Benvenuti
a “il primo paragrafo della Kiba/Shikamaru che teoricamente
spetterebbe a slice per il suo giocondo compleanno”. Dunque
sì, sono una mer*a umana esattamente come sembra: non sono
riuscita a finirla. Abbiamo quindi queste settecentoquindici parole
che saranno seguite dal resto non appena uscirò dallo shuraba
pre-orale, promesso T__T. Intanto, c'è un piccolo extra
shikamaroso che non c'entra un tubo, ma Shikamaru c'entra sempre,
quindi va bene lo stesso, no? … no?
Vabbè, auguri
ali! *stelle filanti*
Aria
calda
Quando
fa troppo caldo per uscire, si resta in casa.
È un
ragionamento perfettamente logico, lineare, pulito; così
semplice che c'è quasi da restare delusi a scoprire che sia
stato partorito dal cervello sopraffino di Shikamaru Nara. Anche se
poi, a conti fatti, le strategie semplici restano le più
efficaci.
La strategia del giorno è scaturita dalla
comunissima azione di affacciarsi alla finestra e constatare che la
giornata sarebbe stata umida e calda, con l'aria estiva ingabbiata
sotto una cappa fumosa di nuvoloni compatti e ferrigni.
Quindi alta
pressione atmosferica, elevato tasso d'umidità, caldo
soffocante e presumibili precipitazioni in arrivo: semplicemente,
Shikamaru Nara sarebbe rimasto in casa a godersi la sua meritata
giornata di riposo ad irregolarissima cadenza pseudo-settimanale: ne
ha da recuperare una cinquantina e probabilmente avrebbe visto un
altro paio di Hokage al potere prima di riuscirci.
Insomma, ha
diritto alle ferie e può passarle come meglio crede. Solo che
da un po' le sue già rade giornate di riposo hanno assunto
strane, inquietanti sembianze; sembianze ghignanti e odorose,
vagamente selvagge e molto, molto nude.
«Senti»
comincia. La sua voce un poco strascicata suona bizzarra nel silenzio
frusciante della stanza. L'aria umida sta appiccicata alle imposte
accostate, appiccicata al letto sfatto e appiccicata alla sua pelle,
e lo fa insofferente. Magari è anche stupido perché è
colpa dell'aria, mica di qualcuno, solo che gli viene proprio voglia
di sbuffare. Una voglia matta. E Kiba non aiuta.
Kiba Inuzuka si
dà giusto la pena di sollevare un poco il busto, prima di
tornare a schiaffarsi a pancia in giù abbracciato al cuscino,
esibendo un'espressione appagata, una chioma arruffata ed una quasi
totale nudità con la grazia di un capobranco sessualmente
soddisfatto dal suo harem di femmina alfa, beta, gamma, ma volendo
pure zeta e omicron, ché mica è schizzinoso.
Shikamaru
focalizza l'attenzione sulla linea della sua schiena, più
distratto di quando ha cominciato a parlare.
«Non si può
andare avanti così» riprende, deciso a mantenersi lucido
e perfettamente operativo: in condizione normali gli viene meglio
quando può star steso in orizzontale su di una superficie
morbida, e anche se pare un controsenso non lo è. Solo che gli
viene un po' meno bene quando accanto a lui c'è Kiba –
nudo, per di più – e quindi la condizione favorevole e
quella sfavorevole si annullano a vicenda e finisce che lui non
riesce a pensare come si deve.
«Che intendi?» domanda
la sua nuda distrazione, apparentemente rilassato; il lenzuolo è
caduto giù dal letto e ormai a coprirgli le vergogne c'è
solo il pelo bianco. No, non il suo.
E siccome di certo non è
neanche di Shikamaru, il possibile proprietario resta uno
solo.
Akamaru è bianco e peloso e affettuoso e caldo.
Sopratutto caldo.
Caldo, caldo, caldo.
Come se non
bastasse - e già basta, eh. Mica è solo caldo, è
caldo tre volte accidenti! - sta esattamente dove non dovrebbe stare,
cioè sopra di lui. In estate.
Perché è
estate, sì, e fa caldo, e c'è già Kiba che se ne
strafotte della temperatura e ti sta comunque addosso, quindi
sessanta chili di maremmano a rincarar la dose non sono ben accetti.
A maggior ragione se quello stare addosso è finalizzato ad
attività intime che dovrebbero riguardare solo lui e Kiba. O
che in ogni caso non dovrebbero riguardare un cane. Non sul suo
letto, almeno.
E poi il cane è caldo, fuori fa caldo,
dentro fa caldo, stupido caldo, che seccatura.
Il caldo si offende
e gli soffia nell'orecchio.
«Kiba...» rantola
Shikamaru, trascinandosi dietro una a liquefatta. Piega il
cuscino con entrambe le mani, premendolo sulla testa per salvare le
orecchie da un altro assalto, e Kiba se la ride.
Shikamaru lo
sente appena, soffocato dall'imbottitura. Invece, senza udito, gli
altri sensi si acuiscono e sente perfettamente un'altra cosa.
«Eh,
no! Akamaru!»
«Oh, che schif... Akamaru!» gli fa
eco Kiba, e però si sta sganasciando, lui. «Akamaru, non
si fa!»
Finalmente al centro dell'attenzione, così
come del letto, Akamaru scuote il testone soddisfatto e sbuffa un
po'.
Kiba ride tenendosi la pancia, le spalle che sussultano ad
ogni singhiozzo e le ginocchia spigolose piegate.
Non solo il cane
nel letto. Il cane caldo nel letto. No, pure il meteorismo deve
avere, quel benedetto cane.
Shikamaru precipita di nuovo sul
cuscino, liquefatto.
Extra
−
400 parole
Le palpebre sono l'unica cosa che
Shikamaru riconosca chiaramente come parte del suo corpo, il resto è
un grumo formicolante di cui non riesce a distinguere nulla; se
comandasse ad un arto di muoversi, è certo che quello lo
ignorerebbe bellamente.
Non desidererebbe altro che restare così,
immobile, finché il suo corpo non avrà recuperato tutte
le energie che una giornata tra gli archivi ha prosciugato fino
all'ultima goccia, ma considerato che doveva incontrare Ino e Chouji
qualche era fa – ha perso del tutto il senso del tempo. Non c'è
troppa luce? - è proprio il caso di svegliare, se non il suo
corpo, almeno la sua forza di volontà.
Solleva le palpebre
e inquadra la stanza intorno, trovandola luminosa ma fredda, poi fa
leva sul gomito. Pensava peggio: non è così difficile
mettersi seduto, e neanche tirarsi in piedi ed uscire senza
ciondolare la testa, per raggiungere illeso il bagno.
Sente ancora
come se avesse del cotone idrofilo ficcato nelle orecchie ad
ottenebrargli i sensi, ma forse le cose potrebbero migliorare
sciacquandosi la faccia. Apre il rubinetto, accoglie una generosa
quantità d'acqua tra le mani a coppa, stupendosi giusto
vagamente di quanto sia buffo percepire così poco la
differenza di temperatura, come stesse sollevando solo aria, e chiude
gli occhi.
Quando li riapre, a salutarlo c'è solo il
comodino e dalle imposte accostate entra una striscia tenue di luce
pomeridiana.
«Ma va' al diavolo» mugugna il genio,
affranto.
Poi lascia ricadere la fronte sul cuscino, mortalmente
scocciato.
«Alla
buon ora, Hokage sama.»
Ino sta seduta davanti al
tavolo, in cucina. Sistema dei fiori nel vaso, spiccando le foglie
secche ed accostando i colori con occhio esperto; accanto a lei,
Chouji sgranocchia.
Shikamaru non risponde allo sberleffo e
neanche si domanda perché accidenti i due siano venuti fin lì,
invece che aspettarlo sul luogo dell'appuntamento. E non perché
è un genio: ha solo visto l'ora. Si limita a salutare con un
cenno e raggiunge il tavolo.
«Se non fossi tu,
chiederei perché sembri reduce da una notte insonne»
cicala Ino, lanciandogli un'occhiata scettica. Lui si lascia
scivolare su di una sedia.
«Non sai che fatica»
replica, accettando una patatina, gomito sul tavolo e mano a reggere
la testa. «Ho sognato di svegliarmi. Mi sono dovuto alzare due
volte.»
«Oh, ma
certo» concilia lei, sarcastica. «Un vero
incubo!»
A coprire lo sbuffo fischiante di Shikamaru ci
pensa Chouji, ridendo forte.
Nda
Hokage
sama, nell'extra sta per qualcosa come “sua santità”
o “vostra grazia” e voleva essere un tentativo di
sarcasmo . Spero sia chiaro ^^'
Tanti
auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a slice...
okay, basta, ché sono anche stonata u_u'. Cos'è questo?
Eh? Davvero, sono desolata, ma mancava un pezzo fondamentale
solitamente conosciuto come “svolgimento” per poterla
postare intera *muore*, ma Scar
ha detto “vedrai che apprezzerà lo stesso”, e se
lo dice la pissicologa
io mi fido, no? T_T
L'extra shikamaroso c'entra anche se non
c'entra perché Shikamaru
è l'uomo chiave (cit.),
e basta XD
Comunque,
a parte le mie cazzatelle mal riuscite, alice si merita tutti gli
auguri del mondo shakerati con una buona dose di Giustizia&Culo
che la faccia schizzare via, lontano da qualsiasi lido liscio e buio
che attenti alla sua salute. Cento di questi giorni, e che siano
particolarmente colorati, luminosi e dolci
come i dango XD
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