Non
ha idea di come si sia creata quella situazione.
Misaki osserva
con malcelata indifferenza il parlottare della donna dalle maniere
affabili che poco prima ha suonato il campanello, presentandosi come
una giornalista e una grande fan di Usami-sensei e che dopo essersi
presa fin troppo spazio sul divano ha cominciato a elogiare Usagi-san,
ancora mezzo addormentato per il lavoro di tutta la notte addietro.
Il moro taglia
un peperone verde con lentezza, permettendosi di concentrarsi almeno un
po’ sul suo operato.
Intendiamoci,
non c’è nulla di male in tutto ciò.
Usami Akihiko è un nome di degna fama nel mondo della
scrittura e che i giornalisti facciano a cazzotti tra loro per
aggiudicarsi una sua intervista gli può anche sembrare
abbastanza normale.
“Lei
è così intelligente e di buon gusto sensei, non
mi sorprende affatto la sua risposta, sa?”
Ecco. Il punto
è quello. Ok al lavoro svolto nel suo studio fino
all’alba, ok alle visite a sorpresa di Isaka-san e a quelle
di controllo di Aikawa-san. Ok persino a lasciare entrare un
giornalista in casa per un’intervista più
tranquilla e senza tutti quei riflettori che mettono di cattivo umore
l’illustre sensei. C’è solo una cosa che
non riesce a mandare giù.
“Oh,
ne ero sicura, un bell’uomo come lei ne ha tutto il
diritto!”
O forse
è una persona.
I peperoni
sono stati tagliati in pezzettini irregolari ma non se ne preoccupa
più di tanto. Volge lo sguardo dietro di sé,
notando la donna agitare la lunga chioma castana e sbattere gli occhi
marroni, accavallando le gambe in maniera fin troppo studiata,
lasciando intravedere il vistoso spacco sulla coscia sinistra.
E quella
sarebbe una candida giornalista dalle buone intenzioni?
Di scatto
riporta l’attenzione su quella che sarà la cena di
quella sera, rimuginando un po’ troppo sul fatto che
Usagi-san non l’ha degnato manco di uno sguardo da quando
è entrata quella spilungona.
“Molto
bene, direi che il materiale che mi ha fornito darà i suoi
frutti.”
La super
giornalista si è finalmente alzata, riponendo il lavoro
nella borsa nera a tracolla che adesso è contro un suo
fianco.
Misaki
è vicino alla porta come d’altronde lo
è Akihiko, solo che il primo osserva con
curiosità la parete alla sua destra e l’altro ha
in volto un sorriso di circostanza per l’ospite.
“Vi
auguro una buona cena e mi scuso profondamente per
l’improvviso disturbo.”
“Si
figuri, ha solamente svolto il suo lavoro.”
Delle labbra
ricoperte di rossetto si esibiscono in una piccola risata.
“Spero
mi conceda l’onore di rivederla, sensei.” Pronuncia
allora la donna con tono mellifluo, portando la mano dalle lunghe
unghie viola laccate a stringere quella di Usagi-san.
No. Takahashi
Misaki, studente universitario e abile lavoratore, non può
essere geloso di Usami Akihiko.
“Il
nostro lavoro può portarci ad altri incontri.”
“Certo.
Ma volendo potremmo anche dargli una mano noi anticipando la
cosa.”
Misaki
è certo di aver udito un tono malizioso in quelle parole. A
malincuore storce la bocca, infastidito.
“Arrivederci.”
E dopo un
breve inchino le presenze in quell’attico lussuoso si
riducono a due.
Usami si
stiracchia, allungando una mano ad accarezzare la testa del
più giovane.
“Cosa
c’è per cena?”
Il moro
stringe i denti e con uno strattone si libera di quel leggero tocco.
“Misaki?”
“Stufato
con peperoni verdi. So che non ti piacciono ma erano in promozione e
quindi ne ho comprati un bel po’. Se la cosa non ti soddisfa
comunque puoi sempre chiamare quella donna e invitarla fuori a
cena.”
L’ultimo
pezzo della frase è detto quasi in un ringhio e si maledice
per questo. Non vuole far capire a Usagi che lui è, oh,
accidenti, che è geloso marcio. Sia mai che lo ammetta
però, intendiamoci.
“Ma
cosa dici? Preferisco di gran lunga stare con te e mangiare
ciò che mi cucini tu, lo sai.”
“Lei
però non mi pare che ne sia a conoscenza.”
Akihiko
l’osserva un po’ perplesso.
“Non
ritengo che una sconosciuta debba essere messa al corrente della nostra
vita privata.”
Misaki trema
appena, conficcandosi le unghie nei palmi.
“Così
puoi vederti con lei in tutta tranquillità senza
preoccuparti che perda interesse verso di te?”
Dice
ciò a raffica quasi, sentendo un groppo formarsi in gola e
il petto pigiare un poco dal dolore.
Il
più grande spalanca gli occhi.
“Misaki,
ma cosa stai-“
“Quella
stava flirtando spudoratamente con te e tu non hai mosso un dito! Ti
pare una bella cosa assistere a tutto ciò?!”
Non voleva
urlare, sul serio. Solo che si sta sentendo così inutile e
al contempo pieno di emozioni che non è riuscito a
trattenersi.
Una breve
sbuffo gli fa alzare lo sguardo verso quello dello scrittore e nota,
irritato, che quel volto tanto bello è scosso da risa
divertite.
“Cosa
c’è di così spassoso?!”
“Dio,
Misaki, sei troppo adorabile quando diventi geloso.”
“Io
non sono geloso, baka-Usagi!”
“Ah
no?” chiede, squadrandolo.
“Assolutamente
no! Sono semplicemente sorpreso da quanto posso sfociare nel ridicolo
una persona dal comportamento come quello, ecco!”
“Lo
sapevo.”
Si
incuriosisce un po’ all’espressione di comprensione
dell’altro.
“Sei
ancora più carino quando sei geloso e non vuoi ammetterlo.
Ti amo, Misaki.”
“Io
non sono gelo-uhmph!”
Ignorando
quelle consuete proteste, Usagi-san tappa la bocca del più
piccolo con la propria, gustandosi il sapore di quelle dolci labbra che
con un po’ di carezze, elargite dalle sue esperte mani in
punti proibiti, riesce a far schiudere.
E mentre si
perdono nel loro personale universo di baci, sospiri e frasi affannate,
Akihiko non può fare a meno di godersi l’amore di
Misaki.
Junjou
Romantica è il mio secondo yaoi e grande amore. Beh, amo
Misaki, appena l’ho visto tanto tempo fa mi è
scattata una sbandata pazzesca per questo personaggio ** mi piace anche
Usagi-san comunque, ci mancherebbe u.u ma Misaki mi fa troppo
schiantare ogni volta XD
È
la mia prima fanfic qui, spero di aver reso bene i due protagonisti e
soprattutto di averli mantenuti IC =)
Spero vi sia
piaciuta, grazie per la lettura, un bacio ^^
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