Under the covers secrets can't be revealed

di Claudia
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Under the covers secrets can't be revealed

 

Note ad inizio pagina — Questa storia è stata articolata in tre capitoli, capitoli un po' particolari che richiedono questa premessa. Innanzitutto, questa fanfiction è stata scritta per il challenge THE COW-T: The Clash of the Writing Titans @ Maridichallenge per il prompt settimanale Tre personaggi, ovvero come riportato nelle note degli stessi ideatori "(*)I tre personaggi possono essere visti come una threesome nel senso proprio del termine, oppure come due personaggi che se ne contendono un terzo, oppure ancora come una raccolta di tre drabble/flashfic/capitoli di una stessa storia, legati da un unico filo conduttore e che hanno per protagonisti tre personaggi diversi." In particolare, questa storia tratta quest'ultimo esempio. Non aggiungo altro, capirete leggendo!

 

SCORPIUS

 

Scorpius Malfoy tirò le lenzuola, riassettò le coperte ed il cuscino. Nascose il giornaletto di Playwitch sotto al letto, si guardò attorno e spruzzò un po' del profumo che sua madre gli aveva inviato pochi giorni prima tramite Gufo. La stanza era completamente deserta, i due letti di fianco perfettamente ordinati. I suoi compagni avevano anticipato di un giorno la partenza per le vacanze natalizie, come gran parte dei Serpeverde che erano soliti bivaccare nella Sala Comune.

Quella stessa mattina, durante l'ora di Pozioni assieme a Grifondoro, si era accertato che Rose ricevesse la sua lettera; su di essa aveva scritto la parola d'ordine per entrare nel dormitorio di Serpeverde. Era una prova di coraggio alla quale avevano deciso di sottoporsi entrambi, forse per spazzar via quella leggera monotonia che si era creata nella loro relazione, anche a causa del segreto sotto cui la stavano mantenendo. Rose si era voltata senza attirare l'attenzione di nessuno, ammiccando leggermente nella sua direzione.

Al ricordo, Scorpius fu percorso da un brivido, mentre sulla sua pelle sembravano generarsi piccole scintille elettriche. Era raro trascorrere dei momenti da solo con Rose e non solo a causa dell'antitesi tra Grifondoro e Serpeverde - il solo stare vicini o parlare avrebbe attirato l'attenzione di chiunque - ma anche a causa di una terza persona, Albus Potter. Albus, uno dei suoi amici più cari - strano a dirsi - nonché cugino di Rose, poteva essere un nemico da non sottovalutare. Benché Rose avesse desiderato più volte svelare almeno a lui la loro relazione, Scorpius si era da sempre rifiutato. Albus era senza dubbio l'amico più affidabile che avesse ad Hogwarts, ma all'accorrenza poteva trasformarsi in una bestia se qualcosa o qualcuno non incontrava il suo volere.

Scorpius sorrise. Quel giorno aveva detto ad Albus di sentirsi poco bene; entrambi avevano deciso di fare una gara sul campo da Quidditch in sella alle loro scope. Il giovane Potter non sarebbe mai e poi mai venuto a cercarlo; inoltre, Albus non poteva sapere la parola d'ordine, ragion per cui erano semplicemente in una botte di ferro.

Quando udì dei passi fuori dalla propria stanza, Scorpius si fiondò sotto alle coperte. Sentì il cuore pulsargli nel petto ad una velocità tale da spaventarlo, mentre la gola divenne talmente arida da impedirgli di ingollare.

Udì tre rintocchi contro il legno della porta, a cui rispose con un "Avanti." quanto mai dibattuto. Cercò di raccogliere almeno una parvenza di tranquillità, quella quanto meno necessaria a farlo sembrare un uomo di tutto rispetto agli occhi di Rose. Non avrebbe mai permesso a qualsiasi impulso adolescenziale di averla vinta su di lui.

La porta si aprì in silenzio, mentre la luce proveniente dal corridoio penetrò nella stanza, regalando un fioco bagliore. Scorpius tentò di sollevarsi a sedere sul letto, ma l'agitazione che aveva in corpo lo fece annaspare tra le lenzuola, impedendo al ragazzo di vedere Rose appena entrata. Borbottando a denti stretti osservò in tralice la figura della ragazza avvicinarsi a letto e quando, nel semibuio, le sembrò abbastanza vicina per afferrarla, chiuse una mano attorno al suo braccio.

"Ehi, Ma allora sei sveglio!" Una voce maschile rimbombò nelle orecchie di Scorpius, mentre con la forza della disperazione, prese a cercare la propria bacchetta sul comodino di fianco al letto.

"Lumus!" Esclamò, mentre il panico lo colpì come uno schiaffo in volto. "Che ci fa TU qui?!"

Albus aggrottò la fronte di fronte a quell'accoglienza poco calorosa. "Bel modo di rivolgersi a chi era preoccupato per te."

"Preoccupato per cosa?" Domandò Scorpius, mentre con frenesia prese a cercare le pantofole abbandonate in fondo al letto. Il cipiglio del giovane Grifondoro andò aumentando, scostandosi dall'impeto che l'amico stava dimostrando senza molte cerimonie.

"Come, per cosa? Hai detto che stavi male."

"Ah, già. Stavo male." Bisbigliò Scorpius. "Sì, sì, sto malissimo."

"Forse faresti bene a farti vedere da qualcuno. Hai picchiato la testa da qualche parte?" Domandò Albus con marcata ironia.

All'improvviso, l'interesse di Scorpius nei confronti dell'amico si destò all'improvviso. "EHI. Ma tu come hai fatto ad entrare?"

"In che senso?"

"Come in che senso? Nel dormitorio!"

Albus scrollò le spalle. "Devi essere più serio di quel che sembra. Non ricordi? Sei stato proprio tu a darmi la parola d'ordine." Scorpius sentì i capelli alla base del collo rizzarsi per volontà propria.

"Ad ogni modo, mi sembra tu stia divinamente." Albus sorrise, un sorriso che Scorpius riconobbe. "Avanti, dimmelo," Il giovane Grifondoro regalò una gomitata all'amico. "Chi è la fortunata?"

Scorpius avvampò dal terrore. "Q-quale fortunata! Non stavo a-aspettando nessuno!"

"Ma figurati!" Esclamò Albus. "Hai nascosto la copia di Playwitch che tieni sempre sopra al comodino e poi, cos'è? Profumo? Amico, ma chi vuoi darla a bere? E' lampante. Hai intenzione di fare ginnastica stanotte!"

"No-cioè, forse, no, no! Ad ogni modo se anche fosse vero, perché rimani qui? Vai via!"

Albus ridacchiò di fronte all'imbarazzo del giovane Serpeverde. "Va bene, va bene." Disse, sventolando un mano in segno di non curanza.

"Se-senti." Balbettò Scorpius. "Hai per caso visto ne-nessuno nella Sala Comune?"

"Intendi dire se ho visto la fortunata prescelta?" Albus rimane in silenzio per qualche secondo, infine rispose. "No, nessuno. Ehi, ma domani sarai costretto a dirmi tutto. Nei minimi dettagli. Hai capito?"

Scorpius deglutì. "Contaci."

"Divertiti, amico mio." Albus sventolò una mano e scomparì nel corridoio. Scorpius attese qualche minuto, il tempo necessario affinché Albus uscisse, ed infine si piombò giù dal letto. Quando si affacciò nel corridoio, la figura esile di Rose stava avvicinandosi alla sua camera con in mano la lettera di quella mattina. Quando lo vide, Rose arrossì e raggiunse Scorpius a piccoli saltelli. Senza alcuna galanteria, Scorpius l'afferrò, trascinandola dentro alla sua stanza e chiudendo la porta alle loro spalle. Passò qualche attimo, mentre il ragazzo mantenne le braccia ben strette attorno alla giovane Grifondoro.

"Scorpius... mi fai male."

Come bruciato da una fiamma viva, Scorpius sobbalzò all'indietro. "Oh, sì, scusa! Hai per caso incontrato nessuno mentre salivi?"

Rose sollevò lo sguardo, socchiuse le labbra ed infine scosse la testa. "No, nessuno."

Il sollievo sul volto di Scorpius fu palese. "Ehi, non è così male il dormitorio di Serpeverde." Rose si avvicinò al ragazzo, sfiorandogli le labbra con un bacio.

Scorpius sorrise, plasmando una mano dietro alla schiena della ragazza, attirandola così a sè. "Oh, e sono sicura che ti piacerà ancora di più." Senza attendere altro, Scorpius la guidò vicino al letto e la fece sdraiare con tutta la delicatezza di cui erano dotate le sue maniere da gentiluomo. Scorpius prese a baciarle la base del collo, scostando la folta capigliatura che ricopriva la pelle.

"C'era Albus, prima." Confessò il ragazzo, fermandosi.

"Albus?" Domandò Rose, abbassando lo sguardo su Scorpius. "Lui ha-?"

"No, niente. Se n'è andato prima che tu arrivassi. Per fortuna, non avrei saputo spiegargli la situazione."

Rose passò una mano tra i capelli del Serpeverde, sorridendo. "Tu ti crei troppi problemi, sono sicura che Albus capirebbe."

"Come fai ad esserne così sicura?" Domandò Scorpius, confortato da quella carezza.

"Così, forse perché siamo parenti o forse perché-" Scorpius la interruppe con un bacio.

"Non ho voglia di parlare di tuo cugino, né del mio amico." Sorrise Scorpius, abbassandole una spallina della sua divisa.

Rose ridacchiò un po' per il solletico, un po' per il piacere. "Hai ragione." Bisbigliò, perdendosi in un sospiro.





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