Capitolo LUNGO, lo so. Avviso fin da ora che dovrò
diminuire la frequenza di pubblicazione per non lasciarvi
all’asciutto troppo a
lungo, visto che sto ancora scrivendo del novembre del sesto anno (e
sono
comunque a pagine 90 e qualcosa).
L'ultima
partita di Quidditch e gli esami.
Quando entrò in casa fu accolta dall'invitante profumo di
arrosto che le fece salire l'acquolina in bocca. Sorrise poggiando la
busta
della spesa sul tavolo, e si passò una mano tra i capelli.
«Sono tornata!» avvisò, e
sentì subito il tramestio che
annunciava la discesa di suo marito dalle scale. Lui arrivò
sorridendo e si
scambiarono il solito bacio veloce.
«Ho parlato con la signora Hopkins al cellulare, ti
saluta.»
«Potrebbe anche farsi viva quella lì.»
commentò lei, «Tutto
bene di sopra?»
«Perfetto, la culla è praticamente pronta. E senza
magia.»
si vantò lui.
«Voi uomini e le vostre scommesse... Spero solo che non
salti per aria.»
Lui rise e le sfiorò il pancione.
«Nulla di pericoloso per la nostra bambina... Mi sento
ferito!» e rise di nuovo, «Dovresti fidarti di
più di me, Georgie.»
Georgia si svegliò balzando a sedere e portandosi una mano
alle labbra.
«Oh, santissima Helga!» sussurrò
atterrita.
Nel letto vicino al suo Megan si stava agitando come al
solito.
«Scappa... Cedric...»
Georgia si precipitò da lei e cominciò a
scuoterla.
«Meg, Meg! Sveglia!»
«Oh! Ehi... Urlavo di nuovo?» domandò
assonnata.
«Non ancora, ma mi sono svegliata dopo un sogno
assurdo...»
mormorò Georgia, «Te lo posso
raccontare?» la supplicò.
«Sali sul letto e dimmi, ma che sia una cosa
veloce.»
ringhiò l'altra.
«Non qui... Non deve sentirci nessuno...»
«È roba così scabrosa?»
domandò Megan infastidita; Giorgia
non rispose e questo la incuriosì, «Lo
è davvero?»
«Preferirei che nessuno sapesse.»
«Sala comune, dai.» borbottò lei allora,
alzandosi e
rischiando di inciampare nelle lenzuola. Era però piuttosto
soddisfatta
all'idea che avesse chiamato lei e non Sally-Anne.
Quando scesero di sotto, ed erano le due di notte in punto,
trovarono Wayne che leggeva.
«Ehi, Wayne. Vattene. Dobbiamo parlare di cose da
donne.»
Wayne rivolse loro un'occhiata annoiata e poi si strinse
nelle spalle.
«Buonanotte.» le salutò.
«Wow.» commentò Georgia, «Ti
obbedisce anche lui allora, la
notte...»
«Bella vestaglia.» commentò Wayne
allontanandosi, «Sobria.»
«Vaffanculo.» rispose Megan, che indossava una
sottoveste
rossa fiammante, «Allora, poche chiacchiere.»
«Okay, okay... Nel sogno stavo facendo la spesa per me e mio
marito.» cominciò Georgia.
«E chi caspita è tuo marito?»
«E quando sono rientrata a casa era tutto molto comune, sai,
le azioni che si fanno ogni giorno... Ho detto “sono a
casa” e allora dalle
scale di casa è arrivato...»
«Chi è arrivato?» la incalzò
Megan.
«Michael.»
«Michael?» ripeté lei,
«Stebbins?»
«E chi altrimenti? E mi ha accolta con un bacetto e mi ha
detto che tu avevi telefonato. Cioè, sapevo che eri tu anche
se non ti ha
chiamata col tuo nome.»
«E come mi ha chiamata?»
Georgia esitò.
«Prometti che non ti arrabbierai?»
«No.»
«Signora Hopkins.»
Megan spalancò la bocca.
«Ma dico, sei scema?»
«Ed io ero incinta di una bambina di Michael e lui stava
sistemando la culla.» terminò Georgia tutto d'un
fiato.
«Oddio, un incubo!» esclamò Megan,
«Non sei scema, sei pazza!»
«Secondo te cosa significa?» la
interrogò l'altra
ansiosamente, «È perché sono andata a
letto con lui che ora mi aspetto di
sposarmelo? Sono una specie di donna dell'ottocento? Non so separare il
sesso
tra amici da quello che porta al matrimonio?»
«Rettifico: sei proprio scema a chiedere a una come me certe
cose. Comunque magari era solo un sogno, sai?»
Georgia si illuminò: «Tu credi? Non sto per
cominciare a
sperare di avere l'anello al dito?»
«Ti spaventa tanto?» domandò Megan,
incerta.
«Certo! Michael non vorrebbe mai, sarebbe solo una
sofferenza per entrambi se mi illudessi!» inorridì
lei.
«Oh. Quindi non è che non vuoi pensare di sposarti
con lui
perché a te non piace l'idea, ma perché a lui non
piacerebbe.»
«No, non ho detto...» Georgia tacque.
«E il sogno era così fuori dai tuoi programmi
futuri che
appena l'hai fatto hai avuto bisogno di farti consolare da
me.» proseguì Megan,
poco convinta, «Mi sa tanto che sei una damina
dell'ottocento, cara. Mio marito
era Wayne o Walter? Dimmi non Walter, Walter è...
grosso.»
«Cosa? Oh, no, no, era Wayne... colpa di certi discorsi con
un amico, sai... Lascia stare, quella era tutta suggestione... Ma forse
era
suggestione anche il sogno di me sposata con Mike!»
«Sì, certo, ignora le mie rare parole sagge... Ti
spiace se
torniamo a letto? Devo finire di sognare l'assassinio di mia madre in
modo da
essere pronta per svegliarmi e vedere la finale di Quidditch
domattina.»
Georgia batté le palpebre.
«Oh... certo. Sai, la tua vita è
contorta.»
«Weasley è il nostro re, Weasley è il
nostro re, non ha
lasciato la pluffa entrare...» stava canticchiando Charlotte.
«Sbaglio o era diversa la canzone?»
domandò Megan, «Ciao.»
«Oh, ciao! Sì, era diversa, ma Fred e George prima
di
andarsene hanno cambiato le parole apposta per la finale.
Così forse Ron
Weasley giocherà meglio.» spiegò,
arrossendo poi alla vista di Jack.
«Ciao, folletta! Insegnacela!»
«Dorian! Unisciti a noi!» lo salutò
Georgia, superando di
gran carriera Michael senza guardarlo. Il ragazzo la guardò
allontanarsi con
aria preoccupata e Walter sghignazzò.
«Quanto mi mancherà tutto questo l'anno
prossimo...»
«Ci pensate che questa è l'ultima partita di
Quidditch che
vediamo a Hogwarts?» fece Jack, «Potrei sentirmi
male.»
«Magari ti prenderanno in qualche squadra dopo.» lo
incoraggiò
Hannah.
«No, faccio pena!» rise lui, «Penso che
lavorerò al
Ministero. Anche se mi piacerebbe fare l'insegnante un
giorno.» le confidò
abbassando la voce, «Sono stato sempre incredibilmente
affascinato da
babbanologia...»
«Ti ci vedrei!» esclamò lei entusiasta,
«Oh, scusa,
Neville.»
«Figurati.» disse lui, massaggiandosi per un
momento la
spalla che lei gli aveva urtato, «Chi tifate?»
«Gryffindor, ovviamente.» sorrise lei.
«Sì, la sorellina di George non ce lo perdonerebbe
mai
altrimenti.» disse Susan, indicandola. Charlotte aveva anche
lo stemma
Gryffindor dipinto su una guancia e Neville ridacchiò.
«Una tipetta pericolosa.»
«Chi?» domandò bruscamente Megan e lui
impallidì.
«N-nessuno.»
«Non morde più.» mormorò
Hannah a un suo orecchio, «Vuoi
unirti a noi?»
«Perché no.» accettò lui, un
po' rincuorato.
«Ehi, Megan.» la chiamò Wayne,
«C'è Helen di là.»
«Dove dove?» chiese subito Justin.
«Affianco a Lance.»
Justin si adombrò, «Ah, certo. Ehi, Ernie, andiamo
a sederci
su.»
Tutti si voltarono a guardarlo ma incontrarono soltanto la
faccia rassegnatissima di Ernie che li salutava.
«Interessante.» commentò Sally-Anne,
«Ehi, stupido
francese.»
E tutti si girarono a guardare lei con aria preoccupata
mentre Sheldon assottigliava lo sguardo.
«Che scè, prinscipessa
dolle arpie?»
«Chiamaci Helen. Dille di mollare il piccoletto carino. Oh,
ciao Geoffrey.»
«Ciao Sally-Anne.» la salutò lui mentre
Rowan sghignazzava e
poi notava Michael.
«MAESTRO!»
«Rowan!» sorrise subito lui, «Cosa ti
avevo detto?»
«Lo so, ti devo chiamare Michael. Ma è sempre
divertente
urlarlo.»
«Allora va bene, fa pure.»
«Michael?» ripeté
Stephen.
«Oh, sì, insomma, se dobbiamo essere amici
dobbiamo esserlo
alla pari, dopotutto.» spiegò lui.
«Il nostro Mikey è cresciuto, Walter!»
esclamò Rent, dandogli
uno spintone mentre passava. Walter rise, alzando la lattina di
burrobirra
presa dalle cucine come per brindare.
«Rent, ti prendo a pugni.» minacciò lui.
«Che succede?» chiese Helen e Megan la prese
sottobraccio.
«Tu guardi la partita con noi.» decretò.
«O-Okay.» balbettò lei, ormai ostaggio.
«Steph, secondo te chi vincerà la
coppa?» chiese Quill,
guardando le squadre entrare e prendendo posto accanto a lui,
«Gryffindor con
Weasley come portiere non ha molte speranze, però non me la
sento di scommettere
contro.»
«Stanno ancora facendo scommesse a un minuto dalla partita?
Comunque tu punta su Gryffindor. In un modo o nell'altro se la cavano
sempre.»
«D'accordo... Ehi, Hannah, puoi dire a quel tipo dietro di
te che io punto sui Gryffindor?»
Hannah annuì e Neville li osservò incuriosito.
Poi sorrise a
Quill avendone incontrato lo sguardo e Quill ricambiò con
vaga inquietudine,
sapendo che era amico di Harry Potter.
«Jordan non sembra pronto a fare commenti divertenti come al
solito.» osservò Megan.
Michael annuì.
«Era molto depresso nell'ultimo mese e mezzo, da quando Fred
e George se ne sono andati.»
«E ci credo...» commentò Georgia,
«Erano dei miti ed erano
sempre assieme. Mi manca soprattutto George.»
«Li conoscevi?» domandò Dorian stupito.
«Oh, pochissimo. Più che altro io e George siamo
quasi
omonimi, quindi...»
«E sono partiti!»
«È
iniziata!» strillò Megan,
aggrappandosi a un braccio di Wayne, «FORZA
ROSSO-ORO!»
«E Davies prende la Pluffa
immediatamente, Davies il capitano dei Ravenclaw con la pluffa scansa
Johnson,
scansa Bell, scansa Spinnet anche … sta andando forte per il
gol, sta per
tirare e – ED È PUNTO!»
«NO!» urlarono tutti;
così
cominciarono i cori degli Slytherin.
«Ed ecco che Davies riprende
la pluffa, non è possibile! Angelina bloccalo!»
gridò Jordan.
«Jordan, sii
obbiettivo!»
sentirono gridare alla McGonagall.
«Ma non è possibile
se...
Ecco che Spinnet riesce a togliergli la pluffa ma- OH! Quel
maledet-cioè,
Bradley è comparso dal nulla... e-»
Tutti trattennero il fiato:
Bradley aveva mirato a sinistra ma era soltanto una finta,
scagliò la pluffa
contro la destra e Weasley, incredibilmente, riuscì a
prendere quel tiro quasi
impossibile.
«E WEASLEY PARA! GRANDIOSA
PARATA PERFETTA! Mi spiace Bradley, hai fatto male i conti col nostro
portiere
e... Ma anche la fila dei Gryffindor sta cantando adesso?»
E anche il gruppo di
Hufflepuff che aveva parlato con Charlotte cominciò a
cantare a gran voce:
«Weasley è il nostro re! Weasley è il
nostro re! Non ha lasciato la pluffa
entrare! Weasley è il nostro re! Weasley è il
nostro re! Può salvare tutto non
lascia un solo anello incustodito, per questo tutto Gryffindor canta:
WEASLEY È
IL NOSTRO RE!»
Naturalmente la fila
Hufflepuff aggiunse “E tutti gli Hufflepuff
cantano!” ma il risultato fu
comunque un ammutolire incredulo della fila Slytherin e una quasi
caduta da
parte di Ron Weasley dalla scopa, che poi fece il giro degli anelli
ringraziandoli con un gesto del braccio.
«Ma non distraiamoci
troppo!»
esclamò Jordan tornato entusiasta, «Ecco che la
Chang sembra aver individuato
qualcosa... no, invece! Ma c'è la nostra Spinnet che
è impossibile da
contrastare e sta volando dritta verso gli anelli avversari e- no, ecco che passa a Bell che viene
bloccata da un bolide ma no! Ecco che Davies riesce ad afferrare la
pluffa ma
BELL GLIELA PORTA VIA! CHE VELOCITÀ, GENTE! ECCO CHE JOHNSON
SEGNA!»
Tutti applaudirono
entusiasti.
«Ehi, stanotte che ne dite se
festeggiamo la vittoria Gryffindor tutte assieme?»
domandò Susan felicissima,
dato che anche lei aveva già scommesso.
«Helen, sei dei
nostri.»
decretò ovviamente Megan e la ragazza assentì.
«CHAMBERS SI AVVICINA AGLI
ANELLI... DAI RON! WEASLEY È IL NOSTRO RE!»
E Weasley parò anche il suo
tiro. Ormai il pubblico era in visibilio e quando il re Weasley non si
risparmiò
con le evoluzioni esplosero nuovamente i cori in suo onore.
«La Chang ha appena
recuperato la sua scopa e sembra abbia visto il boccino! Sì,
l'ha visto e ora
anche la nostra Weasley sta volando verso di lui e
vai Ginny! VAI GINNY! E GLIELO TOGLIE DA SOTTO IL NASO PRENDI
QUESTO CHANG ABBIAMO VINTO!» urlò tutto d'un fiato
Jordan.
La McGonagall stavolta non ci
pensò neppure a rimproverarlo, festeggiando come tutti.
Tutti i Gryffindor si
erano precipitati a festeggiare il loro portiere che aveva permesso una
vittoria schiacciante di duecento a dieci.
Anche gli Hufflepuff, soprattutto
quelli che avevano scommesso, li seguirono fino a fuori. A un certo
punto Ron
urtò l'architrave della porta del castello con la testa ma
nessuno vi badò e
Megan quasi morì dal ridere; poi anche loro ripresero a
cantare, per un momento
tutte le paure dimenticate.
«Propongo di rinviare il
pigiama party.» disse infine quella sera Sally-Anne,
«Almeno fino a dopo gli
esami.»
«Mi sembra il caso,
sì.»
convenne Hannah, sfogliando il libro così velocemente da non
leggere nulla di
ciò che c'era scritto, «NON RICORDO NULLA! SONO
STUPIDA!» gridò, buttandolo a
terra e scappando via dalla sala comune.
«Perfetto.»
commentò Georgia,
poggiando la fronte sul libro.
«Cosa fai?»
domandò Michael,
«Cerchi di imparare mandandoti l'inchiostro al
cervello?»
«Sto appassendo.»
rispose lei
con voce tetra.
«Ah, beh, certo.»
Quando i G.U.F.O. arrivarono
i ragazzi del quinto anno erano tutti fuori di sé senza
eccezione. Megan
avrebbe voluto aiutarsi con qualche pozione per la memoria e aveva
morso un
braccio di Wayne quando il ragazzo aveva cercato di toglierle la
boccetta di
mano, Hannah piangeva a intervalli regolari, Susan recitava a memoria
brani di
Trasfigurazione, Georgia aveva trasfigurato almeno un centinaio di
conigli che
ora gironzolavano per il parco di Hogwarts, Sally-Anne si faceva
interrogare da
Justin, così come Ernie si faceva da chiunque, Quill
continuava a ripetere che
avrebbe fatto l'apprendista Guardiacaccia per il resto della sua vita e
Stephen
giocherellava lanciando per aria qualsiasi oggetto - bacchette comprese
-
avesse sotto mano mentre ripeteva ciò che aveva appena
studiato. Wayne
continuava a non preoccuparsi dei suoi esami di fine sesto anno e
quindi
giocava a carte con Michael, mentre Walter litigava con Rent e Jack
eseguiva
incantesimi di ogni genere ossessivamente.
«Ernie studia otto ora al
giorno. Otto ore al giorno, ti rendi conto? E io mi sento male dopo
cinque!»
strillò a un certo punto Hannah, che si trovava nella serra
con Neville.
«L'ho sentito mentre lo
diceva a Ron e Harry.»
«E tu credi davvero che
Malfoy conosca gli esaminatori? Lo aiuteranno?»
domandò, scaricando con rabbia
del concime in un vaso.
«No, come ho detto loro, no.
Mia nonna ad esempio conosce la presidente della commissione,
Marchbanks, e
sono sicura che lei non conosca i Malfoy, non come fa intendere lui.
Malfoy
dice sempre un sacco di stupidaggini per vantarsi di essere migliore
degli
altri.» la rassicurò lui.
«È severa?»
«Quanto mia nonna.»
rispose
lui con un rantolo finale.
Hannah lo guardò con orrore,
dato che quell'anno si era trovata molto spesso a parlare con Neville e
aveva
sentito parlare della signora Longbottom.
«Senti, Neville, ma i tuoi
genitori...» azzardò a un certo punto.
«Mi passi la paletta?»
la
interruppe lui, impallidendo. Hannah se ne accorse e sentì
le lacrime agli
occhi.
«Oh, scusami tanto, è
ovvio
che non siano affari miei! L'avevo detto che sono stupida! Non
dovrebbero farmi
frequentare Hogwarts!» si lamentò, di nuovo in
crisi.
Neville la guardò
terrorizzato: «Ma che dici! N-non piangere!» si
guardò anche attorno, ma erano
rimasti soli a mettere a posto le ultime cose nella serra,
«Non c'è problema! È
solo che preferisco non parlarne!»
«D'accordo.»
mormorò lei,
«Scusa, ho crisi di pianto di continuo.»
«È normale, sei
nervosa.» la
tranquillizzò lui, sollevato dal vederla già
calma.
«Senti, se mai volessi
parlarne, con me potrai farlo, va bene? Io sono brava ad
ascoltare.»
Neville annuì, incerto.
«E lo so, sembro una
pazza.»
aggiunse lei ridacchiando e asciugandosi le lacrime. Neville
arrossì e mugugnò
qualcosa, «Come?»
«Dicevo che non mi sembri
pazza per niente...» borbottò e Hannah riprese a
ridacchiare.
«Allora sei pazzo tu.»
Neville scosse la testa,
«Sapessi...»
«Come?»
«Nulla. Ora puoi passarmi la
paletta?»
Il primo esame fu
Incantesimi, il lunedì mattina. Wayne augurò
buona fortuna a colazione e tutti
risposero con una serie di grugniti, compresi gli studenti che dovevano
affrontare i M.A.G.O.
«Poveretti...»
commentò
Michael, addentando il suo pane con marmellata.
«Sta zitto, la tua voce
è
fastidiosa.» ringhiò Megan, sfogliando il libro a
tavola.
Georgia leggeva muovendo
soltanto le labbra e aveva già fatto cadere due volte le
posate dato che
guardava il libro sulle sue gambe.
«Perché non mi ricordo
questo
incantesimo?» domandò Walter con voce disperata,
«Io mi odio. Odio questa
scuola schifosa. Vi odio tutti.»
«A voi tocca l'anno prossimo,
eh?» domandò Michael a Rowan e gli altri che lo
guardarono con palese
raccapriccio.
«Finito.» disse Megan,
chiudendo il libro, «Dai, andiamo.»
«Nell'atrio, giusto?»
pigolò
Quill, che aveva un colorito decisamente verdognolo,
«Morirò.»
«Non prima di me.»
commentò
Susan, tetra.
Alle nove tornarono in Sala
Grande e trovarono dei tabelloni in fondo alla sala e una serie di
banchi. Ci
fu qualche ultimo abbraccio di incoraggiamento e poi tutti corsero a
sedersi.
«Possiamo cominciare.»
disse
la McGonagall e fogli, penne magiche e bottigliette di inchiostro
raggiunsero
gli studenti.
Enunciare la formula e
descrivere il movimento necessario a far si che un oggetto voli.
Megan sorrise, ricordando la
volta in cui aveva fatto schiantare una boccetta di inchiostro tra i
capelli di
Michael con il wingardium leviosa, due anni prima.
Tutti i suoi amici la
ringraziarono mentalmente per questo.
Il numero esatto di giri di
bacchetta per produrre un baule locomotor e la sua esatta funzione.
Wayne sorrise tra sé e
sé,
ricordando la volta in cui Megan si era messa in testa di usarlo e
aveva dato
un violento colpo di valigia a Michael. Tutti gli altri la
ringraziarono di
nuovo mentalmente.
Con quale incantesimo
può
essere prodotto un singhiozzo continuo?
Georgia ricordò la volta in
cui Sally-Anne si era vendicata di Sheldon per un suo commento su un
suo
cappellino e cominciò a scrivere.
Una volta fuori ci furono
nuovi abbracci di gruppo e vari ringraziamenti.
«C'erano sei domande a cui
sapevo rispondere anche solo ricordando i guai che hai
combinato!» esclamò
Susan estasiata e Megan annuì sorridendo,
«È stato facile!»
«Stasera però
c'è la
pratica.» disse Ernie preoccupato.
«Andrà bene,
vedrai!»
Dopo pranzo poi si
prepararono alla prova pratica e Sally-Anne ebbe un mancamento e su sua
richiesta fu fatta entrare per prima per potersene andare velocemente a
riposare in camera. Fu Michael ad accompagnarla, dato che stava
saltando la
sua. Del loro gruppo, oltre Sally-Anne, Hannah, Susan e Stephen
entrarono per
primi, insieme a Terry Boot dei Ravenclaw.
Megan aveva poggiato la
fronte contro un muro e prendeva respiri profondi mentre Quill era
talmente
depresso che Georgia lo aveva abbracciato e lui era entrato col viso
bordeaux.
«Come è
andat-» cercò di
chiedere Wayne e Megan lo assalì saltandogli al collo.
«Ho fatto tutto perfetto! Amo
Incantesimi, lo amo! Tutto merito tuo!»
«Invece che cambiare colore
al topo l'ho trasfigurato in una zucca non so come.»
commentò Georgia, «Per il
resto bene.»
«Ho fracassato
l'uovo...»
mormorò Quill, «Dov'è
Stephen?»
«Qui.» disse l'altro,
sedendosi a cenare con lui, «Stavo ripassando
Trasfigurazione.»
«No.» gemette Megan,
perdendo
tutta l'allegria improvvisata, «Mi ero scordata di
Trasfigurazione...»
«Ho quasi trasfigurato
l'esaminatore in un cane, o meglio, i suoi vestiti.»
mormorò Walter, incredulo,
«Non penso passerò i M.A.G.O.»
«Passerai tutto.» lo
rassicurò Jack, riempendosi la bocca con un enorme pezzo di
carne.
Il giorno dopo Megan sentì di
essere andata bene nella pratica grazie a Wayne, mentre Quill e Hannah
cominciarono a dare segni di cedimento più evidenti, e nella
pratica
quest'ultima impazzì del tutto e riuscì a far
moltiplicare la sua iguana in decine
e decine di esse.
«Hannah, calma...»
cercò di
dirle Megan non riuscendo neppure a far sparire la propria.
«NON CE LA FACCIO!»
strillò
lei e gli esaminatori fecero per parlare quando con un botto tutti i
furetti
divennero fenicotteri.
«Uccelli dappertutto!»
sibilò
Stephen terrorizzato, sfrecciando via e quasi travolgendo Potter.
«Tutti fuori... Ragazzi,
uscite, facciamo una pausa...» li invitò il
professor Tofty.
Hannah scappò in lacrime e,
mentre Michael rideva, con Georgia che lo rimproverava per la mancanza
di tatto
cercando di non ridere a sua volta, Megan ordinò a Wayne di
prendere una
camomilla per lei e per Stephen che sembrava in procinto di avere un
attacco di
nervi.
Erbologia fu piuttosto
rilassante per tutti, la Sprout era un'ottima insegnante del resto, ma
i veri
problemi sorsero durante Difesa Contro le Arti Oscure. Susan, Hannah,
Ernie e
Justin avevano dato loro una mano in segreto negli ultimi due mesi,
cercando di
recuperare almeno parte del programma, tuttavia il molliccio da
affrontare fu
troppo per molti di loro.
Liberi per quel giorno dagli
esami quelli del settimo anno si affollarono alla porta per vedere gli
amici
più piccoli e Wayne, con loro, pregava mentalmente che
Megan, Stephen e Georgia
non si facessero prendere dal panico. Stavolta non erano stati chiamati
in
ordine alfabetico, perciò le due ragazze erano
già dentro.
«Expelliarmus!»
gridò
Georgia, disarmando quasi l'esaminatore.
«Molto bene, signorina
Runcorn, se vuole andare da quella parte ora...»
«Brava Georgie! Ehi, guardate
come la Umbridge fissa Potter...» sussurrò Michael.
«Oh, bravo!»
strillò in quel
momento il Professor Tofty, «Davvero molto bene! Penso che
possa bastare
Potter... solo... ho sentito dal mio caro amico Tiberius Ogden che
può produrre
un Patronus? Per dei punti in più...?»
Tutti si sporsero in avanti
quando lui sollevò la bacchetta, compresi gli altri
esaminatori, e anche Megan,
Georgia, Susan e Zabini si fermarono.
«Expecto Patronum!»
Dalla punta della sua
bacchetta comparve un vapore argenteo che si condensò in un
cervo; il Patronus
sfilò per la sala e il professore applaudì per
poi congedare Potter.
«Ottimo, signorina Jones, se
vuole avvicinarsi al molliccio ora...» la chiamò
un altro esaminatore e Megan
fu scossa da un tremito.
Cercò di pensare a quale
fosse la sua peggiore paura ma era indecisa tra Rookwood, Tu-Sai-Chi, i
suoi
amici morti e naturalmente api, vespe, calabroni e i Dissennatori come
Potter.
Tutti la fissarono con
attenzione e Georgia trattenne un'esclamazione di incoraggiamento.
Il molliccio ruotò su se
stesso e quando tornò immobile aveva l'aspetto di Rookwood
Junior. Tutti coloro
che poterono riconoscerlo trasalirono e Megan si
immobilizzò, terrorizzata.
Cercò di tenere a mente che quello non era reale ma i suoi
occhi continuarono a
seguire la traiettoria della sua bacchetta senza che lei potesse
muoversi,
totalmente paralizzata.
«MEGAN!»
strillò Susan, e
anche i ragazzi fuori dalla porta cominciarono a chiamarla.
«SILENZIO!» li mise a
tacere
la Umbridge.
«Ricorda come... si sconfigge
un molliccio?» il professor Tofty tentennò nel
chiederlo, tenendo d'occhio il
falso Mangiamorte e chiedendosi chi fosse la ragazzina.
«Riddi... kulus.»
sussurrò
lei, con in mente il bel sorriso gentile del professor Lupin che le
infuse un
po' di coraggio.
«Vuole provare?»
«Ri-riddikulus!
Riddikulus!»
Il falso Rookwood arretrò e
infine cambiò aspetto, tramutandosi in una figura ammantata
di nero con delle
mani scheletriche. Era così che lei aveva sempre immaginato
Tu-Sai-Chi.
«Riddikulus!
RIDDIKULUS!»
Un crack e comparve un'ape
gigantesca, poi un Dissennatore. Megan tentò di riprendere
fiato e scambiò
un'occhiata con Susan dopo averla cercata con lo sguardo.
«Oh, sì, posso
intervenire?»
domandò Susan. Megan sentì il profondo gelo
portato dal Dissennatore e la
sensazione di non poter essere mai più felice, con l'eco
della voce di sua
madre che urlava di dolore.
«Prego.» disse
l'esaminatore,
«Signorina Jones, per lei è sufficiente
così.»
«Expecto Patronus!»
Tutti si voltarono
esterrefatti e videro la nuvoletta di fumo argenteo che prendeva la
forma di un
animale peloso quasi solido e scacciava il finto Dissennatore.
«Anche lei sa fare l'Incanto
Patronus?» si stupì la professoressa Marchbanks,
seduta nella sala,
«Incredibile!»
«Oh, mi sono allenata molto
per questo esame.» spiegò lei facendo l'occhiolino
a Megan.
«Anche altri studenti ne sono
in grado?» domandò il professor Tofty e Megan ne
approfittò per sgusciare via.
«Credo proprio di sì,
signore.» rispose lei con un sorriso, incontrando lo sguardo
ora furioso della
Umbridge, «Durante le nostre sessioni di ripasso ho visto
parecchi Patronus,
anche se non solidi come quelli di Harry Potter.»
«Eccellente!»
squittì lui,
«Signorina Runcorn, signor Zabini, preparatevi ad affrontare
il molliccio!
Signorina Bones, è sufficiente così!»
Quando Susan gli passò
accanto, lui sussurrò: «E saluti sua zia Amelia
per me.»
«Certo, signore.»
sorrise
lei, voltandosi per un momento indietro e notando che i suoi amici
fuori
facevano la ola, compresi quelli più grandi con cui
teoricamente aveva poca
confidenza rispetto ai coetanei.
Appena fuori trovò Megan che
stava prendendo a calci il muro.
«Si può essere
più fifoni? Mi
sono paralizzata!»
«Oh, Meg, è
normale!» esclamò
lei, ma entrambe sobbalzarono all'urlo femminile che seguì e
si precipitarono
indietro per guardare dalla porta: Georgia era davanti al cadavere
dilaniato di
un uomo.
«Il fratello.»
mormorò Wayne,
nella porta all'altro lato della sala, «Lo
sapevo...»
Crack.
Michael era morto, con gli
occhi aperti e nessuna ferita visibile. Avada
kedavra, pensò Megan.
Crack, e Wayne era morto, così
Megan fu sicura di sapere che altra forma avrebbe potuto prendere il
suo
molliccio da quel momento in poi; crack, Megan
stessa morta, col sangue
che inondava il pavimento.
«Basta
così.» disse il
professore con voce gentile, mentre Georgia ormai singhiozzava. Zabini,
alle
sue spalle, la guardò con disprezzo. «Coraggio,
signorina Runcorn...»
«Faccio il giro e vado da
lei.» annunciò Michael, mentre Wayne, Walter e
Sally-Anne fissavano come
ipnotizzati il cadavere di Megan a terra, con le braccia stese come ali
spezzate sul pavimento e l'uniforme strappata su un fianco. Stephen
ebbe una
strana sensazione di deja-vu che cacciò immediatamente e
salutò la vera Megan
con una mano, che ricambiò con un brusco cenno del capo
mentre Susan accoglieva
Georgia tra le braccia per portarla via.
Ci fu un altro crack e
davanti a Zabini comparve la copia di se stesso. Aveva le braccia
lasciate
scoperte dalla divisa e nel suo avambraccio c'era un segno che gli
altri
studenti non riuscirono a vedere. Zabini, comunque,
impallidì come se si
trovasse anche lui un cadavere davanti, e i due esaminatori vicini
quasi
saltarono indietro.
«RIDDIKULUS!»
Il falso Blaise sfoggiava
un'improvvisa cresta rosa e un kilt che fece scoppiare a ridere gli
altri
studenti, e il molliccio si guardò attorno confuso,
«Riddikulus!» ripeté lui.
«Ottimo lavoro.» disse
il
professor Tofty con voce fioca, chiedendosi che genere di studenti
fossero a
Hogwarts quell'anno visti gli ultimi cinque, «Avanti
Goldstein, Abbott,
Cornfoot e Crabbe. Qualcuno di voi sa produrre l'incantesimo Patronus
per
caso?»
«Lo vedo sempre
morto...»
mormorò Georgia seduta sulle scale con la testa sulle gambe
di Hannah che le
accarezzava i capelli, «Tutti loro. Mike, Wayne, Megan...
Tutti... Tu cos'hai
visto?»
«Una enorme T.»
Georgia la guardò.
«Di Troll. Avevo fallito
tutti gli esami. Certo, il tuo molliccio era molto peggiore, e se non
avessi
avuto la visuale occupata da Walter e Rent quando cercavi di scacciarlo
penso
che ora avrei le tue stesse paure. Stephen sembrava sul punto di
crollare prima
ancora di cominciare.»
«Ehi, tutto bene qui?»
domandò Wayne, avvicinandosi con un bicchiere di succo di
zucca in mano, «Non
venite a cena? Michael sta impazzendo.»
«Adesso arrivo...»
mormorò
Georgia, «Mi prenderanno in giro secondo te?»
«Nessuno lo farebbe mai, lo
sai. A parte Megan.» si corresse, «Beh, non
più.»
«Va bene...»
sussurrò.
Arrivata a tavola tutti
l'accolsero con gentilezza e poi ripresero a parlare del weekend di
riposo e di
cosa avrebbero fatto nel frattempo.
«Posso farti una domanda sul
tuo molliccio?» chiese Megan quando tornarono in sala comune
e Georgia annuì,
«Perché proprio io ero quella ammazzata nel modo
peggiore?»
«Oh... non so... forse
perché
mi hai detto che a Divinazione la Trelawney ti associa al lupo, no?
Intenderà
il mistero, i segreti o quel che è, ma comunque sia penso di
aver collegato al
farti sbranare da un lupo.» spiegò a disagio.
«Grazie mille.»
borbottò lei,
«Proprio una morte indolore.»
«Io domani ho Cura delle
Creature Magiche, ci si vede.» li salutò Walter
sbadigliando.
«In bocca al lupo. Senza
offesa, Jones.»
«Summerby, mi sto spaccando
dal ridere. Tra poco però spacco te.»
«Pozioni.»
sospirò Megan con
affetto, arrivando in Sala Grande.
«Sarebbe divertente se Neville
facesse saltare un calderone e tutti gli altri esplodessero e l'esame
fosse
rimandato e...»
«Sogna, Justin.»
commentò
Susan.
«Io sono d'accordo con
lui.»
convenne tetramente Quill.
Ma Neville sembrava
rilassatissimo e Susan si accorse che a quella vista Hannah si era
calmata a
sua volta e, anzi, era divenuta più allegra.
Cura delle Creature Magiche
fu un disastro per Megan che non aveva studiato abbastanza, mentre
Stephen
diede il meglio di sé dato che gli Knarl che dovevano
riconoscere non erano tra
gli animali che gli facevano impressione. Quill e Georgia si bruciarono
coi
Granchi di Fuoco ma riuscirono a trovare i cibi corretti da dare agli
unicorni
malati, questione su cui Sally-Anne intavolò un'appassionata
discussione con
l'esaminatrice, che le consigliò di proseguire per quella
strada.
«Come ti è andato lo
scritto
di Astronomia?» chiese Wayne e Megan sorrise radiosamente.
«A meraviglia!»
«Georgie?»
azzardò Michael e
lei ringhiò qualcosa di molto meno soddisfatto.
«E dire che solitamente sei
così brava...» mormorò Susan,
«Dev'essere la tensione...»
«Beh, andiamo a prepararci,
tra poco c'è Divinazione.» disse Ernie,
«Pronti a predire enormi tragedie?»
«E lupi siano.»
borbottò
Megan.
«Per poco non era
contemporaneo ad Antiche Rune.» osservò Stephen,
contrariato, «Non ho potuto
continuare in alcune materie che volevo proprio perchè gli
orari si
accavallavano, questa scuola è organizzata male.»
«E tenti Antiche Rune con
l'intenzione di continuare l’anno prossimo senza aver neanche
seguito tutte le
lezioni?» domandò Georgia, scioccata.
«Sai che mi basta leggere una
volta per ricordare, quindi sì. Mi ci soffermerò
approfonditamente l'anno
prossimo e per ora mi accontenterò di un voto qualsiasi.
Tanto posso proseguire
a prescindere visto che non la sceglie mai nessuno e comunque ho
seguito due
lezioni sì e una no per fare anche Divinazione.»
Tutti lo guardarono con
profondo rispetto.
Alle undici di sera si
recarono alla torre di Astronomia, dopo che gli altri ragazzi li ebbero
salutati e avessero promesso di aspettarli alzati.
«Tra te e Michael tutto
è
tornato normale?» domandò Megan,
«Nonostante il sogno?»
«Non ce ne sono stati
più.»
rispose Georgia rilassata, «Quindi sì, tutto
normalissimo. Del resto siamo solo
amici.»
«Certo...»
«Credete davvero che dovrei
proseguire con Cura delle Creature Magiche?»
domandò Sally-Anne in quel
momento, «Perché io ho detto che vorrei lavorare
al Ministero giusto per far
stare zitta la professoressa, non avrò certo davvero bisogno
di lavorare in
futuro, però a pensarci bene non mi dispiacere difendere i
diritti degli
animali.»
«Sally, è una
bellissima
idea!» esclamò Hannah, «Quando ti
appassioni a qualcosa è difficile
contraddirti, Sheldon ne sa qualcosa, perciò dovresti
proprio tentare!»
«Male che vada hai comunque i
soldi.» convenne Georgia, più pratica.
«Sì, ma in futuro
potrei
finire con l'incontrare Hopkins spesso.» si
lamentò lei.
«Rischi del mestiere.»
commentò Susan, divertita.
La professoressa Marchbanks
spiegò loro cosa avrebbero dovuto trovare e segnare nella
carta astronomica e
insieme al professor Tofty cominciò a passare in rassegna di
ciò che facevano,
impedendo loro di continuare il discorso.
Georgia si era distratta un
momento, sollevata dal fatto che stesse riconoscendo Orione ricordando
le volte
in cui Michael gliene aveva parlato, e notò per un momento
un riflesso di luce
partire dal basso. Guardò per vedere se qualcuno dei suoi
amici era uscito in
cortile ma non vide nessuno, e poi le porte del castello si
spalancarono.
Georgia notò qualche figura muoversi per il giardino e diede
una gomitata a
Sally-Anne che stava accanto a lei. Megan si guardò attorno
e notò che Potter
stava fissando il basso invece che l'alto, e il professor Marchbarks
stava
avvicinandosi a lui. Justin dovette aver notato lo stesso
perché si schiarì la
gola con qualche colpo di tosse e Potter tornò a lavorare.
Ernie sobbalzò quando udirono
uno schiocco dal basso, e Hannah che era molto tesa per via dell'esame
in corso
quasi fece cadere il telescopio. Notando che non era successo nulla
tornarono
tutti a studiare finché un boato non spaventò
tutti. Proveniva dalla zona in
cui era la capanna di Hagrid.
«Provate a concentrarvi
adesso, ragazzi.» li richiamò Tofty.
«Ehm... Venti minuti allo scadere del
tempo.»
«No.»
sussurrò Hannah con
voce spezzata, affrettandosi a segnare la cartina.
E improvvisamente qualcosa
esplose.
«Ohi!»
esclamò Megan quando
si colpì la faccia col telescopio per lo spavento.
«Ahi...»
borbottò anche
Stephen. Quill era tanto pallido che era possibile notarlo anche al
buio.
«No!» urlò
la Granger e tutti
si affrettarono a vedere cosa stesse succedendo ignorando le proteste
scandalizzate degli esaminatori. C'era una battaglia, Hagrid stava
combattendo
contro qualcuno ed era uscito dalla sua capanna.
«SII RAGIONEVOLE,
HAGRID!»
«CHE TU SIA DANNATO! NON MI
PRENDERETE COSì, DAWLISH!»
Sally-Anne lanciò un
gridolino vedendo che il grosso cane di Hagrid veniva colpito per
difendere il
suo padrone e cadeva a terra. Hagrid cominciò a urlare
ancora più furioso e
scagliò via l'uomo che aveva ferito il cane. Quill si
coprì gli occhi con un
urlo strozzato ma poi guardò attraverso le dita e Susan si
aggrappò a Stephen,
che le poggiò un braccio intorno alle spalle senza farsi
notare dagli
insegnanti. Tutti però continuavano a fissare fuori e
qualcuno urlò:
«Guardate!»
«Credo ci sia la Umbridge
lì
in mezzo.» sussurrò Georgia, «Mi
è sembrata lei quando l'ho vista uscire dal
castello.»
«Come osate! Come
osate!»
«È la
McGonagall!» esclamò la
Granger. Megan si portò le mani al petto, sperando che non
facesse la fine del
cane.
«Lasciatelo! LASCIATELO, ho
detto! Per quale motivo lo state attaccando? Non ha fatto nulla, niente
da
giustificare questo!»
E poi quattro stupeficium
furono scagliati contro la donna. Le Gryffindor gridarono, Hannah si
portò una
mano alle labbra per impedirselo mentre Susan si nascondeva dietro
Stephen.
Megan barcollò, spaventata, e urtò Ernie, mentre
Sally-Anne prendeva una mano
di Georgia e la stringeva fino a farle male, mordendosi le labbra.
«Per mille Gargoyles!»
gridò
il professor Tofty, «Tutto questo è
oltraggioso!»
«CORDARDI! BRUTTI CODARDI!
COME AVETE OSATO!» urlò Hagrid e la Granger
gemette qualcosa.
«Non farti ammazzare.»
pregò
Megan.
«Sta prendendo il suo
cane...» sussurrò Sally-Anne vedendolo piegarsi e
metterselo in spalla.
«Si chiama Thor.»
mormorò
Justin, con la gola secca.
«Prendetelo, prendetelo!
Prendetelo!»
«È la voce della
Umbridge.»
ringhiò Georgia, «Lo avevo detto che era
lei...»
Hagrid riuscì a fuggire e ci
fu un minuto di silenzio in cui tutti continuarono a fissare il
giardino con la
bocca aperta, poi il professor Tofty disse un poco convinto:
«Rimangono cinque
minuti.» e tutti tornarono altrettanto incerti al loro esame.
Tutti alla fine corsero di
sotto ma nessuno andò a letto, si fermarono a parlare tra
loro. Ernie si unì al
trio di Potter mentre gli altri decisero di raggiungere la sala comune
e
raccontare tutto agli altri, se non avevano assistito. Hannah era di
nuovo in
lacrime.
Michael, Walter, suo
fratello, Rent e Jack, insieme ai ragazzi del quarto anno e ai compagni
di
stanza di Wayne avevano assistito dalle finestre del corridoio del
piano terra,
dopo che Helen, impensierita per l'esame di Justin e uscita per un
momento lì
per vedere se stava tornando indietro, era corsa dentro a chiamare
tutti per
avvisarli delle figure che passeggiavano per il giardino.
«Ragazzi!»
gridò Justin,
correndo loro incontro.
«E la McGonagall?»
chiese
Sally-Anne, scossa.
«Portata in infermeria, non
sembrava stare per niente bene.» rispose Walter,
«Voi siete tutti sani e salvi,
vero?»
«Certo, eravamo sulla cima
della torre.» disse Justin, abbracciando affettuosamente
Helen, «A parte lo
spavento, che diamine.»
«Questa scuola sta andando a
putt-Georgie!» la salutò Michael, andandole
incontro, «E l'esame?»
«Chi è riuscito
più a
pensarci...» borbottò lei.
«Chiaramente la Umbridge
voleva evitare una scenata come quella della Trelawney, ma ha
evidentemente
fatto male i conti.» commentò Ernie quando li ebbe
raggiunti.
Tornarono in sala comune
tutti assieme, discutendo di ciò che era accaduto. Come
prevedibile Sally-Anne
perse presto interesse per ciò che non la riguardava in
prima persona e si fece
coraggio, andando a sedersi accanto a Walter che si guardò
attorno cercando di
capire perchè fosse venuta da lui.
«Hopkins, puoi
temporaneamente dimenticarti che io ti odio e tu mi odi?»
domandò lei,
scacciando con un'occhiataccia un ragazzo che le si era avvicinato.
«Posso provarci. Cosa ti
serve, principessa?» domandò Walter, sarcastico.
«Stavo pensando di proseguire
con Cura delle Creature Magiche e magari un giorno far parte
dell'Ufficio
Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Tu dovresti essere ben
informato sull'argomento, a quel che so, perciò mi chiedevo
se sai dirmi che
percorso dovrei seguire dopo la scuola.»
«In teoria questo non avresti
dovuto chiederlo al tuo colloquio di orientamento
professionale?» domandò lui
stupito.
«Sì, beh, in quel
momento
pensavo soltanto al fatto che non avrei avuto bisogno di lavorare, sono
ricca,
ricordi? Però... Allora, lo sai o no?»
Walter trattenne una risata
di fronte alla sua espressione torva. Gli sarebbe mancata l'anno
successivo,
con tutte le sue arie da gran signora.
«Sì, lo so.» disse, e poi
cominciò a spiegarle come
funzionavano le cose al Ministero.
«Che fate voi ora? Dormite o
studiate per Storia della Magia?» domandò Susan.
«Dormiamo. Per studiare ci
sarà tempo domani mattina.» rispose Justin,
sbadigliando, «Non vedo l'ora che
sia finita.»
«Domani è l'ultimo...
Non
posso crederci...» mormorò Georgia.
«Anche per noi domani
c'è
l'ultimo esame.» disse Rent, «Per Jack, a dire il
vero, c'è l'ultimo esame.
Babbanologia.»
«Dillo pure al plurale, siete
la stessa persona...» commentò Megan, che invece
doveva ancora dare il suo di Demonologia,
ma non lo contava neanche come un esame tanto le riusciva naturale.
«Certo che lo siamo.»
rise
Rent, mettendo un braccio intorno al collo dell'amico e facendo per
strangolarlo. «Ma non sono così cretino da fare
babbanologia, io che sono
nato-babbano!»
«Imbecille!» si
liberò Jack,
ridendo a sua volta, «Dopo domani dobbiamo spassarcela, sono
gli ultimi giorni
a Hogwarts per noi!»
«Oh, non ditelo. Mi fai
venire l'ansia al solo pensiero.» si lamentò
Georgia.
«Tanto io resto ancora un
anno e sono quello che conta.» dichiarò Michael,
buttandosi su una poltrona,
«Ora che ci penso, se mi bocciano due volte, dividerò la camera con te,
Wayne!»
Wayne lo guardò scettico, ma
non commentò.
«Ce la possiamo fare!»
annunciò Hannah allegramente, non più pallida e
finalmente tornata in sé, «È
solo uno stupido esame di teoria e poi è fatta!»
«Hannah... Ti senti
bene?» si
decise a chiedere Ernie.
«Sì! Ti rendi conto
che poi
siamo liberi? Liberi! Non vedo l'ora che sia
finito!»
«Finché è
allegra lasciatela
stare.» borbottò Megan.
«Speriamo solo che non
trasfiguri i compiti in fenicotteri.» sussurrò
Stephen e Quill sghignazzò
nervosamente.
«Girate i vostri
fogli.»
disse la Marchbanks capovolgendo la gigantesca clessidra
all'estremità della
sala, «Potete iniziare.»
Megan voltò il foglio e
guardò la prima domanda, ma fu distratta dal rumore di una
vespa che sbatteva
contro il vetro della finestra. Terrorizzata, cominciò a
fissarla e anche
quando Tofty tossicchiò per richiamare la sua attenzione sul
foglio continuò a
seguirla con gli occhi. Dopo dieci minuti la vespa si
allontanò e lei cercò di
tornare al compito, scossa. Georgia scriveva come se ne dipendesse la
sua vita,
poco distante da lei, e poteva notare dalle spalle dritte di Hannah che
la
compagna non aveva perso il buon umore.
Stephen, quando Marchbansk lo
superò passando tra i banchi, si voltò a
controllare per un momento come stessero
procedendo Susan e Quill: lui era crollato sul banco con aria depressa
e lei
giocherellava pensierosamente con la piuma. Sospirò e
cominciò a rispondere
velocemente alle domande.
Megan lesse la domanda dieci
e sorrise, era la prima domanda che Wayne le aveva posto su Storia
della Magia.
Ernie quasi baciò il foglio,
notando che conosceva più della metà delle
risposte, mentre Justin si era messo
una mano tra i capelli ricci e valutava se fosse il caso o meno di
rovesciare
il banco e scappare via.
Passò mezz'ora e poi
improvvisamente un botto fece sobbalzare tutti e quando si voltarono
indietro
videro che Harry Potter era caduto dalla sedia e si teneva la mano
sulla
fronte, agitandosi come in preda al dolore.
Ernie cercò Hermione con lo
sguardo e la vide portarsi una mano alle labbra mentre Ron si era
automaticamente alzato, ma il professor Tofty lo aveva bloccato con un
cenno
della mano, aiutandolo ad alzarsi.
«Andiamo in
infermeria.»
disse subito, e la professoressa Marshbarks annuì.
«No... Non devo
andare...» lo
sentì mormorare Sally-Anne mentre le passava accanto.
«Tornate ai vostri
fogli.»
ordinò l'altro esaminatore.
«Sai che Potter è
svenuto?»
esordì Quill incredulo quando incontrò Wayne per
il corridoio.
«È svenuto?»
«Beh, è caduto
dalla sedia e si lamentava senza far rumore...»
«Come fa a
lamentarsi senza far rumore?»
«Sembrava volesse
urlare ma non usciva nessun suono!» spiegò
Sally-Anne.
«Boot giura di
averlo visto sanguinare!» esclamò Susan
preoccupata.
«Sarà in infermeria
ora...» commentò Michael, confuso,
«Sanguinava?»
«Io non ho visto
sangue, sembrava solo stordito.» rispose Georgia, mordendosi
le labbra.
«La Smashintosh era
tranquilla.» convenne Megan e Wayne non si prese neanche la
briga di
correggerla.
«C'è sempre
qualcuno che crolla durante l'esame.» commentò
saggiamente Walter, «Andiamo a
cena...»
Andarono verso le
scale e con loro grande sorpresa videro proprio il Ragazzo
Sopravvissuto
correre così velocemente da sembrar fare i gradini a tre a
tre, per poi
schizzare via andando verso dove si svolgevano gli esami.
«Questo non
promette bene.» osservò Justin. Tutti annuirono.
«Dio, non posso
credere che abbiamo finito.» sbottò Georgia,
buttandosi sul letto dopo aver
salutato Cindy, una Hufflepuff un anno più grande che era
stata invitata da
Hannah.
«Guardate chi ho pescato in sala comune!»
esclamò Megan, arrivando
con la povera Helen rossa in viso. «Non dovevamo passare una
notte sveglie?
Perchè diavolo stai piangendo adesso, Hannah?»
«È così bello e
triste! Abbiamo finito e non vedremo più Hopkins, Summers e
Summerby, però ora
siamo tutte amiche e facciamo i pigiama party! Vero, Susie?»
Susan la guardò
allarmata, «Credo di sì.»
«Non è vero che non
li vedremo più, Walter è il fratello di Wayne, lo
vedremo d'estate e per le
feste.» la corresse Georgia, «E ci scriveremo! Io
penso che scriverò spesso a
Rent e Jack, e poi adesso abbiamo i cellulari!»
«Avete dei
cellulari?» si stupì Helen.
«Regalo di Megan.
Tu sei nata-babbana?» domandò Sally-Anne,
spazzolandosi i lunghi capelli dorati
con attenzione.
«No, mia madre è
babbana ma mio padre è un mago.» rispose lei,
«E devo avvisare le mie compagne
di stanza che starò qui stanotte.» aggiunse
esitante.
«Vado io.» disse
Megan.
«Meg, almeno le hai
chiesto se aveva altro da fare? Se ne aveva voglia?»
tentò Georgia.
«No.» rispose lei
uscendo.
«Megan! Helen, non
preoccuparti se non puoi restare...»
«No, non importa.»
sorrise lei, «E poi mi fa piacere che Megan voglia la mia
compagnia, è una
persona interessante e poi è sempre meglio esserle simpatici
che antipatici.»
«Puoi dirlo.»
confermò lei Susan, lugubre.
«Sei una brava
ragazza.» sospirò Hannah, «Non farti
rovinare da lei.»
Helen scoppiò a
ridere, «No, no.»
«C'è un valido
motivo per cui le tue compagne debbano avere paura di me? Sembrava che
ti
dessero per morta poco fa.» disse Megan una volta tornata
indietro con un suo
pigiama, «Sei ufficialmente rapita ma ti
restituiremo.»
«Salve a tutti.» le
salutò con voce sognante Amelia. Sally-Anne la
guardò inorridita. Cindy, che
non conosceva nessuno, era invece incuriosita.
«E lei che ci fa
qui?»
«L'ho invitata io,
Sal. Amelia è forte.»
Amelia sorrise con
aria assente, «Bella stanza. Bel poster.» aggiunse,
indicando quello accanto al
letto di Megan con il cantante delle Weird Sisters in completo rosso
sangue e
trucco gotico.
«Un concerto a
Londra, è una foto che ho scattato io stessa.»
«Mi piace quel
trucco, avevo una cugina che si truccava così.»
«Sì?» domandò
Georgia, incoraggiante.
«Sì, poi però è
morta.»
«Oh.»
«Hai un sacco di
parenti morti.» osservò Cindy con voce rapita.
«CINDY!»
strillarono tutte incredule, meno Megan che rideva.
«Oh, sì.» confermò
Amelia, ancora sognante, «Lei è quella morta
impiccata.»
«Morgana...»
sussurrò Sally-Anne e lei la udì.
«No, si chiamava
Mary.»
«No, io... Oh,
lascia perdere...» borbottò, aprendo una scatola
di crema. Notò lo sguardo
incuriosito di Helen, «Questa serve a prevenire che si
formino impurità di
qualsiasi genere. È così che la mia pelle
è così perfetta.»
«Sally-Modestia-Anne.»
cantilenò Megan.
«Funziona davvero?»
domandò Helen interessata.
«Certo. Tu che
crema usi?»
«Nessuna... Anche
se mi sono sempre chiesta se i cetrioli sugli occhi funzionassero
davvero e ora
lo so.» sorrise lei, indicando quelli accanto alle sue
salviette.
Sally-Anne spalancò
la bocca: «Non hai mai usato creme? Impacchi? E non hai mai
fatto nulla per il
tuo aspetto?»
«Le
sopracciglia...» provò lei, un po' inquieta per
via della luce fanatica nei
suoi occhi.
«Amelia? Tu?»
«No.» rispose lei,
osservando la foto sul comodino di Megan che ritraeva la squadra di
Quidditch
dell'anno precedente, con lei a un fianco di Cedric, «Molto
carina anche questa.»
Megan sorrise con
nostalgia.
«È TERRIBILE!»
ululò Sally-Anne facendole sobbalzare tutte e poi
schioccando le dita, «Susan,
Hannah, mi servirà aiuto! Dobbiamo fare un trattamento
completo a queste due
giovani sciocche ragazze!»
«Cosa? Ma perchè?»
si lamentò Susan.
«Sarà divertente!»
si rallegrò Hannah.
«Ah, dimenticavo,
George, gentilmente, prendi lo smalto rosa.»
continuò lei, ignorandole, «Cindy,
suppongo che tu non abbia bisogno di me...»
«No, tranquilla, io
le uso già.» ridacchiò lei,
«Certo, se vi mettete tutte una maschera mi
aggiungo anche io, non voglio certo essere una strana...»
«Non abbiamo
scelta, vero?» domandò Helen a Megan.
«No.»
«Tu ti preoccupi di
essere strana?» chiese Susan, scettica, «Con
Sally-Anne che sta per torturare
queste ragazze?»
Un'ora dopo le due
ragazze erano sui loro letti, coi capelli nascosti da un asciugamano
messo a mo
di turbante, gli accappatoi, la maschera di bellezza sul viso e lo
smalto su
mani e piedi. Sally-Anne stava mettendo due fette di cetriolo sugli
occhi di
Amelia, dopo avergliene data una da mangiare per tenerla buona, e Cindy
aveva
provato una crema che, dopotutto, non conosceva, non potendosi
permettere tutti
i prodotti di bellezza che l'altra acquistava.
«Perciò... ti sei
decisa e hai scelto Jeremy, eh?» fece Hannah, occupata ad
arricciare i capelli
di Georgia.
«Se parli non
muovere troppo la bocca.» ordinò Sally-Anne prima
che Cindy potesse pensare di
rispondere.
«Beh, sì.» disse la
ragazza, ubbidendo.
«Dal Ballo del
Ceppo, vero?» squittì Susan eccitata.
«No, tempo dopo...»
rispose Cindy.
«NON SORRIDERE!»
«Sally, dalle il
tempo di parlare!» la rimbrottò Susan,
«Dicevi?»
«Diciamo che è da
quest'anno. Ci sono stati problemi perché l'ho
tradito.»
«Ah beh, almeno sei
onesta.» sghignazzò Megan.
«Perché l'hai
tradito?» domandò Helen, sorpresa.
Cindy fece
spallucce, «Non so cosa mi sia preso. Stavo parlando con
Dorian, il mio amico,
e lui era così carino con me in quel momento che ci
è venuto spontaneo
baciarci.»
«Dorian?» ripeté
Georgia, interessata.
«Credo di aver
sentito Caitlin dire qualcosa del genere...»
commentò Amelia.
«Comunque dopo un
sacco di casini, quest'anno Jeremy ci ha provato di nuovo e io ho detto
di sì. Perché
è carino.»
«E Dorian?» domandò
Georgia.
«Dorian cosa?»
chiese Cindy.
Helen aggrottò la
fronte.
«Non farlo. Non
fare espressioni. Ti uccido.» minacciò con voce
inquietante Sally-Anne, «Anzi,
no, ora che ci penso posso toglierti la maschera. A me il cotone,
Susan!»
«Con Dorian tutto
bene?» specificò Hannah.
«Ma sì, lui era
tranquillo quanto me... quello strano è Kevin...»
spiegò lei, con voce un po’
distratta.
«Chi? Kevin di
Ravenclaw?» domandò subito Sally-Anne, poi
notò lo sguardo di Helen e Amelia, «E'
del nostro anno. Praticamente l'unico che non si capisce come sia
finito in
quella casa, pensa solo a divertirsi...»
A queste parole
Cindy sembrò trovare finalmente modo di dire ciò
che tratteneva da tempo.
«Non lo capisco!»
esclamò, «Kevin è il mio migliore amico
ed è appunto uno che se ne frega di
tutto, non capisco perché sia così arrabbiato con
tutti! È come se non gli
piacesse Jeremy ma non può essere perché sono
amici! È sempre stato strano
stare attorno a lui, a Kevin intendo, ma ora si è
superato!»
«Che intendi con
strano?» domandò Sally-Anne, strofinando del
cotone sul naso di Helen.
«Con Kevin un
minuto sento che è come un fratello rompiscatole, fa ridere,
parla sempre e io
mi sento felice e spensierata... Però il minuto dopo sono di
nuovo agitata, non
so cosa sta pensando e me lo chiedo di continuo, e poi a volte mi
innervosisce
con le cose più stupide ed è strano
perché io non sono mai stata così! E mi
protegge sempre perché a volte non mi accorgo di quando la
gente mi prende in
giro e lui pensa a me… Di solito sono così
svagata da non essere proprio
intelligente, se devo essere sincera, ma intorno a Kevin mi sento tesa!
Certo,
ora lui sta provando a uscire con le ragazze, prima non sembrava molto
interessato alla cosa, voleva solo divertirsi... non che questo abbia a
che
vedere con me, anche se a volte ho paura che quella giusta me lo porti
via, e
penso sia normale perché è il mio migliore
amico...» prese un respiro profondo,
«Non è come con Jeremy. Con Jeremy non sono mai
gelosa o tesa o arrabbiata. È
tutto molto tranquillo, mi sento sicura, non è come se ogni
cosa che succede
sia il finimondo come con Kevin, è tutto perfetto.
È con Kevin, invece, che
sembra sempre di essere in una storia da libro, di quelle con la
tensione alle
stelle tutto il tempo, e ora è così
più che mai perché lui sembra sempre
infastidito quando lo incontro, è stato sgarbato persino con
Jeremy!»
Scese il silenzio,
Sally-Anne aveva lasciato cadere le braccia e sembrava sconcertata.
Le altre ragazze si
scambiarono un'occhiata.
«Cindy...» cominciò
Susan, «Come dire... Non ci conosciamo bene ma...»
«Sei sicura che non
sia il contrario? Parli di Kevin come dell'amore della tua vita e di
Jeremy
come del tuo migliore amico.» dichiarò Megan.
«Ecco.» concordò
Susan.
«Eh?» fiatò appena
lei.
«Le hai lasciato
della crema sulla guancia.» disse Amelia indicandola e
Sally-Anne si affrettò a
togliergliela per passare a lei.
«Il modo in cui hai
parlato di Kevin è come una storia che viene dai libri, in
effetti. Libri di
avventura. Precisamente la relazione sentimentale tra i due
protagonisti.»
proseguì Georgia, «Quando sei innamorata
è normale che ti senti al sicuro e
felice, certo, ma ti senti anche spaventata dall'idea di perdere
l'altra
persona, sei gelosa, non dico pazza ma almeno un po', sei tesa,
soprattutto se
non sai se l'altro ricambia e non sai se puoi dichiararti, sei mille
cose.
Mentre tutta quella serenità che tu provi stando con Jeremy
sembra... solo...»
«Mancanza di
passione.» decretò Sally-Anne, «Tutto
ciò che ti dà la voglia di vivere è in
ciò che hai detto di Kevin, tutto ciò che ti
mantiene in vita con tranquillità
è Jeremy. Uno è l'amore, uno è
l'amico.»
«E tu non hai mai
voluto una vita solo tranquilla, tu hai sempre voluto
emozioni.» precisò
Hannah.
«Ed è strano che ti
sia venuta voglia di baciare un ragazzo, se è solo il tuo
migliore amico.»
riprese Helen, assorta.
«Io... Io... Non lo
so...» mormorò Cindy, «Mi sento
così confusa... Io non avevo mai pensato a
questo... Jeremy è sempre stato quello che guardavo, quello
perfetto...»
«E chi dice che
devi amare quello perfetto?» ribatté Megan,
«A volte ami una persona perché è
imperfetta, proprio perché ci si completa a vicenda, per
quello che ti può
dare, per il modo in cui ti innervosisce. A volte ami e basta, e non
importa se
hai sempre voluto stare con un'altra persona, perché quando
ti innamori è
fatta, è deciso, fosse anche lui il più grande...
rompiscatole... del mondo...»
«Meg?» la chiamò
Georgia, voltandosi.
«Voi siete
innamorate?» domandò Amelia, «Posso
togliere i cetrioli?»
«No. No a entrambe
le domande.» rispose Sally-Anne. Era uscita con tanti
ragazzi, compreso Terry
Boot quell'anno stesso, ed era uno dei migliori amici di Kevin, ma li
aveva
piantati tutti senza rimorso.
«No. No, no, no,
no, no.» disse Georgia, prima di lasciarsi andare a una
risatina isterica,
«Assolutamente no.»
«No.» rispose anche
Susan, mentre Hannah continuava a tacere.
«Sì.» rispose
Megan.
Tutte la guardarono
con occhi spalancati.
«Tu?» sfuggì a
Helen e Georgia.
«E di chi?» chiese
ovviamente Sally-Anne, incredula.
«Col cazzo che ve
lo dico. E tu, Amelia, sei innamorata?»
«Sì, di almeno
dieci ragazzi.»
«Ci avrei giurato.»
«E tu, Cindy, sei
innamorata?» domandò infine Hannah. L'amica la
guardò senza rispondere. «Perché
se sei innamorata e non lo sei di Jeremy devi lasciarlo. È
inutile starci
assieme se non lo ami, non farai bene a nessuno dei due e lui non vuole
certo
che una ragazza stia con lui per simpatia. Jeremy è
fantastico e merita una
ragazza che lo ami veramente, che ami solo lui. Non dovresti
giocarci.»
«Non sto giocando!»
sbottò lei, «Non avevo mai pensato a tutto questo,
è tutto così strano e
nuovo... Non so cosa fare!»
«Pensaci bene.»
disse Georgia dolcemente, raggiungendola, «Magari ci
sbagliamo. Magari no. Sei
soltanto tu quella che può saperlo. Ma se ci tieni a Jeremy
e ti accorgi di non
amarlo, lascialo. Se ami Kevin prenditelo finché puoi, non
potrai mai sapere
cosa può accadere nella vita. Un giorno ci siamo e il giorno
dopo no, se c'è
una cosa che ho imparato è proprio questa...»
«E se Jeremy si arrabbiasse
e non volesse più parlarmi? Se non volesse più
essere mio amico?»
«Soffrirà e dovrà
per forza allontanarsi da te per farsela passare.» disse
Hannah, più gentile,
«Ma non puoi certo stare con lui solo per evitare di
allontanarlo. Non se non
lo ami.»
«Fa paura.» disse
Sally-Anne, chinandosi per poterla vedere bene in faccia,
«Prendere decisioni
simili. Ma a volte sono l'unica decisione possibile. Devi cercare di
essere
felice e di permettere agli altri di esserlo, proprio perché
la vita è una sola.»
«Farai la cosa
giusta.» disse Megan, «Se sei amica di Hannah sei
una brava ragazza.
«Grazie.» sussurrò
lei, «Tutti credono che io sia una facile per via del bacio a
Dorian e perché
mi hanno vista tra l'uno e l'altro, ma la verità
è che sono così... confusa!>>
«Ne parliamo finché
vuoi.» disse Susan, tirando fuori una scatola di cioccolatini
dal baule.
Helen annuì, «Non
diremo nulla a nessuno.»
«Grazie... Io e le
mie compagne di stanza non siamo davvero amiche, loro pensano che io
sia
stupida, ho sempre preferito frequentare Dorian e Kevin,
così non posso
parlarne con nessuno...»
«Intanto, Amelia,
vuoi che ti stiri i capelli? Secondo me ti starebbero bene.»
offrì Sally-Anne,
tornata col tono professionale.
«Come preferisci.»
rispose lei in tono assente.
«Vi rendete conto
che questo è l'ultimo mese a Hogwarts?»
domandò Walter, guardando fuori dalla
finestra, «Non riesco a immaginare cosa ci aspetta.»
«Non riesco a
immaginare di non svegliarmi e cercare di soffocare Rent nel
sonno.» convenne
Jack, «Anche se, tecnicamente, la mia finestra è
davanti alla sua quindi potrei
saltare a casa sua la mattina.»
«La sprangherò.»
disse Rent, «E comunque potresti venire a vivere con me da
qualche parte per
Londra mentre ci cerchiamo un lavoro, no?»
«E i soldi?»
«Prima lavoriamo e
poi ci trasferiamo.»
«D'accordo.»
«Voi sì che ci
mettete poco a decidere delle vostre vite...»
sospirò Michael.
«Tu hai ancora un
anno. Passatemi un firewhisky.» disse Jack, «Ti sei
pentito di esserti fatto
bocciare?»
«Ma neanche per
sogno! Come hai detto ho ancora un anno...»
«Non ho capito cosa
ci faccio io qui.» commentò Wayne, passando il
firewhisky a Jack, «Io non sto
finendo.»
«Neanche Mike se è
per questo. E poi sei il mio fratellino adorato.» rise
Walter, «Tu hai dato
tutti gli esami o hai saltato anche tu?»
Tutti lo
guardarono.
«Beh, vuoi farti
bocciare anche tu, no? L'ho capito.»
«Già. Beh, non ho
dato tutti gli esami e comunque ho parlato con la Sproute ed
è sicuro: ripeterò
l'anno. Ora devo solo trovare il modo di dirlo ai nostri
genitori.»
«Impossibile!» esclamò
Rent con la voce tonante che echeggiò per la torre,
«Non credevo che il giorno
in cui ti avrei visto bocciato sarebbe mai giunto! Tu dovevi essere il
secchione!»
«Walter è il
secchione.» ribatté lui, «Io ho buona
memoria.»
«È per Megan?»
chiese Jack dopo una breve esitazione, «Come Michael con
Georgia?»
«Qualcosa del
genere.»
«Non è solo per
Georgia che voglio restare, voglio anche recuperare i mesi
persi.» si intromise
Michael, «A proposito...»
«Sì?» lo incoraggiò
Walter.
«No, è che... Mi
dispiace, sapete. Per tutto il casino... sapete.»
«Nah, piantala.»
fece Rent, lanciandogli un cuscino.
«Sei sempre stato
un idiota.» aggiunse Jack.
«Imbecille.»
convenne Rent.
«Con un carattere
schifoso.»
«E impossibile da
reggere se tutto non andava come volevi.»
«E ti abbiamo
sopportato perché sei quello che attira di più le
ragazze.»
«Specie perché ora
che eri così orribile con loro, loro si consolavano con
noi.»
«Quindi nessun
problema.»
«Nessunissimo.»
«Concordo, ci sono
uscito io con Laura.» concluse Walter.
«Grazie, siete
veramente degli amici di merda.» commentò Michael,
«Alla salute.»
«Alla salute.»
ripeterono tutti e bussarono alla porta.
«Avanti!»
«Chi è?» urlarono
assieme Walter e Rent.
«Stephen, Quill,
Justin ed Ernie.» rispose la voce annoiata di Stephen e Jack
aprì la porta con
un colpo di bacchetta.
«Abbiamo pensato di
festeggiare con voi già che Wayne era qui e Stephen voleva
raggiungerlo.» li
salutò allegramente Justin.
«Ma prego! Abbiamo
un mese per fare pazzie prima di andarcene, qualche idea?»
domandò Jack,
ammiccando.
«Com'è che non si
vedono da ieri?» domandò all'improvviso Ernie,
mandando giù la sua cena.
«Chi?» domandò
Justin, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata a Helen che non
mangiava.
Qualunque cosa avesse carpito dalla serata passata con le ragazze, la
stava
divorando, e persino Rowan stava zitto e si limitava a guardarla di
continuo
senza che lei si accorgesse di nulla.
«Harry, Hermione,
Ron, sua sorella e Neville.» rispose per lui Hannah, che
aveva seguito il suo
sguardo, «Non c'erano a colazione e a pranzo.»
«Gufi!» esclamò
Charlotte, indicando l'improvviso arrivo dei volatili in Sala Grande.
Tutti
misero giù le posate, sorpresi, e il primo giornale fu
lanciato al tavolo dei
Ravenclaw, quasi sulla faccia di Cho Chang.
«È la Gazzetta,
un'edizione speciale!» esclamò la sua amica
Marietta, ancora orrendamente
sfigurata dalla scritta Spia sul
suo
viso.
I giornali
arrivarono anche al loro tavolo.
«Dice che è
tornato.» mormorò Walter, «Ora lo
ammettono.»
«Chi?» chiese Rent,
sporgendosi per vedere.
IL RITORNO DI
COLUI-CHE-NON-PUO’-ESSERE-NOMINATO
Venerdì sera con un
breve
annuncio il Ministro della Magia Cornelius Fudge ha confermato che
colui-che-non-può-essere-nominato è tornato ed
è di nuovo attivo...
E con questa nota di gioia si chiude il capitolo. Dato che
sto attraversando un meraviglioso momento alla James Potter a
mezzanotte del 31
ottobre 1981, con tanto di Wormtail, non ho avuto la forza di
pubblicare prima.
In ogni caso non so quando ripubblicherò, perché
sono impegnatissima con l’università
e leggermente incasinata col fatto che sono deficiente quanto James,
appunto.
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