Sei il primo pensiero di questo 2011

di Lilly_93
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Mi guardai allo specchio e sospirai: il vestito nero era bellissimo e mi faceva apparire molto più alta e magra di quanto non fossi davvero. Le scarpe tacco otto, poi, completavano l'opera.
Mi sedetti sul letto e sbuffai, stando attenta a non rovinare l'abito.
Non c'era niente di più frustante che passare il Capodanno con la famiglia: se poi si era costretti perchè tutti i propri amici partivano per mete improbabili era ancora più seccante!
-Giulia, sbrigati!- mi urlò mia madre dalla cucina, in preda al panico.
Da lì a pochi minuti si sarebbero riversati in casa una ventina di parenti e la sala da pranzo non era ancora pronta.
Scesi in soggiorno e vidi mia madre intenta ad attaccare uno stupido festone con scritto "Buon anno" a due delle pareti della stanza.
La aiutai in quell'impresa e finii di apparecchiare la tavola, appena in tempo per sentire il campanello suonare.
In meno di cinque minuti l'intero salone fu occupato da zii e cugini che nemmeno ricordavo di avere e ognuno di loro, puntualmente, mi poneva la fatidica domanda.
Ma tu ce l'hai il fidanzatino?
Ogni volta dovevo fare appello a tutta la mia forza di volontà per non staccare la testa a morsi a chi mi chiedeva della mia vita sentimentale.
E poi cosa avrei dovuto rispondere?
Oh, certo che ce l'ho un fidanzatino, solo che ha pensato bene di partire proprio per la fine dell'anno e lo rivedrò solamente quando inizierà scuola!
Fortunatamente possedevo una buona dose di autocontrollo, e così rispondevo di no a tutte quelle domande insolenti e tornavo nel mio angoletto sul divano, a farmi gli affari miei.
Il mio cellulare era posato proprio accanto a me e ogni tanto gli lanciavo delle occhiate speranzose, pregando che si accendesse e segnalasse l'arrivo di una sua chiamata, o almeno di un messaggio.
Invece erano già le 11:00 e non si era ancora fatto vivo.
Si è scordato di me, pensai sconsolata. Molto probabilmente ha conosciuto qualche ragazza laggiù in Sicilia e starà passando la fine dell'anno con lei.
-Dai Giù, vieni a giocare!- mi incitò mio padre, mentre lui e qualche mio cugino si preparavano a giocare a tombola, l'occupazione più stupida e noiosa esistente al mondo.
Tuttavia, pur di smettere di pensare, avrei fatto di tutto. Così presi qualche cartella e mi sedetti intorno al tavolo.

-Evvai, ho fatto tombola!-esclamò zia Lucia, afferrando con avidità quei pochi euro destinati al vincitore.
Avevamo giocato quasi un'ora e non avevo fatto nemmeno ambo: ero riuscita a dilapidare in poco tempo quello che avevo messo da parte in tutto l'anno.
-Vabbè, sfortunata in gioco fortunata in amore-cercò di consolarmi mia madre.
Come no, fortunatissima! Erano le 11:55 ma ancora non mi aveva chiamata.
Mi alzai da tavola e presi il cellullare. Mancavano cinque minuti alla fine dell'anno e così cominciai a spedire messaggi di auguri ai miei amici.
L'orologio della tv segnava le 11:58. Due minuti e avremmo detto addio al 2010.
-5,4,3,2,1.... BUON ANNO!-
Il grido del presentatore alla tv mi destò dai miei pensieri e mi avvicinai alla mia famiglia per fare gli auguri.
Proprio in quel momento il mio cellullare squillò. Quando lessi il nome sul display il cuore cominciò a battere forte e portai l'apparecchio all'orecchio, emozionata.
-Auguri amore mio!- La voce dall'altro capo provocò in me delle sensazioni uniche, sensazioni che solo lui era in grado di darmi.
-Pensavo ti fossi scordato di me...- sussurrai con le lacrime agli occhi.
-Ma come faccio a scordarmi di te? Sei stato il primo pensiero di questo 2011-
Sorrisi, mentre una lacrima scappò prepotente dai miei occhi, scivolando lungo la guancia.
-Perchè non ti affacci alla finestra?- disse la voce al di là della cornetta.
-Cosa?- esclamai, mentre titubante aprivo la finestra del salone sotto lo sguardo stupito dei miei familiari.
-Dai, affacciati!-
Una consapevolezza si fece strada dentro di me e senza più timori guardai giù, verso la strada.
-Ma che ci fai lì? Non dovevi essere a Palermo?-gridai sbigottita ma felice al mio ragazzo, chiudendo la conversazione telefonica.
-Sono riuscito a convincere i miei a non partire... volevo farti una sorpresa. Che fai,non scendi?-mi chiese lui, sorridendomi.
Mi asciugai le lacrime e mi precipitai giù, con un sorriso da trentadue denti stampato in faccia e una sensazione di incredibile calore nel cuore, nonostante i due gradi della fredda notta di Capodanno.





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