~Addiction
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«Inizierei
con queste pastiglie. Non sono molto forti, sono giuste per iniziare.
Ti donano un senso di tranquillità».
Annuisci.
Ti mancano le parole mentre guardi il tuo medico scribacchiare
qualcosa su un foglio bianco per poi consegnarlo a tua madre.
«Hai
qualche domanda, JJ?».
Scuoti
la
testa, e i riccioli che hai in testa si muovono in modo buffo. Il
medico ti sorride, e la tua testolina da bambino pensa che
quell'omone dal camice bianco sembra proprio un orso; ma si tratta di
un orso buono, un orso da cartone animato.
Ti
allunga
un lecca lecca.
«Per
rendere più dolce la tua giornata».
«Queste
gocce sono da prendere al bisogno. Quando ti senti più agitato del
solito, ne versi una quindicina nell'acqua e mandi giù».
Annuisci,
dando segno d'aver capito. Sono passati quasi due anni dalla prima
visita, ormai sei un giovane pronto ad entrare nell'adolescenza,
eppure quel medico non sembra essere affatto cambiato. I tratti del
tuo viso si sono fatti meno infantili, qualche brufolo inizia a
spuntare da sotto la pelle, ma lui niente: continua a scrivere nomi
di farmaci su fogli bianchi con la calligrafia così dannatamente
poco chiara dei medici.
«Hai
qualche domanda?».
Ti
blocchi
un attimo. In realtà, qualche domandina ce l'avresti. Sono forti,
quelle gocce? Quali effetti collaterali danno? Le puoi prendere anche
alla fine di uno dei tuoi attacchi o solo prima?
«Perché
la scrittura dei dottori è incomprensibile?».
Il
dottore
scoppia in una risata. «Oh JJ. Tieni, eccoti un lecca lecca».
«Grazie»
borbotti alzandoti dalla scomoda sedia foderata con stoffa a buon
mercato.
Getti
il
lecca lecca nel primo cestino che trovi: non è più abbastanza. Un
lecca lecca, un dolce, non basta più a rendere meno amare le tue
giornate da pazzo.
Mentre
cammini verso la riserva, pensi che probabilmente i dottori scrivono
così perché tu non capisca.
Loro
non
vogliono che tu capisca, così come non vogliono veramente che tu
faccia delle domande. Meno capisci, più volentieri puoi prendere
quelle cose che loro chiamano medicine.
«Ehi,
picchiato!».
La
voce di
Cook è la prima cosa che senti quando spalanchi la porta del vostro
rifugio.
«Ehi»
rispondi semplicemente.
La
tua
mano, nascosta nella tasca del giubbotto, stringe convulsamente la
fiaschetta.
Picchiato.
Pazzo. Demente. Ritardato.
Inizi
a
crederlo anche tu.
«Credo
di
aver bisogno di un po' d'acqua, Freds».
Spazio autrice:
Tornata! E questa volta spero di
non aver offeso nessuno- non vorrei che adesso passassi da insensibile
perché ho trattato di farmaci senza divulgarmi nelle caratteristiche
mediche. Naturalmente sto scherzando (no, sono perfettamente seria, ma
fa niente).
Niente. Volevo scrivere su JJ ed
ecco cosa ne è uscito. In questa FanFiction, JJ ha qualcosa tipo 13
anni al massimo, perciò ho adeguato il mio stile a qualcosa che potesse
ricordare i 13 anni. Insomma, all'inzio avevo usato un linguaggio un
po' più complicato, ma poi mi sono resa conto di quanto stonasse.
Ancora adesso questa FanFiction non mi convince e soddifa appieno, ma
trattandosi di JJ (personaggio lontano da me anni luce xD) sento di non
aver fatto una schifezza completa. Inoltre, anche io mi sono
sempre chiesta perché i dottori scrivano con quella strana calligrafia-
ho dato così sfogo al mio cinismo represso (L)
Spero vi sia piaciuta, aspetto con
ansia i vostri pareri!
Un bacio, Minnie
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