Salve
a tutti. Rieccomi qui con un'altra storia; questa qui ho deciso di
dedicarla a tutte quelle persone che perdono i loro figli ingiustamente
e senza pietà alcuna, per qualunque ragione e in ogni modo.
Spero vi piaccia, un bacio!
<< Su, tesoro! Possiamo andare a
scuola, adesso. >>, affermò la madre.
Aiutò il piccolo a indossare la
giacca, lo zainetto e uscirono. Vivevano insieme... Solamente lei e
il suo bambino. Il padre li aveva abbandonati ancor prima che lei
desse alla luce il figlio. Quest'ultimo aveva sei anni. Era una
mattina come tutte le altre.
I due passarono dinanzi a un negozio di
dolci e il bimbo si fermò a dare un'occhiata alla vetrina...
<< Mamma, guarda >>,
disse
contemplando un lecca-lecca gigante. Poi proseguì
<< Puoi
comprarmelo? >>, chiese speranzoso.
Ma la donna, a malincuore, rispose di
no. Non erano benestanti e inoltre in quel negozio ogni cosa, anche
la più piccola, era a caro prezzo. Il piccolo ci rimase male
ma non
era affatto arrabbiato con sua madre. Solo... comparve una smorfia di
delusione sul viso. Ormai era abituato ma cercava sempre di fare un
piccolo tentativo.
Mano nella mano continuarono a
camminare. Nonostante tale famiglia andasse a rotoli per via della
situazione economica, vi era una cosa che la portava avanti: la
felicità, la gioia.
Lei cercava sempre di donare un sorriso
al piccolo, anche negli istanti più bui. Gli mostrava tutto
secondo
una differente prospettiva. Lo amava infinitamente, più
della sua
stessa vita. Era l'unica cosa che possedeva e la più
preziosa.
Improvvisamente a loro si avvicinarono
due individui, piuttosto alti e robusti; uno dei due teneva fra le
mani un piccolo bastone in legno. E aveva tutta l'aria di essere
pesante.
Quello privo di bastone, disse con tono
minaccioso: << Tira fuori la grana >>.
La donna terrorizzata e con voce
tremante, rispose: << Ma io non ho grana... >>
Allora l'altro la prese e la sbattè in
un muro, minacciandola ancora; ma lei continuava a ripetere che non
possedeva denaro. Si scrollò da lei e si dedicò
al piccolo, lo
prese per un braccio e lo scaraventò per terra. E l'altro
ancora
iniziò a colpirlo con quel maledetto bastone, molto
violentemente.
Poi quello tornò di nuovo a bloccarla.
<< Mamma, mamma! >>,
urlava.
Poiché era mattina, quella strada era
deserta. Nessuno poteva udire.
Lei provò a gettarsi su quell'uomo che
stava distruggendo la sua creatura ma con scarsi risultati,
poiché
veniva ostacolata.
Cercava di divincolarsi ma era
impossibile.
<< Lasciami,
lasciami! >>,
urlava la donna.
Sotto i suoi occhi, vide il figlio
perdersi totalmente. L'orrore. Quel bastardo continuava a picchiarlo
e il bambino era inerme.
Ormai non aveva neanche più la forza
di gridare. Milioni di lividi ricoprivano il suo volto, le sue
piccole mani. Finchè non fu morente e lo lasciarono
lì. Non
riusciva proprio a muoversi.
E allora lei si accasciò per terra
verso il figlio, piangendo.
<< Amore mio... >>
Ma non ottenne alcuna risposta; così
provo a scuoterlo.
<< Amore rispondimi >>
Il piccino aveva gli occhi chiusi e non
sentiva la voce della sua mamma.
La donna allora, alquanto spaventata,
lo prese fra le sue braccia e sconfitta si avviò verso casa.
Distava poco da lì. Giunta a
destinazione, lo adagiò sul suo lettino e si armò
di acqua e alcuni
strofinacci. Li bagnò e con cura glieli passò su
tutto il viso ma
non dava alcun segno di sollievo. Continuava a tenere gli occhi
chiusi.
<< Tesoro... Mi senti? Ti prego,
non puoi lasciarmi >>
Lo denudò da ogni suo indumento e il
suo corpo era un intero ed enorme ematoma. Aveva anche battuto forte
la testa per terra. La donna si portò una mano alla bocca e
piangeva
ininterrottamente... Cacciando anche urla di dolore.
Qualche lacrima cadde sul fragile
corpicino del piccolo... la pelle iniziava a divenire di un candido
pallore.
Pregò a lungo ma senza alcun
beneficio. Giurò anche che se si fosse svegliato gli
avrebbe
comprato quel lecca-lecca che tanto desiderava, spendendo i suoi
pochi risparmi.
<< Assassini... >>,
urlava
ancora.
Lo baciò in ogni singola parte del
viso. Lo strinse forte a sé; non riusciva a credere che
fosse morto.
Aveva perso tutto, perchè lui era il
suo tutto. Non sarebbe andata avanti senza di lui.
Si sentiva tremendamente in colpa per
non essere riuscita a salvarlo da quel crudele destino, non se lo
sarebbe mai perdonato. Non era stata forte.
Lacrime copiose solcavano il suo volto.
Priva di un'anima, prese il primo
coltello che vide sotto il suo sguardo e se lo conficcò nel
petto.
Cadde di peso sul pavimento. Preferì
mettere fine anche alla sua vita e adesso sarebbero rimasti insieme.
E rimasero lì, entrambi in quella
camera. Due anime mano nella mano per l'eternità.
|