Primo
capitolo
Simon
Odiavo
i traslochi. Odiavo trasferirmi in un'altra città.
E
odiavo terribilmente la mia famiglia.
Guardai
arrabbiato mio padre mentre sistemava tutti i nostri bagagli sul
tetto della macchina. Anche mia sorella Emma l'aiutava, stringendo
le cinghie.
Odiavo
lei più di chiunque altro perché non era
arrabbiata come me. Perché
non si lamentava. Perché non era seduta insieme a me sui
gradini
della nostra casa non volendo andare via.
Lei
li aiutava.
Non
doveva fare così dannazione. Era mia sorella.
Mia
sorella gemella!
Secondo
voi non doveva essere dalla mia parte?
-Avanti
Simon, non fare il broncio. Devo ricordarti che hai quasi 17 anni?-
mi chiese mia madre uscendo dalla porta con Chris in braccio.
Chris
o meglio Christine, era la causa del nostro trasferimento. Mia
sorella dall'alto -o dal basso, dipende dai punti di vista- dei suoi
2 anni e mezzo, aveva avuto la brillante idea di trasformare la sua
maestra dell'asilo in un elefante. E non sto scherzando.
Sì,
lo so, vi sembrerà una cosa assurda e impossibile.
Ma
la verità è che noi abbiamo dei poteri magici.
Siamo
stregoni, maghi o cose del genere?
Non
ne abbiamo idea.
Fatto
sta che facciamo magie, solo noi, e nessuno deve saperlo. Facciamo di
tutto per vivere delle vite normali.
Abbiamo
lottato tanto per sembrare come gli altri. Ed ecco che arrivata la
più piccola di casa e ci rovina tutto.
E
non sono un bambino geloso.
È
che qui mi ero costruito una vita. Qui c'è il mio migliore
amico
Mark, la mia quasi ragazza, vi assicuro che l'avrei conquistata
presto, Sarah. Qui avevo il mio gruppo di amici, Ted, Fab, Carl e il
sopra citato Mark, con cui andavo a basket, a calcio, in piscina. Con
cui facevo tutto.
E
ora invece ce stavamo per andare in un altro continente.
Vi
sembra una cosa accettabile?!?!
Sbuffai
contro mia madre e mio padre che l'aiutò a mettere Chris nel
seggiolino.
-Lo
so che è difficile lasciare tutto Simon, ma dobbiamo farlo,
lo sai.
Ci è già capitato, comunque, e non hai fatto
tutte queste storie-
mi sgridò lui.
Sbuffai
ancora. Era diverso.
Avevamo
traslocato almeno venti volte quando io ed Emma eravamo piccoli.
Le
magie ci sfuggivano di mano troppo facilmente, specialmente quando
litigavamo tra di noi.
Ma
a quei tempi non avevo chissà quali amici.
Non
mi ero costruito una vita.
-Guarda
che se non sali ti lasciamo qui- mi avvertì mia madre
chiudendo la
portiera della macchina e guardandomi dal finestrino aperto.
Anche
mio padre era salito e mia sorella era già al suo posto,
probabilmente anche con la cintura di sicurezza allacciata.
Vieni
Simon. Non fare il difficile, la scelta ormai è fatta.
Non
potrai fare altro che allungare il supplizio a tutti.
Mi
ammonì lei mentalmente.
Sì,
dimenticavo di dirvelo. Io e mia sorella possiamo comunicare
telepaticamente. Era il suo modo preferito di parlare con me.
Primo,
perché diceva che le si seccava la voce quando mi parlava,
secondo,
perché poteva pensare tutti gli insulti che voleva senza che
i
nostri genitori la sentissero.
Ve
l'ho già detto che odio mia sorella??? Non lo ricordo...
Mio
malgrado le diedi ascolto, alzandomi dai gradini e dando un ultimo
sguardo a quella che era stata casa nostra per 10 anni.
-Sappiate
che vi odio- dissi chiudendo la portiera e incrociando le braccia.
-Anche
noi ti vogliamo bene caro- rispose mia madre mentre mio padre faceva
partire la macchina.
E
presto dicemmo addio alla nostra città.
E
io addio alla mia vita!
******
Emma
Guardai
anch'io malinconica la città che scompariva piano piano alla
vista.
Mi sarebbe mancata la nostra piccola e accogliente città. Ma
purtroppo eravamo destinati a non vivere mai nello stesso posto, me
ne ero convinta ormai all'età di sette anni.
Dopo
che avevo perso la mia migliore amica.
Da
allora non mi ero mai più affezionata troppo alle persone.
Certo,
dopo 10 anni mi ero fatta delle amicizie, ma così deboli
infondo che
non era scappata neanche una lacrima quando gli ho detto addio.
Era
la cosa che mi ribatteva mio fratello quando gli dicevo che non
sarebbe stato così terribile.
“la
fai facile tu. Tanto non hai dei veri amici!” mi aveva
ripetuto
tante volte mentre cercavo di fargli scomparire quello stupido
broncio.
Ma
non mi facevo colpire da quell'accusa. Intanto era lui a soffrire
più
di tutti per doverli abbandonare, mentre io ero completamente serena.
Io
avevo solo un'amica. Tea e io eravamo amiche fin dal primo giorno di
scuola. Eravamo inseparabili. Spesso sentivo le nostre mamme dire che
più di due bimbe sembravamo proprio della grandi migliori
amiche.
Ma
il giorno in cui dovevo partire lei venne a salutarmi e fu investita
da una macchina.
Persi
la mia amica per sempre quel giorno e giurai che non ne avrei mai
avuta un'altra.
E
da allora avevo visto questa idea dei nostri poteri come un
fatalità.
E forse lo era stata.
Perché
eravamo magici?
Da
dove venivano questi poteri??
Tutto
era iniziato da mio padre.
O
almeno così sembrava.
Mio
padre era stato l'unico superstite di un incidente accaduto 35 anni
fa.
Lui
aveva solo due anni e venne trovato da un poliziotto che lo
portò
subito in ospedale.
L'incidente
era stato causato da una macchina guidata da un ubriaco.
Era
andata contro la macchina dei genitori del bambino, spingendola a
cadere insieme a lei dal ponte che stavano attraversando.
Le
macchine erano cadute sulle rocce, giù per le montagne,
arrivando a
un benzinaio, sfracellandocisi sopra e facendo esplodere tutto.
Era
rimasto ben poco di tutte e due le macchine e anche dei passeggeri.
Così poco che non si era riusciti a identificare i genitori
del
bambino.
Il
poliziotto trovò il bambino tra le fiamme, senza neanche un
graffio,
totalmente addormentato e incolume.
Com'era
possibile una cosa del genere non se ne rese conto fino a qualche
anno dopo, quando, deciso di tenerlo con se e allevarlo insieme alla
sua bimba di poco più piccola, scoprì che il
bambino aveva dei
poteri magici.
Fu
una cosa sconvolgente ma che non turbo il poliziotto e sua moglie,
perché ormai amavano quel bambino come se fosse loro figlio.
I
due bambini crebbero non come fratelli, ma quasi.
E
col passare del tempo divennero prima fratelli, poi migliori amici e
poi innamorati.
Sì,
non so se ci siete arrivati, ma probabilmente si.
Quei
due erano i miei genitori.
Quindi
la magia derivava da mio padre.
Però
non sappiamo nient'altro. Né chi erano i suoi, né
da dove veniva,
niente di niente.
Eravamo
tutti una grande incognita.
****
Ciao
a tutti!!!!!!!!!!
Benvenuti
nella mia prima storia originale.
Come
inizio non mi piace moltissimo, ma ho scoperto che è proprio
questo
il momento più difficile di tutta la storia. Non sapere come
iniziarlo esattamente.
Uno
vorrebbe metterci qualcosa che attira il lettore, che lo convince che
questa è davvero una storia da leggere. Ma non ci riesce
quasi mai.
Quindi
spero davvero voi abbiate voglia di continuare a seguire questa mia
storia!
Come
avrete notato non ho messo descrizione dei personaggi. Per un
semplice motivo.
Ho
le foto di come l'immagino io.
Le
metterò a fine capitolo se ci riesco!!!
Ringrazio
tantissimo chi sceglierà di leggere e chi magari
vorrà lasciarmi
una recensione per farmi sapere se potrebbe interessargli questa
storia, oppure se volete chiarimenti o altro!
Alla
prossima!!!!
Questi
sono i genitori: Lena e Ted
questa
è Christine, la piccolina!
E
questi sono Emma e Simon
Alla
prossima!!!!
IMPORTANTE!!!!!!!!
Capitolo
corretto e riveduto grazie alla mitica Ele, la mia nuova Beta che
ringrazio immensamente per aver accettato di assistermi in tutte le mie
svitate storie!!!! GRAZIE!!!!
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