Si
ricordava ancora esattamente come si erano conosciuti, come tutto era
iniziato.
E
come avrebbe mai potuto scordarselo? Brian era arrivato come un pugno
–
improvviso, violento, stordente – a mettere la sua vita a
gambe all’aria,
facendo perdere l’equilibrio a tutte le sue certezze.
In
realtà, sarebbe stato più corretto dire che era
arrivato con un pugno, invece che come.
Molto meno romantico, ma
decisamente più attinente al vero.
L’aveva
incontrato per la prima volta pochi giorni aver cominciato seriamente a
suonare
con Chris e Dom, fuori dal bagno di un locale, e si ricordava
distintamente di
aver pensato “wow” - sì, solo
“wow”, perché Brian al tempo era ancora
così
subdolamente bello da far girar la testa a chiunque lo guardasse anche
solo di
sfuggita. Ma al contrario di lui, che aveva timidamente chinato la
testa
arrossendo e aveva distolto lo sguardo, due tizi grossi come armadi
avevano provveduto
a esternare chiassosamente i loro pensieri con fischi e commenti di
vario
genere.
Sorrise
ripensando all’imitazione che Brian ne aveva fatto
più e più volte,
prevalentemente da ubriaco.
“Cos’è
che avevano detto, Bri?”
“Il bagno delle
signorine è l’altro, dolcezza”
scimmiottava lui, prendendo un altro sorso dalla bottiglia.
“E
tu, Bri?” chiedeva a quel
punto Matt,
divertito, sfiorandogli un braccio, “tu che gli avevi
risposto?”
E
Brian allora gonfiava il petto di orgoglio, fiero della propria lingua
al
vetriolo, e recitava sprezzante:
“Mettiti
gli occhiali, stronzo. E non sono il tuo cane, quindi piantala di
fischiarmi
dietro”.
Quello
che invece si ricordava distintamente era l’espressione che
avevano assunto le
facce bovine dei due una volta sentita la sua fastidiosa,
inequivocabile voce maschile
– molto probabilmente perché doveva assomigliare
molto alla propria in quello
stesso istante.
“Cristo”
aveva pensato frenetico, “è un uomo!”,
ma al momento di correre in suo soccorso quando i pugni avevano
cominciato a
volare se n’era già completamente dimenticato:
tutto quello che aveva saputo
gridare era stato “lasciatela stare, bastardi!”.
Aveva pensato solo al fatto
che gli sembrava così fragile, così delicato,
così piccolo, e che fosse così
ingiusto che qualcuno potesse anche solo pensare di menarlo…
Poco importava cosa
fosse davvero al di là della prima impressione, quando la
sua mente già
catturata da lui già non dava alla cosa nessuna importanza.
A
Matt piaceva ricordare di essersi difeso bene, e di aver almeno tentato
di
difenderlo in qualche modo – ma Brian lo faceva sempre
prontamente ritornare
coi piedi per terra con una risatina sarcastica.
“Ci
hanno massacrato, Matt. Eravamo
ridotti da far schifo, io col labbro spaccato e tu col sopracciglio
rotto” lo
sbeffeggiava a metà fra lo spietato e il tenero, sorridendo,
“se davvero volevi
trovare un modo per far colpo su di me, avresti dovuto continuare a
cercare
ancora per un bel po’!...”
Sì,
Brian aveva ragione: era stato un disastro. Ma quel che gli faceva
più piacere
ricordare, dopotutto, era lo sguardo complice e un po' disperato che si
erano lanciati dopo, appoggiati
alla porta del bagno con la faccia sanguinante e il respiro monco.
“Lasciatela stare…?”
aveva sputato fuori Brian,
socchiudendo gli occhi – e facendolo sussultare. Gli era
sembrato di non aver
mai visto niente che meritasse davvero la definizione di verde fino a
quel
momento. “Dio, che coglione”.
Matthew
aveva aggrottato le sopracciglia e si era rialzato in piedi a fatica,
imprecando per il male alle costole.
“Ah,
è così?” aveva sibilato nella sua
direzione – offeso, sì, se lo ricordava
benissimo, si era sentito tremendamente offeso “Bene,
vorrà dire che la prossima
volta ti lascerò ammazzare”.
E
allora Brian aveva sogghignato, e Dio, la piega maliziosa delle sue
labbra
aveva dato il colpo di grazia ad ogni sua possibile resistenza nei suoi
confronti.
“Mi
stai proponendo una prossima volta…” aveva
sussurrato, seducentemente esitante,
occhieggiando nella sua direzione.
“…Bellamy”
aveva completato subito lui, tendendogli una mano per rialzarsi
“Matthew. Matt”.
Ad
un tratto lui era già in piedi, mentre un secondo prima era
in terra, e gli
stava così vicino da fargli girare la testa.
“Molto
bene, Matthew Matt… Mi offri da bere? Il labbro fa
dannatamente male, mi serve
un po’ d’alcool – non vorrei facesse
infezione. Oh, io mi chiamo Brian Molko”
si era allungato verso il suo orecchio, appoggiandosi sulla sua spalla
con
casualità, e il suo respiro gli aveva bruciato il collo
“Bri è un po' troppo intimo, per ora,
non so se mi spiego”.
Ricordare
quanto poco tempo fosse trascorso da quel momento alla prima volta in
cui l’aveva
chiamato Bri… Beh, forse era paragonabile solo
all’emozione che provava quando
si rendeva conto di star continuando a farlo ormai da moltissimo tempo
– e di
voler continuare per altrettanto tempo ancora.
Note
dell’autrice:
mio
Dio, ma quanto si vede che è Natale XDDD Viva
l’amore forevah, viva i buoni
sentimenti <3
*distribuisce
gioiosamente fette di pandoro*
Ordunque,
il fatto che Brian sia stato gonfiato di botte dopo essere stato
confuso da due
loschi nonché delusi figuri per una bella ragazza
è vero, povero pucci. Ciò che
ovviamente non è vero è che Matt si sia lanciato
in suo soccorso ç_ç, ma se l’avesse
fatto sono sicura che sarebbe finito menato anche lui, splendido ed
esiguo ammasso
di ossicine che non è altro <3
Ovviamente
nessuna romantica storia d’amore è nata da tutto
ciò, che non è mai successo e
mai succederà. Brian Molko e Matthew Bellamy non sono in
alcun modo miei, accidenti,
mi devo accontentare dei dischi, ma va bene così –
e non essendo miei ma Patrimonio
dell’Umanità Intera non ci guadagno su un penny
bucato.
Buon
Natale, qui da me fra un freddo becco, mi auguro che da voi –
ovunque siate –
sia un po’ meglio <3
P.S: il titolo è rubato a una canzone dei Jesus &
Mary Chain.
|