Per i lettori di EFP —
Questa storia è completa e posterò gli ultimi capitoli a partire da domani. Chi
desiderasse leggerli in anticipo può semplicemente visitare il mio archivio
personale (il link lo trovate nella mia pagina autore qui su EFP)!
ROSE
Rose contemplò la propria
immagine nello specchio: le guance di un rosa acceso avevano istituito un'aperta
competizione con i suoi capelli, di un rosso più scuro, ma certamente non meno
inteso. Molte delle persone che conosceva attribuivano la sua bellezza a quella
della madre, Hermione Granger. Nessuno, proprio nessuno, sembrava voler prendere
in considerazione la sua somiglianza con il padre, Ron Weasley. Eppure, lei
stessa si riscontrava moltissimo nel genitore, a partire da quelle efelidi
leggere che ogni tanto - a seconda del proprio umore - le sbocciavano attorno al
naso o alla bocca. A differenza di sua zia Ginny, a lei piacevano. Con un gesto
esperto si ravvivò i capelli, infine fece qualche piroetta su se stessa.
"Mhm, qualcuno oggi non me la
racconta giusta."
Colta sul fatto, Rose sobbalzò,
voltandosi di scatto verso la porta della propria stanza. "Lily." Sbottò. "Mi
hai spaventato."
Senza badare alle parole della
cugina, Lily Potter si sedette sul letto di Rose, prendendo a guardarla con
interesse. "Non sapevo che avessi interesse per il genere maschile, cuginetta.
Non pensavi solo allo studio?"
"Ovviamente. Non ho nessuno
appuntamento galante."
Lily rise. "Ma io non ho
parlato di nessun appuntamento!" Rose si morse la lingua, in trappola. La
giovane Potter abbandonò il letto e, di fianco a Rose, prese ad ammirare loro
stesse allo specchio. "Avanti, chi è?" Disse, guardando la cugina attraverso il
riflesso.
"Nessuno." Rispose Rose,
abbassando lo sguardo e sfilando il vestito a fiori che si stava provando.
Avrebbe dovuto rinunciarci.
Lily incrociò le braccia al
petto. "Se non vuoi dirmi chi è... forse, è qualcuno che conosco. E' di
Grifondoro?" Domandò. "O Tassorosso? I Tassorosso non sono molto svegli...
forse, Corvonero? Sarebbe interessante. Oppure, no, dai, Serpeverde? Sarebbe da
morire dal ridere!"
Rose si irrigidì, mentre si
andò assestando la gonna della divisa. "Nessuno di loro."
"Un professore?!" Esclamò Lily,
trionfante, per poi placarsi subito dopo. "Son tutti di una certa età, non
credevo ti piacessero così maturi."
"Infatti, ti sbagli." Disse
Rose, facendo passare la propria testa attraverso il cardigan. "Niente di tutto
ciò."
"E allora, perché quel
vestito?" Insistette Lily.
"Chiamala vanità." Disse Rose,
afferrando la propria sacca.
"Dove stai andando?" Domandò
Lily, incuriosita.
Rose sospirò. "Dalla
professoressa McGonall. Sto sviluppando una ricerca avanzata e volevo esporla a
lei. Soddisfatta?"
"Sei credibile," Sbottò Lily,
annoiata. "Ed io che speravo in qualcosa di più piccante."
"Mi dispiace." Replicò Rose,
scompigliando con affetto la chioma della cugina. "Ma stai pur tranquilla. Se un
giorno decidessi di uscire con un ragazzo saresti la prima a saperlo." Mentì.
Soddisfatta Lily la salutò, abbranciandola, lasciandola sola con il suo senso di
colpa.
Sospirando, Rose estrasse la
lettera che aveva ricevuto da Scorpius quella stessa mattina. Era felice di
poter trascorrere del tempo sola con lui, ma il peso di quella relazione stava
diventando sempre più pesante, tanto che spesso aveva paura di viverla appieno.
Nella sua famiglia tutti credevano nella sana rivalità tra lei e Scorpius,
nessuno avrebbe mai potuto pensare ad una relazione tra lei ed il celebre figlio
di Draco Malfoy. E quando andava dicendo i suoi dubbi al diretto interessato, il
giovane Serpeverde ritraeva gli aculei come un istrice in pericolo di vita.
"Dell'astuzia, ancor più
l'onore." Memorizzò la parola d'ordine e ricacciò la lettera in fondo alle
tasche della propria mantella, afferrò la sacca e si precipitò giù per la torre
di Grifondoro.
Ormai non erano più in molti a
girare per i corridoi di Hogwarts. Tanti studenti avevano preso la decisione di
lasciare la Scuola un giorno prima, specialmente coloro che abitavano molto
lontano e che impiegavano ore ed ore per giungere a casa. Al contrario, tutti i
Weasley e tutti i Potter avevano deciso di partire assieme la sera del giorno
seguente, poiché era stata presa la decisione di trascorrere il Natale ad Ottery
St. Catchpole, in una Tana allargata per l'occasione.
Rose desiderò trascorrere le
poche ore che la separavano dalla partenza con Scorpius; per nessuna ragione al
mondo si sarebbe fatta sfuggire quell'occasione. Rimase appostata a poca
distanza dalle scale che conducevano nei sotterranei dove si trovava il
dormitorio di Serpeverde, infine, raccolse tutto il proprio coraggio e le scese
di corsa. Sentì il cuore batterle in gola.
Rose sollevò lo sguardo sulla
parete di pietra, balbettò la parola d'ordine ed entrò. Nella sala comune si
guardò attorno, rendendosi conto per la prima volta di quanti posti potevano
esistere, estremamente diversi dagli ambienti di Grifondoro. Osservò il possente
camino ormai spento, la luce verdognola che a malapena illuminava la sala ed i
divani che, seppur neri, parevano molto comodi. Scosse la testa, cercando un
segno che indicasse la direzione del dormitorio maschile; quando udì alle spalle
il suono della parete di pietra il suo cuore mancò di un battito. Impaurita
dalla possibilità di venir scoperta, si nascose dietro allo schienale di un
divano, pregando che nessuno la vedesse. Quando si sporse leggermente per vedere
chi fosse, Rose intravide la propria sacca nel mezzo alla sala e soffocò un
grido di meraviglia. Si ritrasse nuovamente, quando la figura di Albus Potter le
passò vicino, quel poco che bastava per scoprirla.
Stupita, osservò il cugino
dirigersi verso alcune scale alla destra dell'ingresso. Sapeva quanto Albus e
Scorpius fossero amici, ma certo non immaginava fino a che punto. Al punto di
sapere la parola d'ordine. Ricacciò la gelosia assurda che provò per un istante
e con attenzione recuperò la sacca lasciata a pochi passi di distanza. Si
accomodò dietro al divano e attese che la strada diventasse libera.
Dopo minuti che le apparvero
ore, Rose vide nuovamente la figura del cugino, mentre quest'ultimo andava
recandosi all'esterno. Lo vide soffermarsi per qualche secondo, gesto che le
fece trattenere il respiro, per poi scomparire dietro alla parete di pietra.
Ignorando le gambe indolenzite,
Rose corse nella direzione da cui era venuto Albus e prese ad ispezionare le
porte, controllando il disegno sulla lettera di Scorpius. Quello stupido,
pensò, poteva anche farsi trovare da qualche parte. Tuttavia, quando
sollevò lo sguardo lo vide, con sempre addosso la divisa della Scuola. Arrossì
senza un motivo preciso, correndo nella sua direzione. Nel vederlo, si
tranquillizzò. La giovane Weasley sentì la presa del ragazzo attorno al suo
braccio ed infine la sua schiena, pressata contro il legno della porta alle sue
spalle, mentre le braccia di Scorpius l'avvolsero completamente.
"Scorpius... mi fai male."
Balbettò Rose, mentre Scorpius si andò allontanando velocemente.
"Oh, sì, scusa! Hai per caso
incontrato nessuno mentre salivi?" Domandò Scorpius. Rose fece per parlare,
pensando di dirgli del cugino e del fatto che fosse rimasta nascosta dietro ad
un divano, ma cambiò idea. D'altronde, non era stata scoperta. Non esisteva
alcun motivo per cui Scorpius si fosse dovuto preoccupare. Scosse dunque la
testa, in segno di diniego. "No, nessuno."
Avvicinandosi a Scorpius, Rose
gli circondò le spalle con le braccia, sfiorando le sue labbra con quelle di
lui. "Ehi, non è così male il dormitorio di Serpeverde."
Osservò il sorriso di Scorpius
e sentì la sua pelle elettrizzarsi, quando una mano di lui le toccò la schiena.
"Oh, e sono sicura che ti piacerà ancora di più." Le disse, trasciandola verso
quello che doveva essere il suo letto. Senza opporre resistanza, Rose si lasciò
cadere sulle soffici coperte e permise a Scorpius di baciarle il collo, ammesso
che vi riuscisse visto i ciuffi di capelli ribelli che solevano nasconderlo.
Quando sentì le labbra di
Scorpius venire meno contro la sua pelle, Rose abbassò lo sguardo sul giovane.
"C'era Albus, prima." Confessò
il ragazzo, fermandosi.
"Albus?" Domandò Rose, fingendo
sorpresa. "Lui ha-?"
"No, niente. Se n'è andato
prima che tu arrivassi. Per fortuna, non avrei saputo spiegargli la situazione."
Rose passò una mano tra i
capelli del Serpeverde, sorridendo. "Tu ti crei troppi problemi, sono sicura che
Albus capirebbe."
"Come fai ad esserne così
sicura?" Domandò Scorpius, confortato da quella carezza.
"Così, forse perché siamo
parenti o forse perché-" Rose si interruppe, mentre le labbra del ragazzo
premettero contro le sue.
"Non ho voglia di parlare di
tuo cugino, né del mio amico." La ragazza notò a malapena l'espressione di
Scorpius, mentre quest'ultimo andò abbassandole la spallina della propria
divisa. La giovane Grifondoro sospirò, pensando al vestito di fiori che
sicuramente sarebbe stato più adatto alla situazione. Infine, ridacchiò un po'
per il solletico che provò, un po' per il piacere. "Hai ragione." Bisbigliò,
perdendosi in un sospiro.