Ghost Seeker- Capitolo 3
Capitolo 3: Il
Potere Del Gene S (Blake)
Per tornare alla normalità dovevo solo fingere
che quel pomeriggio non fosse successo nulla, come se non fosse mai
esistito.
Per farlo dovevo aspettare di essere a casa visto che per il momento
ero ancora
intrappolato in un’automobile alla cui guida c’era
la Guard del signor Hyde,
Dafne.
Eravamo a
metà strada ormai e per tutto quel
tempo nessuno di noi due aveva spiccicato una sola parola.
Fondamentalmente ero
davvero grato a quella donna dato che ero certo del fatto che il signor
Hyde le
avesse detto di accompagnarmi a casa per convincermi a diventare il
Guard di Cassie.
Non avevo alcuna
intenzione di accettare un
evento del genere.
La mia vita andava
bene così, non volevo che
si complicasse aggiungendoci cose superflue come il dover difendere una
Seeker
dai fantasmi che l’avrebbero posseduta. Mi sentivo un matto
soltanto nel
pensarle certe cose talmente assurde da essere invece così
vere.
Forse avevo davvero
messo Cassie in
difficoltà. Aveva parlato di un’organizzazione,
ma, fino a prova contraria, la
mia sanità mentale era molto più importante di
una ragazza che conoscevo da
poche ore. Per quanto mi sentissi legato a lei in modo quasi morboso,
come se
avessi potuto avvertire continuamente la sua presenza, anche se eravamo
lontani, rimaneva che dovevo in ogni modo contrastare
quell’istinto perché non
era reale.
-Stai pensando a
Cassie?-
Sussultai nel
sentire quelle parole come se
Dafne me le avesse urlate direttamente nel timpano.
-Scusa se mi sono
intromessa, ma so che faccia
ha un Guard quando sente l’aura del suo Seeker.-
Guardai il profilo
di quella donna così bella.
Sembrava talmente giovane ma mostrava una maturità quasi
sovrannaturale.
-E’ una
cosa nuova per me ma sto cercando di
non pensare a Cassie. Come sai, non voglio farmi coinvolgere in questa
storia di…
fantasmi. In fin dei conti basterà che mi abitui al fatto di
vedere gente morta
camminare per strada, non credo che sia questo grande problema.-
-Se lo dici tu.-
-Più che
altro stavo ripensando a quello che
ha detto Cassie riguardo all’organizzazione e ai livelli. Che
cosa voleva
dire?-
Dafne rimase in
silenzio per qualche secondo
continuando a fissare la strada.
-In teoria non
potrei rivelarti certe cose
visto che hai rifiutato di accettare la tua natura di Guard. Non credo,
però,
che ci sia nulla di male a parlartene, dopotutto dubito che lo
riferirai mai a
qualcuno.-
-Be’
diciamo che ancora non ho voglia di
indossare una camicia di forza.-
Dafne sorrise
voltandosi a guardarmi per un
attimo e tornò a fissare la strada.
-I Seeker non
agiscono in modo arbitrario. C’è
un’organizzazione a monte che protegge le identità
dei Seeker e ne regola le
azioni.-
Osservai Dafne a
bocca aperta mentre lei
continuava il suo discorso.
-Questa
Organizzazione si chiama Tripla S,
cioè Supernatural Sociaty of Seeker.
E’ stata fondata intorno all’anno 1000 da un
ristretto gruppo di Seeker che
avevano deciso di far fronte comune per risolvere almeno in parte il
problema
del trapasso delle anime.-
-E già
allora erano a conoscenza del gene S?-
Vista la tecnologia
praticamente inesistente
dell’epoca, mi sembrava abbastanza improbabile che potessero
conoscerlo.
-No, il gene S
è stato scoperto da un giovane
Seeker, quasi quarantacinque anni fa. Era uno scienziato brillante, e
analizzando attentamente dei campioni del suo stesso DNA
scoprì che nei Seeker
i cromosomi sessuali sono legati da un sottile filamento di DNA. A
prima vista
sembrava proprio a forma di S, per questo decise di chiamarlo Gene S-
Sbattei le palpebre
più volte mentre
cominciavo a sentirmi ancora più confuso.
-Quindi
anch’io ho questo pezzo di DNA in
più?-
-Sì, ma
quello di noi Guard non è grande e
visibile come quello dei Seeker, e molti pensano che sia per questo che
noi non
possiamo avere un contatto completo con le anime. A parte questo e il
colore
degli occhi abbiamo le stesse doti dei Seeker.-
Anche se non avrei
dovuto stavo cominciando
davvero a incuriosirmi.
-Quali sarebbero
queste doti?-
-Velocità,
forza, intelligenza. In confronto a
quelle di un comune essere umano, queste caratteristiche in un Seeker o
in un
Guard sono nettamente superiori.-
-Eppure io non mi
sento diverso rispetto a
stamattina. Non credo di essere più forte, più
veloce o più intelligente.-
Dafne sorrise
divertita.
-Questo
perché il tuo Gene S si è appena risvegliato.
Dagli qualche giorno e ti sentirai una persona completamente diversa.-
La cosa
m’incuriosiva davvero ma di certo non
avevo intenzione di diventare un Guard. Ero solo curioso, tutto qui.
-E invece la storia
dei livelli cos’è?-
-Be’…
Ogni Seeker forma una squadra con il suo
Guard e in base alla loro esperienza ottengono un livello. Il livello 1
è
quello base, sono Seeker giovani e alle prime armi a cui vengono
affidati
incarichi piuttosto semplici.-
-Tu a che livello
sei?-
-Hermes ed io siamo
una squadra di livello 3,
chiama S3 Hermes. Siamo i Seeker ancora sul campo più
esperti, dato che dal
livello 4 in su le cose cambiano un po’.-
-In che senso?-. Ero
cosciente del fatto che
la mia curiosità mi stava mettendo in una situazione
piuttosto scomoda ma non
potevo fare a meno di voler sapere.
-I Seeker di livello
4 sono i responsabili
delle basi che la Tripla S ha sparse in tutto il mondo. Quindi, in
pratica,
sono quelli che danno gli ordini a noi Seeker di livello inferiore.-
Non avrei mai
immaginato che dietro a tutta
questa storia di Seeker ci fosse un’organizzazione
così ben strutturata.
-Il capo di tutto
è il Seeker di livello 5.
Solo pochi Seeker di livello 4 sanno chi è ma fanno un
giuramento per
proteggere l’identità del Seeker di livello 5. Lui
non interviene mai, dirige
tutto dall’alto senza mai mostrarsi.-
-Come mai
è così? Non dovrebbe combattere
anche lui in prima linea o almeno aiutare i suoi subordinati?-
Dafne sorrise ancora.
-Lui è il
Seeker più potente, non ha bisogno
di farsi vedere per incoraggiarci. Sappiamo che se dovesse succedere
qualcosa
di davvero grave lui sarebbe lì per noi. Per il momento
possiamo cavarcela
benissimo da soli sotto le sue direttive.-
Il tono di voce di
Dafne rasentava davvero la
venerazione, sembrava quasi che stesse parlando di una specie di
divinità.
-Lo rispettate
parecchio-, commentai sorpreso.
-Lo so che
può sembrare strano ma affrontare
tutta questa circostanza sapendo che c’è qualcuno
che comunque vadano le cose
ti proteggerà, aiuta davvero a non diventare completamente
pazzi.-
Scese uno strano
silenzio. Tutte quelle
informazioni mi avevano… sorpreso. Ero curioso di conoscere
la storia dei
Seeker e dei Guard ma non volevo far parte di quel mondo. Il mio
desiderio era
di finire il liceo in santa pace e poi cominciare a lambiccarmi il
cervello per
riuscire a capire cosa avrei voluto fare della mia vita, esattamente
come un
qualsiasi altro ragazzo americano della mia età. Magari
frequentare un college,
entrare in qualche strana confraternita, ma di certo le mie ambizioni
non
comprendevano il dare la caccia alle anime per consentire loro il
trapasso.
-Posso farti una
domanda?- mi chiese Dafne
gentilmente.
-Certo.-
-Cos’è
che ti spaventa di più del fatto di
essere un Guard? I fantasmi, i poteri, le missioni?-
Il suo tono era
normale, come se mi avesse
chiesto quale fosse il mio cibo preferito e la cosa
m’inquietò. La calma di
Dafne mi rendeva nervoso.
-Non sono spaventato
da niente di tutto ciò,
per quanto l’idea di avere a che fare con qualcosa di
assolutamente irrazionale
possa stranirmi.-
-E allora
cos’è?-
-Non voglio perdere
il controllo della mia
vita-, risposi fissando il profilo della donna, che non distoglieva gli
occhi
dalla strada. –Se accettassi il mio ruolo sarei costretto a
prendere ordini da
gente che neanche conosco e dovrei avere a che fare con cose
più grandi di me.
Ci ho messo una vita a non sentirmi più il tizio
più strano e sfigato
dell’Universo, non ce la farei ad affrontare tutto questo. Ho
imparato a
riconoscere ciò che voglio e a ottenerlo. Quello che adesso
desidero è essere
normale.-
Dafne sorrise con
una smorfia molto attraente.
-Perché
ridi?-
-Le tue
parole… Mi ricordi Cassie.-
Cassie. Cassie.
Cassie!
Sempre lei!
Anche mentre parlavo
con Dafne, anche mentre
la mia mente doveva essere occupata continuavo a sentire una specie di
doppio
filo che mi legava a lei. Come se una parte del mio cervello avesse
innalzato
un monumento a quella stramba ragazza e stesse sempre lì in
adorazione
ricordandomi ogni secondo che lei esisteva e che io ero… suo. Non in senso romantico, era
più come se fossi una sua proprietà
e la cosa m’infastidiva.
Forse avevo
già perso ogni controllo sulla mia
vita senza neanche accorgermene.
-Lei è
come te-, continuò Dafne senza
aspettare una mia risposta. –Non credere che lei abbia sempre
accettato il suo
destino. Dopo la morte di sua madre voleva abbandonare questo mondo,
odiava i
Seeker e l’organizzazione. Come te, aveva intenzione di
riprendere il controllo
della sua vita ma poi si è resa conto di non poterlo fare.
L’ha accettato solo
sperando di non dover essere più sola, di poter avere
qualcuno al suo fianco
che la supportasse e l’aiutasse a sentirsi meno strana.
Vedere me accanto a suo
padre, vedere che un Guard poteva essere così importante per
un Seeker le aveva
ridato fiducia ma ora…-
Ora io le avevo
rovinato la vita. In sostanza
era questo che Dafne stava cercando di dirmi.
-Tu non hai colpa,
Blake-, mi rivolse un
sorriso quasi materno. –Non possiamo pretendere che tu
accetti passivamente che
la tua vita venga stravolta, e Cassie è abbastanza forte da
riuscire a superare
le missioni e le dure prove che l’aspettano anche senza di
te, senza il suo
Guard.-
-Uhm-,
annuì spostando il mio sguardo fuori
dal finestrino, notando un piccolo gruppo di gente che aveva indosso
degli
strani abiti anni ’30. Probabilmente erano fantasmi.
Sì,
Cassie era una tipa tosta. Non si sarebbe
lasciata scoraggiare dalla mia assenza, ne ero certo.
Eppure… Eppure non
riuscivo a non sentirmi in ansia. Ero in pensiero per lei e per il suo
futuro,
non volevo che Cassie dovesse affrontare tutto da sola.
Dafne mi stava
incastrando! Lo avevo capito,
non ero stupido.
Forse non
c’era neanche bisogno che provasse a
convincermi perché a un tratto di mi resi conto che
lentamente stavo
cominciando a mettere Cassie al di sopra di tutto, anche della mia
vita.
-Tu lo sapevi, vero?-
-Cosa?- mi chiese
lei sorpresa.
-Che la mia mente mi
avrebbe fatto questo
scherzetto da manuale.-
Non ero arrabbiato,
stava accadendo tutto
senza che io potessi fare nulla per impedirlo. Non potevo contrastare
qualcosa
che partiva da me.
-Sono una Guard,
Blake. So quello che stai
provando e so che non lo si può annullare o dimenticare come
stai cercando di
fare tu.-
-Non ci ho neanche
provato ad annullarlo-,
ammisi abbassando lo sguardo e cominciando a fissarmi le mani
abbandonate sulle
mie gambe. –Mi chiedo solo se sarà sempre
così?-
-Dipende da cosa
intendi.-
-Se per me Cassie
sarà sempre il primo
pensiero, se la mia vita girerà sempre intorno alla sua, se
la sua incolumità
sarà sempre più importante della mia, se
avrò sempre voglia di vederla come in
questo momento.-
Cassandra Hyde stava
diventando una specie di
ossessione. Quella parte del mio cervello che la venerava diventava
sempre più
grande e potente.
Dafne mi
lanciò uno sguardo strano.
-Sì,
sarà sempre così. Anche se…-
“Blake,
aiutami!”
Un brivido di
terrore mi percorse la schiena.
-Fermati!- esclamai
con urgenza.
-Cosa
c’è?-
-Fermati, ti ho
detto!-
Il mio tono quasi
disperato doveva averla
convinta perché accostò immediatamente fermando
l’auto.
-Che succede,
Blake?-
“Ti
prego, Blake. Non posso farcela da sola.”
-Cassie!-
-Blake, che diavolo
sta succedendo?- il tono
di Dafne era preoccupato.
-Cassie,
è in pericolo…-, mormorai con sguardo
vitreo fissando dritto davanti a me.
-Okay, Blake. Adesso
devi concentrarti. - Mi poggiò
una mano sul braccio per cercare di darmi forza. –Devi
comunicare con lei, devi
riuscire a scoprire dove si trova.-
Annuì e
chiusi gli occhi per precludere il
mondo esterno.
“Cassie”
pensai con intensità. “Cassie,
sono
Blake.”
“Blake?!
Allora mi senti…” il suo tono si
tranquillizzò improvvisamente.
“Sì.
Ti
sento…” Avrei voluto dire che la sentivo
sempre, che la sua presenza nella
mia mente era praticamente costante, ma non mi sembrava il caso. “Che succede? Dove sei?”
“Il
fantasma di una pazza assassina ha preso
possesso del mio corpo. Vuole vendicarsi e uccidere il suo ex marito.
Non so
che fare!”
“Cassie
adesso calmati, sto arrivando.”
Non potevo credere
di averlo detto. Stavo
davvero per andare a salvare Cassie. Mi stavo catapultando in quel
mondo che
avevo rifiutato senza neanche provare un minimo di paura o
d’incertezza.
All’inizio non capii perché ma poi tutto mi fu
chiaro: Cassie.
Lei
era in pericolo.
Lei
era sola.
Lei
aveva bisogno di me e io volevo
aiutarla.
“Blake,
sono…”
“So
dove sei Cassie, ti sento perfettamente.
Resisti, tra poco sarò lì.”
Riaprii gli occhi di
scatto e mi voltai verso
Dafne che mi guardava con aria di apprensione.
-Metti in moto,
dobbiamo andare da Cassie.-
Probabilmente avevo
uno sguardo così
determinato che Dafne non si soffermò a fare altre domande
ripartendo
velocemente e dirigendosi esattamente dove le avevo detto.
-Che succede, Blake?-
-Un fantasma. Ha
preso il corpo di Cassie.-
Non riuscivo a stare
fermo, l’ansia mi stava
divorando.
-Accidenti! Cassie
è ancora una Seeker alle
prime armi, dobbiamo fare presto, prima che sia troppo
tardi…-
-Troppo tardi?!-
quasi urlai.
-Cassie non ha
ancora il pieno controllo del
suo spirito quando è fuori dal suo corpo e se dovesse
perdere completamente il
contatto potrebbe restare… Potrebbe restare un fantasma per
sempre. Non ci rimane
molto tempo.-
Quelle parole. Una
doccia gelata avrebbe avuto
un impatto minore sul mio corpo. NO! Non potevo permettere che
accadesse, non
potevo permettere che Cassie corresse un pericolo simile.
-Che devo fare?-
chiesi con sicurezza. –Dimmi
come posso aiutarla.-
Dafne mi
lanciò uno sguardo preoccupato e poi
tornò a fissare la strada.
-Non so se ne sarai
in grado, Blake. Ci
vogliono mesi di addestramento per riuscire a diventare un vero Guard.
Potrebbe
essere troppo pericoloso per te…-
-Dimmi cosa devo
fare! Non m’interessa se mi
accadrà qualcosa, io la devo salvare!-
Dafne prese un
respiro profondo.
-Ogni Guard agisce
in modo diverso-, cominciò
cercando di essere il più chiara possibile. –Io
riesco a far ritornare Hermes
nel suo corpo tramite i miei occhi, fissando il corpo posseduto di
Hermes in un
modo particolare con un’energia che rilasciano i miei occhi,
posso far uscire
l’anima intrusa. Ma non lo so come tu ci potrai
riuscire… E’ soggettivo.-
Accidenti!
-Dovrai capirlo da
solo. Posso provare ad
usare la stessa tecnica con Cassie, ma non credo che potrò
fare qualcosa,
perché sei tu il suo Guard.-
-D’accordo-,
risposi con calma. –Riuscirò a
capire come fare.-
-Lo spero davvero-,
mormorò lei preoccupata.
Pochi minuti dopo
arrivammo nella zona
residenziale di S. Francisco. La via era composta da una serie di
villette con
prati curati e perfetti.
-Dov’è?-
mi chiese Dafne con urgenza.
Mi guardai intorno e
finalmente la vidi.
-Eccola!- esclamai
sollevato.
L’auto di
Cassie era parcheggiata davanti ad
una delle villette e lei stava scendendo. Chiuse lo sportello e rimase
a
fissare la casa con uno strano ghigno sul volto.
Fu allora che lo
vidi. Un fantasma apparve
accanto a Cassie, stava parlando ma lei non lo degnava di uno sguardo.
Ci misi
qualche secondo a capire che quello non era un fantasma qualsiasi,
era… Cassie!
Prima che Dafne
potesse fermarmi, mi
catapultai fuori dalla macchina.
-Blake! Aspetta!-
Sentii la sua voce
in lontananza, la mia
attenzione era tutta focalizzata sul corpo di Cassie che si muoveva
verso la
casa. No, non verso la casa ma verso un uomo che era chinato su delle
aiuole
del giardino.
“Cassie!”
pensai cercando di stabilire un contatto.
Il fantasma si
voltò e i suoi occhi opachi
incontrarono i miei. Una strana ondata di sensazioni mi travolse: il
sollievo
perché vedevo di nuovo i suoi occhi, la paura di non
riuscire a salvarla, la
felicità nel vedere l’intensità con cui
mi guardava.
“Blake,
dobbiamo fermarla.”
Ormai ero a pochi
metri dall’anima di Cassie
ma ugualmente non cominciammo a parlare, era inutile. Bastava
comunicare in
quel modo.
“Lo
vuole uccidere. Vuole uccidere quell’uomo
perché è stato per causa sua se Jane si
è suicidata.”
Finalmente la
raggiunsi e potei osservarla da
vicino. Era strana, non somigliava per niente agli altri fantasmi che
avevo
visto. Loro erano quasi reali, non trovavo differenze tra il loro
aspetto e
quello di un essere umano. Ma lei… Lei sembrava sul punto di
scomparire:
trasparente e pallida, completamente incorporea.
“Stai
bene?” era impossibile non accorgersi della mia
ansia.
“Non
mi
rimane molto tempo” mi fece un flebile sorriso. Se
era così disperata da
sorridermi le cose si stavano mettendo davvero male.
-Adesso ci penso
io-, mormorai usando di nuovo
le parole.
“Blake,
è pericoloso. Non sei pronto. Questa è
un’anima difficile da gestire, è vendicativa e ha
sete di sangue. Lo vuole
uccidere perché l’ha tradita e
abbandonata.”
La fissai mentre
diventava sempre più
incorporea.
“Mi
dispiace, Blake. Non avrei mai dovuto
coinvolgerti in tutta questa storia. Vai via, è troppo
pericoloso.”
Mi fissò
negli occhi preoccupata e
dispiaciuta.
Lei era quella che
stava per scomparire e
diceva a me di andarmene perché era troppo pericoloso
restare lì? Era
incredibile.
Sorrisi, cercando di
sembrare il più sicuro
possibile.
-Andrà
tutto bene, Cassie.-
Lei
spalancò gli occhi ma non le diedi il
tempo di rispondere. Jane si era avvicinata all’uomo che la
guardava sorpreso.
Riuscii ad
avvicinarmi abbastanza per poter
sentire quello che stava dicendo.
-Ciao, Rick.
E’ da tanto che non ci vediamo-,
il suo tono era neutro ma il ghigno malvagio che le sfigurava il volto
la
rendeva terrificante. Quel volto era di Cassie ma gli occhi non erano i
suoi.
-Ci conosciamo?-
Era sorpreso e
confuso. Si alzò e continuò a
guardare quella strana ragazzina che gli era piombata davanti.
“Blake,
fermati.”
Cassie era
preoccupata, lo sentivo
distintamente. L’avvertivo al mio fianco mentre mi dirigevo
verso Jane.
“Lasciami
fare, Cassie. Non permetterò che ti
succeda qualcosa.”
-Uhm… Non
dovrei sorprendermi che tu ti sia
dimenticato di me, anche quando ero in vita m’ignoravi, ormai
ci sono abituata.
Però non sono più disposta ad accettarlo.-
In quel momento la
vidi, stava per estrarre
qualcosa dalla tasca della giacca.
“E’
armata?”
“Ha
una
pistola” rispose Cassie.
“Dove
diavolo l’ha presa?”
“L’ha
rubata al poliziotto che l’aveva fermata
per eccesso di velocità. Lo ha messo al tappeto. Adesso lei
ha il mio corpo e i
miei poteri, non è come un essere umano qualsiasi.”
Avevo a che fare con
qualcosa che era davvero
più grande di me ma il desiderio di salvare Cassie vinceva
su qualsiasi mia
paura.
Prima che Jane
potesse tirare fuori la pistola
corsi verso di lei e le immobilizzai le braccia dietro la schiena.
-Chi accidenti
sei?!- urlò cercando di
divincolarsi.
-Non ti
permetterò di farle del
male-, le sibilai in un orecchio mentre il pover’uomo ci
guardava spaventato.
Farle?!
La mia paura era che
non facesse del male a
Cassie e non a quell’uomo.
Jane
riuscì a liberarsi dalla mia presa, era
molto più forte di quanto avessi immaginato. Si
voltò a guardarmi e i suoi
occhi scuri mi scrutarono con odio. Era così strano vedere
quegli occhi sul volto
di Cassie: sapevo che non era lei e alla fine era comunque lei. O
almeno era il
suo corpo, non potevo attaccarla.
Non feci in tempo a
finire di formulare quel
pensiero che Jane mi si avventò addosso colpendomi con un
pugno nello stomaco.
Il fiato si mozzò in gola e un dolore lancinante mi avvolse
l’addome.
L’avevo
sottovalutata.
Ma come poteva avere
un così perfetto
controllo del corpo e dei poteri di Cassie se fino a poco prima era
solo un
fantasma?
Alzai lo sguardo
giusto in tempo per vedere il
suo piede raggiungere il mio viso con un calcio. Un strano sapore
metallico si
diffuse in bocca fino a scivolarmi giù fino in gola.
Mi ritrovai in
ginocchio mentre i colpi di
tosse non mi permettevano di respirare.
-Blake! No! Vattene
via!-
Era stata Cassie ad
urlare. La guardai anche
se la vista si era appannata per il dolore e la vidi, lì a
pochi passi da me,
mentre mi guardava con apprensione. Ma quello che mi colpii fu il suo
aspetto:
era appena visibile. Il tempo era quasi scaduto.
“Perché
non reagisci?” mi chiese preoccupata mentre
osservai inerte Jane che si
avvicinava di nuovo a Rick che era rimasto immobile a guardarci.
“E’…
E’
il tuo… corpo Cassie. Non posso
ferirti…”
“Stupido!
Devi ferirmi, devi colpire Jane ed
impedire che uccida Rick o, peggio, che uccida te. Non ti preoccupare
per me,
fai solo in modo che Jane non porti a termine i suoi piani.”
Non avevo idea di
cosa fare, sarebbe stato
troppo rischioso colpire Cassie.
“Fallo
per me, ti prego Blake. Dammi ascolto.”
-Papà,
papà!-
Alzai di scatto lo
sguardo in direzione della
porta della casa. Una bambina con lunghi boccoli castani stava correndo
verso
di noi. Poteva avere al massimo tre anni e sorrideva contenta mentre
guardava
il suo papà.
Vidi gli occhi di
Jane riempirsi d’odio mentre
la sua mano si insinuava di nuovo all’interno della sua tasca
alla ricerca
della pistola. Non poteva! Non poteva fare del male anche a quella
povera
bambina innocente!
La rabbia
s’impossessò del mio corpo. Mi
rimisi in piedi di scatto e mi avventai su Jane proprio un attimo prima
che
puntasse la pistola su Rick e sua figlia.
Mi rialzai e, quando
vidi che anche lei stava
per farlo, le assestai un calcio in pieno stomaco.
-Jane! Vieni da
papà!- esclamò Rick
accogliendo la piccola tra le sue braccia e stringendola a
sé per proteggerla.
La Jane nel corpo di
Cassie si riprese dal
colpo e fissò Rick e la bimba.
-Chi sei tu? Che
vuoi da me?!- esclamò lui
spaventato.
La bimba se ne stava
tra le sue braccia
guardando Jane con i suoi occhioni impauriti.
-Sono…
Sono il passato-, rispose Jane abbassando
lo sguardo.
Mi voltai a guardare
l’anima di Cassie, ormai
era quasi scomparsa del tutto. Dovevo fare qualcosa… Ma
cosa?!
All’improvviso
avvertì la mano destra
formicolarmi come se si fosse addormentata. La guardai e vidi qualcosa
di
strano: un alone blu l’aveva avvolta, come una specie di
nebbiolina densa. La mano
si mosse da sola senza che io le dessi un comando. Sì
posò sul petto di Jane
dandole una spinta leggera e d’un tratto accadde:
l’anima di Jane uscì dal
corpo di Cassie che si accasciò.
Riuscii ad
afferrarla appena prima che
toccasse terra mentre proprio di fronte a me appariva un fantasma. Una
donna
dai lunghi capelli biondi e gli occhi scuri. Mi guardò e un
sorriso triste le
si dipinse sul volto.
-Mi dispiace-,
mormorò.
-Jane..-,
sussurrò Rick fissando il fantasma
davanti a me. Poteva vederla? Ma come? Non ci stavo capendo
più niente. –Sei
proprio tu?-
Jane
camminò lentamente verso Rick con un
sorriso amaro sulle labbra.
-Sì,
Rick. Sono io, o meglio, sono il fantasma
di Jane.-
Tenevo il corpo di
Cassie stretto a me e nel
frattempo avevo il cervello che mi pulsava dolorosamente. Non avrei mai
creduto
di assistere a una scena del genere.
-Le hai dato il mio
nome?- chiese con una nota
dolce nella voce.
-Io ti ho sempre
amata Jane e non potevo
dimenticarti. Quando ti ho lasciata l’ho fatto per te,
perché a te il mio amore
non bastava e lo sapevo. Non riuscivo a darti quello che volevi
perché
nonostante ci amassimo eravamo lontani, ormai non eravamo
più quelli di prima.
Io… Io non pensavo che tu… Che ti saresti tolta
la vita.-
Sentii il corpo di
Cassie muoversi tra le mie
braccia.
-Cassie…-,
bisbigliai guardando il suo viso
dalla pelle pallida.
Lei aprì
lentamente gli occhi e sbatté le
palpebre un paio di volte. Il mio cuore fece una capriola: erano i suoi
occhi,
quel colore così strano eppure così bello. Era
tornata!
Mi guardò
e poi si voltò a fissare Jane.
-Tocca a me adesso-,
mormorò. Si staccò con
calma da me e riuscì a camminare a fatica verso Jane.
Intorno a Jane si
creò una strana luce chiara,
più Cassie si avvicinava e più quella luce
diventava vivida e forte.
-Mi dispiace, Rick-,
continuò Jane sorridendo.
–Quello che è accaduto non è stata
colpa tua; lo sapevo che mi amavi, l’ho
sempre saputo ma la gelosia e l’odio mi hanno accecata. Vivi
per me e cresci la
tua bambina…-
-Non andartene,
Jane.-
-Non posso restare,
questo non è più il mio
posto.-
Cassie congiunse le
mani e chiuse gli occhi,
poi le divise e le posizionò sulla schiena di Jane. Sembrava
quasi che potesse
toccarla davvero, anche se era un fantasma. Le sue mani furono avvolte
dalla
stessa luce che aveva avvolto Jane fino ad assorbirla tutta.
L’alone di luce
intorno alle mani di Cassie era di un’intensità
assurda, mi facevano male gli
occhi a guardarlo.
La luce si
concentrò nelle mani di Cassie e
all’improvviso ritornò di colpo
nell’anima di Jane illuminandola completamente.
-Addio, Rick-,
sorrise a quelle parole, come
se fosse davvero in pace con se stessa e con il mondo. –Ti
amerò per sempre.-
Appena
pronunciò quelle parole la luce si fece
ancora più forte e poi scomparve. Così,
semplicemente, come se non fosse mai
esistita.
-Jane…-,
mormorò ancora Rick stringendo ancora
di più a sé la piccola.
-Jane è
andata via-, cominciò Cassie
sorridendo comprensiva. Un sorriso delicato, che rendeva il suo volto
quasi
angelico. –Adesso non ha più nulla che la leghi
ancora al nostro mondo, ha trovato
la via per essere felice.-
Rick la
guardò con le lacrime agli occhi.
-Adesso anche lei
può essere felice, Rick. Non
c’è più nulla in sospeso e la sua vita
può andare avanti. Non viva più nel
ricordo di Jane, lei non lo vorrebbe.-
-L’ho
fatta soffrire-, mormorò lui con voce
spezzata.
-Ma adesso lei non
soffre più e l’ha
perdonata. Si perdoni anche lei e vada avanti, non guardi
più al passato. Lo
faccia per…-
Cassie non
finì la frase, si portò la mano
alla testa e si aprì in una smorfia di dolore.
Mi affrettai a
raggiungerla prima che si
accasciasse a terra e la sorressi.
-Cassie-, il mio
tono era preoccupato come mai
lo era stato in tutta la mia vita.
-Lo faccia per
Jane-, terminò tenendo gli
occhi chiusi prima di perdere i sensi.
Guardai il suo volto
tranquillo. Probabilmente
era stravolta, il processo che aveva portato Jane alla pace eterna
doveva
averle risucchiato tutte le energie.
-Ma voi…
Chi siete?-
Guardai Rick con
ansia. Non sapevo cosa
rispondere.
-Siamo amici-, disse
una voce dietro di me.
Hermes!
-Non si sforzi di
capire quello che è appena
accaduto-, continuò Hermes con il suo solito sorriso
comprensivo. –Pensi solo a
vivere.-
Dafne apparve al
suo fianco e mi sorrise
felice.
-Hai trovato il tuo
potere da Guard, Blake-,
disse con tono orgoglioso. –E per essere la prima volta sei
stato davvero
bravissimo.-
-Io…-
-Cosa farai Blake?-
Guardai Hermes
confuso.
Cosa? Cosa avrei
dovuto fare? Mi ero
catapultato in quel mondo senza che nessuno di loro mi costringesse, ma
volevo
davvero farne parte? Volevo davvero passare la vita a dare la caccia ai
fantasmi?
Volevo davvero rinunciare a tutto quello che avevo per proseguire in
quella
pazzia che non aveva neanche un minimo di logica?
Abbassai lo sguardo
e mi ritrovai a fissare il
viso di Cassie. Era serena, un po’ pallida e provata, ma
stava bene. Ero
riuscito a salvarla e una meravigliosa sensazione di vittoria e
appagamento
prese il sopravvento all’interno della mia mente.
Volevo davvero
diventare un Guard?
Le palpebre di
Cassie si mossero quasi
impercettibilmente e la risposta mi fu chiara nella mente. Ora sapevo
quello
che volevo ma il mio corpo decise di abbandonarmi e
all’improvviso tutto venne
avvolto dalle tenebre e dall’oscurità.
Avevo appena
accettato il mio destino da
Guard.
Sarei diventato il Guard di Cassie.
***L'Autrice***
Alla fine un po' d'ispirazione per questa storia mi
è tornata e nonostante tutti i problemi che il mio pc mi sta
dando in questo ultimo periodo mi sono messa subito a scrivere, finendo
questo capitolo in poco tempo e cominciando subito a scrivere il
quarto. Devo dire che la trama di questa storia, almeno nella mia
testa, diventa sempre più complicata. Il mondo dei Seeker si
comincia a scoprire piano piano ma ci sono ancora molte cose da dire, e
che la mia mente partorisce quando meno me lo aspetto. ^^ Quando avevo
letto le recensioni ricordo che mi era stato chiesto se in ogni
capitolo Blake e Cassie affronteranno nuove missioni, come se fosse una
specie di telefilm. Devo dire che più o meno sarà
così, ma alla fine ogni missione li porterà ad un
obiettivo molto più importante e pericoloso. Durante questo
percorso il loro rapporto dovrebbe diventare sempre più
forte, portandoli a diventare sempre più uniti, sia come
Seeker e Guard, e sia come qualcos'altro... ^^ Lo sapete che sono
comunque un'inguaribile romantica. ^^
Nel prossimo capitolo ci saranno ulteriori spiegazioni
riguardo quello che è accaduto in questo, e conosceremo
anche la madre di Blake, colei che gli ha trasmesso il Gene S, in lei
non manifesto... ^^ Hermes darà diverse spiegazioni a Blake,
e assisteremo alla nascita della squadra "S1 Cassandra", il team
Seeker-Guard formato dai nostri protagonisti.
Spero che questa storia sia di vostro gradimento,
sinceramente è molto affascinate scriverla, anche se devo
ammettere di non avere delle vere e proprie basi riguardo l'argomento
dei fantasmi e dell'aldilà. Quindi se ci sono degli errori o
trovate delle incongruenze rispetto a quello che sapete voi, fatemelo
sapere, sono sempre contenta di imparare nuove cose, e magari mi
aiuteranno anche a migliorare la storia.
Un grazie enorme a tutte le persone che stanno seguendo
questa storia, e soprattutto per la pazienza che dimostrate per gli
aggiornamenti un po' sporadici, anche se spero di poter postare presto
il nuovo capitolo... La mia ispirazione è un po'
altalenante, non posso farci nulla... ^^
Un bacio!!!
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