5 Centimeters per Second
5 Centimeters
per Second ~
Act
01: Sasuke.
«Lo sai,pare
che sia 5 centimetri al secondo.»
«Che?»
«La
velocità con cui cadono i petali di ciliegio...5 centimetri al secondo.»
Le parole mi
rimbombano nella testa,dandomi la nausea. Non è da me
soffrire per queste sciocchezze.
Avevo promesso a me
stesso che non avrei più ricordato niente della mia vita di prima.
C'erano tante cose,in
fondo,che avrei potuto rievocare in quel momento solitario: in fondo,il
Villaggio della Foglia - rabbrividivo ogni volta
a pensarci - mi aveva
visto crescere,combattere a lungo per diventare un chunin e per
affinare le tecniche che ora mi avevano portato
lì,all'Organizzazione Alba.
Ora facevo parte
dell'Akatsuki,e il Villaggio della foglia non aveva più
nulla a che vedere con me. Ma restava il fatto che una volta ero uno di
loro,e i ricordi
mi tormentano ancora
pur negando fino alla morte di esservi appartenuto.
Eppure,nonostante
tutti quei tasselli che si combinano nella mia mente in modo
così ordinato e fastidioso,l'unico ricordo che riesce ad
emergere davvero
è il suo.
Forse avevo sbagliato
a rimanere da solo,quel pomeriggio: la stanza silenziosa e buia non era
un bel luogo per rimanere in silenzio,solo
con i propri pensieri
a fare da sfondo a quell'oscurità costante,alla paura che
traspira da tutti i pori di questo luogo lontano dal mondo,
lontano da Dio. Lontano da lei.
Le palpebre si
abbassano lentamente,con un gesto quasi automatico: fissare il soffitto
a lungo non è il modo migliore per sfuggire a quei ricordi.
Così,dopo
un attimo di riflessione insensata,decisi di alzarmi. La stanza sembra
così piccola,quando non c'è la luce ad
illuminarla: spoglia,
priva di vita. Un
ritrovo tipico dell'Akatsuki,pensandoci bene.
In quei giorni
cambiavamo spesso ritrovo: sapevamo tutti molto bene quello che stava
accadendo,ed era un momento che
ognuno di noi si
sarebbe aspettato di vivere,prima o poi.
I Villaggi si stavano
riunendo: tutti,o meglio,le forze più valorose di ogni
villaggio,avevano deciso di unirsi contro di noi. Prevedibile.
Un attacco era quello
che ci aspettavamo tutti: da molto tempo oramai l'Akatsuki stava
minando la sicurezza degli abitanti dei cinque stati.
Raggiunsi la
finestra,un misero spiraglio di luce rettangolare. L'unica via
d'uscita,il solo modo per rendersi conto che fuori c'era ancora
qualcosa.
Che non eravamo solo
noi,in quel covo nascosto e desolato.
Il cielo era tinto di
un grigio spento,solcato da nuvole uniformi e cariche di pioggia
stagnante; un vento leggero smuoveva appena le fronde esili degli
alberi che coprivano il covo,lasciando scivolare via le foglie
smeraldine con facilità.
«Lo
sai,pare che sia 5 centimetri al secondo.»
Quelle parole erano di
nuovo tornate nella mia mente,persistenti. Si attaccavano ai centri
nervosi del mio cervello,succhiando via tutto ciò
che potevano trovare e
lasciando solo quel ricordo. Si agganciavano come tarli resistenti alle
sinapsi,mordicchiavano voracemente per indebolirmi,si attorcigliavano
stritolando i già labili legacci che tenevano quei ricordi
lontani dalla mia mente,permettendo loro di vagare liberi.
Non volevo che si
liberassero,volevo tenerli chiusi lì sotto il mio controllo
costante.
Strinsi i
pugni,imprigionando le dita nella loro morsa,stringendo così
forte da riuscire a vedere le nocche bianche al di sotto della pelle
pallida. Fino a sentire il dolore delle unghie che trafiggevano la
carne.
Tutto.
Può riemergere tutto,ma non lei.
E poi,come un idiota,i
miei occhi tornarono sul paesaggio attraverso la finestra: c'erano
tanti alberi,ma nessuno di loro era un albero di ciliegio.
Erano comuni
querce,che in Primavera davano sfogo alla loro comune bellezza
sfoggiando le grandi foglie di un verde acceso,riempiendosi di quella
tinta sempre uguale e maestosa.
Nonostante quello
sfondo smeraldino,non c'era colore nell'aria: il cielo era triste,le
nuvole minacciavano una pioggia scrosciante,stormi di uccelli migravano
per trovare un posto più caldo,più sicuro.
Più bello.
«Lo
sai,pare che sia 5 centimetri al secondo.»
Smettila,risposi
dentro di me,come volendo mettere a tacere quella voce squillante e
così dolce che ogni volta riusciva a farmi vacillare.
La
ricordavo,dannazione. Riuscivo ancora a ricordare tutte le sfumature
che riusciva a prendere - la tua voce,mio Dio,quanto l'ho cercata - in
ogni momento,come se quei suoni melodiosi fossero ancora
lì,vividi e presenti.
Un rumore improvviso
scosse quei pensieri,e il mio sguardo andò di nuovo a
posarsi sul vetro: avevai iniziato a piovere,i tuoni che avevo sentito
cominciavano a
ripetersi ad intervalli sempre più brevi. E c'era del fumo.
Fumo grigio in lontananza.
Un rumore di passi
veloci si stava avvicinando alla mia stanza,e in quel momento riuscii a
collegare tutto. Era arrivato il momento.
La guerra era iniziata.
Eppure,uscendo da
quella stanza per raggiungere gli altri,non potei fare a meno di
pensarci di nuovo. E il rumore dei petali che sfioravano
la terra si
ripresentò vivido nei miei ricordi,insieme ad un profumo.
Non quello dei
fiori,no. Il suo
profumo.
Il
tuo odore,Sakura.
Act
02: The past.
Come al solito,Kakashi
aveva finito prima la lezione per andare a pranzo. Era tipico da lui,ma
a Naruto non sembrava dispiacere affatto.
Continuava a
ridacchiare a modo suo,facendo un gran baccano e pregustando la ciotola
di ramen che avrebbe ingurgitato in pochi
minuti - anzi,forse
secondi - di lì a poco.
Lo vidi correre sempre
più veloce,lungo il viale alberato,per raggiungere Kakashi
in modo da arrivare primo.
C'era un'aria
tranquilla,quel giorno: il viale era completamente vuoto,e la Primavera
era arrivata. Lo dimostravano le decine di alberi di
ciliegio in fiore che
ci circondavano,inebriandoci con il loro profumo inconfondibile. Era
assurdo pensare a quanti fiori potessero esserci
in ognuno di quegli
alberi,sembravano sul punto di scoppiare.
Diedi una rapida
occhiata con indifferenza,tornando a camminare. Kakashi e Naruto si
erano allontanati,le loro voci non si sentivano più.
Mi voltai verso la mia
unica compagna di viaggio,e rimasi stupito nel vedere quanto potesse
essere affascinata da quegli alberi,al
contrario di me:
Sakura era sempre stata così,nonostante tutto.
Sognatrice,forse troppo.
Osservava i ciliegi in
fiore con sguardo assorto,gli occhi verdi brillavano come due luci
abbaglianti. Mi sorpresi nel constatare che ero
rimasto a fissarla,per
troppo tempo. Voltai lo sguardo e tornai a guardare dritto,maledicendo
quello che avevo appena fatto.
Ma lei sembrava non
essersene accorta.
Si era fermata sotto
uno degli alberi,ed io feci qualche passo avanti prima di fermarmi e
voltarmi verso di lei. La fissai con sguardo
interrogativo,chiedendole
silenziosamente e solo con quell'occhiata il motivo per cui si fosse
fermata. Lei,sorprendentemente,mi sorrise.
Era un sorriso
dolce,luminoso,che quasi mi destabilizzò. Dio,quanto mi sento idiota.
«Lo sai,pare
che sia 5 centimetri al secondo.».
«Che?».
Una folata di vento
scosse il viale,cogliendoci di sorpresa.
Eravamo più
vicini di quanto mi aspettassi,e i suoi capelli color confetto si
mossero così velocemente che quasi non mi accorsi che quel
profumo zuccherino
proveniva proprio da lei. Ma tanto,prima o poi,ci avrei fatto comunque
caso.
Perchè mi sconvolge
ogni dannata volta che mi avvicino.
Dopo quella folata
improvvisa,i fiori caddero dagli alberi più velocemente. Ne
osservai uno,studiandone il percorso: abbandonò rapidamente
il ramo su cui si
trovava e scese velocemente nello spazio che mi divideva da lei.
Lei,che lo osservava con quello stesso sorriso.
Il fiore si
posò a terra,e le sue parole mi tornarono alla mente.
«Lo
sai,pare che sia 5 centimetri al secondo.».
«Che?».
«La
velocità con cui cadono i petali di ciliegio...5 centimetri
al secondo.»
5 centimetri al
secondo. Mi sembrava stupido osservare di nuovo un fiore di ciliegio
per contare i secondi.
Così
osservai lei.
E mi resi conto che
quei fiori le somigliavano più di quanto credessi.
Act
03: Goodbye.
La pioggia sferzava la
mia pelle con violenza. Non credevo che potesse essere così
dolorosa,della semplice acqua. O forse era solo la profonda ferita che
avevo in mezzo al petto,a provocare quel dolore infernale. Non riuscivo
a vederla,ma doveva essere bella profonda: il sangue veniva
spazzato via
dall'acqua scrosciante,e mi circondava in una pozza di un rosso
diluito,come se volesse nascondermi il fatto ovvio che
oramai avevo davanti
agli occhi.
Sto
morendo,non è così?
La guerra si
è improvvisamente fermata: c'è un silenzio quasi
surreale,rispetto alla spaventosa quantità di suoni
accatastati fra loro che si
sentivano fino ad un
attimo prima. Che stava succedendo,non combatteva più
nessuno?
«Sasuke-kun!».
Di chi era,quella
voce? Non poteva essere...
Un sorriso invisibile
si dipinse sulle mie labbra umide,solcate dalle gocce di pioggia
fredda. Avrei riconosciuto ovunque quella voce.
La voce che riemergeva
sempre nei miei ricordi,che mi attanagliava la mente. Che aveva
provocato quella ferita sul petto con un colpo
maestrale,che non mi
sarei mai aspettato,ed un'altra,nelle profondità del mio
animo,dal momento in cui avevo abbandonato il Villaggio.
«Sakura...»
mormorai,ma non riuscii a sentire il suono delle mie parole. Era tutto
maledettamente ovattato.
Era stata lei,a dare
il colpo di grazia: l'avevo sottovalutata,oramai non era più
una ragazzina. Era cresciuta,ed era riuscita a vincermi.
«Sasuke-kun!
Sasuke-kun!» continuava a ripetermi,e in ogni momento la
sentivo più vicina.
Non mi chiamava
così da tempo. Sasuke-kun.
«Fermatevi,dannazione!»
riuscii a sentire a stento quella voce. Naruto?
«Sasuke,ti
prego...apri gli occhi,ti prego...» continuava lei,e in quel
momento mi sentii improvvisamente meglio. Era lei,che alleviava le mie
ferite?
In quel momento
riuscii ad aprire gli occhi: la scarica di pioggia si era interrotta,e
un grande spazio azzurro e luminoso si era aperto
davanti ai miei occhi.
Un cielo limpido,terso,senza peccato.
E,tutto intorno a
noi,gli alberi di ciliegio mossi dal vento leggero lasciarono cadere i
loro petali di nuovo,come quella volta.
Un sorriso
più visibile si mostrò quando riuscii a
vederli,finalmente: colorati,dal profumo inconfondibile,leggeri.
Ogni cosa di loro mi
ricordava lei. Ed ecccola lì,appena le mie palpebre si
sollevarono.
«Sakura.»
dissi,questa volta con voce flebile ma definita. Le sue lacrime presero
il posto della pioggia,rigando il suo viso e scendendo sul mio.
Perchè
piangi,ragazzina?
«Sasuke-kun,resisti...»mormorò
lei,tra le lacrime. «andrà tutto bene,Sasuke.
Andrà tutto bene. La guerra è finita,ti
riporteremo a casa,vedrai..».
Sorrisi,osservando i
suoi occhi limpidi e di un verde smeraldo inconfondibile. I petali di
ciliegio si posavano intorno a noi,passandole sul capo e scendendo a
terra.
«Sorridi.»
dissi semplicemente,e lei mi guardò. Forse anche io avrei
avuto quello stesso sguardo stupito sentendomi parlare
così,ma ora
non me ne importava un
granchè.
Lei annuì
appena,si asciugò le lacrime e tentò di mimare un
sorriso il più possibile credibile.
Stupida,credi che non
sappia distinguere i tuoi sorrisi?
Ma andava bene
così.
«5
centimetri al secondo.» mormorai,cercando di resistere al
dolore della ferita che mi stava portando via,oscurandomi nel suo
dolore lancinante.
«c-come?»
balbettò lei,ma stava piangendo di nuovo. Aveva capito,forse.
«La
velocità... con cui cadono i petali di ciliegio...5 centimetri al secondo.».
Chiusi gli occhi,e
sentii il suo abbraccio stringermi più forte.
In fondo,era quello il
motivo per cui avevo sempre ricordato quella frase in particolare:
perchè quella frase mi ricordava lei.
La sua delicatezza,il
suo essere sempre pronta,quei capelli rosa confetto dal profumo
inconfondibile,gli occhi sempre persi nel vuoto ma così
intensi da distruggere
con un solo sguardo. La leggerezza e la grazia dei suoi movimenti,la
sua forza d'animo.
La sua bellezza.
«Si...»
sentii appena,una volta chiusi gli occhi. «ci sono anche
adesso. Li vedi,Sasuke-kun?».
Se lo ricordava. E
questo era più che sufficiente.
Ci eravamo separati
come quei petali. Allontanati per un tempo che sembrava
un'eternità. Ma adesso,sembrava che non ci fossimo mai
separati.
Sembravano essere
passati solo pochi secondi,il tempo che un petalo impiega per cadere a
terra.
Ed io?
A quale
velocità sarei dovuto andare,io,per poterla rivedere di
nuovo?
Act
04:
Sakura.
Il cimitero era
intriso di un profumo intenso,inconfondibile. I grandi alberi di
ciliegio intorno allo spiazzo verdeggiante si muovevano velocemente,
mossi dal vento. I
petali cadevano a ritmo costante,come se sapessero esattamente a quale
velocità andare.
Sakura
costeggiò il vialetto sterrato e si avvicinò ad
una fila di lapidi,quelle dei grandi eroi del Villaggio della Foglia.
Lì,più
luminosa e splendente di tutte,c'era la sua.
Sasuke
Uchiha
xxx
Guerriero
valoroso,amico fidato.
Hai
attraversato le nostre vite con
la
velocità di un petalo di ciliegio.
Il
tuo ricordo resterà vivo
nei
cuori di tutti.
Sakura non
potè fare a meno di versare una lacrima leggendo quelle
parole. Nonostante andasse lì tutti i giorni da quando
Sasuke non c'era più,
non poteva rimanere
impassibile di fronte a quelle parole.
La guerra era finita
prima di iniziare,e Sasuke era stato sepolto lì nel loro
villaggio. Lui avrebbe voluto così,e ne erano tutti certi.
Sakura posò
il grande mazzo di fiori di ciliegio sul tumulo,e qualche
petalò si separò inevitabilmente dagli altri.
Guardò quei
piccoli temerari con dolcezza,sfiorando la lapide di pietra con un
gesto aggraziato.
Si era chiesta a lungo
il perchè di tutto questo: in fondo,era stata lei a mettere
fine alla sua vita; il faccia a faccia con Sasuke era durato a lungo,ma
alla fine
era riuscita ad
ucciderlo. Perchè erano rivali,ma si amavano nel profondo.
E aveva capito,dopo
tante domande,che la risposta era la più semplice di tutte:
doveva andare così. Il destino l'aveva voluto.
Forse la morte era
l'unica condizione che avrebbe potuto riunirli: Sasuke le aveva
dimostrato il suo amore esalando l'ultimo respiro. Se n'era andato con
la velocità di un petalo,abbandonando quella vita
così fugace e delicata. Quella vita che somigliava tanto a
quei fiori che cadevano costantemente
dagli alberi,e che lei
ammirava ogni volta.
«5
centimetri al secondo.» mormorò lei,e un'altra
lacrima le rigò la guancia rosea. « anche
questi,Sasuke-kun. 5 centimetri al secondo.» .
In fondo,anche la vita
era breve a quel modo. Fragile,delicata,e rapida. Ma sapeva che,anche
se si erano separati così tante volte,il loro percorso
continuava ad essere
lo stesso. E che prima o poi si sarebbero riuniti,nonostante tutto.
E in quel momento,a
Sakura sembrò quasi di sentire la voce di Sasuke,sospinta
dal vento nel cimitero solitario.
Note
il più possibile serie dell'autrice.
Ooookay,potete buttare
le scatole di fazzolettini,la shot è finita.
Vabè,magari prima passatemene una a me.
Ve lo giuro,mi sono
commossa solamente scrivendola,figurarsi rileggerla. Però
non potevo non omaggiare uno dei più bei film di animazione
che abbia mai visto:
"5 Centimeters per second". E' un film della durata di un'ora,formato
da tre storie.
Ed è
meraviglioso,consiglio a tutti i guardarlo.
Per quanto riguarda
questa one-shot,che dire? Mi sono ispirata al film,e devo dire che sono
stata combattuta fino alla fine perchè odio scrivere
delle shot
così tristi. Ma era così che doveva andare u.u
Come avete capito ho diviso la storia in atti: il primo atto si collega
al terzo,il secondo invece è una memoria del passato. Il
quarto,invece,si riferisce ad un futuro prossimo.
Quindi spero vi sia piaciuta,e che mi facciate sapere cosa ne pensate
lasciando
un bel commentino
>w<
Un
supermegaabbracciococcoloso <3
L.
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