33.
New World
(
nuovo mondo )
Da
queste parti l'estate è
molto più calda, dura molto più a lungo.
Le
piogge sono rarissime, ma
vengono accolte come una benedizione dagli abitanti del posto.
Anni
fa sono stata mandata
in questa terra arida con l'ordine di sparare a vista. Ora, siamo qui
per ripagare il nostro debito, o almeno una parte di esso.
Ricostruiremo
là dove
abbiamo portato distruzione, e invece di lacrime ci sforzeremo di
suscitare sorrisi e speranza. Gli uomini di Ishbar aiutano i soldati
nei lavori. Le donne camminano per le strade tenendo i loro bambini
per mano, senza paura. È così che deve essere,
che sarebbe sempre
dovuto essere.
Roy
indossa l'uniforme solo
durante le cerimonie ufficiali, altrimenti porta abiti civili. Ha
preso l'abitudine di arrotolarsi le maniche sulle braccia e unirsi
anche lui ai soldati nelle riparazioni, a dispetto dei ranghi.
Presto, secondo i progetti, sorgeranno ospedali, scuole e nuove case.
Saranno tracciate strade e scavati pozzi.
Ha
riavuto i suoi occhi, e
può vedermi sorridere.
I
cuccioli crescono a vista
d'occhio. Seguono Buraha per casa scodinzolando – mentre la
loro
mamma li segue attentamente con lo sguardo – e ti fissano da
sotto
in su per implorare le coccole, assurdamente affettuosi. Roy dice che
sono delle pesti, ma l'ho scoperto steso sul tappeto a giocare con
loro come un ragazzino.
Non
so esattamente cosa mi
abbia spinta a farlo. Ero stesa sul letto sfatto, con le gambe al
sole, e la pelliccia dei cuccioli contro la pelle del fianco
scoperto. Uno di loro si era rotolato sulla schiena, infilandomi il
muso sotto il braccio per ricevere qualche carezza. La tazza di
tè
freddo sul comodino l'avevo appena sfiorata.
Mi
sono guardata allo
specchio mentre le lunghe ciocche bionde mi cadevano attorno alle
caviglie sotto ogni colpo di forbice.
Roy
mi ha fatto passare una
mano dietro la nuca e mi ha baciata sulla fronte. È stato un
po'
come gettarsi tutto alle spalle.
Per
qualche ragione sono
convinta che stavolta sia davvero possibile ricominciare da zero. Lo
vogliamo entrambi. È tempo di pensare a noi stessi.
Abbiamo
fatto un patto, Roy ed io, su mia personale richiesta. Lui mi ha assecondata con uno dei
suoi soliti sorrisi, capendo cosa avessi in mente senza che dovessi
spiegarglielo, come fa sempre. Lo amo anche per questo in fin dei
conti. Ad alcuni potrà sembrare una pretesa sciocca, ma ci
tengo
comunque a vederla esaudita. Il patto è che entro sette mesi
al
massimo, più della metà degli edifici
dovrà essere pronta. Per
allora, tutti quanti avranno riavuto una casa, il proprio orgoglio,
la propria identità. Perché si possa dire che
davvero, un nuovo
inizio è possibile. E poi, c'è un'altra cosa
ancora più
importante, per me. Per noi.
Voglio
che nostro figlio
nasca nel mondo che lui ha sognato.
Dedicata
alle mie gelatine Lely, Shatzy e Valy. Ne approfitto per farvi gli
auguri, ragazze.
Questa
l'avevo scritta come tributo al finale del manga, e sì,
anche per
togliermi qualche soddisfazione x°D
Buon
Natale (in ritardo) e Buon Nuovo Anno a tutto il fandom! *O*
– un
bacione < 3
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