All
the things left behind
“È
tutto ciò che volevo dirti.”
La
ragazza lo guardò malinconica, sapendo benissimo cosa
avrebbe fatto dopo quelle
parole. Dopotutto, la lotta era finita, il padre non sarebbe ritornato,
lui se
ne sarebbe sicuramente andato.
Strinse
i pugni, cercando di non piangere finché non si sarebbe
voltato.
La
luce
del sole violava quella stanza così silenziosa,
così piena di vuoti da colmare,
così fredda da far venire le lacrime agli occhi
all’istante.
Cercò
di ricordarsi ogni suo lineamento del volto, di metterselo bene in
testa, di
stamparselo in mente perché non l’avrebbe
più visto.
Un
sorriso triste comparve sulle labbra del ragazzo, segno che il tempo a
loro
disposizione era finito. Però, dopotutto, N continuava
sempre a sorridere,
anche mostrando tutti i lati più tristi del mondo.
“Addio.”
Touko
deglutì a quella parola. Quelle cinque lettere erano
così affilate da riuscire
a tagliare il suo cuore in due pezzi completamente uguali.
In
quel
momento, ebbe veramente paura. Non era una sensazione piacevole.
Ricordava
tutte le volte che avevano lottato, lui con l’ossessione di
liberare tutti i
Pokémon, lei con l’intenzione di proteggere
l’amicizia fra quest’ultimi e gli
umani. E lei, non sapeva come, ogni volta che lo faceva sentiva un male
terribile al cuore.
Quel
momento, però, bruciava più di tutto quello che
aveva passato con il ragazzo,
sebbene non sia molto il tempo che avevano avuto.
Prese
un respiro per non mettersi a piangere, perché sapeva
benissimo che l’avrebbe
fatto, una volta che lui se ne sarebbe andato. Era inevitabile.
Però, non
poteva nemmeno lasciarlo andare in quel modo; o almeno, senza dirgli
niente.
E
quando N si voltò per salire in groppa a Zekrom, il cuore
della ragazza perse
un colpo. “Hey” lo chiamò, con voce
bassa. Aveva timore del fatto che se ne
andasse presto, cercava di guadagnare tempo dicendogli parole che
nemmeno lei,
in quel momento, conosceva. Era stato l’impulso che
l’aveva indotta a
pronunciare quella parola, perché, doveva ammetterlo, non le
erano mai piaciuti
gli addii in generale, era troppo allegra ed ottimista per abbandonarsi
a quei
momenti dolorosi.
N
si
girò verso di lei a guardarla, con occhi pieni di tristezza.
La ragazza prese
un respiro profondo. “Te ne vai via così, dopo
tutto questo discorso?” chiese.
Nel cuore, era consapevole del fatto che non poteva far altro che
starsene lì a
guardare.
Lui
non
rispose.
“Se
proprio non puoi restare, allora…”
continuò, stringendo i pugni, “allora fammi
fare una promessa.”
Lui
la
guardò un po’ interrogativo. La sua figura formava
un contrasto meraviglioso
con il cielo, e Touko non poté fare altro che restare
lì a guardarlo.
“Ti
troverò” disse, deglutendo. “Ti
troverò anche a costo di cercare in ogni angolo
del mondo. Ti troverò, e poi non ti farò
più andare via.” N non disse una
parola mentre l’ascoltava. Lei non lo sapeva, ma anche lui
non voleva affatto
lasciarla.
La
ragazza gli si avvicinò, con le lacrime che pregavano di
scendere. “Ti sei
sentito solo per tutto questo tempo, vero?” chiese,
ripensando a quella stanza
colorata e triste in cui si presumeva avesse vissuto. “Non ti
preoccupare. Dopo
che ci saremo incontrati, non ti sentirai mai più
così. Ti prometto anche
questo.” Cercò di sorridere, ma ne uscì
fuori solo una smorfia. Tutto quel
discorso solo per intendere “Non andare, ti prego”.
Ci sperava, quel desiderio
le bruciava dentro come non mai. “E scoprirò anche
come ti chiami davvero!” gli
disse ancora, in un momento in cui voleva nascondere tutto quello che
si teneva
dentro.
N
rimase leggermente stupito da quella dichiarazione, ma che, in
sostanza, tutto
quello che aveva detto la castana era vero. Sospirò,
prendendole il cappello e
scompigliandole ancora di più i capelli che già
erano raccolti in una coda
disordinata.
“Va
bene.”
“Cosa?”
“Va
bene, ho detto. Cercami. E io ti prometto che ci incontreremo di
nuovo.”
Detto
questo, le mise il proprio cappello in testa. Touko aveva
un’espressione che
stava metà nel piangere e metà
nell’essere sorpresa. “Non dimenticare mai
quello che ti ho detto finora, altrimenti non saprei più
farmene una ragione.”
Le prese la mano, e ne baciò lievemente le punte delle dita.
Poi la guardò di
nuovo negli occhi e sorrise ancora.
“Grazie
di tutto.”
“Touko!
Stai bene? Sei ferita?”
“No,
no, sono ok, Belle.”
Komor
la guardò con uno sguardo preoccupato. “Touko,
dov’è N?” Lei rimase in silenzio
per qualche istante.
“Se
n’è
andato” disse infine, sorridendo triste.
Ritornò
a Sciroccopoli così tante volte in quei due anni che perse
il conto. Ed ogni
volta si fermava lì, in quel posto, in quel dannatissimo
posto che sapeva
sempre sempre sempre di lui.
Non
lo
trovò mai, in verità, ma non si era mai stancata
di cercarlo.
In
fondo, glielo aveva promesso.
Per
l’ennesima volta, entrò nella palestra per
salutare e fare due chiacchiere con
Camilla, poi si diresse ancora lì, davanti alla ruota
panoramica.
Si
ricordava che si era promessa di non salirci più fino a
quando non avrebbe
trovato N. Ma quel giorno aveva una voglia incontrollabile di entrare
di nuovo
in quella cabina per assaporare ancora una volta quella sensazione di
perdersi
nel vuoto-nonvuoto.
“Solo
per questa volta” si disse, entrando nella cabina,
“solo per questa volta.”
Però,
in fondo, non
infranse quella promessa.
N/A:
Ommioddiommioddiomioddiomioddio.
Adoro
questa coppia, non c’è che dire.
La
mia
prima fan fiction in questo fandom, LOL. L’ultima parte mi
piace assai u.u
E,
uhm,
non so che dire, sinceramente.
Massì,
facciamo pubblicità occulta! :’D
Amanti
della FerrisWheel, riunitevi qui! D:
Bene,
ho finito.
Rainy
:D
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