Devil
May Cry (10 anni dopo)
Il cigolio
della porta del Devil May Cry accolse un nuovo cliente nel grigio e
polveroso salone.
Dante aprì un occhio, mentre il suo corpo
riposava allungato sulla scrivania.
Era entrata una giovane dai lunghi capelli biondi e dagli
occhi azzurri.
Il devil hunter ascoltò la sua storia, accettando
sgarbatamente il lavoro che gli veniva offerto, chiedendo un'immensa
somma di denaro che quella ragazza sicuramente non possedeva.
Quando se ne fu andata ordinò una pizza,
trangugiandola in pochi minuti e buttando il cartone che la conteneva a
terra.
Osservò distaccato la sporcizia che si era
accumulata in quel posto, pensando che presto avrebbe dovuto chiamare
un'impresa di pulizie.
Ricordava bene il tempo in cui queste faccende non lo
riguardavano, quando ancora Patty si prendeva cura del locale, ma anche
di lui, a suo modo.
Era sempre tutto ordinato e sembrava un luogo abitabile e
non il covo di un cacciatore di demoni.
Quante volte lo aveva colpito con lo spazzolone
affinché togliesse le lattine di birra che lasciava in giro?
E quante volte, come premio, gli preparava lo Strawberry
Sundae?
Ormai erano passati ben 10 anni e credeva non sarebbe
riuscito a riconoscere quella bambina viziata, amante delle telenovele.
Ma non per questo, quando incontrava una giovane bionda che
doveva avere la sua stessa età, non la fissava intensamente,
per rivedere quel blu profondo dei suoi occhi, lucente come
uno zaffiro prezioso.
Per quanto cercasse di nasconderlo gli mancava Patty, gli
mancava il suo essere assillante ma presente...
La sua preoccupazione malcelata nel suo sguardo, mentre lui
usciva per lavoro...
La sua voce cristallina e gracchiante quando lo
rimproverava...
Con un moto di stizza prese il cappotto e si
caricò in spalla la custodia della chitarra, essendo ancora
giorno, per dirigersi al solito bar dove avrebbe ordinato la solita
coppa gelato.
Quando però gliela servirono gli si chiuse la
bocca dello stomaco e deglutì invano, sommerso dai ricordi.
-Dante! Posso
un altro Strawberry Sundae?-
-Se hai soldi
per prenderlo, pagatelo da sola...-
-Ma come sei
antipatico! Sgobbi come un mulo e poi non porti uno straccio di
ricompensa a casa!-
La bambina
gonfiò le guance ed incrociò le braccia al petto.
Però poi saltò improvvisamente sul posto e
spalancò gli occhi con spavento.
-Dante!! Un
demone dietro di te!-
L'uomo si
girò per riflesso e lei gli rubò il gelato che
doveva ancora finire.
-Ehi!-
Esclamò l'altro.
-I soldi
forse non li avrò ma me lo sono presa da sola come mi avevi
detto!-
Patty gli
fece una linguaccia e affondò il cucchiaino nella panna
bianca, abbuffandosi con l'appetito tipico della sua età.
Dante
sbuffò e appoggiò il mento alla mano,
concedendosi di sorridere di nascosto, divertito dal carattere lesto
della bambina.
Con
forza ritornò alla realtà, rendendosi conto di
non aver minimamente toccato il gelato.
La sua mano chiusa a pugno attorno al cucchiaio
gli faceva notare come quei ricordi lo turbassero.
Allontanò il bicchiere di vetro per unire le mani
e poggiare i gomiti sul legno liscio, chiudendo gli occhi: non riusciva
a dimenticarla, non riusciva a scordare il rumore della sua risata
quando lo vinceva a poker.
Non aveva paura di alcun demone eppure temeva di essere
stato dimenticato.
Voleva vederla e saperla cresciuta, ormai donna...
Voleva spettinarle i capelli ed offrirle uno Strawberry
Sundae...
Peccato non sapesse che fine avesse fatto.
Morrison gli aveva detto che si erano spostate, lei e la
madre, in un luogo più tranquillo, privo di demoni, anche se
sapevano meglio di chiunque altro che era impossibile scappare da
quelle creature e che le avrebbero trovate ovunque.
Il suo "imprenditore" gli aveva consegnato una lettera da
parte di Patty che lui non aveva mai aperto; aveva semplicemente fatto
finta che non esistesse e l'aveva lasciata in un cassetto pieno di
riviste inutili.
La ragazza si sarebbe sicuramente arrabbiata sapendo
ciò, ma ormai non era più affar suo, Dante non
era più affar suo.
Lo stesso hunter sapeva che sarebbe stato altamente stupido
cercarla.
Che cosa le avrebbe detto nel caso? "Sono Dante, quel mezzo
demone che ti ha salvato e che ti ha ospitato in casa sua."?
Impossibile.
Non si sarebbe mai abbassato a quello.
Tra tutte le cose meschine che aveva fatto non aveva il
coraggio di rincontrarla e quella sicuramente era la peggiore di tutte.
-Dante, qualcosa non va?-
La cameriera che lo aveva sempre servito con gentilezza ed
esuberanza lo fissava preoccupata.
L'uomo si specchiò nei suoi occhi e si vide
diverso, spaventato.
-No, nulla...-
Si alzò rapido e pagò in altrettanto
modo, per uscire quindi senza una parola, mentre la ragazza dai vivaci
capelli arancioni guardava prima il gelato abbandonato, poi la sua
schiena incurvata, pensando che quello che stava passando Dante doveva
impensierirlo parecchio.
L'uomo tornò al suo ufficio in fretta, senza guardarsi
intorno.
Arrivato, buttò a terra il cappotto e mise la custodia dello
spadone in un angolo, buttandosi sul divano ed allungandosi come suo
fare.
Niente, la sua mente non voleva pensare ad altro se non a Patty.
Con la testa appoggiata alle braccia incrociate, si voltò un
poco verso la scrivania, guardando in particolare il vano in cui aveva
messo la lettera della bambina.
Attese un'ora e poi un'altra, ma non trovava la forza per raggiungere
quel traguardo lontano.
Sbuffò irritato e lasciò perdere, chiudendo gli
occhi per provare a riposare ma, dietro le sue palpebre, il ricordo di
lei era ancora più vivido.
Si alzò di scatto, e camminò con passo di marcia
verso il centro della stanza, tirando con troppa forza il
cassetto e facendolo uscire dai binari.
Lanciò con rabbia le riviste fino a quando non
trovò una bianca busta immacolata, corrosa agli angoli per
la cattiva conservazione.
Dante la prese con reverenza, accarezzandola piano e trovandosi
irreparabilmente stupido.
Perchè non l'aveva mai fatto prima?
Perchè trovava sempre qualcosa che occupava i suoi pensieri
ma, quel fatidico giorno, no.
Prese un taglia carte e l'aprì, sfilando delicatamente il
foglio intriso di scritte.
Fece un profondo respiro, poi ne lesse il contenuto.
Note dell'autore:
All'inizio era nata come one-shot, ma poi la storia si è
scritta da sè e non ho avuto il coraggio di cambiarla.
A dir la verità non so neanche come continuarla ma non me ne
preoccupo, perchè quello che ho scritto mi anima
d'ispirazione.
Essendo la mia prima ff su Devil May Cry, spero di
aver rispettato il suo personaggio, o almeno quello presente nell'anime.
Pregando in un vostro commento positivo vi saluto, Lorelei95.
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