Midnight
Thoughts.
<< Buona sera e benvenuti al secondo
appuntamento con il nuovo programma di Radio Campus "Midnight
Thoughts". Sono Serena e vi accompagnerò con musica e parole
dalle undici a mezza notte; stasera l'aria è afosa, l'estate
si sta facendo sentire finalmente. Prendete i vostri bei drink
ghiacciati e godetevi la nostra prima canzone. >>
La radio scioglie
lentamente le note di una canzone melodica, calma, immobile e calda
come questa sera; la stanza si riempie di questa musica dolce e pacata.
Riccardo bacia ancora e ancora la ragazza, fino a farle mancare il
respiro, la spinge contro il materasso. Lei reagisce gemendo, cercando
un contatto più intimo, ma egli la tiene sotto controllo.
"È
una bella sera." Dice lei, sorridendo al ragazzo, che risponde
passivamente con un cenno del capo. "Ce l'hai, vero?" Riccardo la
guarda con cipiglio scettico.
"Secondo te?"
Risponde sarcastico; apre un cassetto e fa vedere il preservativo, che
apre con i denti e mette con tranquillità. Prima di
penetrare la ragazza, la tortura ancora un po', vede nei suoi occhi il
limite. La canzone finisce.
<< "Non
siamo mai così privi di difese, come
nel momento in cui amiamo." Sigmund Freud mi ha dato l'input per
l'argomento di stasera: la fragilità. Ora che le Azure Ray
ci hanno districato i nervi, hanno rotto il ghiaccio, ci conosciamo
abbastanza da darmi il permesso di porgervi una domanda: anche voi
divenite più fragili quando si parla di amore?
Cos'è per voi la fragilità? E quanto ha in comune
con la paura? Io non ho mia amato, non conosco la parola amore al di
fuori di poesie e libri, ma capisco la paura di perdere una persona e a
ciò che comporta questa paura. >>
I due si buttano sul
letto ansimando, nessuno dei due accenna a muoversi o a parlare.
<< La
fragilità personalmente non mi ricorda
la paura, ma qualcosa di estremamente delicato, come un petalo, o un
neonato, o la neve. Strano parlare di neve in un'estate tanto calda!
Collego la neve alla mia infanzia, a quei fiocchetti, quei cristalli
che prendevo in mano e che con il calore delle mie mani si
scioglievano. >>
La ragazza tenta di
continuare, impadronendosi del corpo del ragazzo, ma egli la ferma; lo
guarda con stupore, tuttavia continua.
"Sta' un po'
ferma" dice Riccardo, in tono, però, tutt'altro che brusco;
lei si accorge che
sta ascoltando la radio.
"Da quando
ascolti la radio del campus?"
"L'accendo
per compagnia... Chi è la ragazza che presenta?"
"Si chiama
Serena, non so nient'altro, a parte che ovviamente è nel
nostro College."
"Va be',
Paula rivestiti."
"Ma..." Il
ragazzo la zittisce, la ragazza comincia a vestirsi in silenzio; quando
se ne va, Riccardo rimane nel letto, nudo, al buio ad ascoltare la
radio.
<< Vi
lascio per un'altra canzone; quando tornerete
leggerò qualche messaggio. >>
Riccardo alza un po' il
volume, mette i boxer e apre un po' la finestra, che lascia passare la
luce flebile della luna e di qualche lampione. È quasi
metà giugno, tra non molto inizieranno le vacanze estive;
Boston sa di mare e l'aria è afosa, quest'anno è
capitata un'estate calda. La musica continua ad andare, il ragazzo va
nel bagno, si guarda allo specchio. La voce di quella Serena gli
interessa, la sua ingenuità e il suo romanticismo, il suo
lessico e la sua calma, tutti questi particolari lo hanno fatto
rimbambire in un'istante, lo hanno spinto a cacciare Paula dalla
stanza: Paula, una delle sue toygirls. Sì, è uno
stronzo, ma quale ragazzo ora non lo è più? In
realtà non ha voglia di amare per ora, ma gli piace il
sesso; è capace di amare, lo ha fatto, ma ora non ne ha
voglia. Sa essere dolce e fedele e solo perché fa sesso con
qualche ragazza non si dovrebbe dire che ha un cuore di pietra e pensa
con il "secondo cervello". Serena ricomincia a parlare, Riccardo si
gira e guarda il puntino rosso della radio rapito, come se quello fosse
lo spioncino che sbircia nell'anima della ragazza; forse è
per questo motivo che ha fatto uscire Paula: Serena sta raccontando la
sua anima di nascosto, sussurrando sotto le parole che fa uscire con
notevole armonia tra le labbra. Chissà se le sue labbra sono
così suadenti come le sue parole...
<< Un
anonimo ci dice: "Ciao Serena, adoro il tuo
programma- Grazie! -Quando amo le mie difese si scoprono totalmente, ma
non ho paura, perché nel momento in cui amo credo di essere
al sicuro e mi rendo conto di non esserlo solo quando la storia
è finita e il più delle volte finisce male." Hai
detto una cosa giustissima: quando amiamo non ci accorgiamo di essere
scoperti. È come quando ti svegli dopo una nottata di sesso
in inverno, ti aspetti che nuda, lì nel letto, la mattina tu
abbia freddo, invece c'è lui, che ti dona il suo calore, che
ti abbraccia e funge da piumone caldo. Hey, stasera sono
molto in vena di tema invernale. Oh, abbiamo una chiamata! Buona sera
sonnambulo slash a!
"Ciao."
Come ti
chiami?
"Riccardo."
>>
L'ha chiamata; non si
aspettava che passassero la sua telefonata così in fretta e
ora si ritrova a non sapere cosa dire. Forse era meglio attaccare... ?
"Allora
Riccardo, ti posso chiamare Ricky?, cosa ci vuoi dire?" Rimane zitto
come un imbecille, si sente una femminuccia perché riesce
solo a pensare che lo ha chiamato Ricky. Si dà una botta
sulla fronte e prende un respiro.
"La
fragilità non è paura; quest'ultima è
un istinto di sopravvivenza, mentre la prima è un
caratteristica caratteriale. Avere paura a volte fa bene, non possiamo
essere superuomini, mentre essere fragili ci indebolisce. Quando amiamo
ci sentiamo indifesi, ma non perché abbiamo paura, al
contrario ci sentiamo tali perché ci sentiamo protetti."
C'è un secondo di silenzio.
"Allora anche
tu sei d'accordo con il nostro anonimo?"
"Sì"
il ragazzo prende fiato: sente il volto bollire d'imbarazzo.
"Istinto di
sopravvivenza, già. Non è solo una caratteristica
degli animali, ma anche nostra."
"In fondo,
però, se ci pensi, siamo solo una forma di scimmia
più evoluta." Riccardo non può vederla, ma Serena
sta facendo un'espressione sorpresa: dov'era nascosto questo ragazzo?
Da dove è sbucato così all'improvviso?
"Grazie Rick
per aver partecipato alla nostra trasmissione." La linea cade.
<< Ora
per voi, anche se è notte fonda,
Sunrise di Norah Jones. >>
Cavolo, non si
aspettava di un saluto così informale! Va be', mica si
conoscono, ma lei sembrava così già a proprio
agio! Buttandosi sul letto, con il telefono ancora in mano, decide di
fare una cosa pazza: uscire ed andare alla fonte! Indossa una t-shirt e
un paio di jeans, infila a volo le sneakers, ma si ferma, lei ha
ricominciato a parlare.
<< Manca
ancora mezz'ora e mi potrò dire una
donna libera. Ascoltare Norah Jones mi fa sempre pensare all'estate,
questa ragazza mi dà una calma che solitamente provo quando
sono sulla spiaggia, con i piedi nella sabbia calda ed il sole
all'orizzonte. Amo leggere un buon libro ai piedi di un tramonto e fare
il bagno anche quando l'acqua è gelida. >>
La trasmissione
continua per mezz'ora, Riccardo ha rimandato la missione impossibile
per la fine di essa; gira per la stanza nervosamente, ma ascolta con
ammirazione ogni parola. Prega che ogni canzone finisca presto, ma alla
stesso tempo balla nel caldo estivo, come unico spettatore la luna, i
lampioni fanno da luci sul palcoscenico. Quando mancano dieci minuti
alla mezza notte, va in bagno, sciacqua il sudore, mette il deodorante,
ma non pensa ai capelli scombinati, o al bottone dei jeans aperto. Si
era tolto le sneakers, ma non se le rimette. Esce dalla stanza, cammina
a passo svelto, nella sala comune cerca un mazzo di fiori, anche un
fiore va bene; niente. Sgattaiola fuori e quando arriva si blocca. Che
sta facendo? Che gli prende? E se Serena è brutta? E se
quando la vedrà la magia finirà? E se lei
è giapponese, o coreana? Ok, quest'ultima cosa non c'entra,
anche lui è straniero, è italiano,
perché dovrebbe dargli fastidio! Serena esce a mezza notte e
sette, ma Riccardo non lo sa. Di certo non immagina siano passati solo
sette minuti mentre nella sua testa continuano ipotesi e contro ipotesi.
"Ciao!" Dice,
attirando l'attenzione della ragazza che sbanda per la sorpresa.
"Ciao..."
Risponde piano, con cipiglio interrogativo; osserva il ragazzo scalzo,
con la patta aperta e i capelli neri scombinati, le sta sorridendo e
per quanto lei cerchi di ricambiare non ci riesce "Ci conosciamo?"
Chiede, dato che non pare che l'altro voglia continuare a parlare.
"Ti ho
sentita per radio e, non so, mi è salito un bisogno
impellente di conoscerti."
"Oh..." Fa un
sorriso strano "Ok, se sei pazzo per favore risolviamo le cose
civilmente, tu chiudi gli occhi per non vedere che strada faccio per
tornare al mio dormitorio e non ti darò guai." Riccardo la
guarda stranito, inclina leggermente la testa. La esamina: capelli
lunghi castano rossiccio tenuti da una coda alta, se fossero stati
sciolti sarebbero arrivati almeno alla vita, fisico non perfetto, ma
gradevole, t-shirt ampia, che lascia una spalla scoperta, grigia con
una scritta bianca enorme con i caratteri intersecati "Yes, I've a
problem: you" e sotto un jeans nero che arriva fino alle ginocchia, ai
piedi un paio di converse malmesse grigie, con i lacci sfilacciati e
ormai non più bianchi; poi la luna illumina due occhi
grigio-verde e Riccardo dimentica perché è
lì fermo a guardarla e non va semplicemente a baciarla.
Così il ragazzo si perde in una risata.
"Sono
Riccardo, ho chiamato stasera, per la verità solo con
l'intensione di farmi sentire da te." Il volto di Serena si illumina.
"Ricky! Se
è così allora..." Risponde, facendo finta di non
aver sentito le avance. Si avvicina al ragazzo e gli porge la mano
"Contenta di fare la tua conoscenza!" Riccardo accetta la mano, ma non
gliela lascia; anzi, la guarda negli occhi e usa la mano per
avvicinarla.
"Vuoi uscire
con me?" L'altra lo guarda sorpresa, poi scuote la testa.
"È
una bellissima serata, quest'estate sembra volerci dare il proprio
massimo. Hai visto che cielo? E il caldo? Non si stava così
bene da tanto..."
"Sì,
è stupendo, ma non mi hai risposto."
"Riccardo,
non posso." Tutta l'energia del ragazzo si spegne. Poof! Scoppia come
una mega bolla di sapone e gli lascia addosso una sensazione di bagnato
ed appiccicaticcio.
"Perché?"
"Ho una
ragazza, si chiama Libertà."
"Sei
lesbica?" Serena ride.
"No! Ho solo
deciso di non avere relazioni, di non uscire né con ragazzi
né con ragazze, unica eccezione per gli amici."
"Scusami, che
ne sai se volevo invitarti ad uscire per fare colpo su te o per
diventare tuo amico" risponde il ragazzo, sfoggiando un sorrisetto
astuto. Serena giocherella con la lunga coda, arriccia le labbra,
infine alza le spalle.
"Non
c'è niente di male a farsi un nuovo amico!"
"Soprattutto
se è carino ed intelligente come me!" La ragazza gli
dà un leggero buffo sulla nuca "Posso accompagnarti al tuo
dormitorio?"
"Mh, ok, te
lo concedo." Si incamminano insieme. Un lieve vento porta un po' di
fresco, i due sospirano.
"Dopo le
vacanze non ti farai più sentire, giusto?" Chiede Serena,
Riccardo la guarda con le sopracciglia corrugate.
"Assolutamente
no, chi te l'ha detto?" La ragazza alza le spalle e mette la mani in
tasca.
"È
tipico di voi ragazzi, frequentate una ragazza poi appena finiscono le
vacanze non la considerano più."
"Ti stai
dimenticando un dettaglio: noi due stiamo iniziando un'amicizia. Certo,
le amicizie spesso portano a qualcosa... In ogni caso non sono quel
tipo di ragazzo."
"Ma per
favore! Te ne vai spettinato e scalzo con la sicurezza che qualcuna ti
cadrà ai piedi!"
"E con
questo? Io non abbandono le persone."
"Ecco il mio
blocco." Arrivano alla porta di ingresso del blocco G6, Riccardo guarda
Serena cercare la propria tessera magnetica, si ritrova ad osservare i
suoi occhi. "Ci vediamo sabato, alla caffetteria vicino all'aula di
lingue straniere" il ragazzo annuisce.
"Serena,
mettiti in testa che non sono come gli altri ragazzi; solo
perché mi piace il sesso non vuol dire che non so essere
fedele e un ottimo... amico."
"Leggo
sincerità nei tuoi occhi, ti credo." Si scambiano un sorriso
di intesa, Riccardo si abbassa, Serena è quasi pronta a
scostarlo, convinta che lui volesse baciarla sulle labbra, invece egli
le dà un bacio sulla guancia, un ingenuo e semplice bacio
sulla gota arrossata dal caldo e dall'imbarazzo.
"Buona notte,
Serena." La ragazza non riesce a rispondergli e quando vede che lui,
mentre sta andando via, si gira nuovamente per guardarla, sta quasi per
ringraziarlo, ma parla prima lui: "Sono state le tue parole a
conquistarmi e i tuoi occhi, non il tuo aspetto. Non mi credere
superficiale, mi ha rapito il tuo lessico, la tua intelligenza, quello
che hai nella zucca e non quello che ti riempie i vestiti. Ci vediamo
sabato." Così la lascia lì, a riflettere. No, non
esistono più i gentlemen, Riccardo è qualsiasi
cosa, ma non un Lord, eppure Serena sa che è diverso.
Sorridendo, sale le scale, osservandolo nella vetrata che affaccia
sulla strada; arriva al quarto piano, il suo pianerottolo, e va a
desta, entra nel corridoio dove c'è la sua stanza e apre la
porta. La sua coinquilina dorme, ma lei sente che non
riuscirà a farlo. In canotta e pantaloncini guarda dal letto
il cielo di quella notte strana. L'estate le è sempre
piaciuta, sentire caldo le fa bene, non le importa del sudore, delle
scottature, ama quella stagione, le ha sempre dato un qualcosa di
romantico: osservare gli alberi verdissimi baciati dai raggi del sole,
nutrirsi della loro ombra e poi fare un giro in bicicletta tra le
strade calde; forse è perché lei è
nata in montagna, ma ha sempre avuto il mare nel cuore, o forse
perché il suo sogno è sempre stato vivere in
California, dove non fa mai freddo, sta di fatto che l'estate
è la sua stagione, l'unica che per lei profuma di
cambiamento e novità. Poi arriva questo Riccardo, e le sue
convinzioni sui ragazzi crollano in una sera. Lo dice sempre di essere
stata troppo innamorata di se stessa, probabilmente questo è
uno dei motivi per cui ha deciso di diventare un'etero curiosa, ma
forse l'amore non è così male, forse non vuol
dire perdere la libertà. Si butta nel letto, le scappa da
ridere. No, assolutamente. L'amore è una schifezza, e se
Riccardo riesce a farle cambiare idea allora è da sposare!
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