è una Tom x Hermione... lo so che l'idea è strana...ma spero che possa comunque piacere a qualcuno...
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Le lacrime rigavano il viso pallido della ragazza,appoggiata
contro il freddo muro di pietra accanto alla finestra del dormitorio delle
ragazze.
Hermione lo sapeva, che piangere non sarebbe servito a
nulla.
Non sarebbe servito a riportare in vita Silente, non sarebbe
servito a cancellare il terrore che
sempre più rapidamente stava inghiottendo tutto il suo mondo.
Ma soprattutto, le lacrime non avrebbero potuto cancellare
la decisione che ormai aveva preso, e che dopo la morte del Preside, era ormai
l’unica decisione possibile.
Si asciugò il viso bagnato con la manica della divisa
scolastica, lo sguardo fisso sul sole che tramontava sulla foresta proibita.
La sua mente vagò indietro, alla sera di pochi giorni prima,
quando aveva parlato con Silente per l’ultima volta. Il ricordo le sembrava incredibilmente lontano,
come se fosse accaduto epoche fa, e non poche ore prima della notte in cui
Silente…
L’ennesimo singhiozzo scosse il suo corpo stanco, mentre con
lo sguardo perso nel vuoto, ricordava.
Aveva percorso agitata la strada fino all’ ufficio del
preside, la mano stretta attorno al rotolo di pergamena che le era stato
consegnato da una ragazza del secondo anno, e nella quale c’era scritto in una
elegante grafia scarlatta che era richiesta la sua presenza per un colloquio
privato, alle otto e mezzo di sera, nell’ufficio di Silente.
Non capiva il motivo
di quella convocazione, fino ad allora era sempre stato Harry, ad essere chiamato
dal preside per colloqui e ‘lezioni’ segrete.
Arrivata davanti alla porta dell’ufficio esitò, prese un bel
respiro e bussò.
“Avanti!” le rispose una voce gioviale.
Quando aprì la porta vide Silente in piedi, di spalle,
intento a scrutare qualcosa attraverso la finestra, dalla quale penetrava la
flebile luce del crepuscolo.
Quando si voltò, la luce tremolante delle candele illuminò
il suo volto , piegato in uno stanco, forzato sorriso.
Sembrava terribilmente
invecchiato, le rughe attorno ai suoi occhi preoccupati più marcate.
“Oh, buonasera signorina Granger.”
Esclamò facendole cenno di sedersi.
“Buonasera Preside, ho ricevuto…”
rispose lei tutto d’un fiato, ma Silente la anticipò.
“…la mia lettera di convocazione,
lo so.”
Hermione si sedette, un po’ a
disagio. Non le era mai capitato di stare da sola in quell’ufficio con Silente.
I precedenti presidi di Hogwarts la
scrutavano di sottecchi dai quadri appesi alle pareti, facendo finta di
dormire, e lei si sentiva terribilmente osservata.
“Credo che la mia improvvisa convocazione deve averle messo una grande curiosità
addosso…” Silente si interruppe bruscamente “ oh, ma che maleducato…gradirebbe
una tazza di tè?” Mormorò guardandola
con i suoi azzurri occhi gentili.
“No…grazie.” Balbettò lei, stupita
da quella domanda così normale da sembrare fuori posto in quel frangente.
“Si, suppongo che l’abitudine di
offrire del tè a tutti sia tipica di noi vecchi.” Rispose lui con un sorriso
sornione.
Poi, il suo viso tornò serio, come
se si fosse ricordato di qualcosa di molto spiacevole.
“Vede signorina Granger, sarò
breve. L’ intelligenza e l’ arguzia che ha sempre dimostrato da quando la
conosco, non potrà non portarla alla conclusione che, se l’ho convocata qui a
quest’ora, e in gran segreto per di più , il motivo deve essere importante.”
Hermione sentì un fiore di apprensione sbocciarle
nel petto.
“Lei sicuramente, in quanto
migliore amica di Harry Potter, sarà già al corrente delle informazioni alle
quali siamo giunti,io ed Harry durante i nostri incontri. Mi riferisco,
ovviamente, alla creazione degli Horcrux, da parte di Lord Voldemort.”
La ragazza annuì, stringendo le
mani a pugno.
Era ancora incredula di quello che
Harry aveva scoperto. Il professor Lumacorno aveva dato imprudentemente delle
informazioni sugli Horcrux vitali al giovane Voldemort, ed egli le aveva
sfruttate per creare non uno, ma bensì sei Orcrux. Aveva lacerato la sua anima
in sette, ben sette parti!
Hermione rabbrividì .
“E sarà anche al corrente, insieme
al signor Weasley, che ora la missione di Harry, la nostra missione, sarà
quella di scovare gli altri Horcrux, e distruggerli.”
“Si, signore. Harry ci ha
raccontato tutto. E noi siamo pronti a seguirlo. Non lo abbandoneremo nel
momento in cui ha più bisogno di noi.”
Il preside sospirò, guardando
apparentemente nel vuoto, come se pensasse tra sé.
“Ci ho pensato molto, signorina
Granger, da quando sono tornato dal mio ultimo viaggio. Da quando ho trovato
qualcosa , che ora le mostrerò.” Così dicendo aprì un cassetto dalla sua
scrivania, e ne estrasse una scatola di legno scuro. Mentre la apriva con
grande delicatezza , continuò. “Ho pensato molto al modo, in cui questa mia
scoperta potesse tornarci utile, e oggi forse, l’ho trovato”.
Girò la scatola aperta sul tavolo,
rivolta verso Hermione, e lei poté vedere che all’interno, adagiata sul velluto
rosso porpora, stava un medaglione dorato con all’interno una piccola
clessidra.
“Una giratempo!” esclamò Hermione.
“Ma io… credevo che fossero state tutte distrutte l’anno scorso! Durante l’incursione
al ministero!”
Silente sorrise,con una pacata aria
trionfante.
“Mi spiace contraddirla ,ma questo
è errato due volte.
Errato in primo luogo,anche se solo in parte, perché questa non è una semplice giratempo.
Normalmente ci si aspetta che una giratempo
porti indietro il tempo di qualche ora,
al massimo giorni.
Questa è una delle poche, forse l’unica
mi azzarderei a dire, che può andare a ritroso, o avanti, nel tempo di anni,
addirittura decenni.
Ed è errata la sua ultima
affermazione, in quanto come vede, sono riuscito a salvare questo unico
esemplare di giratempo, che non era custodito al ministero, ma in un luogo
haimè, assai più sgradevole da visitare.”
Hermione fissava sgomenta il
medaglione adagiato nella scatola,guizzi di luce danzavano sulla catena dorata
al quale era attaccata.
“Ma… se può portare indietro così
tanto nel tempo…” balbettò la ragazza meditando sul significato di quella
scoperta straordinaria.
“Vedo con piacere che anche lei
sta cogliendo l’occasione unica, che questo ritrovamento può donarci.
È la possibilità di colpire Voldemort
su due fronti. Se Harry dovesse fallire,
se fosse in seria difficoltà nella ricerca degli Horcrux, noi avremo una
seconda speranza. L’occasione di sconfiggere l’Oscuro Signore prima che egli
sia diventato invulnerabile.”
Nonostante le parole enigmatiche
del preside, Hermione già intuiva quello che le avrebbe chiesto. Anche se avrebbe
dato qualsiasi cosa, per sbagliarsi al riguardo.
“Lei mi sta chiedendo…”
“Di estirpare il Male alla radice,
si.”
La ragazza deglutì, un sudore
freddo le colava lungo la schiena.
Così i suoi timori erano fondati.
Silente voleva che lei tornasse
indietro nel tempo, per porre fine all’ascesa – e probabilmente anche alla
vita- del giovane Voldemort, o forse, avrebbe dovuto dire, del giovane Tom
Riddle, come si faceva chiamare allora.
Se fosse riuscita nell’intento,la
guerra sarebbe stata vinta, anzi, non sarebbe mai neanche iniziata, dato che
non sarebbe mai esistito Lord Voldemort.
Capiva che quella era un’occasione
unica. Ma perché, perché proprio lei? Perché non Harry?
Quasi leggendogli nel pensiero,
Silente continuò.
“Harry Potter è il bambino che è sopravvissuto.
L’eletto, secondo la Profezia -anche se personalmente, non ho mai creduto molto
nella scienza della Divinazione- ed è l’unico che può sconfiggere Lord
Voldemort nel nostro tempo.
Ma nel 1942 la profezia non era
stata ancora pronunciata. Il Signore Oscuro era ancora giovane,vulnerabile.
Non possiamo permetterci di
sbagliare. Come dicevo la battaglia sarà combattuta su due fronti, se lei
dovesse fallire, avremmo sempre Harry, la nostra speranza per il futuro.
Ma se invece fosse Harry a fallire , sarà lei, signorina Granger
la nostra speranza. La nostra speranza nel passato.”
Hermione annuì, lo stomaco che le
si contorceva.
“Non posso portare…Ronald Weasley
con me vero?” Chiese in un sussurro .
“Credo che purtroppo non sarà
possibile. Non solo Ronald sarà indispensabile ad Harry nei giorni che
verranno, ma la sua missione, signorina Granger, è e deve assolutamente rimanere
segreta.”
Anche l’ultimo filo si speranza
abbandonò il cuore di Hermione.
Sola. Sarebbe dovuta andare da
sola, affrontare il futuro mago più Oscuro di tutti i tempi, e sperare di
rimanere in vita per raccontarlo. Assurdo. Se Silente le aveva chiesto questo, vuol
dire che in realtà, le possibilità che Harry sconfiggesse Voldemort una volta
per tutte erano davvero scarse, e che la situazione era davvero disperata. Lei
era l’ultima spiaggia.
“Quindi dovrò andare indietro nel
tempo… nell ‘anno?” Chiese con un filo di voce.
“1942. Al primo di settembre, l’inizio
dell’anno scolastico. Il quinto anno, per Tom Orvoloson Riddle, e faremo in modo che sia quello che frequenterà
anche lei signorina Granger.”
Il quinto anno! Avrebbe dovuto
ripetere il quinto anno! Ripetere i GUFO!
Un nodo le bloccò la gola.
“Questo perché sarà più facile
avvicinarsi a Riddle, se frequenterà gli stessi suoi corsi. Sempre per questi
motivo, le consiglierei anche di fare in modo di convincere il cappello
parlante perché la assegni alla casa dei Serpeverde, una volta giunta nel passato.
Dovrà controllare tutti i movimenti di Tom Riddle e scoprire i suoi punti deboli. La
conoscenza del nemico è la prima regola in guerra.”
Oddio! Pure questa! Sarebbe
diventata una Serpeverde? La casa che lei ,Harry e Ron avevano sempre
disprezzato e visto come un covo di futuri maghi oscuri?
Strinse i denti. Non poteva cedere
a queste stupide motivazioni, doveva farlo, che le piacesse o meno.
La vita di Harry, di Ron, e
probabilmente di tutti i suoi amici e del mondo intero dipendeva da lei.
Sapeva che non sarebbe stato
difficile farsi mettere nei Serpeverde dal cappello. Dopotutto, anche Harry le
aveva confessato che era stato lui a chiedere al cappello di farsi assegnare
alla casa dei Grifondoro, al suo primo anno.
All’improvviso un pensiero le
balenò nella mente, come una scossa elettrica.
“Ma signore! Il 1942!Non è stato l’anno
in cui la Camera dei Segreti è stata aperta?”
Silente si chinò sulla sedia,
avvicinandosi a lei, e la guardò intensamente negli occhi.
“Come le ho già detto una volta,
parecchio tempo fa, signorina Granger, se agirà correttamente, più di una vita
potrà essere salvata.” E così dicendo le strizzò l’occhio.
D’un tratto Hermione si scosse dai
suoi ricordi. Si ritrovava ancora nel dormitorio delle ragazze, la testa
appoggiata al vetro della finestra, appannato dal suo respiro e dal calore del
suo viso bagnato di lacrime.
Quelle erano state le ultime
parole che le aveva rivolto Silente. E
ora Silente era morto.
Doveva farlo. Quella notte stessa.
Se prima aveva qualche dubbio,
se prima aveva paura, ora questi erano spariti
dal suo cuore, dove le sembrava ci fosse ormai posto solo per due sentimenti: la
tristezza e l’odio.
L’avrebbe fatto, avrebbe ucciso
Voldemort, l’avrebbe annientato quando era ancora un arrogante bamboccio che
non sapeva neanche smaterializzarsi.
E avrebbe vendicato Silente.Avrebbe
vendicato tutti coloro che erano morti a causa della ferocia di quel mostro.
“Lo giuro” sussurrò tra i denti
stringendo i pugni.