Ringrazio
anche solo chi
legge
Scritta
sentendo: “Still
Here” dei Digital Daggers.
Partecipa
alla challenge: "It's
better to have loved and lost than never to
have loved at all." [Multifandom + Originali]
SCELTE
"It's
better to have loved and lost than never to
have loved at all."
"E'
meglio aver amato e perso che non aver amato
affatto".
Non
c’è tempo, devi crescere.
“Te
ne andrai?” domandò
il cappellaio accarezzandole il viso. Alice arrossì e
abbassò.
Non
c’è tempo, devi sposarti.
“Penso
proprio di sì. Là
fuori c’è un mondo che ha bisogno che io lo
cambi” rispose Alice e la voce le
tremò.
Non
c’è tempo, il sogno deve finire.
“Ti
dimenticherai di
me?” domandò il cappellaio e le mise il proprio
cappello in testa.
Non
c’è tempo, sei già troppo pazza.
Alice
negò con il capo e
le iridi le divennero liquide.
“Come
potrei mai
dimenticare la tua deliranza del
giorno della giubilanza?”
domandò con voce roca.
Non
c’è tempo, il tuo visino sfiorirà.
Il
cappellaio le
s’inchinò davanti, le accarezzò il viso
pallido e chiuse gli occhi storti. La
baciò assaporando il sapore delle labbra di lei.
Non
c’è tempo, pensi troppe cose inadeguate.
Alice
ricambiò il bacio
e la sua pelle divenne più chiara. Il ticchettio
dell’orologio del panciotto
del Bianconiglio le rimbombava in testa.
Le
rose del giardino della regina non sono più
bianche, ma rosse. Ti tingerai anche tu pelle di luna?
Alice
iniziò a cadere al
contrario. I capelli biondi le oscillavano ai lati del viso e il
cappello le
volò via finendo nelle mani del Cappellaio. La giovane
allungò le mani verso di
lui e le lacrime le rigarono il viso.
Hai
posato mille volte
le carte sul tavolo. Ti vorranno tagliare la testa anche per quello?
È
solo un sogno.
Continui a cadere nella stranezza, ma
quell’oscurità assomiglia così tanto
alla
tua confusione. Sta davvero succedendo tutto troppo in fretta, ti
aspettano
sotto il gazebo per dire un sì che non vuoi pronunciare. I
quadri hanno già
immortalato la scena, ma forse il pittore avrà un blocco di
stomaco come il tuo
promesso se tu non cucinerai le cose giuste.
Sei
l’Alice sbagliata. Sei quasi nient’affatto Alice.
Sei poco Alice. Sei quasi Alice. O se già più
Alice. Sei Alice? Sì, è il tuo
nome, ma hai cambiato così tanto taglia che non sai
più chi sei. La domanda
resta ‘tu chi sei?’. Fumosa come le pestilenziali
nubi che alza il Brucaliffo.
“Lo
sapevo che eri
assolutamente Alice!” sentì gridare la voce di
lui, che si fece sempre più
lontana.
“E
tu eri la mia moltezza”
mormorò.
Alice,
tu sei matta, ma i migliori sono matti.
Alice
atterrò, il mondo
le girò intorno e tornò dritto. La giovane
alzò il capo, sporgendo il mento.
“È
tempo di fare le mie
scelte” disse dura.
E
ciò grazie a un cappellaio, perché è
meglio aver
amato e perso che non aver amato affatto.
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