Le Mani Tese
Dedicata a Herys
Rose non era mai
stata tanto bella, come in quel momento…pensò
Lily.
Aveva sempre
pensato che la bellezza di sua cugina dipendesse dalla sua
bontà. Tutti vedevano in lei l’angelo..
E gli angeli sono
sempre belli.
- Sei solo una sgualdrina.-
Dolce, ma fa
così male.
Come il sapore
della sconfitta. La
differenza è rialzarsi con le mani che ti tendono.
-
Pensavi forse che non sarebbe successo anche a te?-
Gli occhi di Rose
si infervorarono di gioia compunta. Non un rimpianto per la sua
cattiveria appena nata.
-
Mi aveva lasciata, bugiardo come sa essere sempre lui.
Ingannatore, mentre godeva insieme a te, che aspettavi solo di ferirmi
e di essere felice così.-
Le
sfiorò il viso e Lily si divincolò, come la
fiamma che crepitò nel camino.
-
Mi procuravate un dolore enorme…-gli occhi di Rose
si velarono di tristezza.
-
Le solite parole…mi dispiace, la routine mi ha
stancato…non c’è nessun
altra…-
Rose fu certa
della cattiveria. Brilla nei suoi occhi, prima che nelle sue parole.
-
Infatti era vero, tra tante bugie…non
c’era nessun altra, perché tu eri nessuno per lui,
come per tutti.-
Rose
ghignò, e Lily si asciugò una lacrima.
Non aveva mai
pianto per la cugina, quando il suo fidanzato stronzo la aveva lasciata
per concedere a lei tutto l’amore che le spettava.
Era troppo bello.
Scorpius la aveva vista, l’aveva voluta. Un bacio, e il
suggello del suo amore eterno per quel ragazzo così
affascinante e bugiardo come lei era stato compiuto.
Non
style="font-family: Poor Richard;">
Non si poteva,
perché loro erano felici.
-
Ferita dallo stesso dolore. Ferita dalle stesse bugie.
Infelice per la stessa azione che ha ferito me…sai qual
è la differenza tra me e te, Lily?-
Rose spense le
fiamme del camino, sorridente.
Lily rimase
immobile, con gli occhi bassi. Le mancava il sorriso bugiardo di
Scorpius e il suo, mentre guardava l’amore di sua cugina
disgregarsi come la cenere del camino.
Il sorriso
illuminante di Scorpius, mentre sceglieva Cenerentola e non la
principessa perfetta.
-
La differenza è che io mi sono rialzata. Ho mille
mani tese verso di me, pronte a farmi rialzare…ho un amore
molto più puro e forte di quello di Scorpius che mi aiuta
sempre…che consola, non scalfisce, riempie i vuoti. Un amore
sincero, e per troppi anni gli ho fatto torto.-
Rose sembrava ora
parlare a se stessa, più che a lei.
-
Questo, una sgualdrina che ruba amore e un bugiardo egoista
che ama solo se stesso non lo potranno mai e poi mai distruggere.-
Rose si
avvicinò, lentamente. Le prese la mano tra le dita , e
rimirò con un sorriso sarcastico l’anello che
Scorpius le aveva dato, cimelio rubato ad una ragazza che collezionava
amore.
Ghignò
e Lily pianse, sentendosi per la prima volta tradita e umiliata, senza
nulla a cui aggrapparsi.
Senza vedere mani tese a
sorreggerla da quel dolore che rodeva come una fiamma.
Rose
accarezzò malignamente l’anello.
- Tienilo pure,
tanto non vale niente. È falso e bugiardo, come
l’amore che ti ha dato Scorpius.-
La
lasciò sola, chiudendosi la porta alle spalle. La fiamma del
camino crepitò in un ultimo guizzo e scomparve per sempre.
Albus
slacciò il nodo che legava la cravatta. La gettò
sul letto, in un gesto secco.
Le fiamme del
camino crepitarono. Non si curò di spegnerle.
Non
voleva spegnere l’ultimo fuoco che lo riscaldava.
Se ci fosse stata
Lei, lo avrebbe abbracciato, e scompigliato i capelli.
Ma lei non c’era mai
stata, troppo buona per alimentare una fiamma che di puro non aveva
nulla.
Aveva spento la
sua con un gesto imperioso, turbata da quell’ardore che un angelo come
lei non si meritava.
Attiri la blasfemia, Rose. Ma la
mia non ti avrebbe mai fatto del male, mio angelo.
Dolce blasfemia.
L’avrebbe sognata anche quella notte, casta e lucente come
una vergine, un lenzuolo sottile che adombrava le sue forme perfette.
Cuginanza,
pericolosa vicinanza.
L’amore
non vuole etichette. Non tiene conto del sangue.
-
Non dormi ancora.-
Non
l’aveva sentita entrare. Era scivolata silenziosa dentro,
ombra fugace che non palesa la sua presenza.
Eppure
ti sento sempre, Rose. Sempre.
-
No.- rispose lui, senza guardarla negli occhi.
L’immagine
di lei e Maurice torturava la sua mente.
-
Vai a dormire, Rose.-
-
Non riesco a dormire, se so che stai male, Al….il
tuo problema è anche il mio.-
Non
credere Al, non credere.
Rose non ha
voluto aiutarti. Questa è l’unico problema, che
non puoi condividere con lei, a cui lei non può porre
rimedio.
Il problema
più grande e più colposo.
Il segreto
inconfessabile di una colpa che sembra perfetta, di un rapporto
idilliaco, e invece tanto macchiato.
Macchiato
dalla nascita, che cresce con l’età.
Il
silenzio lo alimenta. Non poterne parlare se non con se stesso. Fare
mille altre cose, ma compare quando la rivedi, bella come non mai,
perfetta.
Una
bellezza fatta di fiele.
Si
voltò, per accettare ancora una volta l’abbraccio
di Rose.
Vicino al suo
letto, inconsapevole dei pensieri che gli attraversavano la testa.
Sarebbe bastato
un attimo, avrebbe potuto diventare da cugino ad amante. Baciarla e
fare l’amore con lei, sotto le lenzuola candide.
Farla stendere
sul materasso, spogliarla e diventare una sola cosa con lei, come da
sempre era.
Una
sola persona. Una sola colpa.
Rose
appoggiò la testa sulla sua spalla, accarezzando dolcemente
il torace e le spalle.
-
Perdonami, Al…-
Sospirò,
godendo dell’istante che Rose gli stava regalando,
accondiscendente e inconsapevole.
La voce di una
bambina, che chiedeva scusa di una marachella.
-
Perdonami di non averti aiutato…-
-
Mi aiuti sempre, Rose…-ribattè lui,
desideroso solo di alleviare la sua pena.
Rose si riscosse,
guardandolo in viso. I suoi occhi luccicavano.
-
Non nella cosa più assoluta , bella e terribile
che ci è successa…-disse, e la sua voce
tremò.
Gli
accarezzò la guancia, e il suo cuore mancò di un
battito.
-
Al…-palpitò la voce di lei, ma furono
le loro ultime parole.
Un solo istante,
e le loro bocche non pronunciarono, ma fecero quello che da anni
bramavano, contro il loro sangue.
E sentirono che
finalmente, la loro colpa si era distrutta, o forse se la erano solo
immaginata.
-Non sono buona,
alla fine.-disse Rose, stringendo la mano di Al.
Seduti sul letto,
fianco a fianco come sempre.
Come
se nulla fosse cambiato, e fossero sempre loro.
Ma erano sempre
loro, pensò Rose. Un po’ meno buoni, un
po’ meno immacolati.
Il sapore dell’altro
sulle labbra, e la felicità che non deve mai chiedere scusa.
Al
tacque. E Rose lo ringraziò.
- Non
lo sono mai stata, perché la mia bontà era falsa.
Creata dalla mia mente per una colpa inesistente…-
Quanto tempo
sprecato. Quanti silenzi, quante azioni.
Al si
voltò, e la guardò serio.
-Ma non torno
indietro. Non si chiede scusa alla felicità.-concluse Rose,
baciandolo dolcemente.
Spazio autrice:
Lo so, sono
sparita. Ma ho il computer rotto, e posso stare solo un poco
con quello di mio fratello…non ho scuse, ho tre ff in
sospeso.
Vorrei potervi
dire quando ricomincerò a scrivere, ma non voglio illudervi.
Sono molto impegnata con l’uni, spero capirete.
L’ispirazione
di questa è stata spontanea…rileggendo una ff di
Herys ( che consiglio a tutte voi, una Rose-Scorpius-Lily molto
triste), ho avuto l’impulso di scrivere questa.
È un
continuo di “ The Shining Rose”. Ho capito che
molte lettrici volevano un lieto fine tra Al e Rose ed eccola qui.
Spero gradirete.
Inutile dire che
le recensioni fanno sempre piacere.
Spero a presto e
Buon Anno a tutte, anche se in ritardo!
Sasyherm
c’era tempo per piangere per Rose.
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