«Ti prego, non farlo! So che in te
c’è ancora del buono, Hal!»
mormorai fissandolo dritto negli occhi, sperando di poterlo far ragionare.
«Sei così ingenua, Roxy… » mi rispose, con lo sguardo carico di una pena
fredda e distaccata. «Tu vedi il bene da tutte
le parti, anche quando non c’è. Tu vivi di fantasia».
Abbassai il capo, triste e abbattuta.
Aveva ragione. Aveva completamente ragione.
Non volevo crederci, ma era così. Tentavo di tirare il meglio dalle persone e
il più delle volte ci riuscivo.
Il più delle volte.
Non sempre.
Ma con Hal
quella mia tattica non sembrava funzionare.
E, come se non bastasse, avevo anche visto del male in una
persona che – nonostante tutti ritenessero il contrario – non era per niente cattiva, ferendola.
Mi morsi un labbro.
Ormai non c’era nulla che potessi fare. Nulla.
L’Hal che conoscevo – o che
pensavo di conoscere – non mi avrebbe mai fatto del
male. Il mostro che mi stava davanti non era il timido, impacciato e divertente
cameraman con cui lavoravo da anni, ormai. Era Tighten,
il pazzo che stava distruggendo la città. Non avrei mai potuto cambiare quella
situazione.
Hal era diventato cattivo.
«Non esiste il Coniglietto di Pasqua…»
Io stavo morendo.
«… non esiste il Topino dei Dentini…».
E Megamind non aveva risposto alla mia richiesta d’aiuto.
Ero sola.
«… o la Regina d’Inghilterra!».
Spalancai gli occhi, alzando finalmente lo sguardo su di lui.
Aspetta un momento.
“Cos’ha detto? Regina
d’Inghilterra?”.
«È
il mondo reale, questo! Devi svegliarti!».
Un assolo di chitarra elettrica si propagò nell’aria ed
entrambi guardammo il cielo, in cui stava comparendo
un’enorme nuvola grigia che mi sembrava estremamente
familiare.
Il mio cuore iniziò a battere furiosamente.
Lui era lì.
“Lui è qui!”.
«Mi piacciono molto anche i Guns’n’Roses.
“Don’t cry”, “November Rain”… ma la mia
preferita è sicuramente “Welcome to the Jungle”! Adoro
il suo ritmo!».
Hai torto Hal, torto marcio.
C’è del buono in ognuno di noi.
«Tu OSI sfidare Megamind?».
E la Regina d’Inghilterra esiste.