About Rabbits and Top Hats

di Claudia
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About Rabbits and Top Hats

Scorpius Malfoy aveva solo un anno, ma polmoni da vendere. Avvolto nella sua coperta di lana stava rendendo la vita pressoché impossibile a suo padre, Draco Malfoy. La culla oscillava sotto la guida esperta dell'uomo, ma i singhiozzi del piccolo si perpetravano tra le mura della camera, fino a raggiungere l'esterno. Arrendendosi di fronte alla testardaggine del neonato, Draco lo issò contro il suo petto, cullandolo come meglio poteva ed intonando quelle stupide canzoncine che si soleva cantare ad un bambino non del tutto in grado di intenderle. Sfortunatamente per lui, Scorpius sembrava non riconoscere il timbro dolce e materno di Astoria, fatto che portò il suo pianto ad aumentare di volume ed il suo piccolo volto a divenire scarlatto. Vedendo la figura di sua moglie varcare la porta di casa, quella mattina, Draco aveva sospettato un epilogo del genere.

“Avanti, figliolo. Ci sarà pur un momento in cui ti stancherai di piangere. O almeno spero.” Disse Draco, dando leggeri sobbalzi al bambino in fasce che, per tutta risposta, pianse più forte.

“Se tua madre torna da un momento all'altro io sarò probabilmente un marito morto, mentre tu il bambino più assurdamente coccolato.” Sbottò, senza preoccuparsi di nascondere una leggera punta di ironia. “Non è possibile che tu pianga solo quando sei con me!” Esclamò, ripensando a come perfino suo padre era stato in grado di abbracciare il nipote senza farsi scappare un vagito.

Draco mise nuovamente Scorpius nella culla, sospirando di fronte al volto contratto del bambino e alle minuscole braccia che si agitavano senza posa tra le coperte della culla. Da quando era diventato padre, Draco aveva sopportato diversi comportamenti che Astoria decretava fondamentali nella relazione tra padre e figlio, tra questi, cambiare i pannolini quando necessario, aiutarla nella poppata, farlo digerire. Draco detestava tutto ciò anche se voleva un bene incredibile a quell'esserino che con prepotenza preferiva nettamente la madre al padre. Lui era un uomo d'affari, una persona stimata, con un ruolo di rilievo, ma con un biberon in mano sentiva tutta la sua sicurezza finire altrove.

“Ti prego,” Supplicò, tornando a dondolare la culla di Scorpius. “Non costringermi a farlo.” Il bambino non fece nessuna pausa, continuò nel suo pianto dirotto.

Draco andò verso la porta della camera, l'aprì ed osservò il corridoio completamente vuoto; la casa era deserta, anche se era certo che Astoria sarebbe tornata di lì a poco. Sua madre l'aveva coinvolta in un' associazione volontaristica a cui la nuova signora Malfoy non si era sentita di rifiutare.

Quando finì di accertarsi che nemmeno la servitù era nei paraggi, magari attratta dal pianto del bambino, Draco tornò alla culla, afferrò la sua bacchetta e fece apparire un cappello a forma di cilindro. Nell'udire il pop prodotto dalla bacchetta del padre, Scorpius smise improvvisamente di piangere e con occhi sgranati di lacrime fissò il genitore in attesa. Sospirando, Draco fece toccare la punta della bacchetta contro il feltro del cilindro e di lì a poco un coniglio di peluche apparve sopra la culla del piccolo. Scorpius iniziò a battere le piccole manine le une contro le altre, fino a quando riuscì ad afferrare il giocattolo che, senza molte cerimonie, cadde di fianco al bambino. Vedendo il figlio sorridere, Draco si lasciò cadere su una poltrona nelle vicinanze, facendo sparire cappello e bacchetta. Non aveva alcuna intenzione di svelare un fatto così umiliante per la sua persona. Pochi secondi dopo, la figura slanciata di Astoria Greengrass comparve sulla porta. Arrossata per il freddo pungente, la donna avanzò a grandi passi verso la culla, sorridendo al marito.

Sono tornata appena ho potuto. Come è andata? Tutto bene il nostro ometto?”

Perfettamente. Ha dormito fino ad'ora.” Mentì Draco, portandosi in piedi e regalando un bacio su una guancia della donna.

Mi dispiace, ma non potevo rifiutare l'invito di Narcissa.”

Draco scrollò le spalle. “Non ti preoccupare, passare una mattina tra uomini è piacevole.”

Astoria sorrise, prendendo in braccio Scorpius che, sorprendentemente, sembrava non voler abbandonare il coniglietto del padre. A causa all'insistenza del figlio nel voler tornare nella culla, Astoria vide il piccolo peluche. “Oh, Draco, un altro coniglietto! È il quarto in questa settimana. Non capisco come sia possibile... tu credi che Scorpius sia in grado di materializzare gli oggetti?”

Deglutendo aria, Draco diede una risposta evasiva. “Non saprei.”

E poi, sempre coniglietti. Non so, non vorrei che nostro figlio diventasse... ecco, come dire, poco virile."

Draco arrossì violentemente. “Non dire sciocchezze, si tratta solo di un peluche."

Oh, beh, forse hai ragione tu.” Rispose Astoria, scrollando le spalle e dirigendosi con il figlio verso il corridoio. “Adesso, andiamo a fare una bella pappa.”

Quando Astoria scomparve dalla cornice della porta, Draco abbassò la bacchetta contro la culla ed il giocattolo scomparve. “Sono un mago incompreso.” Borbottò tra sé e sé, facendo mente locale sulla prossima strategia da utilizzare.

 


Note a fondo pagina: Piccola one-shot scritta per il challenge THE COW-T: The Clash of the Writing Titans @ Maridichallenge per il prompt settimanale Mago (Missione 2).





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