Theres
a story that I was told
and I wanna tell the world before I get too old
I dont remember it, so let's december it and
reassemble it…¹
(Shake
it up Christmas, Train)
Il primo Natale ti ha
già visto capace di gattonare in giro per la Tana.
Non ricordi,
naturalmente, ma hai flash di luci, suoni e tanti colori. Lo
stare sempre attaccato
al maglione caldo della mamma e tuo fratello Jamie che ti tira un
bicchiere di eggnog
addosso per
dispetto.
Ricordi però, o
forse te l'hanno raccontato tante di quelle volte che ormai ti sembra
di farlo, di un bambino che ha
diviso il letto con te, per mancanza di posto. Non Jamie – in
quanto
primogenito straordinariamente geloso e frignone ha meritato il posto
d’onore nel
letto di mamma e papà – ma un bambino sconosciuto
che non ha pianto mai.
Tu per contraccambiare la
gentilezza hai pianto per tre ore di fila, gli ha piantato un piede
nello
stomaco e gli hai fatto la pipì addosso.
Tom continua a sostenere che
porta ancora le cicatrici di quella notte.
Il terzo
Natale ti vede
grande. Ci sono piccoli nuovo in
casa, un fagottino con i tuoi stessi occhi ma capelli marca
Weasley – poi scoprirai
che sono più rossi – che si chiama Lily ed
è la tua sorellina ed un mocciosetto
urlante e sbavante, tuo cugino Hugo.
Osservi i piccoli intrusi e
ti
viene da piangere perché non sei più tu il bimbo
di casa. Papà ti tiene spesso in braccio ma non è lo stesso.
Jamie mentre i grandi
finiscono di cenare ti trascina fuori accompagnato da Teddy e quando
quest’ultimo
non guarda perché troppo impegnato a parlare con Victoire,
ti tira una palla di
neve sul naso e ti fa piangere. Viene sepolto di conseguenza da una
colata
scesa direttamente dalla grondaia del tetto.
Tuo padre, accorso causa
strilli, parla di Magia Accidentale, tu non sai
cos’è ma sei sicuro che non sei
stato tu.
Quel tuo cuginetto con i
genitori babbani, dietro il vetro del bovindo – non
è voluto uscire a giocare -
ti sorride.
Sorridi anche tu. Hai appena
trovato un alleato.
Il sesto
Natale. Thomas non c'è. Lui lo passa in famiglia da quando
zio Dudley preferisce passare le vacanze a casa della madre a
Manchester, da
quando ha comprato quella bella macchina e le cose per lui vanno meglio
finanziariamente – non
conosci la
parola, ma sembra importante.
Così
dice tuo papà
perlomeno.
Passi l’intera
Vigilia a
nasconderti dai raid di tuo fratello James, supportati dai tremendi
gemelli
Scamandro e Freddy.
Tuo fratello smette di fare
lo
scemo quando la tua Magia Accidentale - ora sai cos'è - fa
cadere l’albero di Natale in giardino
a pochi miseri passi da lui.
Domani lo dirai a Thomas.
L'undicesimo
Natale
è pieno di novità. Sei tornato dal tuo Primo anno
ad Hogwarts e tutti ti trattano
come se dovessero camminare sulle uova per raggiungerti.
Non i tuoi genitori, non
Jamie
e Lils – loro sono tranquilli. Gli altri.
Perché sei a
Serpeverde.
La cosa ti fa arrabbiare
e
passi tutto il tempo che non devi presenziare a tavola a
singhiozzare in qualche angolo nascosto della Tana.
Stavolta però
Thomas c’è. Hai scoperto
che sua nonna, Petunia, non lo vede tanto di buon’occhio e
ogni anno il tuo amico fa carte
false per venire a passare la Vigilia da voi.
Non ti dice niente per tutto
il tempo che sparisci a singhiozzare. Se ne sta a tavola e non viene a
cercarti.
Un po’ ci speravi,
ma lo
conosci. Non gli piace vedere la gente che piange.
Ma quando dovete dividere di
nuovo la brandina nella vecchia camera che è stata di tuo
zio Ron, si stende
accanto a te e ti prende la mano.
“Sono degli
stupidi. Se ne
accorgeranno.” Dice soltanto con quell’aria buffa
che ha quando non sa cosa
dire e la cosa lo irrita da morire. “Sono contento che sei a
Serpeverde con me.”
Aggiunge.
Non piangi più e
la mattina
dopo James non fa che dire a tutti che quando dormite vi
tenete per
mano come due fidanzatini.
Il tredicesimo
Natale ti vede nuovo alla tua prima delusione amorosa.
Ifigenia Spellman si chiama,
ed è una Serpeverde come te. Ti piaceva per il modo che
aveva di camminare e di
sorridere. Sembrava in gamba. Volevi invitarla ad Hogsmeade e si
è messa a
ridere come se avessi fatto una battuta di spirito.
James ti ha preso in giro
per
le due settimane successive e tutt’ora non fa che lanciare
frecciatine.
In realtà non sei
così devastato come si
supponga si debba
essere in questi casi, almeno a quanto dice Lily, e lei legge tanti
romanzi
rosa.
Più che altro sei
irritato per
essere stato considerato un cosetto buffo.
Così
t’ha chiamato.
Tom è di nuovo da
voi, ma ti
sta lontano una sala intera. Sono
giorni
che è arrabbiato con te e non capisci il perché.
Lily suggerisce perché non gli
hai organizzato un appuntamento combinato con un’altra sua
amica.
Rose ti dice di lasciarlo
cuocere nel suo brodo.
Glielo chiedi infine al
dolce
conclusivo del ferale pasto di nonna Molly. Più che altro lo
bofonchi, perché James
è maledettamente troppo vicino e questi discorsi non sai mai
affrontarli con il
tuo migliore amico, che ti sembra sempre così adulto e
superiore.
Infatti ti lancia
un’occhiata
raggelante.
“Non ho la minima
intenzione di
uscire con te e due ragazze per un appuntamento.”
“Perché?”
Ti viene fuori, ed è
un po’ una domanda corretta.
“Perché
non mi interessano
quelle sciocche ochette che invece a te
piacciono tanto.”
Detto questo, con un tono che gronda sdegno e delusione, si alza e
raggiunge i
grandi in salotto. Lo senti intavolare una discussione con Hermione e
passa il
resto della serata con lei ignorandoti.
Non capisci il
perché ma ti
senti devastato nel modo esatto di
cui blaterava tanto la tua sorellina.
Quando andate a letto
– adesso
siete troppo adolescenti e pieni di spigoli e altezza per dividere una
brandina
– ti dà le spalle. E tu avresti voglia di piangere
– quale novità – e tirargli
alternativamente un calcio in mezzo alla schiena.
“Perché
sei così
arrabbiato!? Mike e
Lo escono
continuamente con le ragazze!”
Alla fine si volta. Non ha
più
quell’orribile espressione immobile che gli viene a volte e non ti piace, ma
sembra… beh, sembra
imbronciato.
“Tu sei il mio migliore amico, loro sono
amici.”
Chiarifica. “E quella Spellman è una stupida, non
ti merita. Non
aveva nessun diritto di trattarti in quel modo.”
Realizzi che era per quello.
Era
arrabbiato per te, non con te. A modo suo.
“Io sto bene,
davvero! Sono a
posto! Non vorrei essere comunque essere il suo cosetto
buffo².”
Vi sorridete ed è di nuovo tutto a posto, perché
a tredici anni non si posso
prendere le cose troppo sul serio.
Passate il resto della notte
a
giocare a scacchi e mangiare schifezze assortite.
Preferisci questo, ad avere
una ragazza a cui spedire regali e Gufi per la Vigilia.
Il quindicesimo
Natale è da dimenticare. Ed è stato appunto
dimenticato.
Tuo cugino Freddy vi ha
fatti
ubriacare, te e Tom. Probabilmente istigato da quel demente di tuo
fratello, non
ha fatto che versarvi bicchierini di nascosto al resto della famiglia.
Sospetti che Freddy sia un
sadico.
Pur vero che erano tre
bicchieri per te e quattro per Tom, ma avete scoperto che come non
sapete
resistere ad essere stuzzicati nel vostro orgoglio quindicenne non
sapete
neanche reggere l’alcool.
Specialmente Tom.
Vi trascinate in soffitta
con
il fantasma della casa che fa lugubremente di sottofondo ai rintocchi
che
rimbombano nel vostro cervello all’etilene.
Tom si butta sul tuo letto.
Ridi
della sua faccia davvero buffa, e
lui
ride della tua. Vederlo ridere pensi che è bello,
perché non lo fa spesso e gli
illumina tutto il viso. Gli dici che è il tuo letto. E lui
replica una cosa che
da sobri ti lascerebbe completamente spiazzato.
“Dormiamo assieme,
dai… come
quando eravamo piccoli. Era l’unico momento in cui mi
rilassavo quando ero qui.”
È molto più coerente di te a parole, visto che tu
ti limiti a biascicare un
assenso e crollargli addosso.
Già sei
disarticolato
normalmente, figuriamoci adesso.
Ti stringe a sé,
come un
pupazzo e ti viene da ridere e dirgli che gli vuoi un bene
dell’anima.
Glielo comunichi
perché è giusto
dirlo, e poi tutto si fa molto confuso.
Sei sicuro di aver
sentito la sua bocca sulla tua, solo per un attimo, e il sapore dello
sherry di
zio George amplificato.
Poi è nebbia.
Il giorno dopo sei
così
distrutto dal post e così confuso che è ovvio
che ti sei immaginato tutto.
Pensi che comunque sia una
reazione esagerata da parte di Tom usare una maledizione che copre di
pustole purulente i sederi di James e Freddy.
Il sedicesimo
Natale fa schifo.
È successo di
tutto in poche
manciate di mesi. Tu e Tom avete scoperto che il legame che vi univa
non
parlava di amicizia fraterna ma di qualcosa che andava oltre ed era
più
assoluto e totalizzante.
Vi siete innamorati e ti
è stato portato via. Lui, quello che c’era tra
voi, voi. Tutto
quanto.
Per essere più
precisi, è
stato il suo passato.
Tu in compenso sei passato
da
timido serpeverde che nessuno notava a detentore della Bacchetta, amico
di una
Fenice millenaria e salvatore dell’anima di Tom.
Ma non lo sa nessuno.
Non volevi nessuno di questi
titoli, come non vuoi avere contatto umano questo Natale. Ti appollai
nel punto
più alto della casa, dividendo sospiri e gemiti con il
Fantasma che tutti
misteriosamente hanno sempre chiamato Barry. Rose e Lily sono state un
po’ con
te, hanno provato a tenerti compagnia ma si sono conseguentemente
arrese al tuo
silenzio ostile e sono scese giù con il resto della famiglia.
Probabilmente hanno
comunicato
agli altri che non vuoi vedere nessuno. Sei loro grato.
Non piangi più,
anche se
vorresti. Le lacrime proprio non vogliono saperne di uscire, e in fondo
va bene
così. Affondi il naso nella sua
sciarpa verde-argento e ti ascolti il suo
lettore mp3.
Ti ricordano lui e questo fa
ancora più schifo. Perché non
c’è.
Sai che da qualche parte Tom
c’è
ancora e speri che stia bene.
Anche se è un
cretino.
Il diciassettesimo
Natale è tanto meglio.
Il vostro ventisettesimo
Natale vi
vede in una casa nuova di due mesi, presi dai preparativi per
materializzarvi alla
Tana.
Diagon Alley è
imbiancata di
neve come una cartolina di auguri e tu ti perdi a guardare gli ultimi
maghi e
streghe affaccendati negli acquisti.
Tom è davanti
allo specchio
della vostra camera e si prova una cravatta. Ne ha una
quantità industriale e
sono tutte babbane e di seta. Suo padre gli regala una cravatta per
compleanno da quando ha diciassette anni. Ha quindi dieci cravatte
orrende che
non indossa mai, ma
che ha riposto religiosamente
nel primo cassetto: non puoi metterci neanche un tuo calzino che
viene
spietatamente fatto evanescere.
Le usa quando va a cena dai
suoi però.
“Al, faremo tardi.
Stiamo facendo tardi.”
“Sei tu quello che si vuol far bello! Io sono già
pronto!”
“Quel maglione ha
una renna sopra³…”
“Sì e non azzardarti a criticarlo. È
del Natale scorso, è un regalo della nonna
ed è tutto quel che dirò
sull’argomento.”
“Certo.” Noti che sta trattenendo le risate, e le
trattiene proprio perché sa
che sai che lo sta facendo. Complesso, ma voi come coppia lo siete
maledettamente. “Almeno io
cerco di
portare un po’ di classe dove non c’è
n’è. Vuoi farmene una colpa?”
“Quando fai così sembri
Mike…” Pausa. “Una checca.”
Ti guarda indispettito, ma poi sorride, raggiungendoti. Ti abbraccia da
dietro
e anche il suo profumo, costoso, è babbano.
Ti viene da pensare che
qualcuno una volta ha pensato che potesse essere come quel crudele
dittatore che ha
minato l’infanzia di tuo padre.
Stronzate, ecco tutto.
Ti senti pizzicare la
guancia - odi
quella barbetta che si è fatto crescere, ma non
puoi aprire bocca in merito che subito lui ritorce dicendoti che sei
invidioso perché
a te non cresce – e ti volti per un bacio.
E per un altro.
Farete tardi, ma il Natale
è
un po’ ovunque.
Ed il ventisette
è
grandioso.
Note:
Una one-shot a drabble per farmi perdonare del ritardo del capitolo
(che
comunque è in fieri, eh!).
1. La canzone
qua .
2.Cosetto Buffo: preso da Scrubs, come la sorella di Jordan chiama JD.
Geniale.
3.MaglioneConRenna: Classico
di Bridget Jones. Per vedere
qua
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