Ninna
Nanna
Il
venticello fresco della sera cominciava ad
alzarsi tra le cime degli alberi mentre il sole andava a tuffarsi
dietro le
colline.
Elizabeth osservò la carrozza allontanarsi
ondeggiando fin quando scomparve nel folto del boschetto. Stava ancora
con i gomiti
poggiati sulla lastra di freddo marmo quando qualcuno giunse alle sue
spalle
lasciandole cadere addosso un elegante drappo di velluto rosso. Lizzie
sorrise
al contatto con il mantello.
Darcy le afferrò una ciocca di capelli e la passò
tra le dita, poi osservò anche lui l’orizzonte.
«A che pensi?» chiese infine.
«Jane sembra cavarsela…»
«Sono d’accordo. » rispose
l’uomo posando le mani
sui fianchi della moglie.
Lei abbandonò la testa sul petto di Darcy e
continuò ad osservare per un po’ il cielo
azzurrino. I grilli cominciavano il
loro concerto, un odore di fieno proveniva dai campi vicini alla
tenuta, l’aria
si faceva sempre più gelida, mentre le prime stelle
cominciavano ad apparire in
cielo.
Elizabeth rabbrividì, dopo uno sbuffo di aria
fredda. Darcy le sistemò il mantello e la strinse ancora
più forte.
«Mia cara, mi sembra di aver acquistato un intero
guardaroba –degno di una principessa!- per soddisfare le tue
esigenze…»
«Darcy, mi sembra che nessuno vi abbia fatto mai
una tale richiesta…»
«Qualche volta potresti accontentare tuo marito...»
Lizzie sorrise.
«Sapete, non è nella mia natura tentare di essere
ciò che non sono. Sono affezionata a questi
abiti…» concluse la giovane
indicando il suo vestito, il solito, quello che usava sempre durante la
primavera per passeggiare nei pressi di Longbourn.
«Con mio rammarico, so che siete una testarda
almeno quanto il sottoscritto.»
«Siete?» chiese Elizabeth, stupita per quel
“voi”
inaspettato.
«Oh, suvvia, non vedo perché tu debba darmi del
“voi“ e io debba darti del
“tu”… vorresti per favore scegliere la
seconda
proposta?»
«D’accordo, Darcy.» rispose lei, per poi
sussurrare
qualcosa simile a un “Sapete perfettamente che non so darvi
del tu…”
L’uomo ridacchiò, felice di aver riportato una
piccola vittoria.
«Il dottore è stato qui…»
cominciò la donna, quasi
rivolgendosi al vento.
«Stai male?» domandò Darcy.
«No» rispose Lizzie con una piccola risata,
afferrando le calde mani del marito e spostandole sul suo ventre.
Darcy sorrise, le baciò il collo e si abbandonò
sulla sua spalla canticchiando una ninna nanna mentre la luna si
impadroniva
definitivamente della volta celeste.
«Ti amo Fitzwilliam Darcy» sussurrò
voltandosi
verso l’uomo della sua vita.
«Vi amo» rispose lui sorridendo imbarazzato e
accarezzando il ventre della moglie.
Lizzie sorrise pensando a come sarebbe stato essere
genitori, abbandonandosi alla più pura felicità,
pervasa da una sensazione di
tranquilla spensieratezza.
Salve!
Innanzitutto volevo scrivere qualcosa su di Orgoglio e Pregiudizio da
due anni,
da quando cioè ho chiuso l’ultima pagina del libro
con un sospiro mezzo di
felicità mezzo di tristezza. Non sono Jane Austen ovviamente
e il
mio stile non è nulla di paragonabile al suo, ma mi
interessava dedicare
qualcosa ad una sua opera e sperimentare la scrittusa ampollosa
ottocentesca,
che vi assicuro è difficile da imitare!).
Ah,
Fitzy (il nome con cui chiamo Darcy xD) che canta la ninna nanna
è forse molto ooc,
spero non venga a cercarmi a casa e non mi uccida –in tal
caso sarei felice, perché
avrei la prova che uno come lui esiste- e spero anche che non vi sia
caduto un
mito, ma anche lui è un tenerone (o almeno me lo sono sempre
immaginata sempre
un pomposo in società e dolcissimo nel privato, e tutto
questo rimanendo un
uomo contegnosissimo!) :D
Grazie
mille per aver letto questa breve storia, che forse un senso non ce
l’ha.
Queeny~
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