Veleno mentale

di Shiki Ryougi
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Genere: Drammatico, introspettivo, triste
Rating: Giallo
Avvertimenti: Flashfic
Note Autore (facoltative): Mi rendo conto di aver creato uno sfogo più che una storia vera e propria. E’ un pezzo di pura introspezione, volutamente ispirata a esperienze passate (parecchi anni fa) e accentuata dall’odio che provavo per questa persona che realmente esiste ma che ormai non vedo da anni. Credo di aver buttato fuori quella parte d’odio che non ho mai liberato. Però parte è frutto di fantasia. Solo il sentimento d’odio mi appartiene davvero.
Breve sunto della Storia: Reale contrasto tra il sorriso e il pianto. Molto spesso queste due forme opposte sono molto più vicine di quanto si possa pensare. Il disperarsi di una persona può essere un trionfo per un’altra. La gente, di solito, calpesta gli altri per vivere, per dimenticare, per andare avanti… per ridere.
Prompt: Numero 6 Sorriso - Pianto


Valutazione:
Grammatica: 15 Punti
Stile e lessico: 10 Punti
Originalità: 13 Punti
Caratterizzazione dei Personaggi: 13 Punti
Attinenza al Tema Opposti: 13.5 Punti
Gradimento Personale: 10 Punti

Totale di 74.5 Punti
Un’introspezione davvero degna di nota. In ogni parola c’è odio puro, c’è sentimento. Il lettore è pienamente coinvolto nella storia, al punto che arriva quasi ad immedesimarsi con il personaggio, con la sua rabbia. Non ho un solo appunto da fare né per quanto riguarda la grammatica – perfetta – né per lo stile.
Mi complimento, inoltre, per il corretto utilizzo dei punti di sospensione, che spesso sono abusati e mal inseriti nei testi. Qui, invece, non rallentano mai la lettura. La storia è stata un po’ penalizzata per tre fattori importanti: il primo è l’originalità. Per quanto la flash sia davvero perfetta, non esprimi nulla di così originale.
Il tema è noto, non nuovo. Il punteggio non è comunque basso perché il modo in cui ha descritto il tutto è a suo modo personale, quindi nuovo sotto quel punto di vista. Il secondo punto è la caratterizzazione: parli molto bene di un sentimento, di dolore, ma nei fatti non sappiamo nulla della protagonista né di chi le ha spezzato il cuore.
Non sappiamo cosa li ha portati a questo punto, perché lei stia così male. È un’ottima introspezione, come detto, ma manca di quella precisione nella caratterizzazione che rende unici i personaggi. Potrebbero essere chiunque. Terzo ed ultimo punto, l’attinenza: hai cercato di contrapporre in modo equo sorriso e pianto, ma il sorriso è qualcosa di lontano, un bagliore, mentre il pianto è molto, molto più forte.
Non c’è equità né forte contrapposizione, nonostante sia presenti entrambi, per questo il punteggio non può essere pieno. Tralasciando i fini del contest, questa è una delle introspezioni più forti e d’impatto che io abbia letto, quindi non posso che farti i miei più sinceri complimenti.


Veleno mentale

Ogni mio giorno è triste e amara è la sera che lo segue.
Perché non so che fare. Non so come reagire.
Sono troppo fragile. Terribilmente debole. Ad ogni piccolo ostacolo inciampo, cadendo nei baratri che la mia mente ha aperto. Insidiosi, invitanti, oscuri…
Io non so combattere, non so far valere me stessa e ciò in cui credo. Non so osservare il mondo al di là del mio naso.
Non so come liberarmi da questo dolore.
E’ sempre stato così.
Cos’altro posso fare per sfogare la rabbia, se non piangere?
Solo quello mi resta. Urlare, tremare, straziare… spezzare il mio cuore, l’anima e il corpo.
Piangere sangue e dolore, come un fiume melmoso e sporco. Nero delle mie lacrime, cariche d’odio. L’odio che coltivo solo per te.
E tu cosa fai? Cosa fai? Cosa diavolo fai quando vedi che mi dispero?
Ridi.
Sì, ridi di me. Ti diverti perché sai che sei stato tu. Tu mi hai distrutto. Tu mi hai reso così.
Quindi non fai altro che sorridere, ammirando la tua opera.
Sorridi quando mi vedi.
Sorridi quando cado.
Sorridi quando mi rendi ridicola.
Sorridi perché sai che esisto.
E io ti odio.
Vorrei che sparissi ma sei sempre lì… nei miei pensieri. Mi violenti la mente.
Speri di vivere meglio, perché ridere allunga la vita e tu ridi di me, per andare avanti.
Mi calpesti, mi distruggi. Te ne freghi.
L’importante è ridere.
Prima che arrivassi tu non era così. Stavo così bene senza di te!
Ogni giorno proseguiva sempre uguale, ma tranquillo. Prima a scuola e poi a casa. Una rutine stretta e senza via d’uscita, ma comunque riuscivo a sopportarla…
Ma poi sei arrivato e hai colto la situazione al volo. Hai visto che ero la più debole e hai cominciato il tuo gioco. Per ridere, per sopravvivere.
Ed ora, quando sono a casa, chiusa nella mia camera, al buio, penso sempre a ciò che è accaduto durante la giornata. Penso a te. Al tuo sorriso. Al tuo sguardo. Al tuo volto…
Lo odio.
A scuola non posso arrabbiarmi. Non posso reagire, perché tu me lo impedisci.
Ma quando sono sola faccio quello che voglio.
Mi arrabbio, rido, t’insulto. Sfogo tutto l’odio che provo per te.
A scuola piango, a casa ti distruggo.
Strano ma vero.
Il mondo è contorto, freddo, crudele e tu ne sei un chiaro esempio.
Ti senti il figlio prediletto di questa terra, ma in realtà sei solo uno dei tanti imbecilli che si divertono a calpestare le vite degli altri.
Ed io sono dannata, perché oscurata dalla tua ombra. Il buio è la mia casa da tempo e tu ti diverti a ricordarmelo.





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