorridendo, “Come ho detto, penso che Luna
abbia una brutta influenza su di lui.”
Rimasero ancora una volta in silenzio, ma questa volta gli
occhi di Harry erano fissi su di lei. Hermione prese un altro sorso di vino, alla
frenetica ricerca di qualcosa da dire per rompere la tensione mentre il cuore le
batteva all’impazzata.
“L’ hai mai detto a nessuno?” le chiese lui, la sua
voce più bassa del solito.
“No” rispose lei “Tu?”
“A nessuno.”
Harry si lasciò sfuggire una risata che gli fece guadagnare
un’occhiata torva da parte di Hermione.
“Che cosa c’è di così divertente?” chiese lei.
“Lo sapevi che il bacio che ci siamo scambiati è stato il
primo in cui io abbia mai preso l’iniziativa?” disse lui, gli occhi scintillanti
di nostalgia.
“Ma hai baciato altre ragazze.”
Lui rise. “Si, ma loro mi hanno sempre baciato per prime
… e alle volte non me lo aspettavo nemmeno.”
“A quanto ho sentito,” disse Hermione “sembri aver
superato la tua timidezza.”
“Chi l’ ha detto?” rispose bruscamente Harry.
“Ginny.”
Harry era scioccato. “Non l’ ho mai baciata, Hermione.
Giuro.”
Hermione rise. “Non ha detto questo. Ha solo detto che ha
sentito da altri che tu baciavi bene.”
Harry lanciò un’occhiata seccata di fronte a sé e prese a
roteare il proprio bicchiere di vino. Hermione desiderò aver ci pensato due
volte prima di menzionare il commento di Ginny. Ad Harry non piaceva che le
persone parlassero di lui, a prescindere dall’argomento di conversazione.
“Per favore, non essere arrabbiato.” gli disse, sedendosi
accanto a lui sul divano, “Dovresti essere lusingato. Le streghe di solito non
sono inclini all’esagerazione quando si tratta di … abilità maschili.”
“Mi sto solo domandando quante di loro sono corse a
raccontare ai loro amici che hanno baciato il famoso Harry Potter. Mi fa
arrabbiare, Hermione. Sono una persona molto riservata, lo sai.”
“Lo so.” disse lei “Mi dispiace. È stato stupido da
parte mia tirar fuori questo argomento.”
“ E scommetto che lo dicono solo perché è quello che
tutti si aspettano di sentire. Sono solo un ragazzo normale.”
“Tu sei ben lontano dalla normalità,” disse Hermione.
“ Ed io, per una volta, posso assicurarti che non stanno mentendo.”
“E’ davvero molto carino da parte tua.” disse lui,
scaldandosi” Sei davvero una cara amica.”
“Non lo sto dicendo perché per essere una cara amica”
disse Hermione, alzando un poco la voce nella speranza di convincerlo “quel
bacio che ci siamo scambiati è stato il migliore che io abbia mai ricevuto.”
L’ultima frase indugiò nell’aria come una nebbia densa
in un giorno senza vento. Hermione non aveva alcuna intenzione di dirlo, ma il
disperato desiderio di rassicurarlo aveva avuto la meglio su di lei. Era la
verità, ma adesso che l’aveva esternata si sentiva esposta, stupida, ingenua.
Se fosse stata diciassettenne, si sarebbe portata entrambi le mani alla bocca
per l’imbarazzo.
“Anche tu?” disse lui, voltandosi in modo da incontrare
il suo viso.
La stava guardando con uno sguardo ricco di domande e
meraviglia, come se avesse appena capito qualcosa che da tempo aveva sfuggito la
sua comprensione. E mentre Hermione rispondeva al suo sguardo, sentì il proprio
viso ammorbidirsi, ed Harry incontrò i suoi occhi, incerto.
Il desiderio che stava crescendo dentro
di lei dalla notte scorsa finalmente raggiunse il punto di non ritorno. Era
spaventata da quanto lo voleva mentre sedevano l’uno accanto all’altra sul
quel divano, soli, nel suo appartamento.
E non fu certo d’aiuto che lui fosse particolarmente carino
quella sera. Indossava il suo maglione grigio chiaro preferito che lasciava
appena intravedere una Oxford bianca. I pantaloni neri, una recente aggiunta al
suo guardaroba, mettevano in risalto la sua muscolatura. E poi c’erano i suoi
occhi … ma questi ultimi erano sempre di un verde vivido
come in quel momento, non importa cosa lui stesse indossando.
“Pensi” sussurrò Hermione,“che la nostra amicizia
sarebbe rovinata se ci baciassimo di nuovo?”
Lui scosse lentamente la testa e deglutì. “No.”
Tremando per l’impazienza,
lei si sporse in avanti per baciarlo. Le loro labbra erano sul punto di toccarsi
quando un il rumore di colpi alla porta li riportò alla realtà. Il vino di
Hermione rovinò sul tappeto.
“Maledizione.” disse lei, alzandosi in piedi.
“Faccio io.” disse Hermione “Vai ad aprire la porta.
Deve essere Ron.”
Hermione fece del suo meglio per calmare i propri nervi
mentre si affrettava per aprire la porta.
“Fa così freddo qui fuori che gelerebbe persino il sole.”
disse Ron. Sorrise e diede ad Hermione un bacio sulla guancia mentre entrava
nell’appartamento.
“Aspetta. Non chiudere la porta.” la voce di Ginny
proveniva dagli scalini.
Nel giro di 10 minuti, furono tutti raggruppati intorno al
tavolo della cucina a mangiare minestra. Ginny animava
la serata raccontando le ultime novità riguardanti Fred e George e le loro
ultime invenzioni, mentre Ron li informò di tutti i piani per il proprio
matrimonio e chiese la loro opinione riguardo il luogo dove lui e Luna avrebbero
dovuto trascorrere la luna di miele. Hermione continuava a lanciare veloci
occhiate in direzione di Harry e lui sembrava intento a fare la stessa cosa
perché occasionalmente i loro sguardi venivano a contatto.
“Vuole andare in Africa per trovare qualche creatura che è
apparsa su Il cavillo il
mese scorso. Io preferirei stare nella suite luna di miele di un bell’ hotel
di una piccola isola tropicale. Siamo ad un vicolo cieco.” disse Ron,
servendosi una fetta di torta.
“Dovreste andare in qualche posto romantico.” disse
Ginny. “E’ la vostra luna di miele, dopo tutto.”
“Continuo a dirglielo, ma lei insiste che un safari sarebbe
romantico.” replicò Ron. Guardò prima Harry e poi Hermione. “Che cosa ne
pensate, voi due?”
“Io penso che ogni posto possa essere romantico” disse
Hermione, “finché si è innamorati.”
Ron sbuffò e si rivolse a Harry. “E tu, Harry? Hai a
malapena detto una parola tutta la sera. Stai bene, amico?”
“Sto bene” disse Harry, non suonando molto convincente.
Ginny alzò un sopracciglio e posò la propria forchetta.
Guardò prima Harry e poi Hermione come in attesa che dicessero qualcosa.
“Bè, odio mangiare e poi correre via, ma ho promesso a
Luna che sarei stato di ritorno per aiutarla con un esperimento che riguarda
tappi di burrobirra e anguria” disse Ron, stiracchiandosi
e sbadigliando.
“Sono stanca,” disse Ginny, sbadigliando anche lei. “Vi
aiuto a pulire e poi vado a letto.”
“Ma sei andata a letto presto ogni notte questa settimana.”
disse Hermione.
Ginny le scoccò uno sguardo ammonitore. “Ultimamente ho
problemi ad addormentarmi.”
Dopo poco tempo, Ron era come sparito, e i piatti erano tutti
lavati e messi a posto.
“Bè, buonanotte” disse Ginny, chiudendo la porta della
propria stanza da letto con un movimento brusco.
E fu così che si ritrovarono da soli. Di nuovo. Harry fece
un passo avanti e appoggiò una mano sulla spalla di Hermione.
“Dovrei andare.”
“Sì, si sta facendo tardi.” replicò lei, osservando le
punte delle proprie scarpe. “Ci vediamo domani?”
“Sì” disse Harry.
Prese il proprio cappotto
e lo indossò. Proprio mentre stava salutando, però, lei ricordò qualcosa. “Aspetta!”
“Che cosa c’è?”
“Ho ancora la tua sciarpa.”
Hermione sparì nella propria camera e la trovò sulla sedia
dove l’aveva lasciata la notte precedente. Quando si voltò per uscire, però,
Harry era sulla porta.
“Ecco” disse “Lascia che te la metta. Fa freddo fuori,
e nonostante Materializzarsi sia una cosa veloce, potresti gelare lo stesso.”
Hermione gli si avvicinò con la sciarpa ed Harry abbassò la
testa perché lei potesse avvolgergliela attorno al collo. E quando la alzò
nuovamente, i loro visi erano a pochi centimetri l’uno dall’altro.
“Buonanotte” mormorò lei.
Lui si abbassò per baciarle una guancia.
Ma, all’ultimo momento, lei voltò la testa e le loro
labbra si incontrarono.
In pochi secondi, si stavano baciando così appassionatamente
che ad Hermione mancò il respiro. Alternavano lunghi e consumanti sfioramenti
di labbra a brevi morsi che facevano sussultare entrambi. Hermione stava
provando così tante emozioni da non riuscire a capire se
voleva piangere, ridere, o urlare. Mentre continuavano a baciarsi, le loro mani
percorrevano ed esplorarono. Il cappotto e la sua sciarpa di Harry furono presto
dimenticati sul pavimento. Le sue mani si mossero per accarezzarle
il viso, e una sfiorò il suo seno mentre scivolava in basso per attirarla più
vicino a sé ed Hermione capì che il suo desiderio era pari al proprio.
“Aspetta.” sussurrò Harry, staccandosi da lei per andare
a chiudere la porta della stanza da letto.
Nel frattempo, Hermione si sedette sul letto, tremante a
causa di tutte le emozioni e sensazioni che provava. Harry le si sedette accanto
e prese entrambe le sue mani tra le proprie.
“Abbiamo bisogno di parlare.” disse Hermione.
Harry annuì. “Non voglio rovinare la nostra amicizia.”
“E’ lo stesso per me.” sussurrò lei, appoggiando la
testa sulla spalla di lui.
“Non posso immaginare la mia vita senza di te.” mormorò
Harry.
Lei annuì e chiuse gli occhi, ascoltando il suono del suo
respiro. Sederono senza parlare per qualche momento, durante i quali Hermione si
sforzò di calmarsi ed Harry le accarezzò i capelli.
Quando Hermione ebbe ripreso il controllo di sé e si
sedette, fu a dir poco sorpresa di vedere lacrime luccicare negli occhi di
Harry. Nonostante tutto quello che aveva passato, l’aveva visto piangere solo
due volte.
“Harry” disse, ma prima che potesse dire nulla di più,
lui saltò in piedi e si posizionò di fronte alla finestra della camera da
letto, dandole la schiena.
“Il fatto è, Hermione,” iniziò “ che io ti amo. Da
sempre, ma ultimamente sta incominciando ad essere qualcosa di diverso. E quel
bacio … bé, quel bacio ne è stato la conferma.”
“Diverso in senso positivo, vero?” chiese lei, cercando
di vedere il suo viso riflesso nel vetro della finestra.
Lui le sorrise e si voltò. “Sì, diverso in senso
positivo.”
“L’amore cambia.” mormorò lei.
“E tu, Hermione?” le chiese Harry, incontrando il suo
sguardo. Sembrava spaventato, quasi sull’orlo di una crisi di nervi.
“Oh, Harry” disse lei, sentendosi ormai vicina alle
lacrime, “Credo di stare innamorandomi di te, ma suona così strano perché è
come se fosse sempre stato così e avessimo dovuto affrontare tutto questo solo
per farcene una ragione. Ha senso?”
“Ha un senso perfetto.”
“Così questo significa che Ron e Ginny avevano ragione?
Che dovremmo correre il rischio e stare insieme?” domandò Hermione.
“Penso stessimo insieme da un po’, solo non ci baciavamo.”
Harry fece un largo sorriso.
“Allora includiamo la parte dei baci.”
“Sì.” disse lui, abbassando il viso su quello di
Hermione, “Sono disposto a rischiare, se anche tu lo sei.”
Per tutta risposta, lei annuì, ed incominciarono a rifarsi
del tempo perduto.
*
La temperatura, quella mattina, era particolarmente bassa ma
il letto di Ginny era
piacevolmente tiepido. Ginny si stiracchiò; movimento che fece voltare Draco,
che a sua volta fece scivolare un braccio e una gamba sopra di lei.
“Buongiorno.” disse la ragazza. “Spero di non averti
svegliato.”
Draco aprì gli occhi lentamente. “Che ore sono?”
Ginny guardò la sveglia. “Le nove e mezza. Mi sorprendo
che Hermione non sia già in piena attività.”
Sulla bocca di Draco si dipinse in un sorrisino malizioso.
“Non ho avuto la possibilità di dirtelo la notte scorsa. Mi hai attaccato non
appena sono entrato nella stanza.”
“Mi sei mancato.” disse lei, non sembrando rimpiangere
affatto il proprio comportamento.
Lui le diede un bacio veloce e la accarezzò sotto le
coperte, facendola rabbrividire di piacere.
“Ummmm” riuscì a mormorare lei. “Che cosa mi stavi
dicendo?”
Draco la baciò ancora, questa volta sul collo. Quindi coprì
il corpo di Ginny di baci fino ad arrivare all’angolo della sua bocca, “A
quanto ho visto la notte scorsa, sembra che il mio piano abbia funzionato.”
Ginny scattò
improvvisamente a sedere, accompagnata dal mormorio di parolacce a cui Draco
aveva dato vita non appena le loro teste avevano sbattuto l’una contro l’altra.
“Intendi dire che Harry e Hermione si sono finalmente
decisi?”
Draco rise soddisfatto. “Si stavano baciando come due
adolescenti in preda agli ormoni quando sono arrivato. Proprio mentre stavo
entrando nella tua camera, hanno chiuso la porta. Credo senz’alcun dubbio che
ci abbiano dato dentro la notte scorsa.”
“Draco!” esclamò Ginny “Non parlare così dei miei
amici!”
Lui strinse gli occhi. “Non mi credi?”
“Vado a controllare Hermione” disse Ginny.
E così dicendo, scattò in piedi, si lanciò addosso la
vestaglia, aprì la porta e ciabattò fino alla camera di Hermione. Quando
arrivò, si accorse che la porta era chiusa a chiave ma un particolare
confermava ciò che le aveva detto Draco. Sorridendo felice e facendo una
silenziosa danza della vittoria, si affrettò a ritornare nella propria camera e
si gettò nuovamente a letto.
“Penso che tu abbia ragione.” disse quindi,
accoccolandosi contro il corpo di Draco per riscaldarsi. “La porta era chiusa,
ma ho visto la sciarpa di Harry che spuntava da sotto. Lei non lascerebbe mai
quella sciarpa sul pavimento in quel modo, perciò può esserci finita solo nel
caso fossero entrambi tutti presi a spogliarsi vicenda.”
Lui le lanciò un’occhiata come per dire: “te l’avevo
detto io.” e si portò entrambe le braccia dietro la testa, sorridendo
trionfante in direzione del soffitto. “Quello che è importante notare è che
devono tutto questo a me. Era un piano brillante, a parer mio.”
Ginny gli lanciò un’occhiataccia. “Io e Ron abbiamo
parlato con loro. Siamo noi che abbiamo fatto la maggior parte del lavoro.”
“Sì, amore.” le concesse lui, voltando la testa per
incontrare il suo sguardo, “Ma se non avessi architettato un piano, non
sarebbe successo niente di tutto questo.”
“Sei così presuntuoso.”
“Sì” disse Draco, scivolando sopra di lei. “Una delle
cose che ami di me.”
“Vero.” sussurrò lei, piuttosto distratta.
“Vedi, cara,” continuò Draco in un sussurro, “quando
due persone vanno in giro con i propri cuori in bella mostra in quel modo, è
facile influenzarli se sai quello che stai facendo.”
Lei annuì lentamente; quasi incosciente di tutto tranne
delle splendide sensazioni che lui le stava facendo provare: “Suppongo di
essermi rivolta alla persona giusta per un aiuto, quindi.”
Draco le diede un lento, ardente bacio che la fece sciogliere
nella sue braccia. “Vedi, Ginny, gli innamorati sono deboli e, pertanto,
facilmente manipolabili.”
Ginny lo spinse via e si sedette. “Hai torto, Draco. Non
penso che l’amore renda debole una persona. E’ stato un rischio per loro
decidere di mettersi insieme. E senza l’amore, non avrebbero mai corso questo
rischio.”
Anche Draco si
sedette e contemplò l’espressione arrabbiata di Ginny per un momento. “Ascolta”
disse lentamente, come se stesse attentamente scegliendo le parole, “Ammetto
che l’amore possa rendere una persona coraggiosa, ma quando si parla di
influenzare le azioni delle persone, capire i loro sentimenti è un’arma
letale. Amare è ammettere debolezza. E quando qualcuno mette la propria
debolezza in bella mostra, è facile trarne vantaggio.”
“Non capisco.” ribatté Ginny “Perché il fatto di
amare qualcuno mi rende debole?”
Draco lasciò cadere la testa da un lato; un’espressione
lontana sul viso. E proprio quando Ginny pensava che non avrebbe risposto, lui
la guardò dritta negli occhi e lo fece. “Amare qualcuno è offrire a quella
persona l’opportunità di conoscerti profondamente, forse meglio di quanto
conosci te stesso. Amare qualcuno è dargli la possibilità di rifiutarti quando
capirà chi sei veramente, di lasciarlo avvicinare a quello che tu sei veramente
e distruggerlo. Amare qualcuno è essere disposto a fare qualunque cosa per
quella persona, anche se significa lasciare la propria vita o sacrificare quello
in cui credi. Amare qualcuno è rischiare di perdere quella persona e quindi
rischiare parte di te per sempre.”
Ginny aggrottò la fronte, concentrandosi sulle sue parole
“Ma nonostante tutto,” disse infine, “L’amore vale tutto questo.”
“Non ho mai detto il contrario, no?”
“Così quando mi hai detto che mi amavi, intendevi …?”
incominciò Ginny.
“Sì.” disse lui, prendendole una mano e portandosela
alle labbra. I suoi occhi grigi esprimevano la sua sincerità. ”Intendevo ogni
parola.”
“Anch’io” mormorò lei.
E così finirono per sdraiarsi ancora una volta; le loro teste appoggiate
sullo stesso cuscino. Draco afferrò la propria bacchetta sul comodino e
rinnovò l’incantesimo imperturbabile sulla porta e i
muri della stanza prima di mostrarle quanto profondamente e appassionatamente
intendesse quelle parole.
FINE
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