Serata normale a casa Potter

di MarchesaVanzetta
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 “James Potter, sappi che se non sei a casa per l’una ti uccido” lo minacciò la sua tranquilla mogliettina, cattiva come un drago imprigionato.
“Ma Lily, luce dei miei occhi, è il compleanno di Peter…” cercò di replicare James, sapendola già un’impresa persa in partenza.
“Niente ‘ma’ Potter. Sei un padre di famiglia, ora” gli ricordò seria “Ora vai e divertiti, saluta tutti e fai gli auguri a Pete” lo congedò la rossa, cambiando completamente tono.
Quando fa così è inquietante! Pensò James, prima di smaterializzarsi a I tre manici di scopa.
 
 
Erano le due di notte e James Potter era appena comparso dinnanzi a una graziosa casetta di Godric’s Hallow, con una indicativa scritta sulla cassetta della posta: Potter.
Oh sì, questa volta Lily l’avrebbe ucciso. Ogni resistenza sarebbe stata vana.
Stava per dare l’addio al mondo quando la porta si aprì e, come una figura nera stagliata tetramente nella luce che veniva dal salotto, vide la donna della sua vita in pigiama e vestaglia che lo fissava truce.
“James Potter” sibilò secca la donna. Il suo tono non prometteva niente di buono.
“Lily, io… cioè, scusa! Cioè, non mi ucciderai vero? Insomma, non lo farai perch..- perché hai tirato fuori la bacchetta?! Oh Godric!” concluse urlando il moro, iniziando a correre.
La cara consorte lo rincorse per tutto il perimetro della casa, non pronunciando altre parole che le formule degli incantesimi. James giurò di aver sentito anche un “crucio” dopo tre quarti d’ora.
Erano ormai stravolti quando sentirono un pianto di bimbo provenire dal primo piano della casa.
In un attimo si ritrovarono nella camera di Harry, entrambi intenti a coccolarlo e rimetterlo a nanna.
Appena il bimbo si fu addormentato, Lily sibilò: “Potter, questa passi, ma la prossima volta rimango vedova! Chiaro?”
“Sì amore” le rispose ancora un po’ spaventato James, conoscendo la portata d’ira della moglie.
“Bene! E ora, a dormire!” intimò lei, dirigendosi a passo risoluto fuori dalla stanza del suo dolce, piccolo Harry.
“Sì amore” le rispose nuovamente lui, cercando di mostrarsi il più remissivo possibile per evitare di peggiorare la situazione.
“Mi stai prendendo in giro? Oh, non importa, sono stanchissisma. Andiamo” e gli prese la mano, aprendo con l’altra la porta della loro camera.
“’Notte James” sussurrò la rossa prima di baciarlo teneramente e poi accoccolarsi sul suo petto caldo.
“Ti amo Evans” sussurrò James sui suoi capelli, un attimo prima di scivolare in un meraviglioso sogno con bambini dagli arruffati capelli neri a bordo di scope giocattolo e donne dai capelli rossi e lo sguardo smeraldino, amorevolmente rivolto verso di lui.
Ecco come voleva la sua vita.





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