CAPITOLO II: Ancora!
“Solo
l’ultimo sforzo” se lo ripeteva da un
paio d’ore, trangugiando l’ennesimo sorso di vino
dalla sua coppa, eppure erano le otto di sera e ancora non si era
nemmeno passati al taglio della torta.
Il suo limite era stato raggiunto e superato da un pezzo ma non poteva
andarsene. Non poteva.
La damigella doveva essere la prima ad arrivare e l’ultima ad
andarsene.
Certo quella mattina era stata l’ultima ad arrivare quindi
secondo un ordine direttamente proporzionale poteva essere la prima ad
andarsene, giusto?
Per un secondo quella folle idea le riscaldò il cuore, ma
poi svanì.
Non poteva.
Mara non glielo avrebbe mai perdonato.
Mai.
Scolò l’ultima goccia di vino rimasta nel
bicchiere e subito il cameriere comparve a riempirlo.
Un cameriere!
Forse un cameriere sarebbe stato perfetto per lei. Sapevano sempre cosa
voleva la gente!
Un cameriere sarebbe stato l’uomo perfetto!
Ma tutti i camerieri in sala erano attempati o con la fede al dito.
Non c’erano speranze!
Intorno a lei tutti cianciavano e ridevano di gusto, evidentemente
l’unica a non trovare divertenti i matrimoni doveva essere
lei.
Poi all’improvviso, come in un sogno, lo vide.
Era lì in mezzo alla sala, i jeans scoloriti e la camicia
celeste spiccavano in quella moltitudine di abiti scuri.
Matteo.
Strabuzzò gli occhi per non rischiare di sbagliarsi, ma no,
era proprio lui.
Ci aveva ripensato.
Era andato lì per scusarsi, per dichiararle amore eterno e
per vivere con lei per sempre felici e contenti.
Decisamente aveva bevuto troppo.
Si alzò sulle gambe malferme, decisa ad andargli incontro
con aria rilassata e seducente.
Per quanto quello stupido vestito le consentiva, ovvio.
Lo avrebbe ridotto in polvere.
Lui l’avrebbe supplicata di tornare con lui, si sarebbe
inginocchiato e lei, e lei beh lo avrebbe accontentato.. Non prima di
averlo fatto aspettare un quarto d’ora. No meglio mezzora.
Poi successe.
Per la decima volta.
Successe.
Ancora!
Una ragazza si avvicinò chiamandolo a gran voce.
Una ragazza molto carina con un seducente abito nero e i capelli
biondissimi.
Gaia.
Sua sorella.
Si lasciò cadere sulla sedia come una marionetta rotta.
Era lì per lei.
Non che amasse Matteo.
Lo conosceva appena però, comunque..
Insomma sarebbero stati la coppia perfetta.
Sentì la risata di Gaia esplodere dopo che lui le ebbe
bisbigliato qualcosa all’orecchio.
L’altra sua sorella era sposata da anni e aveva anche un
bambino con Enrico, un altro che era uscito con lei.
Ma come era possibile?
Doveva esserci una spiegazione logica. Per forza!
Quando glielo aveva presentato, Gaia aveva definito Matteo “un ometto che si
crede un cowboy”.
In effetti Matteo aveva una passione per i cavalli e per tutto
ciò che li riguardava. Anche in quel momento indossava,
sotto i jeans. quegli orribili stivali che lei aveva visto solo nei
film western che da bambina vedeva con il nonno.
Gaia e Matteo si avvicinarono sorridendo e lei si affrettò a
ricambiare il sorriso sperando di non sembrare troppo falsa.
- Non ti dispiace vero Rica? - iniziò sua sorella
imbarazzata.- Noi ci siamo incontrati in un locale qualche settimana
dopo che vi siete lasciati e allora.. Noi..insomma.. Non volevo che lo
sapessi così, come per Silvia ed Enrico, volevo dirtelo, ma
lui mi ha fatto una sorpresa venendo qui e allora io..
- Frena. E’ tutto a posto sorellina. Va bene.- Rica sorrise,
mostrandosi più convincente.
Non amava Matteo. Affatto.
Non le importava.
Aveva solo un leggero bruciore allo stomaco.. Forse erano state le
ostriche.
Le ostriche potevano portare alla morte.
Forse stava per morire.
Non poteva. Insomma. Aveva ancora un mucchio di cose da fare.
- Ok, allora, noi salutiamo mamma e papà e andiamo. Sicuro
che stai bene? Mi sembri un po’ pallida.- Gaia le si
avvicinò sinceramente preoccupata.
Rica sapeva che non era sua intenzione farla stare male. Lo sapeva.
E le dispiaceva che si preoccupasse in quel modo per lei.
- No, sono solo le ostriche. Andate, andate pure.- li
congedò raggiungendo il bagno di corsa, non badò
nemmeno se fosse quello delle donne.
Spalancò una porta, poi un’altra e
vomitò tutto.
L’intero menù che aveva provocato ore e ore di
discussioni e di pianti.
- Sta bene?- una voce maschile le arrivò alle spalle.
Una voce che aveva già sentito ma che non riusciva a
ricordare a chi appartenesse. Solo che non aveva nessuna intensione di
girarsi per controllare chi ne fosse il proprietario.
La testa le pulsava e gli occhi non le erano rientrati ancora per bene
dentro le orbite, senza contare le scie umide che le solcavano il viso
e che avevano di sicuro tirato giù tutto il trucco.
Uno spettacolo immondo che non aveva intenzione di dare.
- Benissimo. Esca e chiuda la porta.- disse seccamente.
- E’ nel bagno degli uomini.- la informò lui.
- Me ne andrò quanto prima.- replicò infastidita.
- Ha bevuto troppo.- replicò quella voce.
- E lei ha parlato troppo. Vada via.- scandì lei.
Il rumore dei passi le dissero che finalmente quell’uomo se
ne era andato. Sgattaiolò nella toilette femminile decisa a
rimanerci per un bel po’.
Ecco il secondo
capitolo. So che è molto più breve dell'altro ma
era necessario. Vedo che la storia è molto letta e ne sono
felicissima! : ) Vi ringrazio. Vi piace il banner in stile invito a
nozze? E il mio Adam vi piace??? Non è bellissimo???
<3
Sul personaggio di
Rica non sono molto convinta veramente, lei è qualcuno che
ho in mente e non sono riuscita a trovare un personaggio noto che le
somigliasse completamente, ho scelto la Mastronardi perchè
ha un viso molto semplice.
A presto ragazzi!
Se mi fate sapere cosa ve ne pare mi fareste davvero molto molto molto
felice! A presto. Manu!
Se tornate nel capitolo precedente ho messo le foto dei personaggio che
abbiamo incontrato lì, chiccate sui link e vedrete le foto.
Passo e chiudo! : ) Gaia Matteo
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