Autore: Joy.
Fandom scelto: The vampire diaries.
Personaggi principali: Stefan/Elena,
Damon.
Genere: Drammatico.
Rating: Arancione.
Avvertimenti: One-shot.
Introduzione: “Ho il terribile
presentimento che oggi la realtà supererà i miei incubi.”
Note dell'autore: “Res vera” significa “Ciò che è reale”. ^_^
Prompt scelti: -S: "Gli incubi peggiori
sono quelli che si fanno da svegli"
-06: Tempesta
-08: Tuono
-46: Finestra
-66: Illuminare
-67: Candela
-69: Spengere
RES VERA
Una candela si spenge.
Buio spalanca la porta alla sua sposa, ed entra Paura.
Ha mani gelide e unghie taglienti.
Lacera la gola, la voce muore…
Il suo primogenito si chiama Dolore e ha un’anima di
fuoco crudele.
… Tortura la coscienza e la lascia impietosamente vigile.
Ma è solo un sogno.
Presto verrà il mattino…
Un rumore insistente si fa largo nella mia testa, relegando
in angoli polverosi, quei sogni terribili che al mattino non riesco a
focalizzare.
Socchiudo gli occhi, poco più che cosciente.
Elena, sdraiata al mio fianco, mugola contrariata e
rigirandosi, appoggia la testa contro il mio torace.
Sento i suoi capelli che mi solleticano la pelle, il loro
profumo inebriante promette nuovi sogni: dorati, questa volta, non terrificanti
e confusi.
Vorrei addormentarmi, ora.
… Ma è troppo tardi: quel rumore petulante ritorna a
tormentarmi la mente.
Mi sciolgo a malincuore dall’abbraccio di Elena e finalmente
realizzo che si tratta del campanello.
***
-Devo parlare con tuo fratello, Stefan.-
Lo sceriffo Forbes mi osserva con espressione grave.
Ha i pugni serrati ed è accompagnata da tre dei suoi
subordinati; alle loro spalle, due auto della polizia sono appostate lungo il
vialetto che conduce al retro della pensione.
-È in casa?- continua, e di fronte al mio sguardo confuso
addolcisce leggermente il tono.
Ho il terribile presentimento che oggi la realtà supererà i
miei incubi.
-Stefan?-
Elena compare sul pianerottolo delle scale, preoccupata e
sorpresa. Non capita tutti i giorni di essere svegliati all’alba da un’intera
unità di uomini armati.
-Che succede?- chiede, la voce ancora impastata dal sonno, a
dispetto dello sguardo serio.
È in vestaglia e ha i piedi nudi, le faccio cenno di
aspettarmi in salotto, ma lei è già al mio fianco; osserva lo sceriffo
attendendo una risposta.
-Devo parlare con Damon, Elena.- ripete quella.
–Urgentemente.- e il suo tono, ora, trasuda impazienza.
I suoi occhi mi studiano intensi; probabilmente vorrebbe
chiedermi per quale ragione Elena si trova qui con me, seminuda, alle sei del
mattino, ma ha un lavoro importante da svolgere e il ruolo di madre non è mai
stato il suo forte.
Inarca le sopracciglia incitandomi a parlare.
Avvolgo il braccio attorno alle spalle di Elena e la stringo
forte, rimanendo in silenzio.
Liz Forbes si volta brevemente verso i suoi uomini, li vedo
annuire in modo impercettibile, poi torna a guardarmi spazientita.
-Non costringermi a far irruzione.- sibila con tono grave.
-La casa è a vostra disposizione, sceriffo.- le rispondo,
ostentando una calma che non provo. –Ma Damon non c’è.- aggiungo. –Non è
rientrato, stanotte.-
***
Omicidio.
La parola si fa largo, graffiante, nella mia mente. E come
uno dei miei incubi peggiori, cancella ogni altro pensiero.
Mio fratello accusato di omicidio.
Vorrei non poterlo credere, ma l’anello che mi hanno appena
mostrato è il suo, non ci sono dubbi.
La polizia lo ha rinvenuto sul luogo del crimine, proprio accanto
al cadavere.
-Damon aveva qualche motivo per odiare Logan Fell?- mi
domanda per l’ennesima volta lo sceriffo Forbes.
È seduta sul divano, accanto a me, in mano un plico di fogli
che attendono soltanto di essere compilati.
Vorrei poter negare ogni accusa, dirle con assoluta certezza
che mio fratello non porta mai rancore a nessuno e che mai sarebbe
capace di tagliare la gola a un uomo, ma la verità è che Damon è sempre stato
incredibilmente abile nel cacciarsi nei guai, e questa non è certo la prima volta
che mi ritrovo a dubitare di lui.
… Soprattutto quando il suo ultimo litigio con Logan Fell
ancora mi risuona nella testa.
-Levati dai piedi Fell.-
-Andiamo Salvatore, è solo un documentario sulle famiglie
fondatrici. Non mi serve altro che un anello antiquato e poche scartoffie
vecchie di centocinquanta anni!-
-Ti ho già risposto e non intendo ripetermi. Se ti
ritrovo a ficcare il naso tra i documenti della mia famiglia, non avrai modo di
partecipare ad alcuna trasmissione.-
-C’è stato un litigio, qualche giorno fa.- sussurro e lo
sceriffo annuisce. Sto solo confermando ciò che già sapeva.
-Un litigio non prova un omicidio.- constata Elena
razionale, stringendomi la mano con fare rassicurante.
Si è vestita e legata i capelli, per un istante rimpiango di
non poter passare le dita tra le sue ciocche morbide, il delizioso piacere
della seta che mi solletica la pelle…
-No.- le accorda Liz Forbes. –Ma un oggetto personale sul
luogo del crimine avrà bisogno di un’ottima giustificazione.-
La osservo mentre abbassa lo sguardo in silenzio: non è
convinta, questo lo intuisco subito.
Elena vede sempre il buono nelle persone ed è sempre
disposta a dare una seconda opportunità. Lei crede ancora nell’innocenza di
Damon.
… E vorrei poterlo fare anch’io.
Uno dei poliziotti richiama l’attenzione dello sceriffo.
-Sua figlia chiede di lei.- le comunica. –È qui fuori.-
Il suo sguardo muta da sorpreso a preoccupato, si alza
rapidamente. –Rimani finché non torno.- ordina al suo subordinato. –Farò
presto.-
Quello annuisce, mentre lei sta già uscendo dalla stanza.
***
-Damon è innocente, ne sono
sicura.- dichiara d’un tratto Elena, mentre misura la stanza a grandi passi.
-Non sarebbe la prima volta che
si caccia nei guai.- mi permetto di ribattere.
Vorrei essere sprezzante e
arrabbiato, ma il mio tono risuona solo triste e lei se ne accorge.
-È cambiato, Stefan. Non può aver
ucciso Logan Fell per una stupida trasmissione.-
Sorrido amaramente.
Vuole convincermi, ma la sua
camminata inquieta rivela i miei stessi dubbi: non vuole crederci, come non
vorrei farlo io, ma le prove sono tutte contro di lui.
Ed Elena lo sa.
D’improvviso l’atrio della casa
prorompe in un sonoro vociare.
-Cosa volete?!- bercia qualcuno,
e riconosco la voce impastata dall’alcol di mio fratello. –Adesso è un reato
sbronzarsi e passare la notte fuori di casa?-
-È un reato tagliare la gola a
un uomo, ragazzo.- gli risponde uno dei poliziotti a guardia dell’entrata.
Mi precipito fuori dalla stanza,
seguito da Elena.
Damon, ancora sulla soglia, mi
lancia uno sguardo interrogativo. –Io non ho tagliato la gola a nessuno!-
dichiara con una smorfia stupita.
Ha gli occhi arrossati dal bere,
ma lo sguardo è sincero.
Rivedo il Damon della mia
infanzia, il fratello maggiore sempre pronto a tendermi la mano, quando io invece,
non ho esitato a voltargli le spalle.
Il senso di colpa mi si rovescia
addosso.
-Stefan!- grida Elena concitata,
stringendomi il braccio.
-L’ho visto.- le rispondo piano e
so che anche gli altri l’hanno notato.
Mio fratello è innocente.
Il suo anello si trova dove è
sempre stato: al suo dito.
***
-Adesso puoi dirci dove ti trovavi stanotte?- chiede con più
calma il solito poliziotto che prima l’aveva aggredito.
Damon manda giù un sorso di caffè nero, posa rumorosamente
la tazza sul tavolino di marmo e accavalla le gambe con aria svagata.
Il silenzio invade la stanza.
-Non sei ancora fuori dai guai, ragazzo.- chiarisce il
vicesceriffo. –Devi dirci dove ti trovavi quando è stato compiuto l’omicidio.-
-Non è necessario.-
Liz Forbes entra nella stanza seguita da sua figlia
Caroline.
-Abbiamo una testimone che dichiara di essere stata con lui tutta
la notte.- e mentre pronuncia le ultime parole, lancia un’occhiata carica
d’odio in direzione di mio fratello.
Probabilmente avrebbe preferito accusarlo di omicidio.
Alla muta domanda dei suoi uomini, lo sceriffo accenna a sua
figlia.
Caroline tiene lo sguardo basso, ma è chiaro che ha pianto,
io invece vorrei ridere.
È stato solo un incubo, ed è finito.
-Damon Salvatore.- ringhia la Liz Forbes madre. –Noi due dobbiamo
parlare.-
… O quasi.
***
È ormai sera inoltrata ed è iniziato a piovere.
La giornata è stata lunga.
Elena sbadiglia, rannicchiandosi sul divano davanti al
camino. Mi siedo accanto a lei, accarezzandole il volto assonnato.
-Se ne sono andati gli altri poliziotti?- domanda con voce
finalmente serena.
Annuisco, adagiandomi contro lo schienale e passandole un
braccio sulle spalle. –Pare che Logan Fell stesse raccogliendo notizie anche
sulla famiglia Lockwood, e nessuno ha più visto Mason da ieri sera, quindi…-
-Adesso è lui il maggiore sospettato.- conclude lei.
Un lampo illumina i vetri della finestra e il tuono che lo
segue rimbomba tra le pareti di casa.
-Si è scatenata proprio una bella tempesta.- commenta poi
placida, socchiudendo gli occhi di fronte al crepitio confortante delle fiamme.
Inconsciamente lancio uno sguardo verso stanza adiacente,
dove aleggiano nubi tali da far presagire ben altro tipo di uragano.
-Pensi che ne avranno ancora per molto?- domanda Elena,
seguendo il mio sguardo.
Sollevo le spalle senza rispondere e in quel momento, lo
sceriffo esce dalla stanza a passo deciso.
-Buonanotte.- augura in tono formale, prima di uscire di
casa.
-Buonanotte a lei, Liz.- le risponde serafica la voce di mio
fratello, mentre la porta d’ingresso si chiude con un tonfo sordo.
Damon ci raggiunge pochi secondi dopo e afferra una
bottiglia di whisky, -Giusto per non perdere l’abitudine.- si preoccupa di
chiarire, e dopo averne inghiottito un sorso, si lascia cadere sul divano senza
curarsi di trattenere un sospiro di malcelata sopportazione.
-Va tutto bene?- gli domanda Elena.
Lui socchiude gli occhi minaccioso.
-Certo che va tutto bene.-
commenta sarcastico. –Ho passato le ultime cinque ore a spiegare come sono
riuscito, complice la luna piena e qualche bicchierino di troppo, a convincere
una ragazza dabbene a seguirmi in uno squallido motel e a compromettere
la sua illibata virtù, trascorrendo la notte con me.
Elena lo osserva sconcertata e
tace.
Mi sfugge un mezzo sorriso.
È incredibile che Damon pretenda di
risultare inequivocabilmente innocente, anche in quella circostanza.
-Trovi divertente, fratellino,
che lo sceriffo mi abbia tenuto sotto torchio per tutto il pomeriggio?-
s’informa lui sollecito.
-Credo che oggi Liz Forbes abbia
vestito i panni della madre furibonda, più di quelli da sceriffo.- mi permetto
di chiarire. –E comunque, preferisco saperti uno sciupafemmine piuttosto che un
assassino.-
Lui mi lancia uno sguardo di
rimprovero. –Non mi avresti creduto un assassino, se non avessi confuso un’insulsa
riproduzione con il mio anello di famiglia.-
Sorrido, ammettendo tacitamente
il mio errore.
-Come riproduzione, però, era ben
fatta.- aggiunge Elena in mia difesa.
Questa volta mi concedo di ridere
apertamente, e a conferma della sua teoria, sollevo le braccia lanciando a
Damon uno sguardo eloquente.
Quello sbuffa e distende le gambe
sul tavolino di fronte a sé.
La pioggia continua a scendere in
rivoli scroscianti, lungo i vetri delle finestre, ma l’interno della stanza è
caldo. Socchiudo gli occhi, mentre una quiete sonnolenta m’invade la mente.
-Whisky, fratellino?-
La voce di Damon mi giunge
distante e attutita dal torpore.
Non rispondo.
Desidero solo dormire, perché so
che stanotte non ci saranno incubi.
-Stefan…-
Fuori imperversa la bufera; sento
il rombo del tuono e l’acqua che scende scrosciando lungo le pareti.
È buio e fa freddo.
Fuori e dentro.
È da molto, molto tempo che
questo gelo m’invade.
Dal giorno in cui ho visto,
per la prima volta le mie mani sporche di sangue.
… Il sangue di mio padre.
Quanto tempo è passato?
Più di una vita…
Sono oltre il perdono.
… Sono oltre anche la morte.
-Stefan…-
Elena mi chiama, riconosco la
voce.
C’è una candela accesa.
… E ritorna il dolore.
Intenso.
Bruciante.
“Lo desidero, Elena. Lo
merito, anche.” vorrei dirle, ma dalle mie labbra non esce suono.
E per sentirmi un mostro, non
ho bisogno di pronunciarne la parola ad alta voce.
-Stefan!- grida forte, e
questa volta arriva la paura.
Mi lacera l’anima con unghie
taglienti…
Ho trascinato mio fratello
nelle tenebre, perché non volevo restare solo.
… E adesso siamo mostri
entrambi.
Indossiamo l’anello del casato
dei Perduti; un giorno lo toglierò e andrò incontro alla luce.
Il rimorso non è più clemente
del dolore.
Quante vite perdute getta
sulle mie spalle?
Morti per mia mano o per
quelle di mio fratello.
Gole squarciate…
-Stefan, svegliati!-
“Sono sveglio, Elena.”cerco di
dirle. “Ho dormito e sognato una vita normale, ma adesso sono sveglio e lo
rimpiango.”
Apro gli occhi, perché se ne
convinca.
La rimessa dove mi trovo è
quasi totalmente immersa nell’oscurità, ed è gelida.
Fuori imperversa ancora la
tempesta.
Del mio corpo sento dolere
ogni centimetro, le corde mi lacerano i polsi e la verbena m’impedisce di
guarire.
-Stefan!- questa volta è mio
fratello che mi chiama. –Stefan, sei con noi?!- grida di nuovo.
D’improvviso mi ritrovo a
terra, Damon ha tagliato le corde che mi tenevano legato.
-I vampiri della tomba si sono
divertiti oggi, con te.- commenta con tono leggero, lanciando un breve sguardo
alle mie ferite.
Elena mi getta sulle spalle il
mio giubbotto. –Non preoccuparti.-
sussurra, abbracciandomi forte.
–Quest’incubo è finito.-
L’amo perdutamente, per questo
non riesco a dirle che a volte gli incubi peggiori sono quelli che si fanno da
svegli.
Rimango in silenzio, lasciando
che mi portino via da questo luogo.
Sembra un brutto sogno, lo so,
invece è la realtà
… E difficilmente avrà un
lieto fine.
Missing moment 1x17. FINE.
Questa storia si è classificata diciassettesima al contest
“Era un sogno” indetto da Fabi_Fabi.