Note: La frase in corsivo che lei dice è una
citazione di Ronald David Laing, uno psichiatra inglese.
Accio mamma.
Luna
Lovegood si era incantata a guardare le pareti della Stanza delle Necessità,
senza davvero vederle.
Era
sovrappensiero. Lei si fidava di Harry Potter e credeva ciecamente nelle sue
parole; se lui diceva che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato era tornato,
allora era davvero così. Sarebbe iniziata una guerra, lo sentiva.
L’infuso
dei Plimpi d’Acqua che teneva nel comodino accanto al suo letto era diventato
da trasparente ad un colore bluastro, e suo padre l’aveva ben istruita sul
significato di quel cambiamento. Sarebbe iniziata una guerra.
Non
era preoccupata, o almeno, non così tanto da pensarci giorno e notte, ma quella
sera si era fermata, per un momento, a fantasticare.
Era
appena terminata una riunione dell’ES ed era riuscita per la prima volta ad
evocare un vero Patronus corporeo.
«
Mamma, sei fiera di me? »
Non
si accorse d’aver pronunciato quelle parole ad alta voce; per un momento quasi
sentì le lacrime raggiungerle gli occhi, ma una porta le si spalancò alle
spalle.
Sorrise.
«
Ciao, Harry » salutò con voce sognante, senza sorpresa.
Il
ragazzo la guardò stranito, prima d’avvicinarsi.
«
Luna, che ci fai ancora qui? » le chiese, e si sedette al suo fianco.
«
Quello che ci fai tu » gli rispose con ovvietà.
Harry
sorrise e ci scherzò su: « Cioè, sei qui a cercare la bacchetta che ha perso
Neville? »
La
ragazza alzò le spalle e mormorò semplicemente: « Accio bacchetta ».
Il
bastoncino di legno volò inerme fino alle mani di Luna, dove si poggiò con
estrema delicatezza.
«
Ecco qui » gli disse, porgendoglielo.
Harry
lo prese e se lo infilò nella tasca del mantello, ascoltando con estrema
attenzione le parole che gli stava rivolgendo.
«
È un peccato che quest’incantesimo serva solo per gli oggetti ».
«
Che cosa vuoi dire? » le chiese Harry imbarazzato.
Luna
volse la testa in alto e sorrise al cielo stellato che sovrastava il soffitto.
«
Se tu volessi una stella di certo non ti basterebbe un semplice Incantesimo di
Appello » gli spiegò. La verità delle sue parole lo disarmò, come gli succedeva
ogni volta che aveva l’occasione di parlare con lei.
Il
silenzio li avvolse per qualche secondo. Harry capiva e non capiva cosa Luna
volesse dirgli. Cos’era quel qualcosa che lei desiderava tanto ma che non
poteva avere con un semplice gesto di bacchetta? Una stella? Un corno del Ricciocorno
Schiattoso?
«
Luna, non pensare alle stelle, vieni a mangiare ora » le disse Harry, cercando
di chiudere l’argomento.
«
Tu vai a portare la bacchetta a Neville. – gli rispose noncurante – Ti
raggiungo subito ».
Harry
annuì, e si diresse lentamente verso la porta, ancora non del tutto ripreso
dalla conversazione appena avvenuta.
Ma
prima che potesse richiudersi la
Stanza delle Necessità alle spalle, poté udirlo chiaramente,
un incantesimo che non avrebbe mai potuto funzionare.
«
Accio mamma ».
Quelle
due parole lo invasero come lame di ghiaccio nello stomaco, e immaginò se
stesso mentre richiamava i suoi genitori con l’aiuto di un incantesimo.
Guardò
la bacchetta per qualche secondo, quasi tentato, ma poi scosse la testa.
Luna
lo raggiunse un secondo dopo, facendolo quasi sussultare.
«
Andiamo? » gli chiese, sognante, come se non fosse accaduto nulla di diverso
dal solito.
«
Sì » rispose imbarazzato Harry. Che cosa doveva fare? Ammettere d’aver sentito
il suo flebile tentativo di rivedere la madre o far finta di nulla?
«
La famiglia si può immaginare come una ragnatela, un fiore, una tomba, una
prigione, un castello » gli disse
prima che potesse decidere sul da farsi. « Perciò, perché non si può richiamare
come si fa con tutte queste cose? » gli domandò, senza davvero aspettarsi una
risposta. Quelle sue affermazioni, devastanti quanto vere,
non lasciavano modo di ribattere.
Ma, Harry se lo ripeté più e più volte quella sera,
le differenze tra una ragnatela o un fiore e la famiglia erano molte.
{ Spazio HarryJo.
Buonasera a
tutti!
Sono super
felice: questa shot – che potrà sembrare banale, stupida, quant’altro – si è
classificata prima al secondo turno di Incantesimi Contest di Gra Gra 96 nonché vincitrice del premio Lacrima e questo mi rende
enormemente orgogliosa di me stessa.
Soprattutto
perché adoro Luna, è meravigliosa *-*
Riporto il
giudizio della GiudiciA (grazie, grazie, grazie! *-*)
A presto,
Erica
Accio
Mamma di Erica Weasley
Grammatica e lessico: 9/10
Stile e forma: 9.9/10
Originalità: 10/10
Caratterizzazione personaggi: 10/10
Giudizio personale: 10/10
Uso incantesimo: 5/5
Uso prompt: 5/5
Totale: 58.9/60
Dal punto di vista grammaticale la storia era pressoché perfetta e gli unici
errori che ho riscontrato sono state quattro virgole mancanti.
Lo stile e la forma erano semplicemente meravigliosi e facevano sognare! La
storia era scorrevole e piacevole da leggere!
Come originalità e caratterizzazione ti ho dato il massimo perché non avevo mai
letto nulla del genere e perché hai caratterizzato Luna davvero bene!
Complimenti!
La storia mi è piaciuta davvero tantissimo e mi ha fatto anche scappare una
lacrimuccia. L’immagine di Luna che cerca di far tornare sua
mamma con un incantesimo di Appello era dolcissima! Io ho un debole per
le storie su Luna, quindi il dieci in gradimento personale te lo sei veramente
meritato!
Anche l’incantesimo e il prompt erano usati bene!!