Amanda's murder

di Red Fox
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Okay. Ho questa cosa in testa da mesi, e da altrettato tempo ce l'ho a marcire sul desktop del pc, in attesa che mi decidessi a pubblicarlo.
Beh, accolo qui x°
Non so ancora se lo continuerò o no. Ho già scritto qualcosina come continuazione, ma non sono molto sicura di pubblicarlo. Perciò per ora metto "completo", però sappiate che potrei cambiare :3
Spero vi piaccia! *^*
Red Fox


Amanda's murder

 

 

 

Eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve

essere la verità”

 

(Sherlock Holmes)

 

 

 

Erano quasi le undici di sera, Amanda sapeva che ormai mancava poco. Si alzò lentamente dal divano in pelle nero e, dopo essersi aggiustata le pieghe della gonna che indossava, si avvicinò alla finestra cercando di distinguere il paesaggio all'esterno. Nick le aveva detto di aspettarlo davanti al portone d'ingresso della casa, ma lei non voleva rimanere fuori al freddo -da sola- per chissà quanto tempo, perciò sperava di riuscire almeno a capire se stesse arrivando tenendo d'occhio il cortile dalla finestra. Inutilmente, perché non si vedeva niente, probabilmente i lampioni che costeggiavano la strada erano rotti. Sbuffò, infastidita.

Aveva recentemente scoperto che Nick durante le vacanze d'inverno era stato con Lydia. Ovvero, aveva scoperto che il suo ragazzo andava a letto con sua sorella. Ovviamente Amanda lo aveva chiamato immediatamente per sapere da lui cos'era davvero successo. La scusa di Nick era stata fantastica: credevo fossi tu, aveva detto.

Ora, Amanda sapeva che lei e Lydia era molto simili -non per niente erano gemelle- ma da lì a confonderle ce n'era. Perciò aveva iniziato ad insultarlo, a maledirlo ed era scoppiata in un patetico pianto. Nick cercava di calmarla, provava a spiegarle che era stato solo un errore, che il loro amore era più di quello e cercava di convincerla ad incontrarsi per discuterne.

Amanda alla fine si era fatta convincere.

Si era messa la gonna attillata nera con la tasca ricamata, un top argentato che metteva in mostra il suo seno abbondante e un paio di scarpe col tacco nere, molto sexy. Si era lisciata i capelli, li aveva legati insieme in una coda alta e poi aveva lavorato sul trucco. Matita nera, un leggero velo di fard e sulle palpebre aveva passato un po' di colore grigio e alcuni spruzzi di nero, donando un effetto smoochy. Poi era uscita di casa, soddisfatta del proprio lavoro, e si era diretta verso casa di Jane. Una volta lì era rimasta sbigottita. L'amica le aveva detto che avrebbe dato una festicciola, ma lì erano presenti sì e no trecento ragazzi! Ovviamente quasi tutti ci avevano provato con lei -mica si era vestita così per niente!- ma lei sorrideva a tutti senza però accontentarne nessuno.

D'altronde, lei non tradiva a contrario di Nick.

Verso le dieci meno un quarto se n'erano tutti andati da Robert, il vicino che aveva la piscina e gli alcolici, così adesso da Jane erano rimaste solamente cinque o sei persone.

Amanda sarebbe andata volentieri da Robert, ma quel cretino di Nick doveva passarla a prendere per “parlare”.

Da fuori, poteva sentire la musica altissima di Bad Romance e provò una forte invidia verso i ragazzi che erano lì a divertirsi. Sospirò. Che almeno Nick si sbrigasse e non la facesse rimanere lì, ferma sul pianerottolo della casa a scaldarsi le mani con il fiato. Si era spostata all'esterno quando da sopra Jane l'aveva avvertita che una macchina stava passando sul Jeffrey Bridge.

Evidentemente Nick aveva scelto la strada più lunga.

Eppure l'auto non arrivava. Che Jane si fosse sbagliata? Strano, visto che la macchina del ragazzo una volta era sua. Jane aveva sempre avuto una vista perfetta, quindi le risultava impossibile che si fosse sbagliata a riconoscere la sua vecchia Ford grigia. Perciò, perché Nick non arrivava?

Da dietro la curva vide due fari. Eccolo, pensò. Si diede una veloce aggiustatina alla gonna, mostrando per bene le sue gambe perfette, e si aggiustò il seno, controllando di non farsi vedere dal suo quasi ex-ragazzo.

Alzò lo sguardo, aspettandosi di vedere l'auto di Nick avvicinarsi al vialetto ma i fari dell'auto erano sempre lì fermi e la macchina non sembrava intenzionata ad andare a prenderla.

-Pezzo di merda.- mormorò Amanda, furiosa con Nick che la faceva camminare. Avrebbe anche potuto andarla a prendere, visto e considerato che era lui a voler parlare.

Sbuffò, infastidita e si incamminò verso l'auto che sembrava aspettarla dietro la curva.

Quando arrivò accanto all'auto e aprì la portiera -Potevi anche fare quei venti metri in più, non ti avrebbe cambiato la vita.- disse sedendosi sul sedile del passeggero. Girò il viso verso il ragazzo ma scoprì, con sorpresa, che era vuoto.

Era uno scherzo? Nick la stava prendendo in giro? Dio, se era un bambino. Come aveva fatto ad innamorarsi di uno come lui proprio non riusciva a capirlo.

Scese dalla macchina, guardandosi intorno per cercare il giovane.

Dove diamine si era andato a cacciare?

All'improvviso un rumore alle sue spalle la fece voltare.

Sobbalzò, quando vide la scena che le si parava davanti.

Con angoscia, cercò di scappare. Ma l'ombra fu più veloce di lei.

L'ultima cosa che Amanda vide fu un sorriso strafottente e sadico sul volto della persona che le stava davanti. Poi, il buio.

 

Il cadavere di Amanda fu ritrovato la mattina successiva, lasciato sul ciglio della strada, tra la neve sporca di catrame e le pozzanghere di fango. Sembrava che stesse dormendo, ma chi sapeva capì la crudeltà e l'angoscia che stavano dietro a quel gesto.

Il mistero della sua nascita, forse sarebbe stato svelato ora che aveva cessato di esistere.





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