Poppy: Grazie per la recensione ^_^ Sono felice che il
modo di ritrarre Kurama ti sia piaciuto... Purtroppo sì, sarà molto turbato, in
questa storia (ma il tutto ha un suo perchè XD)
e grazie anche a kiba91 per la sua recensione ^^
***
Ho tentato di fare di tutto per rapirli, ma Hiei e
Kurama non sono purtroppo miei...
Per ultimo (piccola nota, per gli interessati), sono
piuttosto avanti con la stesura di questa fiction. La posto poco alla volta per
riuscire ad essere regolare nella pubblicazione.
buona lettura ^_^
***
-Hiruseki-
Capitolo Terzo
Ripensando al
passato, Yuusuke si sentì un po’ nostalgico: pensare che fossero passati sei
anni dal suo scontro con Toguro aveva un sapore strano. Una parte di sé lo
ricordava come un avvenimento remoto, quasi come se fosse accaduto in un’altra
vita, un’altra parte di sé sentiva ancora i pugni ricevuti sulla pelle.
Il pensiero,
poi, di Genkai morta fra le sue braccia a volte ancora lo svegliava e spesso
faceva fatica a resistere all’impulso di andare a controllare se effettivamente
la vecchia fosse davvero ancora viva.
Quel
pomeriggio primaverile, coi ciliegi in fiore e il loro profumo che permeava
l’aria, Yuusuke era felice di essere lì coi suoi amici di sempre. Kuwabara stava
facendo di tutto per fare una buona impressione su Yuukina, che educatamente
sorrideva, stupita dello strano comportamento del ragazzo, Kurama era seduto
all’entrata del tempio e parlava con Genkai, Keiko lo stava rincorrendo nel
tentativo di fargli pagare un innocuo commento sul suo fondoschiena. Shizuro
fumava una sigaretta e rideva di lui.
Inseguito e
deriso, si ritrovò presto al tappeto fra le risa sue e dei suoi amici.
“Se anche
Botan e Koenma fossero qui, oltre ovviamente al gamberetto che non manca a
nessuno, saremmo davvero al completo” costatò Kuwabara mentre apparecchiava la
tavola dove tutti insieme avrebbero cenato
“E’ da anni
che Hiei-san non ci viene a trovare…”disse con la sua vocina, la dama dei
ghiacci.
“Come? Ancora
pensi a quel tappetto? Hai me qui, il grande Kuwabara Kazuma…”
“Prima di
rivedere Hiei qui, ne passerà di tempo, ora poi, che è tutto preso a fare il
buttafuori!”.
Né Yuusuke né
gli altri riuscirono subito credere di avere sentito correttamente “Koenma!”
Sempre col suo ciuccio, ma di diverse spanne più alto del suo solito aspetto
infantile, Koenma apparve dal nulla “Vi sono mancato eh?”
”Certo” lo
canzonò Yuusuke “come un calcio nei gioielli!”
Il piccolo dio non fece in tempo a rispondere dato che Keiko s’era già abbattuta
su Urameshi che aveva abbassato la guardia “Ti sembra il modo di rivolgerti al
Signor Piccolo Enma?”
Nonostante le
parole e i gesti, il ragazzo si sentì avvolgere da una nostalgia molto dolce:
lì, tutti o quasi, insieme a non fare nulla… si stava così bene che tutto il
resto del mondo sembrava svanire. Non c’erano problemi, il passato, per quanto
oscuro, non gravava sulle spalle di nessuno. Lì c’erano le persone che per lui
avevano un qualche significato e tanto gli bastava.
La stessa
pace veniva percepita da Kurama, sebbene il suo stato interiore fosse molto più
in subbuglio di quanto volesse lasciare trasparire. Abituato da sempre a
calcolare, a sapere cosa fare come prossima mossa, l’improvvisa – e spaventosa –
consapevolezza di non riuscire bene a distinguere chi fosse non gli dava pace.
E la coscienza di essersi nascosto dietro ad uno spettro, illudendo persino se
stesso, lo imbarazzava ai suoi stessi occhi.
I pensieri di
tutti e l’atmosfera scherzosa vennero però interrotti dall’ultima persona di cui
ci si sarebbe aspettati sentire la voce:
“Volevo
parlarvi di una decisione che ho preso” disse con tono stranamente risoluto
Yuukina “mi spiace alterare il clima di festa di questo pomeriggio, ma penso che
se non ve ne parlassi ora, potrei cambiare idea e non voglio”
La voce era
pacata come sempre, ma ebbe l’attenzione di tutti in un attimo. Solo Genkai
annuì, compiaciuta.
“Ho deciso di
tornare nel Makai…”tentò di proseguire, ma Kuwabara la interruppe subito
“Lasciandomi qui? Come potrò vivere col mio amore lontano?”
“Kuwabara,
per favore, lasciala parlare” gli sorrise Kurama, curioso di sapere il perché di
questa decisione. Poi con un gesto elegante della mano, fece cenno alla ragazza
di continuare
“Cosa cerchi
laggiù?”
La dama dei
ghiacci sorrise: “Dici bene, Kurama- san, vorrei cercare qualcosa, anche se non
so se lo troverò ancora”.
E quindi
iniziò a spiegare:
“Vedete, io
non sono un guerriero come voi, non sono coraggiosa come Keiko, e neanche forte
come Shizuru. Ho sempre avuto paura di tutto e di tutti perché non sapevo
cos’altro fare. Per questo, infatti, sono scappata dalla mia terra d’origine…”
”Come scappata?” chiese Yuusuke
“Non mi
avrebbero mai lasciata andare via, e io non volevo più vivere in quel luogo così
gelido. Non solo il clima, ma anche il cuore delle persone, lì, era ghiacciato e
ho preferito fuggire. La speranza di trovare mio fratello, di vederlo vivo e
sapere che con lui sarei stata finalmente al sicuro ed amata, m’ha fatto
illudere che vivere così andasse bene. Ma un giorno, parlando col Hiei-san ho
capito che sbagliavo.”.
“Ancora quel
gamberetto…”
”Taci,
Kuwabara!”
“Non
prendertela con lui, mi ha detto parole che all’inizio non ho capito, ma che
dopo si sono rivelate chiare. M’ha detto di non vivere all’ombra di un fratello
forse morto, e che se veramente volevo cha la gente della mia terra scomparisse,
perché ritenevo che non fossero degni di vivere nella morsa dei ghiacci, allora
avrei dovuto fare le cose da sola, perché non è giusto dipendere da qualcuno”.
Con queste
parole, capisco. Mille pensieri, mille ragionamenti, anni in cui mi sono cullato
nella presunzione di essere saggio, e Yuukina mi sta porgendo la soluzione lì
fra le sue mani, con estrema semplicità. Soluzione che non sono riuscito a
vedere fino ad adesso.
“Io non posso
andare nella terra dei Koorime ed uccidere qualcuno, non sono capace e non ce la
farei, ma a modo mio posso schiacciarli nel mio cuore, posso fare vedere loro
che li disprezzo e che ho volontariamente scelto l’esilio dalla mia terra”
Così
fragile eppure molto più coraggiosa di me, in questo frangente. Affrontare a
proprio modo il passato e trovare una soluzione che vada bene a me stesso. Non
assoluta, ma che possa in qualche modo adattarsi a ciò che sono.
Trovo
sorprendente che sia stato proprio Hiei a parlare così a Yuukina, ma non sono
stupito che sia stato lui, prima di tutti a capire che l’unica soluzione è
affrontare a proprio modo il passato e avere il coraggio di cadere e rialzarsi.
Mi chiedo
se non sia stata la dea Sorte ad avermi baciato quando ha incrociato la mia
strada con quella dello yukai. Mi chiedo se un essere così forte non sia la mia
salvezza.
“Ecco perché,
penso che sia giusto tornare a casa, per capire e per affrontare ciò che è
stato…”
“Yukina” la
interruppe Keiko “non puoi andare nel Makai da sola, per quanto sia un momento
di quiete, ora, è pur sempre infestato da demoni…”
“Andrò io con
lei” questa volta fu Kurama ad avere l’attenzione di tutti “farò in modo che non
le capiti niente. Avevo già intenzione di tornare nel Makai per un po’ di
tempo…”
Falso, è
una decisone che ho preso lì su due piedi. Genkai lo capisce e mi sorride con
un’aria canzonatrice. Prendere decisioni così affrettate non è certo da me, ma
devo trovare una soluzione e in fretta.
“Yuukina, non
lasciarmi solo, lo sai che ora non posso venire… Come farò senza il mio grande
amore?”
Il demone sorrise con gentilezza “Kazuma, tornerò presto. Non ho intenzione di
rimanere, voglio solo chiudere i conti col mio passato. Se poi Kurama-san sarà
con me, non avrò niente di cui preoccuparmi”
“Ricordi bene
la strada per raggiungere la tua terra?” Genkai chiese.
“Sì, penso di
sì”
”Potremmo
comunque chiedere a Hiei” aggiunse lo spirito volpe “lui sa dove si trova il
territorio dei Koorime”
La vecchia
annuì “Siate prudenti…”
Kurama annuì, sapeva che la prudenza di cui parlava Genkai non era certo quella
richiesta in battaglia.
Da una
parte sono preoccupato, dall’altra però, sento un insolito sollievo, così raro
ultimamente. Sono convinto che solo a casa sarei riuscito trovare me stesso: sia
questo umano, demone o l’insieme delle due anime, ho bisogno di sapere chi e
cosa sia.
In qualche
parte lontana della mia mente, una voce pare dirmi che anche l’idea di rivedere
Hiei mi sta dando quell’insolito sollievo. Non le bado tanto perché le mie
visite nel Makai, seppur brevi, sono discretamente frequenti e non ne è passata
una senza che non abbia visto Hiei. Penso quindi che sto male-interpretando
quella sensazione profonda.
Poco sapeva
allora Kurama del vero significato di quella voce e di ciò che aveva soppresso
nel tempo…L’avrebbe capito più tardi, ora semplicemente sorrise a Yukina,
congedando dalla sua mente qualunque preoccupazione.
Continua...
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