Salve. In questo periodo quanto mai
grigio della mia vita
(ergo: non me la stò passando molto bene), ho deciso, in
collisione con il mio
spirito da bastian contrario, di scrivere qualcosa di comico. O che,
almeno,
spera di esserlo. Questa fanfic non è altro che una parodia
nata per prendere
in giro tutti i cliché delle
storie yaoi e delle varie giustificazioni che le autrici del fandom
usano per
poter accoppiare i personaggi, cercando di risultare plausibili
(Sì. Anche io
sono tra queste autrici).
Suppongo che la maggior parte di voi
sappia il significato
del temine Mary Sue. In caso contrario, vi do una breve spiegazione: Le
Mary
Sue sono tendenzialmente le eroine delle storie. Personaggi creati
dagli autori
(o dalle autrici) fatti in maniera tale da risultare perfette. Super
bellezza,
super tette e tante altre cose super. Sono le eroine che con un battito
di
ciglia conquistano i cuori più duri, che salvano il mondo
con uno starnuto e
che sono simpatiche a tutti i personaggi della storia. Peccato che
siano rese
odiose da chi, la storia, la legge. Il corrispettivo maschile
è Gary Stu. Da qui
il titolo.
Sperando di divertirvi,
Gokychan.
Capitolo 1
Harry Stu e l’improvvisa
pazzia di Draco Malfoy.
Harry Potter camminava tranquillo
lungo le sponde del lago nero
di Hogwarts. Era raro, per lui, riuscire a godersi tanta
tranquillità in un
qualsivoglia momento della giornata. Era sempre circondato di persone,
che
fossero Ron e Hermione o uno qualunque degli studenti rompi maroni
della
scuola, attirati dal suo nome. Ormai la guerra contro Voldemort era
finita. E
loro tutti si stavano impegnando nel loro ultimo anno.
Si sedette sul prato con un sospiro e
osservò la piovra
gigante nuotare placida tra le acque scure.
Che tranquillità. Che
pace. Che silenzio idilliaco.
“Potter!”
Vaffanculo.
Harry si girò lentamente e
proprio alle sue spalle si
ritrovò Draco Malfoy, intento a fissarlo con gli occhi
assottigliati e una
strana espressione in volto.
“Malfoy”
sibilò Harry, alzandosi in piedi e con la mano
già
pronta ad afferrare la bacchetta.
Osservò il ragazzo biondo
avvicinarsi di qualche passo, con
andatura lenta e stranamente ondeggiante.
Malfoy stava… sculettando?
Così pareva. E anche
abbastanza vistosamente.
Harry si ritrovò ad
inarcare un sopracciglio, leggermente
perplesso. Troppo tardi si accorse che la sua analisi sullo strano
comportamento del compagno, lo aveva distratto dal fatto che il biondo
si era
avvicinato pericolosamente. Istintivamente, Harry fece un passo
indietro.
Malfoy lo notò
“Paura, Potter?”
Harry si ritrovò ad alzare
gli occhi al cielo, stufo delle
solite battute che sputava il ragazzo, da quando facevano il secondo
anno.
“Ti piacerebbe”
rispose come da copione, con tono monocorde.
Malfoy fu soddisfatto evidentemente
da ciò, perché mise su
un’espressione compiaciuta che durò più
o meno due secondi, prima di riprendere
il solito cipiglio altero.
“Potter” disse
nuovamente “Io e te dobbiamo parlare”.
Harry si ritrovò
nuovamente ad inarcare il sopracciglio.
“Parlare”
ripeté, come se non avesse sentito bene
“Noi”
disse, come per accertarsi di aver capito bene.
Malfoy stava comportandosi in maniera
strana. Che diamine
stava tramando?
Draco annuì, compito
“Sì, parlare. Ho notato che sei
cresciuto molto, di recente”
Harry si ritrovò a
sbattere furiosamente le palpebre,
confuso. Cosa che lo fece sembrare un gufo tramortito.
“Come? Malfoy,
cosa…?”
“Sì, decisamente
cresciuto” ripeté Draco, ricominciando a
camminare, stavolta in circolo, studiando Harry da ogni angolazione
“E anche
bene”
Potter ormai lo guardava spaesato,
con la bocca leggermente
aperta, ormai dimentico della bacchetta.
Malfoy parve approfittarsi di
quell’attimo di smarrimento e
riprese, avvicinandosi pian piano al ragazzo.
“Potter, non possiamo
negare che tra noi ci sia sempre stato
qualcosa”.
“Odio?” chiese
esitante Harry.
Malfoy scacciò la risposta
con un gesto tranquillo della
mano “No. Amore”.
Harry sgranò gli occhi e
lo fissò allucinato.
“Ti sei pippato uno
schiopodo, Malfoy?” chiese sbalordito.
“Tu mi ami. Noi ci
amiamo” proseguì il biondo, come il
ragazzo di fronte a lui non avesse aperto bocca
“C’è sempre stata molte
tensione sessuale repressa, tra di noi. Voglio dire, tutta quella
storia della
nemesi…”
“Aspetta. Fermo. Che
cazzo…?! Che stai…?” Harry ormai
boccheggiava, sconvolto. Si ricordò improvvisamente della
presenza della
bacchetta e la impugnò nervosamente, pronto a schiantalo, in
caso di necessità.
Non si sa mai.
“Potter, non negarlo. Anche
tu hai sempre avvertito il
fremere dei nostri corpi ad ogni incontro ravvicinato che abbiamo
avuto”
“Malfoy, per noi incontro
ravvicinato significa picchiarci
finché qualcuno non ci separa” cercò di
farlo ragionare, Harry, ormai convinto
che Malfoy si fosse fatto di acidi.
“Il nostro amore
è contrastato” continuò il biondo,
stavolta
assumendo un tono melodrammatico “I miei genitori non
approverebbero mai. Mio
padre mi ha sempre maltrattato e torturato fin da quando ero bambino. E
mia
madre guardava, infischiandosene della mia vita e della mia
sofferenza”
Harry ormai stava soltanto pensando
ad un modo per scappare.
Poco aveva ascoltato del discorso di Malfoy. Non gli importava nemmeno
specificare che i suoi genitori, quelli che il biondo asseriva lo
fustigassero
e lo ignorassero, avevano rischiato il culo per salvarlo, durante il
duello
contro Voldemort.
No. Non era importante. Non capiva
nemmeno il punto del
discorso. Né come ci erano arrivati. In effetti non era
nemmeno tanto sicuro di
volerlo sapere. Voleva solo fuggire lontano da Malfoy.
Non si accorse che il biondo si era
nuovamente avvicinato e
quasi si lasciò sfuggire un urletto ben poco virile, quando
Malfoy gli afferrò
un braccio guardandolo di nuovo con quella luce nello sguardo. Ora
Harry la
riconobbe: quella era la luce di un cacciatore che brama la preda.
“Ma-Malfoy”
balbettò Potter, cercando vanamente di liberare
il braccio dalla presa ferrea del ragazzo “Che cazzo stai
facendo?”
“Il destino ci ha
uniti” esclamò Draco
“Pott…Harry” si
corresse, usando un tono improvvisamente sognante, che
terrorizzò Harry più dei
discorsi deliranti fatti fino a quel momento “In
realtà io sono un ragazzo
fragile e gentile e nascondo la mia vera personalità dietro
la maschera di
ragazzo freddo e sarcastico. Ma solo tu, con il tuo amore,
imprigionando la mia
anima con i tuoi occhi verde smeraldo, sei riuscito a vedere la mia
vera
essenza”
“Malfoy?”
pigolò Harry, sentendosi sull’orlo di un pianto
isterico “Che cazzo dici?”
“Io ti amo!”
urlò Draco, abbracciandolo e ignorando lo stato
di shock catatonico di Potter “Staremo insieme per
sempre”
A quel punto, Harry decise che ne
aveva abbastanza. Ne aveva
abbastanza di Malfoy e di questa assurda situazione.
“Stupeficium!”
urlò Harry, osservando gli occhi di Malfoy
sgranarsi sorpresi, prima che quest’ultimo volasse dritto nel
lago.
“Harry!”
urlò Malfoy, sputacchiando mentre annaspava nelle
acque “Noi ci amiamo! E’ nel destino!”
“Ma vaffanculo”
borbottò Potter, grattandosi le palle a mò
di scongiuro. Osservò la piovra gigante, infastidita da
tutta quella cagnara,
allungare un enorme tentacolo verso Malfoy per poi dargli un poderoso
colpo in
testa, che lo fece affondare per almeno una decina di secondi.
Quando Malfoy riemerse, vide solo la
sagoma di Harry, ormai
lontana, scappare a tutta velocità.
Potter, dal canto suo, sperava solo
che la piovra divorasse
il biondo senza lasciarne traccia.
|