*Autore: Rota
*Titolo: Let
your soul gravitate to the love y'all
*Fandom:
Axis Powers Hetalia
*Personaggi:
Un po' tutti
*Genere:
Introspettivo, Sentimentale
*Avvertimenti:
Flash fic, Raccolta, AU, Shonen ai, Shojo ai
*Parole: 350
precise ciascun capitolo (L)
*Rating:
Verde
*Prompt: "Una
metà del mondo non riesce a capire i piaceri dell'altra
metà" (Emma - Jane Austen)
*Note: Piccola
raccolta AU con i pg di APH (L) I titoli delle varie drabble
così come il titolo stesso della raccolta sono lyrics della
canzone "Where is the love?" dei Black Eyed Peas.
La cosa è semplice: Comitato e Marcia contro l'omofobia. Le
lettere al contrario mi servivano per creare il contrasto con il
"diverso", "l'incompreso" che il mio prompt suggeriva.
1. I think the whole worlds
addicted to the drama
¿ǝʌoן
sı ǝɹǝɥʍ
L'idea del logo non era venuta a una persona qualsiasi, all'interno del
piccolo Comitato - no, decisamente no.
Ivan Braginski era quello che, a ben vedere, aveva la mente
più macchinosa, più portata alla propaganda fine
e incisiva. Era una dote che gli scorreva semplicemente nel sangue,
come l'attitudine tipica a non ammettere mai di avere torto, neanche
una volta.
Lui più di tutti aveva compreso sulla propria pelle come una
metà del mondo non riuscisse a capire i piaceri dell'altra
metà.
Il suo perfetto padre l'aveva picchiato, insultato e quasi minacciato
per diversi giorni la prima volta che aveva baciato in pubblico un
ragazzo - un ragazzo come lui.
Era giovane e si chiamava Yao: aveva dei capelli bellissimi e degli
occhi che sapevano arrivare ovunque. Non era stato il primo, a poterlo
vedere con quegli occhi diversi, ma Ivan non aveva mai detto di amare
una persona in maniera così sincera, in precedenza.
Quando aveva scoperto l'esistenza del Comitato, Braginski indossava
già la sua sciarpa al collo, qualsiasi stagione dell'anno
fosse, per nascondere quell'amore tanto perverso che lo preferiva
umiliato piuttosto che felice.
Aveva visto tante, tante facce diverse, incontrato gente variegata, ma
niente fino a quel punto l'aveva vinto a rischiare così per
qualcun altro.
Alfred l'aveva convinto ad entrare, Alfred che non era stato scacciato
di casa e che se ne fregava, quelle sue risate tanto rumorose quanto
incredibilmente fastidiose, delle occhiate malevole della gente. Forse
per stupidità, forse per ignoranza, ma a una battuta cattiva
rispondeva con una sicurezza che Ivan non aveva mai visto, ridendo con
forza intoccabile, eroica.
Diceva, inoltre, che gli sarebbe piaciuto vedere un sorriso vero, sulle
sue labbra - e diavolo, ci riuscì eccome! Come vide e
sentì baci veri, come carezze vere, come amore vero.
Quando la Marcia partì, loro due erano davanti a tutti, mano
nella mano, mentre il furgone di Lovino camminava dietro di loro
sparando musica a palla.
A sorridere, a parlare, a ridere, a fare vedere al mondo che anche chi
era strano e diverso non era per forza cattivo e malvagio.
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