Elladan
La Terra è grigia e insipida in confronto al mio mondo, ma
so che Roh è qui, e questo basta per renderla bellissima.
Apro la porta della casa di mio fratello e mi fermo sulla
soglia.
Non so respirare.
Lass e Ru sono sdraiati insieme sul divano, Lass ha le mani
infilate tra i capelli di Ru e parlano tranquilli, sereni. Sembrano molto più
vicini di quando li ho lasciati.
Ma non è questo a togliermi il fiato. No.
Ho lo sguardo fisso su di lei, sui capelli castani che
scivolano sulla schiena quando li tira all’indietro ridendo, sul sedere
perfetto evidenziato dai pantaloni attillati mentre striscia fuori dal letto,
fuori dal groviglio di coperte nato generato da una notte agitata, fuori dal
groviglio di coperte dove Roh resta a giacere, un sorriso soddisfatto e pigro e
sensuale sul volto.
Dice qualcosa, che io non capisco, e lei ride e fa finta di
picchiarlo con la maglietta. Lui si ripara e rotola su un fianco, la porta tra
le lenzuola con sé. Lei strilla e si divincola, non riesco a distogliere lo sguardo.
Qualcuno deve spezzare l’incantesimo, ed è Rumil a farlo.
-El! Sei tornato? Stai bene?
A quelle parole mio fratello volta la testa verso di me, e
incontra il mio sguardo. Arrossisce lievemente, e lascia andare la ragazza.
Lei si tira in piedi e sistema i capelli, ancora
ridacchiando. Mormora qualcosa tra i denti, e Elia interrompe il contatto
visivo con me per guardare lei, per parlare.
Elia, è tornato a essere Elia, penso, mentre una pugnalata
di gelosia mi uccide lo stomaco.
Legolas intanto è al mio fianco, preoccupato, mi sfiora la
fronte, le guance –Come sei pallido, sicuro che sia tutto a posto? Guarda Ru
non ti sembra che sia pallido?
Scaccio via le sua mani con un gesto insofferente, mentre il
mio migliore amico mi guarda con aria critica –El qual è il problema?
Sto per rispondergli qualcosa di cattivo quando la sua
voce mi frena.
-Finalmente sei ritornato ma… stai bene?
Questo è troppo. –Ma la finite tutti? Sì, sto bene, sto
bene, sono solo stanco… è un reato? Un crimine?
Rumil si morde il labbro, si diverte lo stronzo. Legolas
scuote la testa e passa un braccio intorno alla vita di Elia, sussurrando
–Quando non dorme è così…
Io sono ancora fermo a fissarlo. Il suo braccio. Intorno a
Elia.
Il suo braccio. Intorno a Roh.
Lo lascia subito dopo. Ma le cose non migliorano.
Perché lei rispunta dal bagno dove si era rifugiata,
e si avviluppa al collo di mio fratello, miagolando “Io vado tesoro, ci vediamo
dopo, vero?” lo bacia veloce sull’angolo della bocca, e scivola fuori dalla
porta. Lui la guarda andare via con uno sguardo indecifrabile, poi si volta
verso di noi. –E allora? La vostra spedizione ha portato qualche frutto?
Lascio andare il respiro che stavo inconsciamente
trattenendo.
Legolas apre la bocca. E la richiude. Perché…
-Sentite, io ho fame, che ne dite se prima di darci alle
cose serie…- tutti ci voltiamo verso Rumil. Il galadhrim sbatte le ciglia e
sorride innocente a Legolas. Soffoco una risata, e mentre li guardo
ricominciare con i battibecchi, è come se il mondo fosse tornato normale.
Rumil
Decisamente, questo è un mondo strano. Non mi stupisce che
Elrohir ne sia uscito così. Certe volte i terrestri farebbero impazzire
chiunque.
E queste luci, poi. Questo… rumore.
Musica, lo chiamano. Non posso evitare di storcere il naso,
e ripensare ai capelli argentei di Lindir, alla sua arpa.
Elrohir siede in un angolo, da solo. Ha i capelli legati in
una coda, non è vestito in maniera molto diversa dalla prima volta che l’ho
incontrato.
La luce verde esplode, lo illumina. Riesce a essere bello anche
così.
La ragazza, quella che ho visto a letto con lui, gli si
avvicina, si siede sulle sue ginocchia. Vedo El irrigidirsi mentre lei gli
passa un braccio intorno al collo.
Non l’avrei mai fatto così geloso, il mio narmomelindo.
Verso il fratellino, poi…
Lui certo nega tutto. Alzando gli occhi al cielo, come se
stessi dicendo follie.
Fa pure, mio bel narmomelindo. Tanto ti conosco troppo bene,
non mi inganni. So che ti brucia vedere lei così vicina a lui, le sue labbra
sul suo viso, il suo fiato sulla sua pelle. So che vorresti avere tuo fratello
tutto per te. Che lo metteresti sotto una campana di vetro, e sfido chiunque a
toccarlo.
Del resto, chi non lo farebbe? Elrohir è così…
incontaminato. Puro. Come un bambino, cui bisogna insegnare tutto. Un bambino
racchiuso in un corpo di fauno.
Un bambino curioso, curioso quanto un uccello canterino.
Credevo che saresti impazzito, prima, sotto la sua scarica
di domande.
-Ti chiami Elrohir e…
-Cosa vuol dire Elrohir?
I tuoi occhi che cercano i miei. –Bè, cavaliere elfico… o
cavaliere della stella. Comunque, Galadriel ha detto….
-Chi è Galadriel?
-Nostra nonna. Ma…
-Nonna da parte di chi?
-Materna. È la madre di nostra madre, un Eldar… cioè una dei
più antichi- prevenne la domanda che formavano quelle labbra –Comunque, ha
detto che Irmo…
-E questo da dove spunta?
Sfibrante. Ci abbiamo messo quattro ore, tra tutti e tre,
per riassumere dieci minuti di conversazione. E so che El non ha sputato tutto
quel che si trova sul gozzo, lo sento che mentre era solo su Arda qualcos’altro
è successo, qualcosa che deve ancora pienamente comprendere.
Quando abbiamo deciso di rinunciare, per oggi, a illustrare
la storia del mondo al nostro grazioso parente, Elrohir ha guardato il cielo,
era scuro, e ha deciso che aveva voglia di uscire.
Così, ci ha trascinati in camera, infilato qualche altro
strano indumento informe, e spinti fuori di casa. Dopo aver svoltato qualche
curva in questa labirintica città, ci ha fatto cenno di entrare qui. Le luci
non mi ispiravano più di tanto, ma non ho potuto rifiutarmi.
Elrohir saprebbe convincerti a fare qualunque cosa, ormai
l’ho capito.
L’osservo filtrare gioiosamente con la sua ragazza, e mi
sorprendo a valutarlo. Oh sì, identico a El in ogni minimo aspetto, eppure… se
possibile ancora più intrigante. Prevedo che farà girare la testa a molti,
quando torneremo a casa.
A proposito… dove sarà finito il principino? L’ho perso di
vista quando si è alzato per andare a prendersi qualcosa da bere. Mi sporgo, e
attraverso le teste scorgo i suoi inconfondibili capelli dorati.
Mmm, Elladan è precipitato in una delle sue crisi mistiche,
non farà casini. Mentre sua altezza si è assentata e starà probabilmente
prosciugando le scorte di birra del bar, data la sua famosa immaturità. Meglio
dargli una controllatina, non si sa mai.
Mi faccio largo tra la ressa, e quando arrivo resto
piuttosto spiazzato.
Legolas è seduto su uno sgabello- bellissimo nel suo nero
integrale- beve con aria disinvolta e distratta, lascia lo sguardo libero di
volare tra la gente danzante. Al suo fianco, un ragazzo parla e sorride.
Vedo le labbra sottili del mio amico curvarsi, evidentemente
infastidito. Eppure, il suo compagno non se ne accorge.
Decido di mettermi comodo, e godermi la scena.
Uno spettacolo che non mi perderei per nulla al mondo,
Legolas abbordato da un terrestre… meglio di quanto potessi sognare. E poi sono
abbastanza vicino, giusto nel caso…
Giusto nel caso. Aggrotto le sopracciglia, mentre osservo le
mani del tizio attardarsi un istante di troppo sulla spalla di Lass, che
continua a bere imperterrito.
Il verme striscia, si insinua, si china più vicino.
Sussurra.
Legolas, da genio qual è, lo guarda negli occhi. “Capisco
sempre quando qualcuno mi desidera” mi ha sussurrato una volta, sulle labbra,
giusto per farmi incazzare.
Ora scopro che davvero, lo capisce sempre. Sicuro…
Infatti si alza, e segue il tizio verso l’uscita, ingenuo e
candido come un bimbo di due anni.
Per un attimo medito di lasciarlo al suo destino. Mi
trastullo con l’idea di avere sua altezza reale di Mirkwood ai piedi, che si
scusa e ammette la mia superiorità in materia.
Ma mi pento subito di questo pensiero egoista. Anche perché
non oso immaginare la reazione di Elladan, se lo sapesse. Minimo minimo mi
spellerebbe vivo.
Quindi lo seguo. Di malavoglia, ma lo seguo. Borbottando
insulti a mezzavoce, ma lo seguo.
E arrivo giusto in tempo.
Mister Conosco-l’animo-umano è appoggiato contro il muro, il
tipo addosso, e cerca di scostarsi. Solo che l’idiota si crede ancora un elfo,
non ha fatto i conti con il fatto che adesso è un ragazzo normale, per di più
ubriaco.
Li osservo pigro, quasi restio a intervenire. E poi qualcosa
scatta.
Perché vedo la mano del verme scendere, e improvvisamente mi
accorgo che non è più un gioco. Non ti azzarderai a toccarlo, vero stronzo? Non
esiste che io stia fermo qui mentre quello…
Veloce sono al loro fianco, spintono il tipo.
-Che cazzo ti credi di fare?- sibilo, con il viso di
ghiaccio. Sento Legolas ansimare, e mi riprometto di fare un bel discorsetto a
quel cretino, quando se ne presenterà l’occasione.
Il verme mi guarda, e io decido di giocarmi il tutto per
tutto. Faccio scivolare un braccio intorno alla vita del mio principino, sia
per calmare il suo cuore che sento impazzito, sia per rinforzare le parole
–Sarà meglio per te che non ti becchi un’altra volta con le mani addosso al mio
ragazzo…- mormoro minaccioso. So che Legolas ha sgranato gli occhi, e lo
stringo più forte a me, conficcandogli un dito nelle costole. Spero che abbia
capito, sto deficiente è capace di rovinarmi tutto. Lass geme, e nasconde il
viso tra i miei capelli.
Fantastico, ho un principe ubriaco e quasi violentato tra le
braccia…
Comunque, devo tenere in considerazione questa mia
espressione per altre occasioni, perché nonostante la costituzione esile riesco
a intimorire il tizio, che esita.
-Direi che puoi anche andartene, prima che ci ripensi.-
continuo, gelido, e dev’esserci un bagliore elfico nei miei occhi, perché lui
rabbrividisce e scappa via.
Legolas ridacchia, e io sospiro. Mi metto il suo braccio
intorno al collo e lo riporto dagli altri.
Elladan si distrae un attimo dai suoi mugugni per
osservarci. Riesco addirittura a scorgere un lieve bagliore di preoccupazione
nel suo sguardo. Ehi, ma allora sei ancora vivo…
-Sentite, io porto sto qui a casa, sta male, ha bevuto
troppo…
Elrohir si è staccato dalla tipa e parla con altri amici, ma
si avvicina a noi premuroso. –Volete che vi accompagniamo?
-No grazie cuginetto (1)… ce la faccio da solo. Voi restare
pure… mi dai le chiavi?
Forse non tutti i mali vengono per nuocere, penso, mentre
realizzo che i gemelli dovranno farsi la strada da soli. Magari riusciranno a
parlarsi, e conoscersi un po’ meglio.
Magari domani El sarà d’umore migliore, e si degnerà di
scambiare qualche parola con resto del mondo.
-Quanto manca?
Lass ha perso la voce da ubriaco, ora è un bimbo lamentoso.
Ridacchio e gli tiro una ciocca di capelli. –Ci siamo quasi vostra altezza, un
ultimo sforzo…
L’aria fredda gli ha fatto bene, ora riesce quasi a
camminare da solo. Lo lascio, ma resto vicino per riacchiapparlo al volo quando
barcolla.
-Sia ben chiaro che questa è l’ultima volta che bevi in mia
presenza.- lo informo, armeggiando con le chiavi.
Lui si appoggia al muro, guarda le stelle. Improvvisamente
sorride, di un sorriso malizioso.
-Ti è spiaciuto poi tanto venire in mio soccorso?- chiede, e
io mi fermo a guardarlo.
Decido che è meglio non scherzare. Non quando si ha a che
fare con degli idioti.
-Legolas, mi sarebbe dispiaciuto arrivare troppo tardi, e
trovarti chissà come. Soprattutto, mi sarebbe dispiaciuto dover dire a tuo
padre cosa era successo. E passare il resto dei miei giorni in una prigione di
Mirkwood.
Lui scrolla le spalle. –Perché, mica sei la mia balia. E poi
cos’hai contro le prigioni di Mirkwood? almeno…- di nuovo il bagliore malizioso
–Avresti la mia compagnia.
Sbuffo, entrando. Incorreggibile. –Giusto per rendere la
pena più dolce, eh? Della serie, al peggio non c’è mai fine!- commento
sarcastico. –Fila a letto, adesso, e magari domani ti risparmi il mal di testa.
Mi volto per entrare in bagno, ma lui mi chiama. -Ru?-
Lo guardo, sembra quasi incerto.
-Che c’è?- chiedo, inginocchiandomi davanti a lui. E mi
accorgo dell’errore, mentre gli occhi tornano maliziosi. –Non mi dai neanche un
bacio? In fondo, sei il mio ragazzo…
Lo osservo per un lungo momento. Così bello… troppo per il
suo bene. Agisco d’impulso, mi chino e gli poso un bacio rapido sulle labbra.
Mentre mi ritraggo, vedo che ha spalancato gli occhi, sorpreso. Non si
aspettava che raccogliessi la provocazione.
Mi concedo un sogghigno vittorioso. –Buonanotte allora,
amore- sussurro scherzoso, prima di scivolare in bagno. Per impedirgli di
riprendersi quel tanto che basta da sentire i battiti veloci del mio cuore.
(2)
Elia-Elrohir
Camminiamo l’uno di fianco all’altro, la notte sulle nostre
teste. Lui è silenzioso, sembra assorto in chissà quali pensieri. Io mi lascio
trasportare dalla cornice e dalla sua vicinanza, inizio a fantasticare. Come
sarebbe bello se tra noi fosse stato sempre così, se avessimo diviso tutto e tutti,
come era scritto che dovevamo fare. Come sarebbe bello se…
La sua voce mi riporta alla realtà. –La conosci da tanto,
quella?
Lo osservo, perplesso, ma lui parla e cammina dritto. Guarda
davanti a sé, simile a una statua. Gli occhi grigi sono fermi, seri, fissi.
Ci metto un po’ a capire di chi sta parlando. –Quella? Ah,
intendi Fra? Bè, direi di sì, eravamo insieme già alle medie…
Mi interrompo, e la mente corre da lei. Questa sera mi
stringeva il cuore vederla. Faceva il possibile per nasconderlo, ma si notava
che stava male. E anche Marco l’ha notato… forse dovrebbe farsi avanti e basta,
smetterla con i giochini scemi. Tanto Fra non ci casca, non è quello che cerca.
Lei vuole cose serie, e Marco… Marco vuole lei.
-A cosa stai pensando?
La sua voce è più dolce, e mi scopro a respirarla. Vivrei
per quella voce, per quelle sue parole casuali, indifferenti… basta un suo
sorriso e tutto sparisce.
Scrollo le spalle. –A niente, ai miei amici. Senti…- l’idea
è improvvisa, mi si illuminano gli occhi mentre lo afferro per il braccio.
–Domani mi hanno invitato a giocare con loro, io non pensavo di andarci ma…
Mi accorgo che lo sto toccando. È una mia impressione o è
arrossito? E fissa la mia mano… imbarazzato lo lascio andare, come se
bruciasse. –Ma?- chiede allora lui, facendomi cenno di continuare.
Riprendo a camminare. –Ma… vorresti venirci? Anche Legolas e
Rumil, certo… non farti problemi, tranquillo, libero di dire di no…
-Certo che vengo… non posso di sicuro obbligarti a
rinunciare ai tuoi amici… e poi voglio stare con te, non importa dove.
Arrossiamo tutti e due. È incredibile questa scossa
elettrica, mi sento così vivo…
-Ehm… Elrohir?
-Sì?
-A cos’è che giochereste, scusa?
Scoppio a ridere, senza sapere neanche io bene il motivo.
Lui mi guarda sorpreso.
-A basket- rispondo, scotendo la testa. –A basket- ripeto,
senza smettere di ridere.
Nota
1-
Dal momento che gli elfi hanno tutti tratti comuni, i nostri
eroi hanno deciso di far leva su quella somiglianza e spacciarsi per cugini… a
parte Elia ed Elladan, che ammettono di essere fratelli. Così si giustifica in
qualche modo a)il loro spuntare dal nulla e insediarsi a casa di Elia, b) la
loro strana bellezza.
2-
Uffa, di nuovo mi sono sfuggiti! Non pensavo di affidare quasi
tutto il capitolo a Rumil ma… ha insistito tanto! C’era qualche sua fan, tra le
lettrici, per caso? Spero che Legolas non abbia fatto troppo la figura del
cretino, lo adoro ma mi diverto a presentarlo come un ragazzino ingenuo… Comunque,
per colpa loro ho dovuto di nuovo rimandare la partita di basket!
Boh, spero di poter continuare
presto… in questi giorni ho un po’ di casini con la scuola, quindi non so
quando avrò tempo… si vedrà. Per ora baci, Roh