Happy Birthday Riku
Lo spazio intorno a me è un'enorme distesa bianca luminosa, uno
spazio bianco su cui ogni colore si sarebbe perso in quell'aura
splendente. Mi ritrovo a chiedermi se quello sia il cuore puro di
una delle sette principesse, in quanto non vidi mai qualcosa di
più bello. Credo improvvisamente di essere morto, pentendomi
delle mie azioni passate a cui non avrei più avuto modo di porre
rimedio, ma ho dovuto ricredermi... Un'ombra nera, dall'indefinibile
provenienza, incomincia ad inghiottire tutto ciò che mi
circonda, lasciandomi preda dell'oscurità. Comincio a cadere,
perdendo conoscenza e la consapevolezza di chi io sia. Ogni centimetro
è una voragine in più che si va formando nei miei
ricordi.
"Chi sono... io...?" un pensiero senza significato, perso tra le
tenebre. Ed ecco una voce a scuotermi nel profondo, una voce a me
nota, ma a cui non riesco ad associare il volto. "Kairi" Sembra
terribilmente preoccupata... e quel nome... continua a ripeterlo spasmodicamente,
risvegliando in me qualcosa. "Kairi! Kairi! Apri gli occhi!".
Sopraggiunge una seconda voce per cui sento di provare un odio
innato. "È inutile. La ragazza ha perso il suo cuore. Non
può svegliarsi." A quelle parole provo una fitta alla testa,
cominciando a ricordare. Invano cerco di pronunciare il nome di Kairi
senza riuscirci, il corpo non risponde ai miei comandi. Al mio porre
resistenza una litania prende possesso dei miei pensieri "Ogni cuore
nasce dall'oscurità e all'oscurità ritorna.", una
verità inconcepibile, che mi rifiuto di accettare, nonostante
stia perdendo le forze. "Sora!" La mia attenzione si rivolge a
quell'urlo soffocato. "Sora, ma sei veramente... no, non può
essere! Non lo lascerò andare!". Mi rendo improvvisamente conto
che, mentre io lasciavo perdere me stesso nell'oscurità, i miei amici si trovano in
pericolo. Mi dico di dover reagire e di trovare un modo per salvarli.
Come a far eco alla mia disperazione, appare una fioca luce a darmi
conforto e sostegno e forse raggiungendola... Raccolgo tutte le forze
in mio possesso e con uno sforzo immane, riprendo possesso del mio
corpo e mi dirigo al mio obiettivo. Sento ogni muscolo contratto nello
sforzo, ma alla fine c'è la faccio. Vedo Ansem, colui che mi ha
ridotto in queste condizioni, avvicinarsi minacciosamente a Kairi e a
coloro che cercano di proteggerla e così cerco a mio volta di
fare altrettanto, facendo da scudo "No. Non mi userai per questo!"
Sembra che questo riesca a fermarlo, probabilmente non era preparato a
una mia eventuale reazione. "Riku!" Lei mi chiama con preoccupazione,
ma non c'è tempo per i convenevoli, io saprò cavarmela.
"Dovete andare! Stanno arrivando gli Heartless!". Li vedo circondati
dai nemici, ma per fortuna riescono a scappare e al loro scomparire
dalla sala vengo sopraffatto e torno nell'oscurità, ma qualcosa
non è come dovrebbe. L'oscurità era più chiara,
schiarita, come se una luce al suo interno cercasse di venirne fuori e
così fu, in un certo senso. Un globo luminescente mi si
avvicina e al sol tocco rivela la meraviglia che vi si
cela al suo interno. I mondi, anzi un intero splendido mondo governato di sola
luce. La voce di una signora anziana comincia a narrarne la
storia "Tanto tempo fa, tutti gli uomini vivevano in pace nel calore
della luce. Tutti amavano la luce, ma poi, gli uomini, volendo
possederla, iniziarono a combattere tra loro e l'oscurità
nacque nei loro cuori. L'oscurità si propagò,
ingoiò la luce e il cuore della gente, coprì ogni cosa e
il mondo sparì. Ma piccoli frammenti di cuore sopravvissero...
nei cuori dei bambini. E con questi frammenti, i bambini ricostruirono
il mondo perduto, il mondo in cui viviamo. Ma la vera luce riposa
ancora all'interno dell'oscurità e per questo tutti i mondi
sono ancora dispersi, divisi uno dall'altro. Ma un giorno, si
aprirà una porta nell'oscurità... e la vera luce
ritornerà. Quindi ascolta, bambina. Nell'oscurità
più tetra... ci sarà comunque sempre una luce a guidarti.
Credi nella luce, e l'oscurità non ti sconfiggerà mai. Il
tuo cuore risplenderà di luce... e respingerà
l'oscurità." A ogni parola si affiancava un'immagine all'interno
del globo, ma a fine racconto scomparve insieme all'anziana voce,
esattamente come era apparso. Ciò che avevo ascoltato mi
lasciò da pensare. Credere nella luce era possibile anche nelle
mie condizioni? Aver tradito il mio migliore amico ed essermi
inoltrato volontariamente nell'oscurità per salvare Kairi,
poteva farmi sperare in una possibile redenzione? Mi dico che è inutile
continuare ad arrovellarmi il cervello. Devo farcela e andare a
chiedere perdono ai diretti interessati, accettando qualunque loro
decisione in merito. Chiudo gli occhi per cercare di
concentrarmi e portare alla mente tutto ciò che per me nella
vita è importante. "Sora...Kairi...", loro sono tutto ciò che
m'impediscono di mollare e che fanno uscire la parte migliore di
me. Sento un incomprensibile calore scaturirmi dal petto,
togliendomi ogni preoccupazione. Persino il peso delle tenebre sembra
affievolirsi, lasciandomi libero. Apro gli occhi. Il paesaggio
che mi
circonda è del tutto diverso. Mi trovo su una via sospesa
nel nulla, come tra bene e male, non c'è nient'altro. Decido di
percorrere
la strada che mi si prospetta dinanzi e dopo ore di marcia, passo
dopo passo, raggiungo un'enorme porta dai contorni indefiniti. L'uscio
è socchiuso, ma nonostante l'aura negativa che sento
scaturirne all'interno, qualcosa mi convince ad entrare. Mi
risveglio in
riva al mare. Il sole è talmente accecante da impedirmi di
tenere gli
occhi aperti e per questo devo farmi scudo col braccio. La testa ha
preso a girarmi, segno che sono stato sotto il sole per parecchio
tempo, inoltre mi rendo conto di avere i pantaloni umidi fino alle
ginocchia, al che non posso trattenere un'imprecazione. Cerco aiuto e
sostegno col braccio che tengo ancora poggiato sulla sabbia e con un
certo sforzo riesco al alzarmi. Percorro la spiaggia a passo
lento e stanco, nel tentativo di passare in osservato, in quanto non
sarei in grado di sopportare una conversazione con quel turbinio
di emozioni dentro. Il ricordo è sempre più acceso e
vivido di giorno in giorno, assalendomi nel sonno con i tutti i sensi
di colpa che ne derivano e nonostante cerci di scacciarlo torna,
prepotente più di prima. I miei tentativi di riscattarmi, in
fondo, non potevano cancellare il passato e gli errori che avevo
commesso, per quanto in buona fede potessi essere. "Tradire gli amici
è un atto imperdonabile" mi dico, con un certo assenso del mio
stomaco che si stringe in una morsa. All'improvviso mi sento
afferrare per una spalla e conseguentemente girare. La persona che mi
si para dinanzi è Sora, con la sua solita carnagione
abbronzata che fa risaltare i suoi occhi blu, cristallini come il
mare. Ha uno sguardo preoccupato. Lo guardo allibito, aspettando
che parli. "Riku! È mezz'ora che ti chiamo!". "Scusa..." Fu
l'unica cosa che riesco a pronunciare, posando lo sguardo
altrove in evidente disagio. Mi scuote agitato. "Diamine, ma si
può sapere che ti prende? Ho fatto di tutto per ritrovarti e ora
te ne stai sempre per i fatti tuoi? No, non lo accetto! Non ti rendi
conto che non fai altro che farmi preoccupare? Che far stare in
ansia... Kairi?". Ha un fremito nella voce. Da parecchio, ormai,
sapevo dei sentimenti che nutriva per la nostra migliore amica, non che
me lo avesse mai detto, ma lo si intuiva dagli sguardi da cucciolo
bastonato che le lanciava e pensare che la causa della scoperta di tali
sentimenti fui io stesso. "Se vinco io... Faccio il capitano. E se
vinci tu...", ecco com'era cominciata, come una sfida per la scelta del
nome di una zattera. "Io divido un Paopu con Kairi.",
fu la mia richiesta, alla quale Sora rimase sconcertato, tanto da farsi
scappare un esclamazione di sorpresa. "D'accordo? Il vincitore divide
un
Paopu con Kairi." Bhè, in fondo non era l'unico che Kairi aveva
conquistato, ma il castano non aveva avuto neanche il tempo di
ribattere che già ci venne il dato il via per la partenza. Chi
vinse la corsa non ebbe importanza, tanto quanto lo ebbe sapere che il
mio ero tutto uno scherzo, almeno in parte. Desideravo poterlo fare, ma
non avrei mai avuto il coraggio di "tradire" un amico per la seconda
volta. Tornato in me, dopo aver accantonato quei ricordi, rispondo che
non c'è da preoccuparsi e che sarei immediatamente andato a
parlare
con la ragazza. Di rimando, lui mi rivolge un ultimo sguardo colmo
d'ansia, prima di incamminarsi. Seguo il suo esempio, non
seguendo una rotta precisa perché non saprei dove trovare la
ragazza. I
miei passi mi portano sull'isolotto a pochi passi dalla riva.
L'albero di Paopu è lì, come sempre, maestoso e magnifico
coi
suoi frutti a stella. Mi avvicino, cercando la parte del tronco cui
sono
solito appoggiarmi e rimirare il mare al tramonto, ma qualcosa, o
meglio, "qualcuno", me lo impedisce. Rannicchiata in un angolo vedo
una cascata di capelli rossi, il viso coperto dalle ginocchia. Alla
sola vista ho un sussulto al cuore. Non so che fare, pensando che
rimanere impalato come una statua è inutile, nonché non
fa
che accrescere la tensione che provo e perciò è da
escludere, come del resto aprir bocca senza aver nulla da dire,
col pericolo di sparare cavolate o peggio... Decido di chinarmi sulle
ginocchia e scostarle i capelli, con la speranza che alzi il volto.
"Il tramonto è stupendo vero?". Mi coglie totalmente alla
sprovvista. "Si la soglia tra luce e
oscurità, come l'alba del resto, soglie di due mondi
completamente opposti, ma facenti parte della stessa medaglia." Guardo
il mare amareggiato, pensando quanto quelle parole mi rispecchino.
"Tu non sei così..." Quella frase mi colpisce come uno
schiaffo in pieno viso. Possibile che abbia capito l'allusione al mio
essere? Pianta i suoi occhi blu, tendenti al viola, nei miei
color cielo. Non riesco a pensar altro se non quanto sia bella,
con gli ultimi raggi del sole morente a illuminarle il volto e
dando una sfumatura particolare al rosso dei capelli. In me è
prepotente
l'impulso di baciarla, ma d'altra parte la mente me lo vieta
categoricamente, sapendo già il risvolto che prenderebbe la
storia. Devo sforzarmi per concentrare il pensiero su ciò che
avrei risposto. "Non puoi sapere cosa c'è in fondo al mio
cuore." Ammetterlo mi pesa ancor di più. "Riku, noi siamo
cresciuti insieme, so cosa pensi, so com'è il tuo cuore. Credo
che l'oscurità con cui sei stato controllato da Xeanorth
c'è l'avessi solo per la brama di diventare più forte e
salvare così il mio cuore, niente di più. La colpa
è solo mia di ciò che ti è accaduto..." Non
riuscendo più a controllare i miei impulsi mi trovo ad
abbracciarla con tutta la forza che ho in corpo, non rendendomi neanche
conto del mio gesto, se non con qualche secondo di ritardo. Lei, di
rimando, non riesce a far altro che chiamare il mio nome, con timore ed
emozione nella voce, cosa che non mi fa ben sperare. Mi distacco un
pò amareggiato, chiedendomi che mi sia saltato per la testa. La
mia mano viene improvvisamente presa tra le sue e strattonata nel
tentativo di farmi alzare. La guardo in viso. Sorride, contro ogni mia
aspettativa. Mi metto in piedi, seguendola, senza capire dove mi stia
portando con quel suo strattonarmi. Arrivati sulla spiaggia ci
dirigiamo verso l'entrata del luogo segreto. Gli occhi abituati alla
luce del sole non riesco a far altrettanto con l'oscurità
della grotta. Provare a mettere a fuoco è inutile. La ragazza
davanti a me si era ferma. "Kairi, tutto apposto?". Non risponde. Le
poggio una mano sul braccio, come per rassicurarla, ma di conseguenza
vengo spinto contro la roccia. "K-Kairi?". Il suo comportamento
è inspiegabile e subito dopo ne ho conferma, sentendo le sue
labbra sulle mie. La testa mi si svuota, cominciando a girare e preso
dall'istinto e dai miei sentimenti, ricambio con passione. Un fulmine a
ciel sereno. La allontano bruscamente. "Ma che faccio??" Domando dando
fiato ai miei pensieri. "Sono solo uno stupido! Scusami Kairi...". Mi
guarda sorpreso, evidentemente non aspettandosi delle scuse da parte
mia. "Scusami tu... ecco... io... bhè... Riku, tu mi
piaci, ecco." Rimango letteralmente di stucco, senza sapere che fare o
cosa dire. "Io non avrei dovuto... ho rovinato tutto, scusa!". Riesco a
intravedere il suo volto frustrato e allora non posso fare a meno che
avvicinarmi e abbracciarla, cercando i suoi occhi. "Non hai niente di
che scusarti. Anche tu mi piace, e non poco. Mi sei SEMPRE piaciuta.".
A malincuore mi ritrovo a darle un bacio sulle fronte, in modo
affettuoso. "Ma... non sei indifferente neanche a Sora e non potrei mai
dargli un tale dispiacere.". Sto per uscire dalla grotta, ma vengo
fermato da una sua presa al braccio. "Sora lo sa già! E so anche
ciò che prova nei miei confronti, ma sono stata abbastanza
chiara e... ha capito." Osservo il suo volto, un pò malinconico,
sbalordito e non posso far altro che prendere il suo mento e darle un
casto bacio sulle labbra per la felicità. Lei sembra arrossire e
si volta cercando di darsi un contegno. "A-Adesso andiamo!" mi dice,
riprendendomi per mano. "Ma dove?" Vengo del tutto ignorato e dovendomi
rassegnare arriviamo alla fine della grotta, totalmente al buio. "Qua
tutto è cominciato e ci è sembrato giusto che fosse lo
stesso luogo dove si sarebbe avuto un nuovo inizio. Fire!" Appare Sora
con una torta in mano, cui sopra c'è una candelina a forma di
17, i miei anni. "Ma... Oggi è il mio compleanno?". Con tutto
ciò che mi aveva impegnato la mente in quei giorni me l'ero
totalmente scordato. "E sì amico, oggi e il tuo compleanno!
Esprimi un desidero e spegni la candelina.". Li guardo ammirato e
commosso allo stesso tempo. "Grazie... Grazie di cuore..." è
tutto ciò che riesco a dire. Prendo fiato e soffio, chiedendo che
la nostra amicizia possa non finire mai.
Questa Fict è interamente
dedicata a un'amica molto importante per me, che ha compiuto gli anni
qualche mese fa. Questo è il mio modo di farle gli auguri, anche
se avrei preferito finirla prima ^^" Auguri Iole e ricorda che ti
vorrò sempre bene ù.u Aishiteru <3
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