Shot completamente senza senso nata da un sogno.
Spero vi piaccia e
che lascerete un commentino, ci vediamo alla fine!
La dedico alla mia
geme kresbiten, che mi ha rotto i coglions fino all'inverosimile per
leggerla.
Ringrazio fino allo
sfinimento la mia Nichi per la copertina.
Respirava nervosamente
seduta davanti allo specchio: doveva essere perfetta! Sarebbe stato il
suo debutto nella nuova scuola, non voleva di certo fare una brutta
figura! Tutti avrebbero dato un giudizio in base alla prima
impressione, non sarebbe stato il massimo iniziare come “la
sfigata nuova”, no non poteva permetterlo. Aveva lasciato la
caotica Phoneix e aveva fatto la grande scelta di trasferirsi a Forks,
una piccola cittadina con 3000 modesti abitanti, proprio per
ricominciare, perché non si era mai trovata bene ma solo ora
aveva trovato il coraggio per parlarne con la madre.
Era arrivata circa due
settimane prima ed era stata troppo impegnata a disfare scatoloni su
scatoloni per fare nuove amicizie. Fortunatamente un pomeriggio di
pioggia era andata di corsa a comprare il latte al supermarket, e si
era scontrata con una simpatica ragazza folletto che d’allora
non l’aveva più lasciata. Scoprì solo
successivamente il nome di quella che sarebbe diventata la sua migliore
amica per tutta la vita, Alice Brandon, che proprio in
quell’istante stava invadendo la camera con la sua allegria.
-Bella sai, penso
proprio che ti troverai benissimo nel nostro liceo, certo se non
consideri le oche e i cervelloni!- rise controllando
l’interno della tracolla nera dell’amica.
-Lo spero vivamente
Alice, sono stanca di sentirmi sempre fuori luogo- mugugnò
preoccupata.
-D’ora in
poi il tuo posto sarà al mio fianco! Prima
dell’inizio di tutte le lezioni ti inserirò nel
comitato studentesco, vedrai sarà fantastico
e…-iniziò eccitata ma la interruppe
immediatamente.
-No, no Alice davvero,
grazie ma non penso di essere adatta, se c’è
qualche altra attività per i crediti andrà
benissimo!
L’amica si
fece pensierosa:
-Emh..va bene,
vedrò di procurarmi la lista allora e te la darò
a mensa.
-Grazie mille- sorrise
gentilmente come suo solito e la folletta non poté fare a
meno di ricambiare, contagiata dalla sua dolcezza.
Primo giorno della
Forks High School e Alice si era praticamente autoinvitata a casa sua
per scegliere cosa avrebbe dovuto indossare per
quell’occasione, usufruendo dei nuovi abiti comprati in una
sessione intensiva di shopping avvenuta pochi giorni prima.
-Devi capire Bella- le
aveva spiegato passandole dei leggins lunghi e neri attillati
come una seconda pelle, insieme ad una semplicissima canotta a bretelle
larghe bianca con scritto “I love London”
e delle converse basse nere- che in questo buco del cavolo che
chiamiamo Forks, primo: bisogna approfittare immediatamente delle
rarissime giornate di sole in cui ci si può vestire leggeri,
secondo: vestiti carina e non avrai problemi, vestiti male e sarai
tormentata, terzo: hai un fisico perfetto, mettiamolo in mostra!
Una volta cambiata, la
mora dubbiosa si portò davanti allo specchio e
notò con piacere che era davvero adorabile; se lo avesse
saputo prima che le cose attillate le stavano così bene,
avrebbe immediatamente gettato le migliaia tshirt larghe che possedeva!
-I capelli al naturale
leggermente boccolosi….e ora trucco!- disse eccitata la
folletta.
-Emh..no Alice io non
mi trucco mai per andare a scuola…-iniziò.
-Da ora in poi
sì!- disse e non ammise discussioni.
-Pochissimo- si arrese
sospirando.
-Ovviamente Bella, non
hai bisogno di quintali di trucco, sei bellissima la naturale, ma
risaltiamo leggermente ok?- le chiese dolce e comprensiva.
-Va bene…
Bhè doveva
ammettere che il risultato era davvero ottimo- pensò
allungando il viso per arrivare a cinque centimetri dallo specchio e
rimirarsi meglio, stava scoprendo quel briciolo di vanità
racchiuso in qualche parte dentro di lei.
Alice le aveva
applicato semplicemente un eyeliner nero sopra l’occhio e poi
cipria illuminante sul volto. Niente meno, niente più.
Eppure si trovava bellissima, ma non quel bella perchè
appariscente, ma bella nella sua semplicità.
-Possiamo andare-
disse felice aggiungendo una spruzzata di profumo e prendendo per mano
l’amica.
-Ci stai prendendo
gusto eh?!- le chiese lei ridendo.
-Forse… sai
a Phoneix non ho mai avuto un’amica per fare queste cose,
ecco perché non ho mai curato particolarmente il mio aspetto
fisico.. ma ora ci sei tu… ed è nata una nuova
Isabella!- sorrise felice abbracciandola.
-Su forza, Jasper ci
starà già aspettando!- disse impaziente. Jasper
era il ragazzo di Alice, l’aveva conosciuto una settimana
prima ed era stato feeling a prima vista: parlavano e scherzavano come
se fossero amici da sempre, erano diventati uno strano trio e le
avevano confessato che erano felici di aver trovato una ragazza
simpatica come lei in modo da non essere più solo in due.
Scesero le scale e
Bella chiuse la porta di casa sua per poi salire nel sedile posteriore
della macchina e sorridere dolcemente.
-Complimenti siete due
splendori!- disse il ragazzo con un occhiolino.
-E tu un adulatore!-
rispose Alice dandogli un bacio e per un secondo si sentì di
troppo, ma fu una sensazione che sparì
all’improvviso poiché i due non facevano mai
pesare l’atmosfera. Scherzarono fino all’arrivo a
scuola quando le si strinse lo stomaco per il nervosismo.
-Bella, è
tutto ok, davvero.- la rassicurò la sua amica.
-Se con tutto ok
intendi che riceverà le occhiate furiose delle cheerleader
per il suo abbigliamento, allora si, è tutto ok-
ridacchiò il biondo.
-Cosa?- fece lei
diventando più pallida del normale; Alice immediatamente
fulminò con gli occhi il ragazzo e si rivolse a lei
accarezzandole un braccio per tranquillizzarla:
-Questa mattina ha una
particolare voglia di scherzare, non ti preoccupare tesoro!
-M…ma
Alice, io ti ho lasciato fare…ma se hai esagerato…
-Oh andiamo hai
imparato a conoscermi ormai e sai benissimo che il mio gusto
è impeccabile o no?
-Si...si certo
ma…
-Niente ma!
-V…va bene.
-Su non farmi quella
faccia, un bel sorriso e sarai perfetta!- lei tentò di
accontentarla e contagiata dalle loro risa crescenti ci
riuscì; prese un respiro profondo e stringendo la mano della
sua amica varcò le porte della scuola.
Si sentiva leggermente
in soggezione: tutti la guardavano in corridoio come se fosse
un’aliena mentre camminava normalmente con il nuovo orario in
mano e Alice e Jasper al suo fianco.
-Che armadietto hai?
-Il
numero…-controllò nella pila di fogli che erano
stati assegnati, tra documenti da far firmare ai professori, piantina
della scuola e combinazione dell’armadietto- F69.
Contemporaneamente
suonò la campanella:
-Bella scusa ma
abbiamo lezione dall’altra parte dell’istituto e
non arriviamo in tempo altrimenti, possiamo lasciarti sola, ce la fai?
-Ma certamente! Andate
pure ragazzi, vi aspetto all’entrata della mensa.
-Allora ti
lasciamo, a dopo tesoro!- le scoccò un bacio sulla guancia e
Jasper le sorrise facendo un saluto militare prima di scomparire nel
caos degli studenti.
Cercò il
suo armadietto e quando lo trovò e lo aprì,
notò con dispiacere che era già occupato con
delle cose non sue: un libro di biologia e uno di letteratura, un
deodorante maschile e un CD, che afferrò e,
rimirandolo rimase sorpresa dalle tracce scritte con un
pennarello in copertina: chi mai avrebbe ascoltato..
-E’ tua
abitudine ficcanasare negli armadietti altrui?- chiese una voce alle
sue spalle. Si girò di scatto e si ritrovò
davanti il ragazzo più bello che avesse mai visto: due occhi
color smeraldo la fissavano e una zazzera rossiccia incorniciavano un
volto da angelo con un sorriso storto.
-C…Come
scusa?
-Oltre che ladra anche
sorda?- ironizzò lui- quello è il mio armadietto.
Un espressione
perplessa si dipinse sul volto della ragazza:
-No penso ci sia un
errore, questo è il mio- disse indicando il foglietto che
aveva in mano.
-Sono arrivato prima
io- fece lui.
-Ma si può
sapere chi sei?- domandò stizzita.
-Io-sorrise sghembo-
sono Edward Cullen carina- schioccò la lingua portandosi un
dito al petto.
-Ed io- rispose lei
portando il dito di Edward verso il suo petto- sono Bella Swan e
questo- puntò il dito del ragazzo- è il mio
armadietto, facile no?- parlò lentamente come ad un bambino.
-Ladra, sorda e
acida…ma da dove esci?- chiese squadrandola da capo a
piedi; la mora sospirò impaziente e prese coraggio:
-Senti, non voglio
sembrare scortese davvero, sembri un bravo ragazzo ma ora ho lezione e
dovrei lasciare i libri, sono pesanti- sottolineò
l’azione soppesando i circa 5 libri che teneva. Edward li
afferrò immediatamente e la trascinò gentilmente
per un braccio fino alla porta della segreteria.
-Ma cosa..?!- fece lei.
-Dobbiamo risolvere
questo imprevisto, ora- esclamò deciso, Isabella
annuì e silenziosamente varcò la soglia accanto a
lui tenendo gli occhi bassi; li rialzò soltanto quando
sentì una voce terribilmente nasale pronunciare quelle
parole:
-Oh Edward, caro cosa
posso fare per te?- chiese un’anziana signora con capelli
rosso tinti da dietro un paio di occhiali a fondo di
bottiglia; se li tolse e sbatté le ciglia vistosamente.
Disgustoso.
Ci stava provando con
quello che avrebbe potuto anche essere suo figlio, per non dire suo
nipote.
-Buon giorno signorina
Cope- disse cordiale. Signorina? Si chiese mentalmente Bella, era
zitella per caso?- per sbaglio ci è stato assegnato lo
stesso armadietto, potrebbe rimediare?- il ragazzo sbatté le
lunghe ciglia e assottigliò i due smeraldi usando le sue
doti persuasive.
-Ovviamente-
rispose togliendosi gli occhiali facendo comparire degli
insignificanti e piccoli occhi marrone fango. Si alzò poi e,
aggirando la scrivania uscì allo scoperto, rivelando
così un’orribile e a dir poco vomitevole completo
dai colori stinti che una volta molto probabilmente erano sgargianti e
ovviamente avrebbero fatto a cazzotti tra loro ancora
più visibilmente. Isabella si fece da parte per
non disturbare ma anche ad occhi bassi avvertì lo sguardo
della rossa sulla sua figura.
-La figlia della
sceriffo?-chiese rivelando una scintilla di pettegolezzi nei suoi
occhi. Ma ovviamente sapevano già chi fosse, figurarsi se a
Forks qualcuno riusciva a tenere la bocca cucita una buona volta.
-Si, sono
io- si arrese sospirando.
-Oh ben arrivata cara,
ti troverai benissimo qui con noi- sorrise valsa e le venne voglia di
vomitare. La “signorina” Cope
scartabellò per un attimo e poi si girò verso di
loro, e anche se parlava con Bella, osservava soltanto Edward, che
invece da parte sua, non la smetteva un secondo di seguire ogni minima
mossa della nuova ragazza.
-Ecco le chiavi del
nuovo armadietto per Isabella, è proprio affianco al tuo- le
disse tendendogli una piccola chiave che afferrò osservando
le lunghe unghie arcuate e dipinte di rosso.
-Grazie-
mormorò stringendole nel piccolo pugno.
Uscirono dalla
segreteria e Edward si sentì lievemente in soggezione ad
essere nuovamente solo con quella dea scesa in terra.
-Allora…la
prima ora ormai è andata…Isabella giusto?- si
schiarì la voce nervoso, doveva pur iniziare da qualche
parte.
-Emh…si…-balbettò
portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre
seguiva l’affascinante ragazzo che si sedette sulle scale del
secondo piano, lo imitò.
-Da quanto
tempo ti sei trasferita?- la osservò a lungo
stupendosi di non averla mai vista in giro. Sicuramente
l’avrebbe notata, come si poteva non prestare attenzione ad
una creatura così…affascinante?
Aveva l’aria
di essere sveglia e incredibilmente sagace, oltre che bellissima
ovviamente. Sentiva l’estremo bisogno di scoprire
qualcos’altro in più su di lei e non ne capiva il
motivo; solitamente erano le ragazze che facevano la fila alla sua
macchina soltanto per “chiedere appunti”, invece
questa Isabella Swan non l’aveva degnato neanche di un misero
sguardo.
O almeno
così pensava lui.
-Due settimane- disse
rimirando lo smalto nero che le aveva messo la sera prima Alice.
-Possibile che in due
settimane non ti abbia mai visto? Insomma Forks non è di
certo una metropoli…
-Sono stata impegnata
con il trasloco- disse secca guardandolo finalmente negli occhi verdi
che le facevano girare terribilmente la testa. Non credeva esistessero
occhi di quel colore così profondo, così simili
agli smeraldi- per cui non ho avuto tempo per uscire.
-Quindi…non
conosci ancora nessuno?- chiese speranzoso di essere il primo a
sorpassare il confine inviolato della sua confidenza.
-Emh…no-
rispose lei non capendo il motivo di tanto interessamento- conosco
già Jasper Hale e Alice Brandon, abbiamo legato molto.
-Ah- fece secco,
conosceva già delle persone quindi non aveva bisogno di
qualcuno che le mostrasse la scuola o qualcuno che le facesse visitare
la città; non capiva proprio il motivo ma voleva essere lui
quel qualcuno.
Ci fu un silenzio
imbarazzante, molto imbarazzante.
-Così…ascolti
Debussy?- gli chiese la ragazza improvvisamente.
-Come?!- fece stupito,
come lo aveva scoperto?
-Non è tuo
il CD nell’armadietto?- fece perplessa.
-Si…ma
intendo come hai fatto a capire che fosse lui? C’erano
scritti solo i titoli delle tracce..
-Anche io
lo…-era indecisa ma si
trattenne-...ascolto….Debussy intendo.
Edward e Isabella
erano a dir poco stupiti all’inverosimile: non
avevano mai conosciuto nessun altro che ascoltasse quel genere di
musica e per di più lo stesso artista menzionato.
Altro silenzio
imbarazzante, decisamente imbarazzante.
-Che…che ne
pensi del tempo?- domandò d’un tratto e solo dopo
che aprì bocca si rese conto dell’enorme cazzata
sparata.
-Mi…mi
chiedi cosa penso del tempo?- appunto. Tossì imbarazzato:
-Bhè…non
deve essere facile per te cambiare dall’Arizona a
Forks…
-Come fai a sapere da
dove…?!- si bloccò capendo che data la modesta
grandezza della cittadina le notizie probabilmente circolavano in un
batter d’occhio.
-Sì- si
arrese infine la mora- non è stato affatto facile, ma mi
sento soddisfatta, mi trovo molto bene qui, ci sono molte persone
gentili…- allusione velata a lui? Forse.
Sorrise storcendo
leggermente un angolo della bocca e il cuore della ragazza perse un
battito: quel sorriso, era la seconda volta che lo faceva ma
già sentiva appartenergli. Sentì il sapore amaro
in bocca quando realizzò che probabilmente lo faceva a tutte
le ragazze per farle capitolare ai suoi piedi.
-Bhè meglio
che mi diriga verso la prossima aula, non voglio perdere altro tempo,
sei stato molto gentile Edward. Grazie mille.
Si alzò
velocemente e senza attendere una risposta iniziò a correre
all’impazzata verso un punto a caso della vecchia scuola per
sfuggire al ragazzo che le aveva rubato il cuore.
**
-Isabella,
perché Edward Cullen ti sta fissando?- chiese Jessica con
voce intrisa di acidità.
-Ne sei sicura?-
fissò intensamente il tappo della sua soda.
-Sì…-disse
Alice- ti sta proprio divorando...
-Smettetela
immediatamente di guardarlo- ordinò fulminandole con gli
occhi e le ragazze ridacchiando fecero quanto detto e ritornarono al
loro pranzo. Erano nella mensa e stranamente Bella non riusciva a
mangiare nulla, aveva lo stomaco serrato da una morsa che arrivava fino
alla gola.
-Allora…il
motivo di tanto interesse?- chiese Jasper con un sorriso da lupo e
alzando le sopracciglia più volte facendo ridacchiare la sua
ragazza.
-Stamattina gli ho
rubato l’armadietto-ammise rossa di vergogna.
-Tu cosa?!- Jessica
strabuzzò gli occhi. Quella insulsa nuova ragazzina aveva
profanato l’armadietto del dio sceso tra gli studenti? Le
avrebbe sul serio mozzato la testa se avesse potuto, o magari si
sarebbe fatta raccontare cosa ci fosse al suo interno per capire i
gusti del ragazzo perfetto.
-E’ stato un
incidente! Per sbaglio ci è stato assegnato lo stesso e io
aprendolo…bhè ho sbirciato fra le sue
cose-sussurrò mentre il suo viso assumeva una dolce
colorazione tendente al ciliegia.
-Solo per questo?-
domandò la folletta osservando attentamente Edward senza
aver paura di poter essere colta in flagrante mentre lo studiava e lo
fissava.
-Si certo!- disse lei
non capendo mentre Alice alzava un sopracciglio sicura che ci fosse
dietro qualcosa, era impossibile che il modello per eccellenza la
osservasse così, mai e poi mai aveva colto Edward
Cullen intento a fissare così intensamente una
ragazza.
-Va bene allora- fece
alzando le spalle con non chalance, tanto avrebbe scoperto tutto, come
sempre.
**
Giorno numero nove
alla Forks High School per Isabella Swan e le cose sembrava andare a
gonfie vele: avanti con il programma, studentessa modello a detta dei
professori e nuovi amici gentili e simpatici pronti ad aiutarla in ogni
cosa; persino Jessica e Lauren si erano mostrate accondiscendenti verso
di lei ogni tanto.
Grazie ad Alice era
più sicura verso il suo aspetto e questo aveva influito
molto anche verso il suo carattere, incredibile ma vero; mentre grazie
a Jasper aveva finalmente imparato a guidare in modo decente.
Si sentiva felice
anche se in otto miseri giorni aveva visto solo da lontano il suo
vicino di armadietto che sembrava evitarla.
Mai una singola volta
si erano incontrati, mai una singola volta si erano parlati,
solo Alice disse di averlo visto fissarla un giorno, ma Bella
pensò si trattasse di puro caso: magari facendo vagare lo
sguardo per la mensa si era fermato un secondo su di lei e la sua amica
aveva ingigantito la cosa…si sicuramente era andata
così.
Fu il secondo
lunedì dopo il suo arrivo che le cose cambiarono.
La mattina, dopo aver
parcheggiato la sua Smart bianca al solito posto ed essere scesa, si
accorse che di fianco ad essa c’era una volvo grigia
metallizzata. Strabuzzò gli occhi pensando e sperando si
trattasse di un sogno.
O di un incubo magari.
-Ciao Swan-
sussurrò lui appoggiato alla macchina con le braccia
incrociate al petto. L’aveva chiamata per cognome per
stuzzicarla ma a lei la cosa sembrò soltanto maledettamente
eccitante.
-C…ciao
Edward, ti ricordo che ho un nome, potresti anche usarlo-
cercò di riprendere una parvenza di contegno
afferrando la borsa. Il ragazzo sorrise divertito dalla sua
sfrontatezza, aveva trovato il punto debole per stuzzicarla.
-Come stai?- chiese
vellutato mentre si avvicinava. Era stanco di provare a resisterle,
aveva desiderato baciarla e stringerla a lui dal primo istante in cui
l’aveva vista di spalle. Non si sarebbe
più negato tutto ciò, avrebbe fatto soltanto
quello che desiderava da bravo egoista: avrebbe allungato le mani e
afferrato senza chiedere ciò che era suo di diritto.
-Oh vedo con piacere
che ti ricordi che esisto- sbottò forse un po’
troppo acida.
-Che intendi dire?-
assottigliò gli occhi sperando di aver bene inteso quella
sottile scintilla di gelosia nel tono di voce.
-Niente, dico solo che
sei sparito dalla circolazione, pensavo ti avesse risucchiato il tuo
armadietto, oppure segui dall’ombra…non
è che sei uno stalker?- sorrise nuovamente acida, ci stava
prendendo gusto nello scoprire questo suo nuovo lato.
Il rosso sorrise
sghembo e la seguì incamminandosi verso la scuola fino ad
arrivare al loro armadietto.
-Forse…ti
dispiacerebbe?- chiese sorridendo divertito dal nomignolo
affibbiatogli- andiamo…ti…ti chiedo scusa se non
mi sono più fatto vivo è solo
che…-gesticolò con le mani cercando di trovare le
parole adatte.
-Aspetta- lo
fermò lei- non ti ho detto nulla...figuriamoci cosa mi
interessa di te, era solo curiosità- bugiarda, bugiarda,
bugiarda sentì la sua coscienza urlare.
-Non ti interessa?-
chiese lui senza voce.
-Perché mi
chiedi questo Edward?- ribatté alterata sbattendo
l’anta dell’armadietto- cosa ti importa a te se mi
interessi oppure no?
-Bhè…perché
forse non ti viene in mente che vorrei provare a cucire una sorta di
rapporto con te?- disse spazientito. Non ci voleva proprio arrivare eh?!
-Senti, abbiamo
iniziato con il piede sbagliato, sono stato uno
stupido…-ammise rosso come i suoi capelli-che ne dici
se…- improvvisamente si sentì sopraffare da un
corpo.
-Edwarduccio!!-
perfetto ci mancava solo quello! Bella era scioccata dalla massa del
ragazzo appena piombato sulle spalle del suo interlocutore.
-Ma tu devi essere
Isabella Swan!- disse scendendo dalle spalle e avvicinandosi a lei- io
sono Emmett Mc Carthy piacere- la afferrò e la
stritolò in un abbraccio senza preavviso. La ragazza
strabuzzò gli occhi e non potendo fare altro,
ricambiò.
-P...piacere mio-
disse con voce strozzata.
-Ma sei proprio bella
eh, aveva ragione…-disse attirandosi una gomitata da parte
di una stupenda ragazza bionda; l’aveva visto di sfuggita e
ne aveva tanto sentito parlare: era Rosalie Hale, la bionda della Forks
High School e al suo confronto si sentì
immediatamente come a Phoneix: invisibile e terribilmente sciatta, non
avrebbe potuto di certo competere.
-Io sono Rosalie ciao-
le allungò la mano che la ragazza strinse con timore.
-Bella.
-Mi piace molto la tua
gonna, complimenti- disse cercando di metterla a suo agio; la mora si
guardò la minigonna bianca che indossava e sorrise
arrossendo e mugugnando un flebile grazie.
-Di cosa parlavate?-
chiese l’orso.
-Bhè prima
che arrivaste- Edward era a dir poco furioso- stavamo conversando su un
argomento molto importante- disse con tono allusivo e infatti il
sorriso sul viso di Emmett si spense subito. Sapeva cosa stava per
chiederle, ne avevano parlato fino allo sfinimento e per la prima volta
da quando si conoscevano, Edward gli aveva chiesto consiglio su come
comportarsi con una ragazza. Evento a dir poco epico.
-Oh-fece lui
tossicchiando.
-Ah-fece Rosalie anche
lei a conoscenza della situazione.
-Eh- fece Edward
passandosi una mano sul viso.
-Uh!- fece una voce
alle spalle di Bella ridendo, si girarono: era Alice con Jasper
sottobraccio.
-Mancava solo questa
vocale…-ridacchiò-Buongiorno cari-sorrise
nonostante non avesse la massima confidenza con loro, ma si erano
trovati più volte ad uscire con la stessa compagnia e
conversavano come se si conoscessero da una vita.
-Bella è
tardi- fece ticchettando con un dito sull’orologio- mi
dispiace rubarvela, ci vediamo dopo se volete…
-Si, va
bene…-sospirò- a dopo Swan- la
stuzzicò.
-A dopo Cullen-
rispose lei schiacciandogli l’occhiolino.
**
-Bene- fece Alice
accomodandosi vicino a lei nell’aula di pittura- cosa intendi
fare?
-Mh?- chiese la mora
infilando il grembiule.
-Manca
poco…- disse osservandola.
-A cosa precisamente?-
preparò la tavolozza con i colori perplessa.
-Ma come a cosa! Al
ballo d’inverno ovviamente!- fece eccitata la folletta
tirando fuori l’album da disegno.
-E cosa me ne
importa?- chiese non capendo.
-E’ ovvio
che Edward te lo chiederà…- sganciò la
bomba e attese la sua reazione che non tardò ad arrivare: le
cadde dalle mani il pennello che aveva appena afferrato.
-Non dire sciocchezze.
-Non è una
sciocchezza- fece sicura della sua teoria.
-E cosa te lo fa
pensare sentiamo.
-Il fatto che si fa
vivo e ti doveva chiedere una cosa importante…e mentre lo
stava per fare era bianco come un cadavere e balbettava.
-Ci hai spiati?-
sgranò gli occhi.
-Bhè..-tossicchiò
lievemente- non userei proprio quel termine, fa così
squallido…
-Alice…-
alzò un sopracciglio.
-E va bene si! Mentre
entravo ho visto che ti seguiva e così…-
alzò gli occhi al cielo facendo leggermente ampi cerchi con
la mano destra.
-Comunque il fatto non
è questo!- riportò l’attenzione del
discorso su di loro- Edward Cullen ti sta per invitare al ballo
d’inverno!- fece con voce isterica.
-Non lo
farà…-disse con tono pacato: non si sarebbe mai
interessato ad una come lei, probabilmente ci avrebbe portato una
cheerleader.
-Ok- fece Alice
capendo che non avrebbero concluso niente- ma…tu metti caso
lo facesse…cosa faresti tu?
-Bhè
scoppierei a ridere e rifiuterei perché probabilmente
sarebbe uno scherzo idiota- alzò le spalle e
iniziò a dipingere agitata dal discorso che stavano tenendo.
Possibile che la professoressa non passasse a riprenderle
perché parlavano troppo?
-Risposta sbagliata-
disse dosando l’acqua- ti devi far attendere un pochino, non
dargli la soddisfazione di farti vedere ai suoi piedi, ne ha miliardi
di ragazze così. Si è interessato a te
perché non l’hai minimamente calcolato, continua
così e vedrai…
-Aspetta- interruppe
la linea che stava tracciando- vuoi dirmi che se...ipoteticamente lui
me lo chiedesse, dovrei lasciarlo nel dubbio?
-Si ma non per tanto,
diciamo del tipo: “ci devo pensare”
“forse” “credo di si”,
ovviamente non te la tirare ma neanche immediatamente… mi
capisci?- agitò il pennello davanti ai suoi occhi.
-Si…si…-
mugugnò apprendendo velocemente quel nuovo consiglio- ma non
dobbiamo preoccuparci, non me lo chiederà mai…-
continuò triste.
-Bella?
-Si?
-Ti piace Edward?- le
chiese a bruciapelo; ormai l’aveva ammesso con se stessa,
perché non farlo anche con la sua migliore amica?
-Sì-
sospirò impercettibilmente.
-Benissimo, allora te
lo chiederà.
La discussione si
concluse così per la felicità della mora e
tornando a disegnare, iniziò a riflettere sulla
possibilità che Edward glielo chiedesse davvero, sarebbe
stato un sogno.
**
-Ah!-
strillò Isabella portandosi una mano al cuore quando,
chiudendo l’anta dell’armadietto, si era trovata
davanti la stupenda faccia da schiaffi di Edward Cullen che
ridacchiò.
-Mi segui ovunque!
Sono sempre più convinta della mia tesi sullo stalker!
-Una ladra di
armadietti e uno stalker… che bella coppia- rise apertamente
coinvolgendola.
-Allora…-fece
lui schiarendosi la voce- mi chiedevo se…
-Oh cielo!-
sgranò gli occhi guardando l’orologio appeso alla
parete dietro al ragazzo- è tardissimo! Ho lezione di
ginnastica! Aspettami fuori dagli spogliatoi va bene?
Così parliamo- disse velocemente dandogli un bacio sulla
guancia e correndo verso la palestra.
Erano in due ad essere
stupiti.
Isabella lo era
perché non riusciva a credere all’audacia del suo
gesto e per averlo mollato per la seconda volta consecutiva come uno
stupido in mezzo al corridoio; ed Edward che ancora imbambolato
realizzava che la ragazza dei suoi sogni, quella che aveva aspettato
per diciotto anni, l’aveva appena baciato sulla guancia senza
aspettarsi nulla in cambio.
Senza che lo sapessero
sospirarono innamorati nello stesso istante con i pensiero rivolto
all’altro.
-Ah!-
strillò Alice portandosi una mano al cuore e saltellando
quando la sua amica le disse di averlo baciato sulla guancia
prima di scappare via.
-Lo sapevo, lo sapevo
lo sapevo!- fece uno strano balletto agitandosi tutta e attirando gli
sguardi perplessi degli altri studenti.
-Smettila!- le disse
calmandola.
-Awwwww!!!!- la
abbracciò.
-Gli ho detto di
aspettarmi fuori dagli spogliatoi per parlare.
-No
aspetta…dopo ginnastica? Fra cinque miseri minuti?
Isabella
annuì mordicchiandosi il labbro inferiore.
-Professore scusi!-
alzò la mano la folletta.
-Ma cosa fai?-
strabuzzò gli occhi.
-Fai silenzio, siediti
ed impallidisci o te ne pentirai- la minacciò con lo sguardo
ed immediatamente la mora fece quanto detto senza alcuna fatica dato il
colore pallido della propria pelle.
-Professore scusi, ma
la signorina Swan non si sente tanto bene.. posso accompagnarla in
infermeria?- chiese con sguardo innocente.
-Ma certo signorina
Brandon, andate immediatamente.
-Prima ci fermiamo un
attimo negli spogliatoi…sa…deve prendere una
cosa…-fece alludendo agli assorbenti.
-Ah…-fece
comprensivo il professore- andate andate ragazze, avete finito la
lezione per oggi- concluse non volendo immischiarsi ulteriormente in
questioni femminili delicate.
-Grazie mille- sorrise
leggermente prendendo Bella per un braccio e incamminandosi lentamente
verso la porta.
-Non penso che tu
voglia parlare con lui mentre puzzi di sudore no?
-Non ci avevo pensato-
fece lei allargando gli occhi, grazie mille Alice!
Appena ebbero varcato
la porta, al sicuro dallo sguardo del prof, iniziarono a correre:
-Hai…-guardò
l’orologio con il fiatone- un minuto per farti la doccia
prima che la campanella suoni e lui si catapulti da te, sbrigati!- la
spinse nel bagno dello spogliatoio femminile e intanto accese il mega
stereo per far loro compagnia e iniziò a cantare
“Single Ladies” di Beyoncè.
Bella la
imitò una volta uscita, aveva fatto la doccia più
veloce di tutta la sua vita. Si asciugò in modo supersonico
e infilò l’intimo e gli shorts di jeans che
indossava quel giorno.
Facendosi prendere dal
ritornello e dimenticandosi improvvisamente di Edward
salirono tutte e due sulle panche e iniziarono a ballare dimenandosi
senza remore.
Alice le
lanciò un flaconcino di shampoo mentre ne usava un altro
come microfono: sembravano due pazze e ad Isabella piaceva, non aveva
mai fatto nulla del genere, si sentiva finalmente normale e non avrebbe
interrotto quel momento intimo con la sua best per nulla al mondo,
cosicché anche lei usò lo shampoo come microfono
e girandosi di spalle iniziò a sculettare
vistosamente mentre cantavano la canzone stroppiando le
parole.
Si stavano divertendo
così tanto che non si accorsero della porta che si
spalancava e degli sguardi su di loro, né dei fischi di
apprezzamento e delle risate trattenute per continuare ad osservare il
loro divertente teatrino.
Arrivate alla fine
della canzone si girarono con un sorriso a trentadue denti, ma mentre
quello di Alice rimase inalterato alla vista dei loro compagni, quello
di Bella si spense e le sue guance diventarono del solito color
ciliegia notando Edward in prima fila, appoggiato al muro intento a
fissarla voracemente. I suoi occhi sembravano neri e la sua mascella
contratta, insieme ai suoi pugni….come se stesse cercando di
trattenersi.
Isabella
deglutì: due settimane in quella scuola e già
aveva fatto la sua prima figuraccia, le sembrava strano che
tutto andasse per il verso giusto.
-Siamo delle ottime
cabarettiste eh?!- scherzò Alice per stemprare la
tensione, difatti tutti risero dirigendosi verso le loro sacche come se
quello appena accaduto non li avesse minimamente toccati, avevano
soltanto il sorriso sulle labbra, non avevano fatto né
battutine volgari, né sorrisetti ironici, forse Forks era
davvero la casa perfetta per lei.
Cercando di fare
l’indifferente scese dalla panca afferrando la maglietta e
sorridendo si diresse verso le scarpe; quando stava per voltare
l’angolo sentì la sua voce:
-Ehi ladra!- la
chiamò sorridendo allegramente, o adesso o mai
più, non poteva rimandare in eterno. Raccolse tutto il
coraggio che possedeva in corpo mentre lei voltava leggermente la testa
per guardarlo negli occhi:
-Sei libera per il
ballo?- trattennero tutti e due il respiro e Bella si
ricordò i consigli di Alice che, nonostante il cuore le
esplodesse in petto seguì:
-Forse
Stalker…. forse.
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#coff
coff#
Se
siete ancora qui allora avete letto questa schifezzuola, wow!
Spero
vi sia piaciuta, non è niente di speciale ma
l’avevo in mente e non potevo di certo ignorarla.
SE
VORRETE POSSO SCRIVERE QUALCHE EXTRA (tipo il famoso ballo e eccetera,
se avete richieste fatele, mi raccomando!) ditemi voi o se vi ho rotto
abbastanza. Me lo lasciate un commentuccio? Sarebbe molto importante
per me, almeno se vi è piaciuta almeno un pochino pochino
fatemelo sapere :')
Un bacione care, Athena xx
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