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Nuovi Incontri
Samantha si nascose in un vicolo buio, sperando di essere riuscita a seminare loro, ma il rumore dei piedi nudi che correvano sull'asfalto la mise nuovamente in allerta e si guardò freneticamente intorno per cercare un
nascondiglio; la sua unica speranza era il grande cassonetto dei rifiuti che aveva di fronte.
Alzò piano il coperchio e storse il naso, disgustata dall'odore
nauseabondo che conteneva, ma se non voleva finire divorata avrebbe
dovuto accontentarsi. Fece un respiro profondò e si tuffò
in quella marea di sporcizia; l'unico lato positivo di tutta questa
faccenda era che la puzza avrebbe di sicuro coperto il suo odore.
<< Chi sei? >> nel sentire qualcuno sussurrare alle sue
spalle si voltò di scatto, facendo traballare pericolosamente il
cassonetto. Imprecò in silenzio, cercando di riprendere la
calma.
Davanti a lei, c'era una bambina di circa sei anni, con i
capelli ricci, di un biondo talmente chiaro da risaltare persino in quella fitta oscurità. << Sei un mostro? >>
domandò spaventata e solo allora Samantha si ricordò
che
per lei era impossibile vedere al buio; a volte tendeva a considerare i
suoi nuovi poteri, se così li si voleva definire, uno cosa del
tutto normale.
<< No >> le rispose. << Adesso, però devi
stare zitta >> l'avvertì, sentendo i passi farsi sempre
più vicini. << Stanno arrivando >>
Vide la piccola annuire senza emettere un suono ed insieme attesero l'arrivo dell'alba.
<< Dove diavolo si sarà cacciata? >> ringhiò
Thomas camminando avanti ed indietro come un animale in gabbia.
<< Sbaglio o ieri sera sei stato tu a dire che non c'era da
preoccuparsi? >> chiese sarcastico Ian sgranocchiando un biscotto
umido.
<< Pensavo che sarebbe tornata prima dell'alba! >>
<< Tecnicamente non è ancora l'alba, ma manca poco
>> lo corresse. << Probabilmente vorrà aspettare che
loro vadano a dormire, per correre meno rischi >>
<< Forse >> mormorò Thomas affacciandosi cauto alla
finestra. << Comunque, se tra un paio d'ore non sarà
ancora tornata, andrò a cercarla >>
<< Non hai la pistola >>
<< Un coltello basta e avanza >>
<< Fa un po' come vuoi >>
Sam camminava a passo svelta per le vie di New York tenendo per mano la
bambina, guardando nervosamente ogni singolo palazzo, per assicurarsi
che nessun occhio umano e non le stesse seguendo.
<< Dove stiamo andando? >> domandò la bambina
faticando a tenere il suo passo. << Io sono stanca >>
<< La nostra casa non è lontana >> rispose
sbrigativa svoltando l'angolo.
Qualcuno le venne addosso, facendole
quasi perdere l'equilibrio, ma questo non le impedì di estrarre la
pistola e puntarla contro lo sconosciuto. << Sta lontano dai noi
>> sibilò minacciosa e l'uomo si lasciò andare ad
un sospiro sollevato. << Finalmente ti ho trovata >>
esclamò alzando finalmente lo sguardo e Sam incontrò due
occhio nocciola che ben conosceva. << Tom >> disse
rinfoderando l'arma. << Che cavolo ci fai qui? >>
<< Stavo venendo a cercarti >> rispose sbrigativo notando
la bambina nascosta dietro le sue gambe. << Lei chi è?
>>
<< Payton >> si presentò la piccola senza mollare la maglietta di Sam. << Tu come ti chiami? >>
Il medico sorrise dolcemente. << Mi chiamo Thomas, ma puoi chiamarmi Tom se preferisci >>
<< Potremmo toglierci dalla strada? >> domandò Sam
lanciando un occhiata significativa alle finestre del palazzo alle loro
spalle e Tom annuì tornando serio ed entrarono dalla porta sul
retro, raggiungendo il loro appartamento dalle scale antincendio.
Non appena varcarono la soglia di casa, vennero accolti dai rimproveri di Ian.
<< Siete dei pazzi! >> affermò furioso. << Tu
perché sei stata fuori tutta la notte e tu perché te la
sei filata senza avvertirmi! >>
<< Scusa >> dissero quasi in coro, lasciandosi sfuggire un lieve sorriso.
L'uomo si accasciò sul divano passandosi avvilito una mano in
volto. << Sembro mia madre >> borbottò e
guardò la bambina al loro fianco. << Dove l'avete trovata?
>>
<< Ero in un cassonetto dei rifiuti >> rispose la piccola
dirigendosi senza troppi complimenti in cucina. << Ho fame! >>
Ian la raggiunse, prendendole un pacchetto di biscotti. << Mi
dispiace piccola, ma è tutto quello che abbiamo >> si
scusò abbassandosi alla sua altezza. << Io sono Ian
>>
<< Payton >>
<< Piacere di conoscerti >>
<< Posso guardare i cartoni? >> disse la piccola,
afferrando i biscotti che li venivano offerti e sedendosi sul divano.
<< Si, ma tienila bassa >> rispose Sam, mentre si
allontanava un attimo con gli altri. << Dobbiamo decidere che
cosa fare >> iniziò Sam
senza troppi giri di parole. << Non possiamo continuare a vagare
di palazzo in palazzo >>
Le sue parole furono seguite da un silenzio carico di tensione,
sapevano che era la scelta più logica lasciare la città e
dirigersi verso zone più sicure, ma avevano paura di mettere in
pratica la fuga. << E dove pensi di andare? >> chiese
infine Ian.
<< Noi e la nostra Squadra stavamo per essere portati a Bethel
>> disse Tom schiarendosi la voce. << Si diceva che
lì, il virus non fosse mai arrivato >>
<< Nel Vermont?! >> esclamò l'ex agente
guardandolo come se fosse pazzo. << E come cavolo pensi di
arrivarci?! Di giorno, le strade sono piene di banditi, mentre la notte
appartiene a quegli esseri e per di più ora c'è
una bambina con noi! >>
<< Abbassa la voce >> lo ammonì Sam sporgendosi per
controllare che Payton non li stesse ascoltando; fortunatamente era
troppo presa a guardare i cartoni per starli a sentire. << Lo so,
ma cercheremo di trovare un'auto veloce e resistente
>> affermò affacciandosi ad una delle tante finestre.
<< La strada ne è piena! >>
<< E la benzina? >>
<< Ci basterà prenderla dalle altre macchine e dai distributori >>
rispose iniziando ad organizzare la giornata. << Io andrò
con Tom a cercare una macchina e della benzina sufficiente per il
viaggio >> si voltò verso il biondo. << Quanto ci
vuole per raggiungere Bethel? >>
<< Dieci, dodici ore al massimo se non c'è traffico
>> scherzò Tom per alleggerire la tensione che si era
creata. << Quando partiremo? >>
<< Oggi, prima di mezzogiorno >>
<< E io che faccio? >> domandò Ian indicando la
bambina. << Devo restare qui a fare da baby sitter? >>
<< No, prendi Payton e cerca del cibo, ma stai nelle zone sicure
mi raccomando >> lo avvertì. << Ci ritroviamo qui
alle dieci in punto, chiaro? >>
<< Sei tu il capo >> la prese in giro il ragazzo caricandosi lo zaino in spalla.
<< Vuoi che guidi io? >> chiese e Tom notando la sua
espressione stanca, erano in viaggio da circa otto ore e il sole
stava incominciando a calare, presto sarebbe stato buio e non avevano
ancora trovato un posto dove rifugiarsi.
<< No, meglio non perdere tempo >>
<< Giusto >>
<< Guarda quei due >> mormorò l'uomo indicando Ian e
Payton dormire profondamente. << Dormono come angioletti >>
Sam annuì appena, tornando a guardare fuori dal finestrino, ammirando il paesaggio desolato del Massachussets.
<< A che pensi? >> le chiese Tom senza staccare gli occhi dalla strada deserta.
<< A come era la mia vita prima dell'epidemia >> rispose sincera.
<< Sai, certe volte rimpiango persino di essere guarita dal
cancro >> ammise dopo un attimo di esitazione.
<< Perché? >>
<< Mi pare ovvio >>
<< La dottoressa Krippin avrebbe messo comunque in commercio la cura >>
<< Però è per colpa mia che non ha interrotto le
vendite, perché ha visto che ero guarita >>
protestò a bassa voce per non svegliare gli altri. << Le
ho dato false speranze >>
<< Sai che avevamo già scoperto i suoi effetti quando sei
arrivata da noi >> rispose calmo, poggiandole una mano sulla
spalla. << Non è colpa tua, al massimo dovresti incolpare
il sottoscritto >>
<< Non dire stupidaggini >>
<< Non l'ho fermata, anche se sapevo che la terapia trasformava
le persone in mostri perché volevo i soldi per portare avanti le
mie ricerche >>
<< Hai fatto degli errori, come tutti >>
<< Vero, e lo stesso vale per te perciò smettila di
pensare al passato >> le disse regalandole un sorriso dolce che
ricambiò con piacere, ma quell'attimo di felicità durò pochi istanti e, nel vedere
l'espressione di Tom raggelarsi la sua mano
corse subito alla pistola. << Che cosa hai visto? >>
<< C'è qualcuno a quell'incrocio >> mormorò e Sam,
svegliò senza troppa gentilezza Ian che aprì gli occhi di
scatto allarmato. << Che c'è? >> chiese stringendo a
sé la piccola.
<< Ci sono due persone sulla strada >> rispose Tom diminuendo la velocità, mentre Ian
svegliava la bambina. << Siamo arrivati?
>> disse assonnata stropicciandosi i grandi occhi verdi, ma capì subito dalle loro facce che c'era qualcosa
che non andava. << C-ci sono i mostri? >> balbettò
impaurita rifugiandosi tra le braccia di Ian che cercò di
tranquillizzarla. << No, è ancora giorno >> Non era
del tutto vero. Restavano solo pochi raggi ad illuminare il
cielo e, poi tutto sarebbe stato avvolto dall'oscurità.
<< Mi sembra che uno stia sorreggendo l'altro >>
osservò Sam, facendo cenno a Tom di accostare. << Non penso che
siano loro >>
Il ragazzo che sembrava il meno malconcio mise a terra il compagno e si
avviò a passi decisi verso la loro auto. << Ian prendi il
posto di Tom, noi due andiamo a controllarli >> disse Sam
scendendo velocemente dalla macchina. <<
Tieniti pronto a partire e a chiudere le porte >>
<< State attenti >> gli raccomandò mettendosi al posto di guida.
Tom e Sam si avvicinarono cauti e il ragazzo con dei lunghi capelli
neri si fermò,
sorridendo sollevato. << Non so come ringraziarvi per esservi
fermati >> esclamò porgendogli la mano, ma nel vedere che
non sembravano intenzionati a ricambiare la stretta se la mise in
tasca, leggermente imbarazzato. << Io e il mio amico stiamo in
quella casa laggiù e sentendo il rumore della vostra auto
siamo usciti per dare un'occhiata >>
<< Non sembra stare molto bene >> osservò Sam guardando il
secondo ragazzo seduto a terra con il viso pallido e smagrito.
<< Non è infetto se è questo che intendete >>
li tranquillizzò. << Siamo entrambi immuni al virus. lo
siete anche voi? >> questa volta fu il suo turno di essere
sospettoso e si allontanò di qualche passo, ricordandosi
improvvisamente che di quei tempi, era meglio non abbassare la guardia con nessuno.
<< Si >> mentì senza problemi Tom. In realtà solo lui e Ian lo erano, anche se molto probabilmente
anche Payton doveva esserne immune, altrimenti sarebbe già
morta; la situazione di Sam era molto diversa, ma questo al ragazzo non doveva interessare.
<< Allora che cos'ha? >> chiese Tom, mentre la sua parte medica prendeva il sopravvento.
<< Credo che dipenda dal fatto che non abbiamo mangiato molto
negli ultimi tempi >> in effetti entrambi erano pelle e ossa.
<< Gli darò un occhiata >> ma prima che potesse
avvicinarsi, si sentì afferrare la manica da Sam. <<
Che c'è? >>
<< Non lo fare >> mormorò senza lasciarlo andare.
<< Hai sentito che ha detto? Sono immuni >>
Scosse la testa indicandogli la gamba destra del ragazzo. << E' stato morso >>
<< Si >> affermò il ragazzo scaldandosi all'istante. << Ma se è
immune al virus non può essere stato contagiato! >>
<< Avete fatto il test? >>
<< Io si e anche lui mi ha detto di averlo fatto >>
<< Ti ha mentito >> disse semplicemente Sam estraendo la pistola. << Mi dispiace >>
<< NON OSARE SPARARGLI! >> urlò il giovane
frapponendosi tra lei e l'infetto. << LUI E' IL MIO MIGLIORE AMICO
>>
<< Tra pochi minuti non lo sarà più >>
<< Ti sbag... >> non fece in tempo a terminare la frase,
perché proprio in quel momento l'altro ragazzo si fiondò
su di lui, azzannandolo alla gamba e facendolo urlare di dolore.
Sam non poteva sparare, senza rischiare di colpire il moro, così
Tom cercò di dividerli, colpendo l'infetto in testa con dei
calci. La creatura mollò la presa e il giovane cadde a terra strisciando
lontano da lui. << Che cazzo fai, Brad?! >> gridò
fuori di testa dalla paura.
<< Vai in macchina! >> gli ordinò Sam cercando di
prendere la mira sul mostro che adesso si era avventato su Tom. Fece
fuoco nell'istante in cui Brad affondò i suoi denti nel
collo di Tom ed entrambi caddero in terra in una pozza di sangue.
<< TOM! >> corse verso di lui, pregando di non averlo colpito e con sollievo lo vide
togliesi di dosso il cadavere, massaggiandosi la ferita dalla quale
usciva un rivolo di sangue. << Grazie >> disse alzandosi in
piedi. << Per tutto >>
<< Di niente >>
<< Sono un
idiota >>
<< Non lo sei >> disse Sam fasciandogli il collo con un
pezzo della sua maglia. << Ti fidi solo troppo delle persone
>>
<< Il dottore lo fa, mentre l'uomo mi diceva di fare dietrofront e scappare più veloce del vento
>>
Tornarono in fretta alla macchina e videro Ian guardare con sospetto il
ragazzo, impedendogli di entrare nell'auto. << Secondo te diceva
la verità prima? >> domandò Sam con la mano sulla
pistola. << Il suo amico non mi sembrava molto immune al virus
>>
<< Credo che non stesse mentendo >> affermò Tom
osservando il ragazzo appoggiato alla macchina, tremante di paura.
<< Anche perché dovrebbe già mostrare i primi
sintomi di contagio, visto che è stato per tutto questo tempo a contatto
con un infetto >>
<< Lo portiamo con noi? >>
<< Si, ma per il momento è meglio evitare di farlo stare a
bordo >> disse con un ghigno, indicando un piccolo carrello per
auto parcheggiato davanti ad una villetta. << Sposteremo le
provviste e la benzina lì dentro e metteremo il
ragazzo nel bagagliaio fino a quando non saremo sicuri che diceva il
vero >>
<< Perché avete messo quel ragazzo nel baule? >>
domandò Payton guardando un dito che usciva da uno dei buchi che
Sam aveva fatto per l'aria.
<< Non ci stava >> mentì la donna. << Adesso cerca di dormire >> le disse
mettendole una coperta intorno alle spalle per proteggerla dal freddo
pungente; per risparmiare carburante avevano deciso di non accendere il
riscaldamento. << Ti prometto che quando ti sveglierai saremo
già arrivati >>
<< Ok >>
Payton impiegò pochi minuti per
addormentarsi nuovamente come un sasso. << Quanto manca? >>
chiese Sam scrutando nervosa le piccole villette avvolte
nell'oscurità >>
<< Trenta, massimo quaranta minuti >> rispose Ian
aumentando leggermente la velocità. << Pensare che prima
adoravo stare in giro di notte, invece adesso ho una paura fottuta
>>
<< Non sei il solo >> disse Tom frugando nel borsone che aveva davanti. << Devo farti l'iniezione >>
<< Sto bene >> mormorò Sam; iniziava a
sentire il mostro che era in lei tornare a galla, ma non era niente di
incontrollabile.
<< Sei sicura? >>
Alzò gli occhi al cielo seccata. << Ti ho detto di si >>
<< Va bene >> disse rimettendo la siringa nel borsone.
<< Adesso scusatemi, ma ho proprio bisogno di dormire >>
Dopo circa cinque minuti era già nel mondo dei sogni. <<
Ma come diavolo fa?! >> chiese stupito Ian. << Potremmo
venire attaccati in qualunque momento e lui, si addormenta come se
niente fosse >>
<< Era stanco >> lo difese Sam accoccolandosi sul sedile
come meglio poteva. << E lo sono anch'io. Ti dispiace se mi
faccio una dormita? >>
<< Fa pure, tanto siamo solo in pericolo di vita >>
mormorò contrariato guardando nervosamente nello specchietto
retrovisore per assicurarsi che nessuno gli stesse seguendo.
<< Smettila di preoccuparti, l'alba sorgerà a momenti >>
<< Inizio ad assomigliare veramente troppo a mia madre >>
borbottò e Sam le sorrise stanca, prima di chiudere gli occhi
per cadere in un sonno tormentato da ricordi ed incubi.
<< Sam >> la voce di Tom la riscosse dal sonno e, nel
vedere la sua espressione guardinga si mise subito in allerta. <<
Che cosa c'è? >> domandò allarmata.
<< E da alcuni minuti che quel ragazzo picchia come un matto,
rischiando di farci uscire fuori strada >> rispose indicando il
baule. Nei punti dove il giovane tirava dei colpi, il metallo si
piegava leggermente per poi riprendere la sua normale forma.
<< Credi che sia infetto? >>
<< Non lo so, Ian sta andando a controllare >>
<< Vado con lui >>
<< Non serve, è giorno, se aprirà il baule quel povero ragazzo si ustionerà all'istante >>
Osservarono in silenzio Ian avvicinarsi al bagagliaio ed aprirlo
cautamente. Il cuore di Sam sprofondò quando lo vide scattare
all'indietro
con la pistola sollevata, ma l'abbassò subito, scoppiando a ridere come un matto, lasciandoli basiti.
<< Che cazzo ha da ridere?! >> esclamò Tom
scendendo dalla macchina. Si bloccò quasi suibito, fissando
stupito il ragazzo che Samantha non riusciva a vedere per colpa del
coperchio aperto del
baule.
<< Tom? >> domandò e proprio in quel momento
Payton si svegliò puntando incuriosita i suoi occhi su di lei.
<< Che succede? >>
<< Aspetta qui >>
Scese circospetta dalla macchina, al fianco di Tom e subito capì che cosa aveva fatto ridere il loro compagno.
Il ragazzo dai capelli neri aveva una grossa macchia sul cavallo dei
pantaloni e stava urlando contro Ian che era piegato in due dalle
risate. << Se tu mi avessi lasciato uscire questo non sarebbe
successo! >> ringhiò il giovane togliendosi i pantaloni e
Sam si nascose imbarazzata dietro a Tom nascondendo il viso nelle sue
spalle. Non portava le mutande!
Le risate di Ian aumentarono di colpo, coperte dalle maledizioni che il
ragazzo gli lanciava e dai rimproveri di Tom. << Smettila di fare
il cretino, Ian e prestagli un paio dei tuoi pantaloni e tu copriti
dannazione! >>
Solo allora il ragazzo si accorse della donna ed obbedì all'istante. << Scusa >>
<< D-di niente >> balbettò Sam mentre sentiva le sue
guance prendere fuoco. << V-vado da Payton >>
Questa volta permisero al ragazzo di salire in macchina e lui si
sedette sollevato sul sedile anteriore, rubando il posto a Tom.
<< Io mi chiamo Ben Cooper >> si presentò ignorando
i borbottii seccati di Tom, mentre prendeva posto dietro, al fianco
della bambina. << Sono un esperto di informatica >>
<< Un hacker? >> domandò acido Tom, beccandosi una
gomitata da parte di Sam. << Gli ho solo fatto una domanda
>>
<< Hai indovinato, fratello >> rispose senza il minimo imbarazzo. << Ed uno dei migliori >>
<< Beh, fratello >> esclamò Tom sottolineando con
forza l'ultima parola. << Di questi tempi non conta quanto
sei bravo con il computer, ma quanto lo sei con la pistola >>
Il volto del ragazzo si incupì. << Lo so >>
mormorò guardando i primi raggi di sole fare il loro ingresso da
dietro le montagne.
Ian gli arruffò amichevolmente i capelli. << Non starlo a
sentire >> disse con un sorriso. << Io mi chiamo Ian Prince
e, quel brontolone lì dietro è Thomas Wood >>
<< Molto piacere >>
Tom grugnì, chiudendo ostinatamente gli occhi.
<< Fa sempre così? >> domandò Ben alla
ragazza che scosse il capo con un sorriso. << Solo con quelli che
gli stanno simpatici >>
<< Allora sono fortunato >>
Sam si sporse per stringergli la mano. << Samantha Gray, piacere e lei è la piccola Payton >>
<< Ciao >> mormorò imbarazzata la bambina tendendogli la sua piccola manina.
<< Ciao >> rispose Ben con un sorriso a trentadue denti.
<< E' la figlia di uno di voi? >> chiese spostando lo
sguardo su Tom, che era il più vecchio del gruppo.
<< No, l'ho trovata in un cassonetto >>
<< Ah >>
<< Parlaci di te >> esclamò Sam incuriosita.
<< Sei rimasto solo, o hai ancora qualche famigliare sparso per
il mondo? >>
<< Beh, veramente non ho più notizie dei miei genitori da
quasi sette anni >> ammise mutando subito espressione. <<
Non so se sono ancora vivi, ma probabilmente non lo sono >>
<< Dove vivevano? >>
<< A San Francisco >>
Ian fischiò piano. << Ci sono stato una volta, davvero una splendida città >>
<< Si >>
<< Perché te ne sei andato? >>
<< Ecco... >> le sue parole vennero interrotte da uno sparo
e Ian sterzò bruscamente, facendoli finire fuori strada.
Sam riuscì a bloccare la piccola prima che venisse sbalzata in
avanti, ma non poté fare niente per evitare che Tom sbattesse
violentemente la faccia contro il finestrino. << Chi è
stato a sparare? >>domandò massaggiandosi il naso
sanguinante, mentre Ben si voltava per assicurarsi che stessero tutti
bene.
Sam guardò il parabrezza, una pallottola aveva provocato un foro
nel vetro, ma fortunatamente sembravano tutti illesi. << Hai
visto chi è stato a spararci, Ian? >>
<< No >> ansimò il ragazzo e subito Tom capì
che c'era qualcosa che non andava. << Hanno colpito Ian >>
esclamò uscendo dall'auto per andare a soccorrere il compagno.
<< Cazzo >> imprecò Ben notando solo allora la spalla insanguinata dell'ex agente.
In un istante le portiere si aprirono e delle braccia sconosciute
afferrarono Sam trascinandola fuori dall'auto e lo stesso fecero con
Ben, Payton e Ian che gemette di dolore quando venne scaraventato a
terra al fianco di Tom.
<< Stamattina abbiamo fatto pesca grossa, amici miei >>
esclamò una voce, sollevando con forza il viso di Sam e la
ragazza si ritrovò a pochi centimetri dal volto di un uomo con
la folta barba e la pelle scottata dal sole.
<< Ciao, bellezza >>
Per tutta risposta, Sam gli sputò in un occhio, ma allo
straniero non parve importare. << Jack, prendi degli uomini con
te e porta i nostri ospiti alla base, mentre io mi occupo di questo bel
giocattolino >> ordinò lasciandola per ammirare il
fuoristrada.
Vennero trascinati all'interno di un edificio che doveva essere stata
una scuola e sbattuti in un piccolo ufficio. Quando se ne furono
andati, Tom si fiondò al fianco di Ian, premendogli le mani
sulla ferita alla spalla per bloccare la fuoriuscita di sangue.
<< Come sta? >> chiese Sam osservando il volto pallido del
ragazzo.
<< Non bene >> rispose Tom. << Aiutami a togliergli la maglietta >>
Gli tolsero la maglietta sporca di sangue cercando di muoverlo il meno
possibile e lo videro stringere i denti nel tentativo di non lasciarsi
sfuggire nemmeno un grido. L'odore del sangue colpì Sam come un
pugno nello stomaco; il virus stava iniziando ad avere la meglio sul
vaccino.
Cercò di ignorare quel disgustoso desiderio di affondare i suoi
denti nella tenera carne del compagno e si concentrò sul volto
sudato di Ian.
<< Riesco a vedere il proiettile >> mormorò Tom,
guardandosi freneticamente intorno. << Avete un coltello? >>
<< Cosa vuoi fare? >> chiese Ben, cercando di
tranquillizzare Payton, mentre Sam estraeva l'arma dai suoi pantaloni;
fortunatamente quando l'avevano perquisita, quegli uomini non l'avevano
trovato.
<< Devo rimuovere il proiettile, altrimenti continuerà a sanguinare >>
<< Sei sicuro di quello che fai? >>
<< No, avete anche un accendino? >>
<< N-nella mia tasca >> boccheggiò Ian indicando i
suoi pantaloni e Samantha lo prese alla svelta, controllando che
funzionasse. << Perché hai un accendino? >>
domandò per distrarre il ragazzo da quello che Tom stava per
fargli.
<< Sono molto utili quando ti sparano >> scherzò
osservando con la coda dell'occhio il biondo scaldare la piccola lama
del coltello. << Questo farà male >>
<< Non preoccuparti, sarà veloce >> lo rassicurò Sam accarezzandogli la guancia.
<< Non avete della morfina da qualche parte, vero? >>
sussurrò e prima che Tom potesse iniziare gli bloccò la
mano, posando i suoi occhi verdi sulla ragazza. << Tappami la
bocca, non voglio che Payton si spaventi ancora di più >>
Sam annuì, chiamando al suo fianco Ben. << Non farlo
urlare >> gli ordinò mentre bloccava saldamente il corpo
dell'ex agente con il proprio per impedirgli di muoversi.
<< Non preoccuparti Payton >> disse rivolgendosi alla
bambina. << Tra poco sarà tutto finito, ma promettimi
di non guardare >>
La bambina lanciò un ultimo sguardo preoccupato ad Ian, prima di
nascondersi sotto la scrivania e voltarsi dall'altra parte, coprendosi
le orecchie.
Anche Sam distolse lo sguardo dal ragazzo e si concentrò sul
volto pallido e spaventato di Ben. Dovette usare tutta la sua forza per
bloccarlo a terra, ma alla fine il suo corpo si rilassò e Thomas
mostrò loro trionfante il proiettile. << Ci sono riuscito!
>> esclamò posandolo a terra, prima di tornare a
concentrarsi nuovamente su Ian che sembrava sul punto di perdere i
sensi.
<< Questo significa che non morirà? >> chiese Ben
lasciandosi cadere al fianco dell'uomo con un sospirò.
<< Bisognerà tenere controllata la ferita affinché
non faccia infezione, ma a parte questo dovrebbe farcela >>
rispose con la sua solita sincerità, finendo di fasciare la
spalla di Ian.
Sam sorrise sollevata e raggiunse Payton sotto la scrivania. <<
Adesso se vuoi puoi andare da Ian >> le disse e la piccola si
fiondò subito da lui, sorridendogli felice. << Ti fa tanto
male? >> gli domandò indicando incuriosita la fasciatura e
Ian scosse la testa con presunzione. << Nah, è solo un
graffio >
<< Non dire bugie! >> lo rimproverò la piccola con
un cipiglio severo che fece scoppiare a ridere i tre uomini. Sam non si
unì alle risate, era troppo concentrata ad osservare la sua
pelle arrossarsi leggermente dove la luce del sole la colpiva.
Aveva bisogno del vaccino, e in fretta anche.
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