A
common embarassing situation
A
Ely, che mi ha coccolato per tutta la fiera,
a
Flavia, che con quei riccioli così carini è
semplicemente adorabile,
a
chibimayu e a Setsuka per la loro performance meravigliosa.
Per
il piacere e la compagnia dello stare insieme.
Mi
sono divertita tantissimo <3
Edward
allungò il collo verso l'ingresso della sala, palesemente
infastidito dal fatto che i piatti fossero stati serviti già
da un pezzo e lui fosse ancora ad aspettare come un cretino il
ritorno del suo uomo, apparentemente fagocitato dallo spazio del
bagno del ristorante.
Certo
che era strano che il Taisa ci mettesse così tanto.
Doveva
uscire sempre maniacalmente perfetto, verissimo, ma anche per
i suoi standard quello era veramente troppo tempo.
Inoltre
la fila per il bagno degli uomini si stava allungando sempre di più
nel corridoio del ristorante.
Sospirando
Edward scostò la sedia per andare a vedere cosa diavolo fosse
successo al Colonnello.
“Scusate,
è un mio collega.” Con questa spiegazione sorpassò
gli uomini che avevano evidentemente bisogno di usare la tazza,
giungendo alla porta su cui un simpatico omino stilizzato faceva
bella mostra di sé.
“Taisa?”
Si azzardò a battere piano le nocche sul legno chiaro.
Gli
giunse uno sbofonchiare sommesso.
“Ci
è cascato dentro?”
“Vaffanculo
Fullmetal, la situazione è critica.”
“In
che senso, non riesce a tirarsi su la cerniera da solo?”
“Vieni
dentro.” Dall'interno il Colonnello fece scattare la serratura.
Edward
si rivolse alla massa che si era incolonnata dietro di lui, curiosa
di sapere cosa fosse successo e soprattutto quanto ancora
avrebbero dovuto aspettare.
Scrollò
le spalle sperando che gli uomini dietro di lui non facessero storie.
“Sembra che abbia bisogno di una mano. Scusate un attimo.”
“Taisa,
sono io.” Veloce, Edward s'infilò nel cubicolo del
bagno.
“Si
può sapere che succede?”
“Shh,
abbassa la voce.”
Edward
lo guardò.
In
tempo, Roy gli bloccò la risata con la mano.
Il
ragazzo gliela scacciò via malamente spedendogli
un'occhiataccia. “Voleva soffocarmi?”
“E'
un problema.” Concluse Roy.
“E
come si fa?” borbottò Ed. “Ti porto il cappotto?”
Suggerì.
“E
che figura ci faccio? Per quale ragione? Che me la sono fatta
addosso?” Gli abbaiò contro il Taisa al limite
dell'esasperazione.
“Se
non si sbriga, gli uomini dietro di te se la faranno addosso.”
“Ma
non me ne frega niente! Ho una dignità da difendere!”
“Come
sei egoista.”
“Invece
di dare aria alla bocca, vedi un po' di renderti utile.”
“Non
mi dare ordini in bagno, sai?!”
“Non
mi pareva che tu fossi tanto dispiaciuto dalle mie istruzioni nella
doccia.”
“Taisa,
si fotta.”
“Come
sei triviale.”
“Chi
non riesce a chiudere la zip?”
“…”
“Bene.”
Edward ghignò compiaciuto di aver aver avuto l'ultima parola.
“Ora
vediamo di risolvere il problema. Intanto chiudi il bottone.”
“Non
si chiude, genio!”
“Come
non si chiude?”
Roy
alzò la camicia mostrando l'asola vuota.
“Com'è
che sei ingrassato
così tanto e io non me ne sono accorto?”
“Idiota,
è impossibile.” Commentò Mustang, piccato che
Edward avesse messo in discussione la sua linea impeccabile.
“Intanto
il bottone non si chiude. E poi non te ne potevi accorgere quando li
hai messi a casa?”
“Ed,
sei l'amore della mia vita, ma in questo momento ti ammazzerei.”
“Quando
mi sussurri certe dolcezze in certi posti, non so proprio come
resisterti”.
Roy
lo incenerì con lo sguardo.
“Capito.”
Edward alzò le mani in segno di resa “Facciamo così:
tu impegnati il più possibile a trattenere il respiro e la
pancia, io ti chiudo il bottone.”
Edward
prese asola e bottone tra le dita agili. “Uno, due, tre!”
Con
un verso affaticato riuscì a infilarlo al suo posto.
Da
fuori però il suo gemito di sforzo venne mal
interpretato.
Da
fuori piovvero commenti come “Dobbiamo pisciare, noi; la
sveltina fatela da un'altra parte!”
Edward
stava per rispondere a tono, ma Mustang lo trattenne ricordandogli
che erano in un ristorante. Non
in piazza.
“Voglio
morire.” Confessò il ragazzo al suo effettivamente
compagno.
“Un
problema alla volta, Fullmetal.”
“Dio,
perché devi essere tanto imbranato?”
“Hai
lavato tu i panni, si devono essere ristretti.”
“O
sei ingrassato.”
“Ristretti.”
“Ingrassato.”
“Come
ti pare ma io sto sudando, ci muoviamo?”
“Ok.”
Edward s'inginocchiò e gli poggiò le mani sulla patta.
Mustang
saltò all'indietro, picchiando oltretutto contro il lavandino
“Che cazzo fai?!”
Edward
gli spedì un'occhiataccia dal basso. E meno male che doveva
essere fine e discreto. “Ti chiudo i pantaloni?”
Da
fuori gli uomini dovevano aver intuito il suo movimento.... che
situazione di merda.
“Cerca
di non eccitarti, amore, ok?” Ammonì deciso.
“In
questa situazione mi è difficile eccitarmi, caro.”
“Te
lo chiudo fuori, se mi fai degli scherzi.”
“Ti
rassegneresti a serate fredde e noiose.”
“Tu
dici?”
“Non
ti piacerebbe scoprirlo.”
“Bene.
Uno, due, tre.”
Alla
fine, la tanto noiosa cerniera venne richiusa.
Ma
sia Edward che Roy riemersero dal bagno sudati, in disordine e
terribilmente imbarazzati.
Fu
difficile spiegare al gestore che no, non stavano facendo niente di
strano o sconveniente.
Note:
a chi non è mai capitato di non riuscire a tirar su la
zip? Era il mio incubo alle scuole elementari.
L'ispirazione
è stata presa da un episodio effettivamente capitato al
povero Taisa-Setsuka, povero caro.
Se
ci ripenso ancora rido.
Un
bacio <3
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