Ok, non ho intenzione di sclerare
qui. Meglio nelle note finali.
Buona lettura!
Prologo - Perfect
Perfetta.
La mia vita era perfetta.
Avevo tutto ciò che si poteva desiderare: una famiglia e una
ragazza che mi amavano, tanti amici tra cui i fidati Wes e David, una carriera
scolastica invidiabile, un talento innato per la musica, una casa a Lima – da
non sottovalutare: Lima era il centro del mondo, la città perfetta, conciliava
l’economia più sviluppata al mondo, ai servizi più efficienti, ad un patrimonio
artistico e culturale ricco e vario. In poche parole, è più semplice dire ciò
che a Lima non c’era, così da
accorciare drasticamente la lista.
Tutti volevano vivere a Lima.
Tutti volevano vivere la mia vita.
Quasi non mi stupii quando mia madre mi chiamò entusiasta
per dirmi che il mio nome era sulla prima pagina di innumerevoli quotidiani.
Io, Wes e David eravamo in giro per Lima per comprarci dei regali post-laurea,
perciò ne approfittammo per comprare tre diversi giornali per controllare che
non si fosse inventata tutto o l’avesse sognato, preda dell’orgoglio per il suo
perfetto unico figlio. Effettivamente, il mio nome c’era. Facendo scorrere gli
occhi sull’articolo di ognuna di quelle tre testate, si poteva leggere lo
stesso concetto sotto diverse forme:
“[…] Blaine Anderson, 22 anni, plurilaureato
alla prestigiosa Central University di Lima, è stato scelto per partecipare
all’ultimo progetto della L.B.S. […]”
“[…] La L.B.S. ha selezionato un ragazzo dalla Central
University di Lima, Blaine Anderson. Il 22enne è stato scelto per le sue due
lauree – la seconda appena acquisita – in Storia e Scienze avanzate, che lo
rendono, agli occhi dell’amministrazione, perfetto per questo ultimo misterioso
progetto scientifico. […]”
“[…] Per il suo ultimo progetto, la L.B.S. ha scelto di
puntare su una mente giovane. Gli scienziati più famosi al mondo under 30 hanno
protestato quando hanno scoperto che la suddetta mente è Blaine Anderson, 22
anni, due lauree alla Central University e un futuro promettente nella scienza.
[…]”
- Cavolo, amico! – esclamò Wes, rileggendo con gli occhi
spalancati il mio nome su quelle pagine per la diciottesima volta.
- Wes, l’avrai detto sette volte solo negli ultimi trenta
secondi, ho capito. – risposi, sorseggiando il mio cappuccino medio.
Eravamo al Lima Bean, la nostra caffetteria preferita. Ci
eravamo andati subito dopo aver comprato i giornali.
- Scusa, Blaine, ma non è una cosa da tutti i giorni! – rispose,
staccando finalmente gli occhi dai quotidiani.
- Piuttosto, come mai tu non sei per niente sorpreso? –
domandò David, osservandomi con le sopraciglia alzate da sopra la sua tazza.
Feci spallucce.
- Lo sapevo.
Entrambi i miei migliori amici spalancarono la bocca, per
poi richiuderla velocemente e guardarmi storto.
- E perché diavolo non ce l’hai detto?! – sbottò Wes.
- Siamo o non siamo i tuoi migliori amici? – aggiunse
David.
- Certo che lo siete. Ragazzi, io volevo dirvelo,
davvero. Mi è stato detto di non parlarne con nessuno, per questo non l’ho
fatto. – spiegai, chiedendo scusa con lo sguardo.
- E perché è in prima pagina, allora? – continuò David.
- Che ne so io. La L.B.S. gestisce queste cose, io non
sono nemmeno andato alla loro sede, per ora.
Wes e David annuirono, segno che avevano capito.
La L.B.S. – Life
Biologic Studies – era l’industria scientifica più potente al mondo. La sua
era aveva avuto inizio nel 2216 grazie al primo studio sugli ologrammi e ancora
oggi, anno 2437, il suo impero non accennava a tramontare. Primeggiava in molti
campi della scienza, di cui biologia, medicina e innovazioni tecnologiche erano
solo le principali.
Wes, David e io tornammo nell’appartamento in cui
convivevamo da ormai tre anni, troppo concentrati sul mio nuovo “impiego” per
ricordarci dei nostri regali post-laurea.
- Almeno sai a cosa hai acconsentito? – chiese Wes appena
varcata la soglia di casa, lanciando malamente i giornali sul divano.
- In realtà, non ho acconsentito a nulla. Mi hanno solo
scelto, potrei anche rifiutare l’offerta, se volessi. – risposi, prendendo i
periodici per metterli a posto.
Ero indubbiamente il più ordinato dei tre.
- Quindi, seguendo il tuo ragionamento, potresti trovarti
in pochi secondi fuori dalla loro sede con un vago dolore al tuo bel culetto e
un microchip per la cancellazione della memoria nel collo? – domandò Wes.
David porse una lattina a entrambi, mentre lui e Wes si
sedevano sul divano.
- Primo. Rifiuterebbe solo un idiota-
- Appunto. – m’interruppero all’unisono. Li ignorai e
continuai a spiegare.
- Secondo. Non è possibile cancellare la memoria. Al massimo potrebbero confinare alcuni
ricordi in un angolo della mia mente.
Sbuffarono, roteando gli occhi. Sapevo di non essere
granché simpatico quando ero così freddo e scientifico, ma non potevo farne a
meno. La mia mente tendeva alla logica in qualsiasi situazione e nessuno se ne
era mai seriamente lamentato, perciò non facevo nulla per cambiare.
- Terzo. – proseguii. – Esatto, la situazione sarebbe più
o meno quella.
Annuirono, troppo presi dalla partita di baseball che
stavano guardando in tv per ascoltarmi davvero. Sorrisi e mi diressi verso la
mia camera.
- Dove vai? – chiese David, senza staccare gli occhi
dallo schermo. – Corri, idiota! – aggiunse, rivolto ad esso.
- A prepararmi. Fra poco devo uscire con Valerie.
- Oh oooooh!
Sapevo già che mi avrebbero seppellito di complimenti e
affettuosi insulti perché la mia ragazza era la persona più attraente di tutta Lima, perciò liquidai la
conversazione sventolando la mano.
- Ne parliamo dopo. – aggiunsi per rimarcare, entrando in
camera.
Feci la doccia, perché a Valerie piaceva il profumo del
mio bagnoschiuma.
Sistemai i capelli col gel, perché a Valerie piaceva
vedermi ordinato.
Indossai una camicia, perché a Valerie piaceva scoprire
la mia pelle slacciando lentamente ogni bottone.
Misi la fragranza che mi aveva regalato lei stessa,
perché a Valerie piaceva baciarmi il collo sentendo quell’odore per il quale io
non andavo per niente matto.
Uscendo, avvertii i miei due amici che non sarei tornato
per la notte, perché sapevo cosa voleva fare Valerie.
Ero sdraiato di fianco a lei, sul suo letto, le lenzuola
coprivano appena il necessario. La sua testa era appoggiata sul mio petto, che
ancora si muoveva a ritmo col mio respiro ansante. Stava giocando coi peli del
mio petto.
- Allora, è vero?
Il mio ragazzo lavorerà per la L.B.S.? – sussurrò.
- Beato lui. – risposi. Rise.
Accarezzai i suoi capelli biondi lunghi fino alle spalle
sovrappensiero, guardando il soffitto.
- Perché non me lo hai detto prima? – proseguì.
Volevo stesse zitta.
- Perché sapevo che mia madre ti avrebbe avvertita prima.
Si alzò sui gomiti per vedermi il viso. Non la guardai.
Già sapevo quanto i suoi occhi fossero castani e brillanti, il suo viso
perfetto, il naso piccolo e all’insù, le labbra carnose e rosse come ciliegie.
Anche se probabilmente questo colore era dovuto a me.
Nonostante il suo silenzio fosse l’unica cosa che volevo
in quel momento, insistette per saperne di più. Si basava su ciò che aveva
letto su giornali e internet, quando nemmeno io sapevo di cosa si trattasse.
Blaterava senza sosta di cose di cui non sapeva niente, come la fisica
nucleare, l’astronomia collegata agli studi su Marte, gli ologrammi sensoriali.
Mentre io studiavo a fondo ognuno di questi argomenti, lei passava le giornate
dall’estetista o nei negozi a spendere i soldi di suo padre e, raramente, i
miei. Ascoltarla parlare di monotremi senza sapere che sono dei semplici
mammiferi mi faceva sentire come se avesse insultato il mio amore per la
scienza. Non volevo più udire una sola eresia, ma chiudere la bocca era un’idea
che nemmeno le sfiorava l’anticamera del cervello. Perciò la baciai e la tirai
con me sotto le coperte, pronto a eccitarmi di nuovo per farla stare finalmente
zitta.
Contrariamente a quanto avevo detto a Wes e David, decisi
di tornare a casa quella sera. Erano le quattro del mattino. Valerie al suo
risveglio non mi avrebbe trovato di fianco a lei.
Avevo bisogno di pensare, perciò andai a piedi. Era una
cosa che non faceva quasi nessuno ormai, a parte qualche anziano; i mezzi
pubblici erano fin troppo efficienti ed economici per non usarli. Infatti, ero
solo mentre vagavo per le strade di Lima. Il sole non era in procinto di
sorgere e le luci dei lampioni illuminavano a sufficienza. Respirai la calma
della notte, lasciai che penetrasse nella mia pelle, ascoltai il suono del
silenzio attorno a me, fortemente in contrasto col caos del giorno, voce di
Lima. Ma ora, anche la città dormiva e i miei piedi sulle sue strade non erano
altro che una carezza per lei.
Avrei potuto pensare a Valerie, era la mia ragazza e
avevo appena passato la notte con lei.
No, aveva già ricevuto troppe attenzioni. C’era
qualcos’altro di molto più interessante su cui riflettere.
La domanda che mi ronzava in testa era sempre la stessa. Qual’era il misterioso progetto a cui stavo
per prendere parte?
L’angolo di Sue
Lu.
Allora. So che non è molto e che per ora non è neanche
molto interessante. Questa fic è un diesel: parte con calma, ma appena avviata prosegue…
Il prologo non sembra un prologo. Io non so come si
scrive un prologo -.-“ Ma siccome questo capitolo da l’inizio a tutto, l’ho chiamato
prologo. Per il titolo ho scelto “Perfect” perché… Beh, perché è perfetto xD Lo ripeto spesso durante
il capitolo, è un concetto che verrà ripreso anche più avanti, se mi
sopporterete fino ad allora ^^” Spero proprio che lo farete. Questa è la mia
prima Klaine e ci tengo che venga bene <3
Qualche piccola
informazione di servizio:
AU – non lo è, in un certo senso? Blaine non appartiene
al nostro tempo e da dove viene lui è tutto molto diverso…
Chi leggerà, vedrà ;)
OOC – per ora spiego il perché di questa scelta
limitandomi a Blaine. Quando Kurt farà la sua entrata in scena (teatrale,
ovviamente, perché lui è Kurt Hummel ù.ù) allora parlerò anche di lui. Comunque, Blaine.
Appartenendo ad un altro tempo, mi pare ovvio che sia un po’ diverso. Ancora non
si capiscono perfettamente le differenze neanche in lui, ma nel prossimo
capitolo sarà tutto molto più chiaro. E no, non sarà così tutta la fic, in poco
tempo riavremo il Blaine Anderson che noi tutte + Kurt amiamo *^*
Se avete letto anche solo una riga di ciò che ho
scritto, vi ringrazio. E vi stimo. Ma tanto, tanto, tanto ù.ù
Sapere cosa ne pensate mi piacerebbe moltissimo, perciò
se il vostro ditino, sì, quello lì appoggiato al mouse, vuole spingere sullo
spazio per le recensioni, non fermatelo ^^
Ok, mi eclisso, con la speranza che qualcuno si fili
questa fic. Speranza sì, pretese no.
Un bacione!
LazyLuchi