Gweiddi at Ecate, è tutta tua!
^_^
Prologo
-Cosa vuoi, Katherine?-
Amo la voce di Stefan. Non riesce a risuonare gelida neanche
quando vuole ferirmi.
Mi appoggio allo stipite della porta e lo osservo, rimanendo
in silenzio.
È seduto sul divano, la testa china; non si prende neanche
il disturbo di guardarmi.
La biblioteca è avvolta nella penombra, soltanto il camino
spande una luce tenue e tremolante sugli arredi scuri della stanza.
Le ombre vacillano inquietanti, l’odore intenso di fumo e
alcol, mescolati a quello più sottile di polvere stantia mi nauseano. Non ho
mai amato questo luogo.
Nella mia infanzia, la biblioteca di famiglia era una stanza
piccola e linda, arieggiata da una finestra che dava sul bosco.
Riesco ancora a sentire il profumo fresco e pungente dei
pini, a vedere le tende sollevarsi per la brezza serale, costringendo mio padre
ad allontanare la candela, mentre consulta con instancabile tenacia i libri
mastri delle sue proprietà.
Quella dei Salvatore, invece, è sempre stata un luogo opprimente
e cupo; ci sono entrata poche volte e solo per cercare lui, come oggi.
Percorro la stanza lentamente e mi siedo al suo fianco; lui
non si muove, si rigira tra le dita un piccolo ritratto sbiadito e non alza lo
sguardo.
Per un istante, le sue mani incerte e tormentate mi
riportano alla mente qualcuno.
…Ed è una persona che non voglio ricordare.
-Serata nostalgica, Stefan?- domando ironica, sbattendo la
porta in faccia a tutto ciò che non voglio rivivere.
-Non tutti sono gelidi come te, Katherine.- sibila,
guardandomi appena.
Sbuffo seccata e lo lascio credere alla noia che ostento.
Illuso, come sempre.
Ho più demoni di quanti se ne possa trovare all’inferno,
l’unica differenza tra me e lui, è che io non li lascio vincere.
…Più o meno.
Gli tolgo dalle mani il ritratto, ma solo per farlo
irritare: non sono realmente curiosa di sapere cosa rappresenta.
Gli lancio un’occhiata di scherno, in risposta al suo
sguardo d’accusa e mi porto la foto davanti al viso.
Sono due giovani, ritratti nel giorno del loro matrimonio.
Li riconosco all’istante.
Sento la maschera di onnipresente freddezza scivolarmi dal
volto, non riesco a trattenerla. Boccheggio sorpresa e lui se ne accorge.
-Li riconosci?- mi chiede stupito.
Vorrei dirgli di no, e ridere della sua assurda
sensibilità, ma la mente mi tradisce, riavvolgendo il nastro della mia
esistenza e senza che io lo voglia, mi ha già riportato indietro, a molti anni
prima.
Osservo la donna nella foto, il velo da sposa a
incorniciarle il volto infantile. I suoi occhi ridenti mi scrutano con
simpatia, attraverso la carta sbiadita.
E come allora, non riesco a fingere.
-Sono i miei genitori.- m’informa Stefan.
Mi osserva e so che sta disperatamente cercando di decifrare
le mie espressioni.
Dolce e malinconico Stefan.
Mi appoggio allo schienale del divano, sospirando appena.
-Lo so.- rispondo, e so anche che adesso mi darà il tormento
fino a quando non gli avrò raccontato tutto ciò che ricordo di loro.
A conferma della mia ipotesi, lui incrocia le braccia al
petto e solleva un sopracciglio, in attesa.
Non ho niente da dire su Giuseppe Salvatore. L’ho sempre
odiato, per molte più ragioni di quante se ne possa immaginare. Ma lei…
Di lei potrei parlare per tutta la notte.
E improvvisamente realizzo, che contrariamente a quanto ho
sempre immaginato, non mi dispiace affatto farlo.
Continua…
Angolino
dell’autrice: ^_^
Non
avevo previsto di imbarcarmi nell’impresa di scrivere una long, dopo tutto
questo tempo e in un nuovo fandom, questa doveva essere una one shot, magari un
po’ più lunga del solito, ma pur sempre una one shot.
Invece
è stato subito chiaro, già di primi accenni di stesura, che questi personaggi
avevano una storia da raccontare e che non si sarebbero accontentati di un
semplice capitoletto.
Per
cui ho lasciato che si prendessero lo spazio che desideravano, senza imporre
limiti o regole, del resto Katherine le ha sempre detestate… ^_^
Spero
di non tediarvi troppo.^^
Joy.