Under the covers secrets
can't be revealed
Note ad inizio pagina —
Questa storia è stata articolata in tre capitoli, capitoli un po' particolari
che richiedono questa premessa. Innanzitutto, questa fanfiction è stata scritta
per il challenge
THE COW-T:
The Clash of the Writing Titans @
Maridichallenge
per il prompt settimanale Tre personaggi, ovvero come riportato nelle
note degli stessi ideatori "(*)I tre personaggi possono essere visti come una
threesome nel senso proprio del termine, oppure come due personaggi che se ne
contendono un terzo, oppure ancora come una raccolta di tre
drabble/flashfic/capitoli di una stessa storia, legati da un unico filo
conduttore e che hanno per protagonisti tre personaggi diversi." In
particolare, questa storia tratta quest'ultimo esempio. Non aggiungo altro,
capirete leggendo!
SCORPIUS
Scorpius Malfoy tirò le
lenzuola, riassettò le coperte ed il cuscino. Nascose il giornaletto di
Playwitch sotto al letto, si guardò attorno e spruzzò un po' del profumo che
sua madre gli aveva inviato pochi giorni prima tramite Gufo. La stanza era
completamente deserta, i due letti di fianco perfettamente ordinati. I suoi
compagni avevano anticipato di un giorno la partenza per le vacanze natalizie,
come gran parte dei Serpeverde che erano soliti bivaccare nella Sala Comune.
Quella stessa mattina, durante
l'ora di Pozioni assieme a Grifondoro, si era accertato che Rose ricevesse la
sua lettera; su di essa aveva scritto la parola d'ordine per entrare nel
dormitorio di Serpeverde. Era una prova di coraggio alla quale avevano deciso di
sottoporsi entrambi, forse per spazzar via quella leggera monotonia che si era
creata nella loro relazione, anche a causa del segreto sotto cui la stavano
mantenendo. Rose si era voltata senza attirare l'attenzione di nessuno,
ammiccando leggermente nella sua direzione.
Al ricordo, Scorpius fu
percorso da un brivido, mentre sulla sua pelle sembravano generarsi piccole
scintille elettriche. Era raro trascorrere dei momenti da solo con Rose e non
solo a causa dell'antitesi tra Grifondoro e Serpeverde - il solo stare vicini o
parlare avrebbe attirato l'attenzione di chiunque - ma anche a causa di una
terza persona, Albus Potter. Albus, uno dei suoi amici più cari - strano a dirsi
- nonché cugino di Rose, poteva essere un nemico da non sottovalutare. Benché
Rose avesse desiderato più volte svelare almeno a lui la loro relazione,
Scorpius si era da sempre rifiutato. Albus era senza dubbio l'amico più
affidabile che avesse ad Hogwarts, ma all'accorrenza poteva trasformarsi in una
bestia se qualcosa o qualcuno non incontrava il suo volere.
Scorpius sorrise. Quel giorno
aveva detto ad Albus di sentirsi poco bene; entrambi avevano deciso di fare una
gara sul campo da Quidditch in sella alle loro scope. Il giovane Potter non
sarebbe mai e poi mai venuto a cercarlo; inoltre, Albus non poteva sapere la
parola d'ordine, ragion per cui erano semplicemente in una botte di ferro.
Quando udì dei passi fuori
dalla propria stanza, Scorpius si fiondò sotto alle coperte. Sentì il cuore
pulsargli nel petto ad una velocità tale da spaventarlo, mentre la gola divenne
talmente arida da impedirgli di ingollare.
Udì tre rintocchi contro il
legno della porta, a cui rispose con un "Avanti." quanto mai dibattuto. Cercò di
raccogliere almeno una parvenza di tranquillità, quella quanto meno necessaria a
farlo sembrare un uomo di tutto rispetto agli occhi di Rose. Non avrebbe mai
permesso a qualsiasi impulso adolescenziale di averla vinta su di lui.
La porta si aprì in silenzio,
mentre la luce proveniente dal corridoio penetrò nella stanza, regalando un
fioco bagliore. Scorpius tentò di sollevarsi a sedere sul letto, ma l'agitazione
che aveva in corpo lo fece annaspare tra le lenzuola, impedendo al ragazzo di
vedere Rose appena entrata. Borbottando a denti stretti osservò in tralice la
figura della ragazza avvicinarsi a letto e quando, nel semibuio, le sembrò
abbastanza vicina per afferrarla, chiuse una mano attorno al suo braccio.
"Ehi, Ma allora sei sveglio!"
Una voce maschile rimbombò nelle orecchie di Scorpius, mentre con la forza della
disperazione, prese a cercare la propria bacchetta sul comodino di fianco al
letto.
"Lumus!" Esclamò, mentre il
panico lo colpì come uno schiaffo in volto. "Che ci fa TU qui?!"
Albus aggrottò la fronte di
fronte a quell'accoglienza poco calorosa. "Bel modo di rivolgersi a chi era
preoccupato per te."
"Preoccupato per cosa?" Domandò
Scorpius, mentre con frenesia prese a cercare le pantofole abbandonate in fondo
al letto. Il cipiglio del giovane Grifondoro andò aumentando, scostandosi
dall'impeto che l'amico stava dimostrando senza molte cerimonie.
"Come, per cosa? Hai detto che
stavi male."
"Ah, già. Stavo male."
Bisbigliò Scorpius. "Sì, sì, sto malissimo."
"Forse faresti bene a farti
vedere da qualcuno. Hai picchiato la testa da qualche parte?" Domandò Albus con
marcata ironia.
All'improvviso, l'interesse di
Scorpius nei confronti dell'amico si destò all'improvviso. "EHI. Ma tu come hai
fatto ad entrare?"
"In che senso?"
"Come in che senso? Nel
dormitorio!"
Albus scrollò le spalle. "Devi
essere più serio di quel che sembra. Non ricordi? Sei stato proprio tu a darmi
la parola d'ordine." Scorpius sentì i capelli alla base del collo rizzarsi per
volontà propria.
"Ad ogni modo, mi sembra tu
stia divinamente." Albus sorrise, un sorriso che Scorpius riconobbe. "Avanti,
dimmelo," Il giovane Grifondoro regalò una gomitata all'amico. "Chi è la
fortunata?"
Scorpius avvampò dal terrore.
"Q-quale fortunata! Non stavo a-aspettando nessuno!"
"Ma figurati!" Esclamò Albus.
"Hai nascosto la copia di Playwitch che tieni sempre sopra al comodino e poi,
cos'è? Profumo? Amico, ma chi vuoi darla a bere? E' lampante. Hai intenzione di
fare ginnastica stanotte!"
"No-cioè, forse, no, no! Ad
ogni modo se anche fosse vero, perché rimani qui? Vai via!"
Albus ridacchiò di fronte
all'imbarazzo del giovane Serpeverde. "Va bene, va bene." Disse, sventolando un
mano in segno di non curanza.
"Se-senti." Balbettò Scorpius.
"Hai per caso visto ne-nessuno nella Sala Comune?"
"Intendi dire se ho visto la
fortunata prescelta?" Albus rimane in silenzio per qualche secondo, infine
rispose. "No, nessuno. Ehi, ma domani sarai costretto a dirmi tutto. Nei minimi
dettagli. Hai capito?"
Scorpius deglutì. "Contaci."
"Divertiti, amico mio." Albus
sventolò una mano e scomparì nel corridoio. Scorpius attese qualche minuto, il
tempo necessario affinché Albus uscisse, ed infine si piombò giù dal letto.
Quando si affacciò nel corridoio, la figura esile di Rose stava avvicinandosi
alla sua camera con in mano la lettera di quella mattina. Quando lo vide, Rose
arrossì e raggiunse Scorpius a piccoli saltelli. Senza alcuna galanteria,
Scorpius l'afferrò, trascinandola dentro alla sua stanza e chiudendo la porta
alle loro spalle. Passò qualche attimo, mentre il ragazzo mantenne le braccia
ben strette attorno alla giovane Grifondoro.
"Scorpius... mi fai male."
Come bruciato da una fiamma
viva, Scorpius sobbalzò all'indietro. "Oh, sì, scusa! Hai per caso incontrato
nessuno mentre salivi?"
Rose sollevò lo sguardo,
socchiuse le labbra ed infine scosse la testa. "No, nessuno."
Il sollievo sul volto di
Scorpius fu palese. "Ehi, non è così male il dormitorio di Serpeverde." Rose si
avvicinò al ragazzo, sfiorandogli le labbra con un bacio.
Scorpius sorrise, plasmando una
mano dietro alla schiena della ragazza, attirandola così a sè. "Oh, e sono
sicura che ti piacerà ancora di più." Senza attendere altro, Scorpius la guidò
vicino al letto e la fece sdraiare con tutta la delicatezza di cui erano dotate
le sue maniere da gentiluomo. Scorpius prese a baciarle la base del collo,
scostando la folta capigliatura che ricopriva la pelle.
"C'era Albus, prima." Confessò
il ragazzo, fermandosi.
"Albus?" Domandò Rose,
abbassando lo sguardo su Scorpius. "Lui ha-?"
"No, niente. Se n'è andato
prima che tu arrivassi. Per fortuna, non avrei saputo spiegargli la situazione."
Rose passò una mano tra i
capelli del Serpeverde, sorridendo. "Tu ti crei troppi problemi, sono sicura che
Albus capirebbe."
"Come fai ad esserne così
sicura?" Domandò Scorpius, confortato da quella carezza.
"Così, forse perché siamo
parenti o forse perché-" Scorpius la interruppe con un bacio.
"Non ho voglia di parlare di
tuo cugino, né del mio amico." Sorrise Scorpius, abbassandole una spallina della
sua divisa.
Rose ridacchiò un po' per il
solletico, un po' per il piacere. "Hai ragione." Bisbigliò, perdendosi in un
sospiro. |