L' AEROPLANO
Stupidi
noi, che ci siamo innamorati. E ora cosa rimane tra le nostre mani?
Solo cenere e polvere e sangue secco, mentre un pianto s'innalza
lontano, all'orizzonte. Stanno contando i morti: è forse
l'alba di una nuova Era? Già riecheggiano i canti della
vittoria, già i cantastorie accordano i propri liuti.
Avranno di che cantare: lasciamoglielo fare. Io rimarrò qui,
a cullare il tuo ricordo tra le mie braccia, come se questo attimo
potesse diventare eterno.
Il
palazzo nero è crollato, il
Male estirpato, la Salvatrice è portata
in trionfo, nella sua immobile posa di morta. Il Tiranno è
stato sconfitto!, gridano in ogni angolo del Mondo Emerso; nessuno
sente le mie urla rauche, nessuno presta attenzione a questa mia voce
stanca che geme.
Avrei
potuto salvarti, se solo tu me lo avessi permesso.
Tra
poco si accorgeranno dell'uomo che abbraccia l'aria e penseranno che io
sia pazzo.
Ma
i pazzi sono forse poeti? I pazzi sono forse pieni di cenere, polvere e
sangue secco?
No.
I
pazzi sono visionari, ma questa non è una visione. Questo
è solo un ricordo - l'ultimo - che ho di te. Poi ti
lascerò andare, lo giuro.
Fingerò
che tu non sia mai stato tanto vicino a me da poterti stringere,
fingerò di non essere stato toccato dal buono che avevo
visto in te. Potrò fingere anche di esserti indifferente, mi
piccolo, dolce, insignificante ricordo.
Solo
che...
...Come
definiresti questo vuoto che sento al posto del cuore?
Stupidi
noi, che ci siamo innamorati.