Digimon Zero-02
Digimon Zero
Una fanfiction di Digimon scritta da: Justice Gundam
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Capitolo 2 - Arrivo a DigiWorld
Quella mattina, Sho Kusanagi si era alzato insolitamente presto: il sole
aveva appena iniziato a far filtrare i suoi primi raggi oltre l'orizzonte, e
l'orologio digitale appoggiato sulla credenza vicino al suo letto non segnava
ancora le sette del mattino. Con un sospiro preoccupato, il ragazzino si era
messo seduto sul suo letto, scostando le coperte e il copriletto azzurro
decorato con stelle e pianeti. Si stiracchiò pigramente, detestando l'idea di
non riuscire a dormire ancora come era sua abitudine nei weekend, e si
stropicciò gli occhi con una mano, in modo da scacciare il torpore che ancora
appesantiva il suo corpo. Poi, scostò di poco le tende della finestra sotto alla
quale stava il suo letto. Un raggio di sole filtrò dal vetro, illuminando il
letto disfatto e il suo occupante, vestito di un pigiama grigio a maniche
lunghe.
Gli occhi di Sho si strinsero, non ancora riabituati alla luce, e il
ragazzino si mise una mano davanti alla bocca per trattenere uno sbadiglio che
minacciava di uscirgli dalla gola. Finalmente, quando la vista gli fu tornata
normale, Sho si mise seduto a gambe incrociate sul materasso, gli occhi
semichiusi che guardavano verso il comodino, concentrati sulle cifre in rosso
splendente sul quadrante del suo orologio, e su quel piccolo dispositivo con lo
schermo a cristalli liquidi...
"Già... quello..." mormorò Sho, ripensando con fastidio alla sera prima, al
momento in cui lo schermo del suo computer veva iniziato ad emettere tutte
quelle strane lucine, e quell'aggeggio era saltato fuori. "Ma che cosa diamine
sarà, poi? Da dove è venuto? Io me ne intendo un pò di computer... ma una cosa
del genere non l'avevo vista mai!"
Sho non aveva parlato ai suoi genitori di quanto era accaduto quella sera.
Dopotutto, era sicuro che non lo avrebbero mai creduto. Aveva cercato di
comportarsi come tutte le sere, restando a tavola con i suoi genitori, parlando
del più e del meno... e tuttavia, ne era convinto, non era riuscito a nascondere
ai suoi genitori il fatto che ci fosse qualcosa che non andava. Si era accorto
di parlare meno del solito, di sembrare distratto... e, soprattutto, che i suoi
genitori si erano resi conto del suo disagio. Prima che lui ritornasse in
camera, sua madre gli aveva chiesto se c'era qualche problema che lo turbasse, e
Sho l'aveva rassicurata dicendole che era stanco per la lunga giornata di
scuola, e che non aveva bisogno d'altro che un pò di riposo. Detto ciò, aveva
salutato i suoi genitori, e aveva loro augurato la buona notte, ritirandosi poi
nella sua camera, infilandosi il pigiama, e fiondandosi a letto.
Il sonno, però, non era stato per niente facile. Quel piccolo aggeggio uscito
dallo schermo del suo PC, qualunque cosa esso fosse, continuava a rimanere nei
suoi pensieri, e Sho ci aveva messo un'ora buona per piombare finalmente nel
mondo dei sogni. Sogni che, purtroppo per lui, continuavano a riportargli alla
mente quella strana cosa. In sogno, Sho aveva visto sè stesso, Yurika, e altri
tre bambini camminare assieme lungo quella che sembrava essere una strada di
campagna: tutti avevano in mano dei dispositivi elettronici assolutamente
identici al suo, e portavano al collo, come delle medagliette, degli oggetti non
meglio identificati che brillavano di luce dorata. Ma la cosa forse più
peculiare era che ognuno di loro era accompagnato da una strana creatura, ognuna
di un tipo che Sho non aveva mai visto prima: un tirannosauro in miniatura dalle
squame bianche, una grossa larva gialla striata di nero, un orsacchiotto con il
berretto da baseball, un gatto nero che si reggeva sulle zampe posteriori, e uno
strano uccello simile ad un incrocio tra un falchetto ed un gufo. Sembrava una
scena tanto calma ed idilliaca, ma c'era qualcosa che non andava... per esempio,
perchè il cielo era di un cupo colore blu oltremare, e solcato da una malata
aurora boreale verde e gialla, che gettava una luce innaturale sull'intero
paesaggio? E perchè ad un certo punto sembrava che la strada scomparisse nel
nulla, finendo in un immenso, apparentemente infinito, buco nero?
Ma non era stato quello l'unico sogno strano della nottata: subito dopo ne
era venuto un altro, decisamente meno tranquillo: Sho, Yurika, e gli altri tre
ragazzi stavano assistendo, sbracciandosi e facendo il tifo, al duello che altre
cinque strane creature (un drago alato, una gigantesca vespa meccanica, un
uomo-leone cibernetico, una demonessa vestita di nero, e un corvo gigante)
stavano sostenendo contro un'orrenda aberrazione dal corpo sferico e privo di
arti, costellato di tentacoli che terminavano ciascuno con un occhio lucente e
maligno. I cinque ragazzini avevano tutti in mano i famosi oggettini simili a
videogiochi tascabili... e dallo schermo di ognuno di quegli strani aggeggi
partivano dei raggi di luce che irradiavano i corpi del drago, dell'insetto
robot, e degli altri mostri che affrontavano la bestia dai tanti occhi...
Poi, un cavaliere dai tratti draconici e dall'armatura azzurra che duellava
con un demone umanoide vestito di una tunica e un cappuccio rossi...
Infine, nell'ultima visione, Sho aveva assistito al terrificante spettacolo
di un colossale mostro dall'aspetto demoniaco, il cui corpo fuoriusciva da una
struttura viola a forma di poliedro sospesa nel vuoto dello spazio. Numerosi
artigli di metallo fuoriuscivano da svariati bocchettoni dorati sparsi qua e
là... e due di essi erano diretti, con chiari e raggelanti intenti distruttivi,
verso la Terra... e verso uno strano pianeta ad essa molto simile, ma i cui mari
si trovavano là dove sul nostro c'erano i continenti, e viceversa!
A quel punto, il sogno era finito, e Sho si era alzato con uno scatto
improvviso, respirando affannosamente in preda ad un terribile attacco di ansia.
Gli ci erano voluti alcuni minuti per calmarsi, guardarsi attorno, e rendersi
conto di essere ancora nella sua camera, nel suo letto dalle lenzuola bagnate di
sudore. Un rapido sguardo verso l'orologio digitale gli fece notare che erano
appena suonate le cinque del mattino... la notte era volata via senza che il
ragazzino neanche se ne accorgesse!
Sho imprecò silenziosamente contro quegli strani sogni che avevano fatto
volare via una notte di meritato riposo, e si alzò finalmente dal suo letto,
infilando i piedi in un paio di pantofole blu lasciate lì vicino. Mormorando
ancora qualcosa tra sè, si alzò in piedi e si stiracchiò di nuovo, voltandosi
poi verso la finestra per aprirla completamente e permettere ai raggi ancora
pallidi del sole di rivelare la sua disordinatissima stanza. Sho aprì la
finestra e prese una boccata dell'aria del mattino, e questo ebbe l'effetto di
svegliarlo completamente e scacciare le ultime vestigia di sonno.
"Allora, vediamo un pò..." si disse, andando verso la sua scrivania e
consultando un piccolo calendario che teneva attaccato al muro vicino al suo PC.
Vide che non aveva segnato niente sulla data attuale, il che gli parve un pò
strano. "Niente... eppure mi sembrava di dover fare qualcosa oggi, ma non mi
ricordo esattamente che cosa..." disse tra sè, sforzandosi di pensare a cosa
potesse aver dimenticato. Dopo qualche minuto, finalmente gli si riaccese la
lampadina.
"Oh, diavolo, è vero... stamattina ho appuntamento con Yurika a casa sua!"
esclamò Sho, sobbalzando e alzando involontariamente la voce. Ricordandosi poi
che i suoi genitori stavano ancora dormendo, si premette entrambe le mani sulla
bocca, rimproverandosi per la sua sbadataggine. Non c'era niente da fare, da
quando quella stupida sottospecie di inutile giochetto elettronico senza comandi
gli era arrivata tra le mani, era finito nel pallone...
Dopo aver atteso in silenzio qualche istante, le orecchie tese pronte a
cogliere qualsiasi suono potesse provenire dalla camera dei suoi genitori, Sho
si tolse le mani dalla bocca e tirò un sospiro di sollievo. Meno male che mamma
e papà avevano il sonno pesante, soprattutto durante il weekend... nemmeno la
sua esclamazione ad alta voce li aveva smossi!
"Okay, è ufficiale... la giornata non è cominciata col piede giusto..."
riflettè Sho, facendo per dirigersi verso l'uscita. Senza accorgersi di un
modellino rimasto per terra, finì per dargli un calcio con il tallone destro, e
un forte dolore gli esplose nel calcagno, facendolo sobbalzare e quasi
strappandogli una colorita imprecazione.
"AHIOOO... cavolo, altro che... non è giornata, punto e basta!" sibilò a
denti stretti, chinandosi verso il piede dolorante e massaggiandoselo nel
tentativo di far cessare la fitta. Irritato, il ragazzino rivolse poi tutta la
sua attenzione verso il giocattolo rimasto a terra, in mezzo a magliette,
figurine ed altre amenità. Senza tante sottigliezze, Sho fece un mucchio di
tutta la roba che stava lì vicino e la gettò in un angolo della stanza, dove non
avrebbe più potuto dargli fastidio.
"Hmph. Se la giornata va avanti così, stiamo freschi..." si disse,
raccogliendo dalla scrivania i suoi occhiali da aviatore e mettendoseli sulla
testa per trattenere i suoi capelli blu-neri che schizzavano da tutte le parti,
ulteriore prova della notte agitata che il loro proprietario aveva passato. Per
qualche motivo, il gesto lo fece sentire meglio. Quegli occhialoni erano un pò
il suo portafortuna. Non sapeva neanche lui come fossero capitati nelle sue
mani, ma sapeva che li aveva avuti fin da prima che Yurika si trasferisse a
Nerima, e che fin da quando era molto piccolo, ci era sempre stato affezionato.
Alcuni dei suoi amici trovavano strana la sua abitudine di tenersi sempre gli
occhialoni in testa, ma ormai facevano parte del suo look, e sembrava
impensabile vedere Sho senza di essi...
Prima di andarsene, il ragazzino gettò un'occhiataccia verso il suo comodino,
e più esattamente verso il malefico aggeggio che aveva tormentato i suoi sogni e
lo aveva fatto svegliare in un bagno di sudore. Ora, lo schermo a cristalli
liquidi sembrava restituirgli lo sguardo, quasi a prenderlo in giro per la
situazione in cui si trovava. Sapendo di fare una cosa molto stupida, ma non
riuscendo comunque a trattenersi, Sho 'rispose a tono' al congegno
elettronico.
"Per la cronaca, la colpa di tutto questo la dò a te!"
Poi, si diresse verso la porta e uscì dalla camera. Provare a dormire ancora
sarebbe stato inutile, quindi tanto valeva prepararsi un pò di colazione...
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Se non altro, la colazione era stata buona: qualche fetta di pane imburrato e
un tè verde bollente avevano fatto tornare il buonumore a Sho dopo quell'inizio
mattinata decisamente incerto. Il ragazzino era poi passato in bagno per farsi
una rapida doccia e lavarsi i denti, e alla sua uscita aveva visto che anche i
suoi genitori si erano alzati ed iniziavano a prepararsi per la giornata: la
porta della loro camera era aperta, e i signori Kusanagi, con addosso le
vestaglie e le pantofole, erano impegnati a rimettere a posto il loro letto.
Sho, con addosso un accappatoio bianco e con i capelli ancora umidi, si affacciò
alla loro porta e alzò una mano per salutarli.
"Oh, buongiorno, Sho!" lo salutò di rimando sua madre, la signora Kyoko
Kusanagi, una donna dai corti capelli neri a caschetto, vestita di un elegante
kimono azzurro decorato con motivi floreali e con un obi rosso dietro la
schiena, che si stava avvicinando alla quarantina d'anni, ma aveva ancora un
aspetto abbastanza giovanile, per quanto poco appariscente. Aspetto che bene si
spostava con il suo animo tranquillo e riservato, da donna giapponese
tradizionale. "Che sorpresa, vedo che ti stai già preparando!"
"Già... di solito il sabato mattina ci vogliono le cannonate per svegliarti!"
replicò con un sorriso bonario suo padre Hideo, raccogliendo gli occhiali dal
suo comodino e mettendoseli. Aveva uno o al massimo due anni più di sua moglie,
ed era un signore dall'aspetto abbastanza anonimo, non robusto ma neanche
gracile, con corti capelli castani e un'aria sempre allegra e cordiale che
rifletteva il suo carattere: era un uomo saggio, divertente e gentile, sempre
pronto a dispensare qualche buon consiglio a chi gli stava attorno... pur avendo
il difetto di prendere le cose un pò alla lontana e di disperdersi, di tanto in
tanto, nei ricordi del passato. Indossava in quel momento un kimono grigio
chiaro, legato in vita con una cintura dello stesso colore.
Tenendo gli occhi chiusi, il signor Kusanagi rivolse un sorrisetto arguto al
figlio. "Non sarà per il fatto che oggi ti vedi con la tua amica, Yurika? Questo
ha contribuito a svegliarti prima?"
Sho, colto alla sprovvista dalla domanda di suo padre, spalancò gli occhi, e
il suo viso assunse un interessante colorito rosato. "Che... che cosa stai
cercando di dire, papà? Ma cosa ti salta in mente, tutt'a un tratto? Io e Yurika
siamo soltanto amici, e sto andando a casa sua per aiutarla a risolvere un
problema con il computer! Tutto qui, davvero!" esclamò in fretta e furia.
La risposta strappò una breve risata ai due coniugi. Avevano già sentito quei
discorsi diverse volte prima di allora...
"Sai, figliolo, io e la tua mamma dicevamo esattamente le stesse cose quando
avevamo la tua età." spiegò, avvicinandosi a sua moglie e mettendole un braccio
attorno alle spalle. "Ci siamo conosciuti che avevamo sette od otto anni, e
siamo diventati amici in breve tempo... e in seguito... beh, i risultati sono
evidenti a tutt'oggi, non è vero, tesoro?"
La signora Kusanagi arrossì timidamente quando il marito la strinse
leggermente a sè, e dei cuoricini rosa iniziarono a fluttuare comicamente
attorno alla coppia, assieme a delle stelline di luce che illuminavano la camera
da letto tutt'attorno a loro.
"Già, caro, hai ragione... la nostra storia ha resistito all'erosione dei
decenni, ed è sopravvissuta intatta fino al giorno d'oggi... e sono sicura che
anche per i nostri ragazzi sarà così..." commentò Kyoko, appoggiando la testa
alla spalla di Hideo. Sho scosse la testa, mentre una grossa libellula nera
stilizzata gli passava dietro la nuca in segno di disappunto. Ancora una volta,
si erano persi nel loro mondo, e chi ce li toglieva più?
"Sigh... sì, conosco la storia... anche se l'ho sentita soltanto un centinaio
di volte..." mormorò Sho con sarcasmo, rimettendosi a posto l'accappatoio e
facendo per tornare in camera sua. "Va bene, lasciamo perdere... comunque, devo
vedermi con Yurika soltanto per quella faccenda del computer, giusto perchè non
vi facciate strane idee! Tornerò per pranzo!"
"Certamente... oh, e come la mettiamo con i compiti, signorino?" gli arrivò
la voce della madre, ancora allegra, ma questa volta velatamente imperiosa. "Non
credere che, solo perchè è sabato, mi riserverò di tormentarti con il tuo lavoro
scolastico! Hehehee..."
Mormorando qualcosa riguardo il sadismo di certi genitori, Sho si sbattè una
mano sulla fronte. E lui che sperava che, con la scusa di andare dalla sua
amica, si sarebbe risparmiato i compiti, almeno per quel giorno! "Ah... Ehm...
no, no, figurati, mamma, non me ne sono affatto dimenticato! Li faccio oggi
pomeriggio, dopo essere tornato da casa di Yurika!"
La signora Kusanagi, uscendo dalla sua stanza, alzò una mano in segno di
approvazione. "Bene, così mi piaci! Allora, per stamattina, divertitevi, voi
due! Ah, già, e se vuoi un consiglio... mettiti un pò di profumo, alle ragazze
piace!". Accompagnò l'ultimo consiglio con un occhiolino che fece scendere una
goccia di sudore dalla fronte del ragazzino. Le gocce divennero due quando il
padre, uscendo dalla stanza da letto e seguendo la moglie al piano terreno, gli
rivolse un segno dell'ok e gli disse qualcosa come: "Buona fortuna,
conquistatore!"
Imbarazzato, Sho rimase a guardare il suo espansivo papà e la sua gentile
mamma che scendevano le scale e arrivavano alla cucina, iniziando a prepararsi
la colazione. Proprio non riusciva a capirlo... come mai tutti pensavano che tra
lui e Yurika le cose dovessero evolversi oltre l'amicizia? Lui e Yurika
sarebbero rimasti amici per la vita, era tutto così semplice! Come mai tutti
sembravano pensare ai due come ad una coppia romantica? Oddio, certo, gli faceva
piacere stare con lei, e tutte queste cose, ma non lo aveva mai sfiorato l'idea
che potessero diventare fidanzati in futuro... certo, non voleva dire che non ci
fosse alcuna possibilità che le cose si sviluppassero in quel senso, ma
insomma...
"Argh! Adesso mi vado anche ad incantare!" esclamò, sbattendosi una mano
sulla fronte. Si era impegolato in una sfilza di pensieri e contropensieri, e
aveva finito per rimanere impalato nel corrisoio, come uno spaventapasseri. Si
riscosse rapidamente e si diresse in camera sua per vestirsi, trattenendo un
sospiro esasperato, e borbottando ancora tra sè. "E con questo, la giornata
prosegue nel migliore dei modi... Sono un uomo, non posso fermarmi a pensare a
queste romanticherie! Al diavolo, ora mi vesto, vado da Yurika a vedere cos'ha
il suo computer, e buona notte al secchio!"
Chiudendosi in camera sua, Sho andò a frugare nel suo guardaroba, alla
ricerca di qualcosa di decente da mettersi per andare dalla sua amica: dopo aver
pescato una maglietta rossa a maniche corte, un paio di pantaloncini corti neri,
un paio di calzini bianchi e le sue scarpe da ginnastica rosse, si vestì in
fretta e raccolse dal suo comodino lo strano 'videogioco portatile' che lo aveva
tormentato quella notte, mettendoselo in tasca. Per qualche motivo, aveva la
sensazione che c'entrasse qualcosa con il 'problema con il PC' di cui Yurika gli
aveva parlato il pomeriggio prima... non sapeva esattamente perchè, ma lo
sentiva, e lui si fidava delle sue impressioni.
"D'accordo, ora sì che sono pronto!" disse tra sè, guardandosi allo specchio
e rimettendosi a posto la maglietta rossa con un gesto della mano. Raccolse le
scarpe da ginnastica con la mano e, sentendosi già di umore migliore, uscì dalla
sua camera, scese al piano terreno, e raggiunse la porta di casa, salutando i
suoi genitori, intenti a prepararsi la colazione, mentre passava vicino al
tavolo della cucina. I coniugi Kusanagi gli risposero alzando lo sguardo e
salutandolo a loro volta.
"Mamma, papà, io esco! Se mi cercate, sapete che sono qui, a casa di Yurika!"
esclamò Sho, sedendosi sul gradino d'uscita ed infilandosi le scarpe.
"E va bene... allora, buon divertimento, tesoro!" rispose Keiko, che stava
preparando il tè. Suo marito, che stava mettendo alcuni piatti in tavola,
proseguì la frase. "Mi raccomando, sii cortese... e salutaci tanto
Yurika-chan... e anche i suoi, se per caso li vedi!"
"Senz'altro!" rispose il ragazzino, finendo di allacciarsi le scarpe, e
alzando il pollice verso i suoi genitori. Dopodichè, varcò la porta di casa e la
richiuse dietro di sè, godendosi la sensazione del tiepido sole e della brezza
primaverile sul suo viso.
Iniziò ad fischiettare un motivetto mentre si incamminava verso la casa in
stile tradizionale della famiglia Kagura, che si trovava lì a due passi. Una
volta raggiunto il cancello d'entrata e suonato il campanello, si vide
rispondere da una bambina sugli otto-nove anni, con i capelli castani chiari
legati in due buffi codini ai lati della testa e con addosso una leggera tuta da
casa di colore blu. Chiaramente, si trattava di Mieko, la sorellina di
Yurika.
"Ciao, Mieko-chan!" esclamò il ragazzino, alzando una mano e salutando la
ragazzina apparsa da dietro la porta scorrevole. "Tua sorella è in casa? Mi
dovevo vedere con lei, stamattina..."
La piccola Mieko lo guardò per un secondo, prima di ricordarsi di chi si
trattava. "Um... ah, sì, tu sei Sho Kusanagi, vero? Sì, Yurika è in casa...
adesso dev'essere in camera sua, doveva mettere a posto due cose con il suo
computer... te la chiamo, aspetta!"
Sho annuì, e la più piccola delle sorelle Kagura si voltò verso l'interno
della casa. "Yurika! Sorellina, vieni, è arrivato Sho!"
"Sì, arrivo!" la voce di Yurika, proveniente da una delle stanze più interne,
si sentì appena. Qualche secondo dopo, la vivace ragazzina dai capelli blu, in
quel momento legati in una coda dietro la nuca, apparve sulla soglia di casa e
sorrise agitando una mano verso Sho. "Ehilà, Sho-kun! Lieta di vederti, sei in
perfetto orario! Entra pure!"
"Ciao, Yurika-chan!" rispose Sho, varcando il cancello e mettendo piede sul
sentierino di rocce che portava all'abitazione. "I tuoi genitori sono in
casa?"
"No, sono già andati al lavoro... sai com'è, loro hanno degli orari piuttosto
proibitivi, visto che l'attività al centro commerciale inizia presto..." rispose
Yurika storcendo il naso. Entrambi i suoi genitori lavoravano in un grande
magazzino di Shinjuku, uno dei quartieri più popolosi e indaffarati di Tokyo: la
madre come commessa in un negozio di abbigliamento, e il padre come Junsa-cho.
Per questo motivo, si trovavano spesso a stare fuori casa tutta la giornata, e
non avevano molto tempo per stare con le figlie. Per fortuna, sia Yurika che
Mieko erano bambine abbastanza indipendenti, e la cosa non dava loro problemi...
tuttavia, entrambe le figlie sentivano di tanto in tanto la mancanza dei
genitori, e avrebbero voluto poter passare un pò più di tempo con loro.
Sho raggiunse la porta d'ingresso e si slacciò le scarpe, lasciandole vicino
a quelle delle due ragazzine, a fianco della porta d'ingresso. "Ah, capisco...
vabbè, quando li vedi, dì loro che io e i miei genitori gli mandiamo tanti
saluti! Posso entrare?"
"Prego! Ti ho già detto che potevi entrare". Yurika scostò del tutto la porta
scorrevole, permettendo all'amico di entrare in quella casa che ormai a lui era
così familiare, una casetta accogliente e funzionale nella sua semplicità,
pervasa da un'atmosfera di calore e cordialità: la sala d'ingresso era un'ampia
sala da pranzo, con un basso tavolino di legno, sul quale la famiglia era solita
consumare i pasti della sera, nel centro, e un piccolo televisore, posto su un
mobiletto, nell'angolo più lontano. Appesi qua e là sui muri c'erano dei piccoli
quadri ed incisioni che raffiguravano scene di vita del Giappone dell'era Meiji,
in qualche modo in accordo con il sapore di passato che quella casetta dava. La
casa era sempre tenuta meticolosamente pulita, il che riusciva sempre a mettere
un pò a disagio il disordinato Sho, abituato com'era a sguazzare nel caos. Il
ragazzino fece un passo dentro casa, dandosi un'occhiata intorno, poi, dopo aver
cercato le parole per qualche attimo di imbarazzato silenzio, si rivolse alla
sua amica, osservando per la prima volta in quella giornata come era vestita:
Yurika indossava una magliettina verde senza maniche orlata di bianco, un paio
di blue-jeans corti, e calzini bianchi che le arrivavano quasi al ginocchio, e
portava al collo una catenina dorata con tanto di medaglietta con su inciso il
primo kanji del suo nome.
"Allora, Yurika-chan, mi hai detto che avevi questo problema con il
computer..." cominciò a parlare Sho rivolto alla sua amica, dopo qualche attimo
di imbarazzato silenzio nel quale aveva cercato di scegliere le parole. "Puoi
dirmi di cosa si tratta?"
"Ecco..." la ragazzina dai capelli blu iniziò a giocherellare con le dita
delle mani. Sembrava che non fosse molto sicura di cosa dire. "Beh... come posso
spiegartelo, è una cosa un pò complicata... senti, forse è meglio che andiamo in
camera mia, così ti faccio vedere tutto..."
Sho corrugò la fronte: per qualche motivo, i suoi sospetti del giorno prima
erano stati acuiti dal modo di fare piuttosto misterioso della sua amica.
"Ehm... va bene, nessun problema... se mi mostri di cosa si tratta, magari
capisco prima..."
Con un sospiro, Yurika cominciò a dirigersi verso le scale che portavano al
primo piano, e fece cenno a Sho di venirle dietro. "D'accordo... seguimi, e
vediamo se puoi darmi una mano... anche se temo di no..."
"Se è come penso io, allora ci ho capito quanto te... assolutamente
nulla!" mormorò tra sè il ragazzino, seguendo la sua amica sulla rampa di
scale. Mieko, trattenendo una risatina divertita, si fiondò dietro Sho,
pedinando la sorella e il suo amico mentre questi si dirigevano verso le camere
da letto.
Yurika alzò gli occhi al cielo, sospettando il motivo per cui la sorellina li
stava seguendo così interessata. Dopotutto, era una cosa che faceva SEMPRE,
quando lei e il suo amico si incontravano a casa sua... "Mieko-oneechan, guarda
che bastiamo io e Sho per dare un'occhiata al mio computer! Non serve che tu ci
stia appiccicata come una zecca!"
"Ma io vi devo tenere d'occhio!" rispose prontamente la più piccola delle due
sorelle, con un sorriso che le andava da un orecchio all'altro. "Lo sai che
mamma e papà non vogliono che tu ti baci con qualche ragazzo prima del
fidanzamento ufficiale!"
Una libellula morta, giunta da chissà dove, cascò in testa a Sho prima di
spiaccicarsi per terra. Per qualche motivo, il ragazzino sentì un impellente
bisogno di prendere a craniate il muro. Ma PERCHE' oggi tutti si sentivano
obbligati ad insinuare che tra lui e la sua amica ci fosse qualcosa di più!?
Loro erano amici, si trovavano bene assieme, punto e basta!
A giudicare dalla nube temporalesca che apparve all'improvviso sopra la testa
di Yurika, la ragazzina dai capelli blu sembrava pensarla allo stesso modo.
"Mieko-chan..." ringhiò Yurika con tono minaccioso e i denti trasformati in
zanne triangolari, stringendo i pugni mentre una venuzza pulsante le appariva
sopra la testa. "...visto che sei la mia sorellina e ti voglio TANTO bene, ti do
due secondi e mezzo per sparire prima che ti afferri e ti faccia fare bungee
jumping senza elastico dal tetto di casa!"
"Ah, ahhh! Ho ragione io! Sho e Yurika si amano! Sho e Yurika si amano!"
canticchiò la bambina mentre si fiondava giù per le scale, assicurandosi di
usare la sua tonalità più stridula ed irritante. Sho la guardò esterrefatto
scendere con un agile balzo dagli ultimi tre gradini, e scomparire nella sala da
pranzo per salvarsi dalle ire della sorella maggiore, che dal canto suo era
rimasta là, a guardare inferocita la porta dietro la quale Mieko si era
rifugiata.
"Un giorno o l'altro mi farà impazzire..." mormorò la ragazzina dai capelli
blu, sbattendosi una mano sulla fronte e scuotendo la testa. "Non capisco perchè
tutti, e dico tutti, attorno a noi si siano fatti questa strana idea che noi due
ci fidanzeremo... voglio dire, è una cosa assurda, no?"
"Appunto! E' quello che dico sempre anch'io! Noi siamo amici... okay, grandi
amici... e basta! Non è così?" rispose Sho, alzando le spalle. Ormai, i due
amici erano arrivati alla camera di Yurika e Mieko. "Allora, Yurika-chan, qual è
questo problema con il computer di cui mi volevi parlare?"
"Adesso ti faccio vedere..." rispose lei, aprendo la porta della sua camera e
permettendo di vederne l'interno. Si trattava di una stanzetta confortevole e
pulita, come anche il resto della casa, con due letti a castello nell'angolo più
a destra, un armadio, peluche di vari tipi disposti ordinatamente su delle
mensole attaccate al muro, e una scrivania sul lato opposto ai due letti, sulla
quale spiccavano un PC acceso con lo schermo in protezione, alcuni libri
scolastici, e una divisa da judo bianca, meticolosamente ripiegata, con una
cintura gialla appoggiata sopra. Prima che Sho potesse chiederle qualcosa,
Yurika si diresse verso la sua scrivania, allungò una mano dietro al computer, e
prese qualcosa...
"Ecco, Sho-kun, guarda... il problema è questo!" esclamò Yurika, voltandosi
verso il suo amico ed estendendo verso di lui la mano con la quale teneva il
misterioso oggetto. Non appena gli diede un'occhiata, Sho spalancò gli occhi e
sobbalzò, trattenendo il respiro in un rantolo di sorpresa: i suoi sospetti
erano stati confermati! In mano alla sua amica del cuore stava un piccolo
oggetto vagamente simile ad un videogioco portatile, con lo schermo a cristalli
liquidi in quel momento spento, e nessun bottone o comando visibile sulla
superficie: non c'erano dubbi, era lo stesso strano oggettino che era uscito dal
PC di Sho la sera prima!
Un indistinto sentimento di paura cominciò ad impossessarsi di Sho: ora la
faccenda cominciava a farsi in qualche modo inquietante! Un centinaio di domande
si avvicendarono nello spazio di pochi secondi nella mente del ragazzino. Cosa
erano, una volta per tutte, quegli strani aggeggi? A cosa servivano? Da dove
venivano?
"Ora... so che dirai che probabilmente sono un pò schizzata, ma..." riprese
Yurika, interrompendo il flusso di pensieri di Sho e costringendolo a
concentrarsi sulla situazione presente. "Beh, se ti chiedi da dove venga
questo... questo... coso... ti rispondo che l'altro giorno, mentre stavo
riordinando alcuni file del mio computer, mi sono ritrovata sul desktop
quest'icona con scritto: 'DigiWorld', ci ho cliccato sopra... e poi non so
esattamente cosa sia successo! C'è stato un lampo di luce accecante, non ho
capito più niente per un istante... e quando ho riaperto gli occhi mi sono
ritrovata questo sulla scrivania, e l'icona DigiWorld era scomparsa! Questo
affarino è saltato fuori dal mio computer, capisci? Puoi credermi o non
credermi, Sho-kun, ma ti giuro che... in qualche modo è successo proprio così!"
Verso la fine del discorso, il tono della ragazzina dai capelli blu si era fatto
molto più concitato: evidentemente, anche lei, come Sho, era in apprensione per
questo inspiegabile fenomeno.
Sho rimase in silenzio per qualche istante, come ad elaborare quanto la sua
amica gli aveva appena detto. Tuttavia, Yurika scambiò il suo silenzio per
incredulità, e scosse la testa con un sospiro rassegnato. "D'accordo,
d'accordo... capisco che tu non mi creda, è una storia troppo assurda! E allora
lasciamo pure perdere..." iniziò a dire, senza nascondere una certa irritazione.
Ma prima che potesse proseguire, il suo amico alzò una mano, chiedendole di
aspettare.
"Un... un momento, Yurika-chan! Io non ho mica detto che non ti credo!"
esclamò, infilando l'altra mano in tasca ed iniziando a cercare. Yurika sbattè
gli occhi, chiedendosi cosa il suo amico stesse cercando in quella tasca, poi
quasi sobbalzò quando lo vide estrarre da essa un oggettino assolutamente
identico al suo!
"Che... che cosa? Anche tu..."
"In effetti, la stessa cosa è successa anche a me, ieri sera, nello stesso
modo in cui è successa a te!" riprese Sho, mostrando all'amica lo strano
oggetto. "Anch'io mi sono ritrovato sullo schermo questa icona chiamata
DigiWorld, ho provato ad attivarla... ed ecco i risultati! E non ho ancora
capito a cosa diamine dovrebbe servire! Non ci sono bottoni, pulsanti, comandi,
custodie per le batterie, assolutamente niente!"
BIP BIP... BIP BIP... BIP BIP...
Un suono acuto proveniente dai due misteriosi congegni raggiunse le orecchie
dei due amici, e gli schermi a cristalli liquidi cominciarono ad emettere dei
raggi di luce bianca. Sho e Yurika, sorpresi da quell'inaspettata reazione, si
portarono nuovamente gli strani oggetti davanti agli occhi, guardandoli per
qualche secondo nella speranza di capirci qualcosa di più. "Eh? E adesso cosa
succede? Perchè si sono messi a brillare?" si chiese Sho.
"Forse si deve al fatto che li abbiamo tenuti vicini?" azzardò Yurika,
allontanando la faccia dallo schermo risplendente dello strano oggetto. Non si
accorse nemmeno del fatto che, dietro di lei, lo schermo di protezione del suo
computer stava iniziando a distorcersi, e delle strane onde concentriche erano
apparse sulla sua superficie, come se fosse stato fatto d'acqua e qualcuno ci
avesse gettato dentro un grosso sasso. Un attimo dopo, la scritta 'Windows 95'
che presidiava il monitor iniziò a sfarfallare, e un rumore di caricamento
giunse alle orecchie dei due amici.
"Huh? E adesso cosa...?" si chiese Sho, guardando oltre la spalla di Yurika.
Un forte rumore di risucchio e un potente colpo di vento, che soffiava da dietro
le sue spalle, lo investirono, strappando sia a lui che all'amica un verso di
disappunto. Il panico stava iniziando ad impadronirsi dei due: più si andava
avanti con quella storia, più cose strane accadevano! E in quel momento,
entrambi cominciavano ad averne abbastanza!
"E adesso che cosa... ARGH! E quello che cavolo è?" strillò Yurika,
voltandosi di scatto verso il suo PC e rimanendo incredula di fronte allo
spettacolo che occupava il monitor: lo schermo di protezione era ormai
completamente sparito, e le onde concentriche avevano creato, al centro dello
schermo, un mulinello di colori febbrili che iniziò improvvisamente ad aspirare,
nel tentativo di risucchiare quanto stava nella stanzetta, come un aspirapolvere
gigante. I lunghi capelli blu di Yurika iniziarono ad ondeggiare selvaggiamente
nella corrente di risucchio, andandole sugli occhi e coprendole la visuale.
Alcuni fogli svolazzarono per la stanza. I piccoli dispositivi, da parte loro,
stavano emanando sempre più luce, e il loro bip bip si era fatto sempre
più incalzante. Stringendo i denti e cercando di non mostrare paura per quanto
stava accadendo, Sho si schermò gli occhi con una mano per proteggerli dal vento
impetuoso che sbatteva contro di essi, raggiunse la tastiera del computer e,
senza riflettere, premette contemporaneamente i pulsanti Ctrl, Alt e Delete, nel
tentativo di fermare quanto stava accadendo. Sfortunatamente, il computer non
sembrò sentire i comandi, e il vortice che si era formato sullo schermo continuò
a risucchiare.
"AAAAAHH!" urlò Sho, stringendo a sè il suo 'videogioco portatile' per puro
riflesso condizionato. "Non... non capisco... il computer... non risponde ai
comandi... qui sta succedendo un macello..."
Con sommo orrore, Yurika notò che il suo amico stava per venire risucchiato
dal mulinello apparso sullo schermo. "S... Sho! Attento! Ti sta attreando
verso... KYAAAAAH!!!!"
La forza di risucchio si intensificò di colpo, facendo perdere a Yurika
contatto con il pavimento di legno levigato. La ragazzina, sempre con in mano lo
strano aggeggio che aveva dato inizio a quella strana storia, venne trascinata
di peso verso il suo computer dalla fortissima corrente, e andò a sbattere
contro l'amico, che era riuscito in qualche modo ad afferrarsi alla scrivania.
Con un grugnito, Sho mollò il suo appiglio, e vide la luce proveniente dallo
schermo del computer intensificarsi improvvisamente, fino a coprire
completamente i suoi sensi. Sentì il pavimento venire improvvisamente a
mancargli sotto i piedi, e il suo corpo venire brutalmente sollevato e
risucchiato nel vortice. Un lieve suono elettrico raggiunse le sue orecchie, e
in qualche modo il ragazzino riuscì a capire di essere stato inghiottito dallo
schermo del PC. Poi, tutto ciò che vide fu un'accozzaglia di colori rossi,
gialli, viola... che si avvicendavano in frazioni di secondo davanti ai suoi
occhi, e il suo urlo di terrore mentre precipitava nel vuoto venne soffocato
dagli assordanti rumori del gorgo di luce...
L'ultima cosa che Sho riuscì a vedere prima di perdere i sensi, sopraffatto
dalla miriade di sensazioni che lo assalivano da tutte le parti, fu la figura di
Yurika che lo seguiva all'interno del vortice; e il suo urlo terrorizzato fu
l'ultima cosa che Sho sentì...
...poi, tutto divenne nero.
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Al piano di sotto, la piccola Mieko, seduta al tavolino della sala da pranzo
con la mano sul telecomando, intenta a cercare qualche programma interessante,
notò il lampo di luce proveniente dalle scale, e sentì un suono che alle sue
orecchie suonava come lo squillo di una sveglia digitale. Convinta che la
sorella maggiore e il suo amico stessero facendo qualcosa di strano con il
computer, alzò gli occhi al cielo e si rimise in piedi, appoggiando il
telecomando al proprio fianco.
"Yurika-oneechan! Cosa state facendo voi due, lassù? State provando un altro
di quei videogiochi strani che piacciono soltanto a voi?" domandò. Non sentendo
risposta al cessare degli strani giochi di luce, scosse la testa e si diresse
verso le scale. "Ma tu guarda... mi tocca fare loro la guardia... Hey, gente, io
salgo su!"
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Plic...
Qualcosa di freddo e umido sulla guancia. Questa fu la prima sensazione che
Sho provò dopo quella che gli era sembrata un'eternità di nero e silenzio. Una
goccia di freddo liquido andò a schiantarsi contro il suo zigomo, restituendo un
briciolo di coscienza alla sua mente intorpidita.
Plic... plic...
Ancora una volta quella sensazione: questa volta sulla fronte, poi sul mento.
Un leggero brivido percorse le membra del ragazzino dai capelli neri, la cui
visuale passò dall'infinito, opprimente nero dell'incoscienza ad un rosso
monotono, che ben presto divenne un bianco accecante allorchè Sho recuperò
abbastanza presenza di spirito da aprire gli occhi, anche se soltanto di poco.
Ora, il sole batteva sul suo volto, strappandogli un grugnito di fastidio, e
l'aria fresca della primavera spirava nelle sue narici e sul suo corpo.
"Ugh... che razza di sogno..." mormorò, sollevando pigramente una mano e
ponendosela davanti al volto in un tentativo di proteggersi gli occhi.
"Accidenti a questo sole... è sabato e vorrei godermi un'oretta in più di
riposo... e invece niente! Bah, ora mi vesto e vado giù a preparare la
colazione..."
Si interruppe, fermandosi a riflettere su quanto aveva appena detto. Per
qualche strano motivo, aveva avuto un deja-vu: gli era sembrato di avere
appena fatto quelle stesse cose, di aver appena pensato quelle stesse cose...
appena un'ora prima. In effetti, ora si ricordava vagamente di essersi già
svegliato quella mattina... mah, probabilmente era solo un sogno...
Lasciò cadere il proprio braccio al proprio fianco, aspettandosi di
appoggiarlo sul morbido materasso del suo letto. Per questo motivo, rimase
sorpreso quando il dorso della sua mano andò a colpire qualcosa di rigido
ricoperto da un morbido strato di fili inumiditi. Sentì un lieve dolore alle
nocche della mano, nulla di serio, ma servì allo scopo di allertarlo e fargli
sospettare che qualcosa non andava prima ancora che si fosse svegliato del
tutto. Finalmente, riabituatosi alla luce, il ragazzino aprì gli occhi,
aspettandosi di vedere il bianco del soffitto della sua camera...
Beh, il bianco c'era. Peccato solo che si muovesse e ricordasse molto un
gregge di pecore che si muoveva lentamente su un campo azzurro, intervallato qua
e là da alcune macchie di verde collegate a dei rami alti!
"Huh? Ma cosa..."
Sho sbattè gli occhi un paio di volte, concentrandosi su ciò che stava
apparendo davanti a sè. Solo in quel momento si rese conto dell'aspetto
lanuginoso di quello che fino ad un attimo prima gli era sembrato il soffitto, e
che ora finalmente gli appariva per quello che era: un cielo pieno di maestose
nuvole bianche! I suoi sensi si riattivarono tutt'a un tratto, permettendo al
ragazzino di sentire qualcosa di morbido e umido sotto il proprio corpo e la
propria nuca, di percepire i teneri e freddi fili che gli accarezzavano le
mani... e che quello che indossava non era affatto il pigiama! Finalmente
sveglio, Sho scattò in piedi, dandosi un'occhiata allarmata tutt'attorno:
dovunque si trovasse, quella non era certamente nè casa sua, nè casa di
Yurika!
Fissò sbalordito quel panorama da foresta tropicale, rendendosi finalmente
conto di essere sdraiato su un tappeto di erba alta bagnata di rugiada del
mattino: attorno a lui si elevavano alberi dalle grandi foglie alti diversi
metri, le cui fronde occultavano parzialmente il cielo sopra di loro. Fiori
colorati e profumati si aprivano e si chiudevano tra gli arbusti bassi e i rami
spezzati, e i tronchi e le rocce erano ricoperti di muschio smeraldino e
rampicanti che il ragazzino non aveva mai visto prima di allora. Ogni tanto,
qualche grossa farfalla colorata, o qualche insetto dalla forma strana, si
posava sui fiori gocciolanti di rugiada, succhiandone il nettare. Era uno
spettacolo altamente suggestivo, certo, ma in quel momento ammirare il panorama
era l'ultima cosa a cui Sho, sempre più confuso ed impaurito, stava pensando!
Quella situazione era reale! Non sapeva bene come questo fosse possibile, ma un
attimo prima stava parlando con Yurika in casa della sua amica, poi avevano
tirato fuori quegli strani oggettini usciti fuori dai computer, era successo
qualcosa... lui e Yurika erano stati risucchiati in quella specie di vortice...
ed ora eccolo lì!
"Un... un momento! Yurika! Dov'è finita?" esclamò allarmato, scattando in
piedi. Le sue gambe intorpidite ci misero un pochino di tempo a recuperare
sensibilità, ma quando ciò avvenne, Sho si mise immediatamente alla ricerca
della sua amica. Fu solo allora che si rese conto di una cosa strana: non aveva
addosso gli stessi vestiti che indossava un attimo prima, prima di finire
risucchiato dal vortice di colori. La sua maglietta rossa era stata sostituita
da una t-shirt a maniche corte bianca sul petto e sulle spalle, ma decorata con
delle fiamme rosse e dorate sull'addome. I suoi pantaloncini corti erano ancora
lì, ma ora erano diventati magicamente più ampi e di colore kaki, e presentavano
due tasche in più, tenute chiuse con un bottone, sulle gambe. Indossava ancora
scarpe da ginnastica, ma queste erano più moderne, con la suola alta, e di
colore bianco, decorate con motivetti blu e gialli.
Dimenticandosi per un attimo della strana situazione in cui si trovava, Sho
si fermò nel bel mezzo della radura erbosa e diede un'occhiata ai propri abiti.
Quand'è che gli erano apparsi addosso? Lui non si era mai cambiato, e anzi non
li aveva neanche, vestiti come quelli! Certo, non che gli dispiacessero... a
dirla tutta, quell'inaspettato cambio di vestiti era stata, fino a quel momento,
la cosa più positiva della giornata: aveva sempre desiderato vestirsi così... ma
il fatto che quei vestiti gli fossero semplicemente... apparsi addosso... non lo
faceva sentire per niente più tranquillo!
"Ugh... ragazzi, che mal di testa..."
Le orecchie di Sho si drizzarono al sentire la familiare voce di Yurika
provenire da un cespuglio vicino a lui. Sollevando un lieve fruscio di foglie e
rami, la ragazzina dai capelli blu si alzò in piedi sfregandosi gli occhi. Anche
lei, Sho notò subito, indossava dei vestiti diversi, anche se portava ancora al
collo la catenina dorata di poco prima: una t-shirt bianca, decorata con dei
grecali blu sulle maniche corte e una scritta 'Caribbean' sul torace, che teneva
annodata sul davanti in modo da lasciarsi la pancia scoperta; un paio di
pantaloncini corti neri che le arrivavano al ginocchio, i cui fianchi erano
solcati da delle strisce verdi con sopra inciso il simbolo della Nike; e un paio
di sandali Birkenstock di colore azzurro scuro, senza calze. Dopo essersi
riscossa dallo stordimento, Yurika si voltò verso Sho, guardandolo stupita. "Uh?
Hey, Sho, ci sei anche tu! A proposito, quei vestiti da dove vengono? Non
ricordo di averteli mai visti addosso..."
"E' quello che potrei chiederti anch'io..." rispose Sho seccamente. "E
comunque, in questo momento, i vestiti sono proprio l'ultima delle nostre
preoccupazioni! Perchè non ti dai un'occhiata attorno?"
I grandi occhi azzurri della ragazzina sbatterono un paio di volte per
esprimere la sua perplessità. Poi, Yurika abbassò lo sguardo, e la mascella le
cascò all'istante nel vedere il suo nuovo abbagliamento. "EEEHHH? E questo
cosa... Cosa ci fanno su di me questi vestiti? Io non mi sono mai cambiata,
e..." La sua testa si girò da una parte e dall'altra, osservando la
lussureggiante vegetazione che la circondava, in un mosaico di mille colori
sgargianti. "E... e... e come caspita abbiamo fatto a finire in mezzo alla
foresta amazzonica, qualcuno me lo spiegaaaaaaa!?".
Yurika concluse la frase alzando gli occhi al cielo e lanciando un urlo
impaurito, mentre dei grossi goccioloni stilizzati di sudore le scendevano dalla
testa e andavano a spiacciacarsi sul terreno umido. Prima che Yurika potesse
continuare con il suo attacco di panico, e forse attirare l'attenzione di
qualche elemento indesiderato, Sho le arrivò vicino e le tappò la bocca con la
mano. Pessima decisione.
"Abbassa la voce, Yurika!" le ingiunse Sho, parlandole sottovoce
all'orecchio. "Non vogliamo certo ritrovarci con... AHIO!"
L'ultima esclamazione di Sho fu dovuta al fatto che Yurika, non gradendo per
niente che il suo amico cercasse di farla stare zitta in quel modo, gli aveva
affondato gli incisivi nel palmo della mano, costringendolo a ritirare il
braccio!
"Ow! Ma che fai, brutta stupida? Mi hai fatto male!" esclamò il ragazzino
scuotendo la mano indolenziata, e gettando un sguardo inferocito alla sua amica.
Yurika incrociò le braccia sul petto e alzò il naso in aria tenendo gli occhi
chiusi. "Hmph! Così impari a mettermi le mani addosso! Se volevi che tacessi,
bastava dirmelo con calma!"
"Tsk... va bene, va bene... dettagli secondari! Ora, quello che ci importa di
più è sapere dove accidenti ci troviamo!" tagliò corto Sho, notando con sommo
fastidio i segnetti orizzontali che i denti di Yurika gli avevano lasciato sul
palmo. "Di sicuro, non siamo a Tokyo... nè in altra parte del Giappone, se è per
quello!"
Yurika alzò gli occhi al cielo, sorridendo tra sè. "Sho-kun, sei sempre stato
un maestro delle ovvietà, ma credo che questa le batta tutte! Scusa, dove ti
aspettavi che fossimo? Questa è una foresta pluviale! Cose del genere si trovano
solo all'Equatore!"
"Era per iniziare da qualche parte..." rispose l'infastidito Sho,
rimettendosi a posto gli occhialoni da pilota sulla testa. "Se solo ora trovassi
qualcosa che ci permettesse di capire in quale continente ci troviamo, allora
saremmo a posto... più o meno... ma ancora non capisco come abbiamo fatto ad
arrivare fin qui da casa tua!"
"Ma è tutto molto semplice... non siete più sulla Terra!"
Una voce cristallina e dal tono innocente raggiunse le orecchie dei due
amici, che si girarono allarmati... ma dietro di loro, stranamente, non videro
nessuno. Che strano... eppure erano convinti di aver sentito una voce...
"Ehm... non dietro di voi, ragazzi... abbassate un pò lo sguardo..."
Lo sguardo di Sho si volse immediatamente verso il terreno al suo fianco, e
colui che aveva parlato apparve finalmente ai suoi occhi stupiti: era la
creatura più strana, più buffa e allo stesso tempo più tenera che gli fosse mai
capitato di vedere: si trattava di un piccolo dinosauro, simile come
conformazione fisica al noto Tyrannosaurus Rex, essendo un bipede dalla lunga
coda, con tre dita artigliate su ciascuna zampa e una testa relativamente
grande, dal naso pronunciato, tagliata quasi in due da una larga bocca piena di
denti acuminati. Tuttavia, questo esemplare non era alto nemmeno la metà del pur
basso Sho, e le squame che ricoprivano il suo corpo erano completamente bianche,
come la neve, e lo facevano spiccare subito tra il verde della vegetazione.
Inoltre, il suo fisico non era robusto come quello del famigerato re dei
dinosauri, essendo più squadrato e decisamente più panciuto. I suoi arti
anteriori non erano inoltre atrofizzati come quelli del suo parente più grande,
e scendevano fin quasi a terra, contribuendo a rendere il suo aspetto ancora più
goffo. Il piccolo dinosauro bianco era appena uscito dalla vegetazione, e si
stava avvicinando a Sho guardandolo con i suoi grandi occhi celesti pieni di
vita.
Sho, da parte sua, era sbigottito al punto che non riusciva a spiccicare
parola. Riuscì soltanto a guardare, come ipnotizzato, il piccolo dinosauro che
gli si avvicinava e gli sorrideva dolcemente, riprendendo a parlare con quella
voce melodiosa che pure suonava molto strana, abbinata a quella creaturina.
"Ciao, Sho! Finalmente ci incontriamo... non sai quanto tempo ho aspettato la
tua venuta!"
"Tu... tu... tu sai il mio nome?" balbettò il ragazzino con gli occhialoni,
puntando un indice tremante verso il piccolo rettile. Non si accorse nemmeno
che, nella sua tasca, quello strano congegno che gli aveva dato tanti problemi
emanava una strana luce iridata... "E... e che cosa sei? Una... una specie... di
esperimento genetico?"
Il piccolo dinosauro bianco chiuse gli occhi, e il suo sorriso si allargò.
"Ma è naturale che sappia il tuo nome! Io sono il tuo partner... ehm, e a
proposito, cos'è un esperimento genetico? E' buono da mangiare?"
Vedendo gli sguardi esterrefatti di Sho e Yurika, che lo guardavano come se
gli volessero chiedere se stava scherzando, e notando lo sciame di libellule che
stava svolazzando attorno ai due ragazzi, la strana creatura decise di lasciar
cadere la domanda. "Ehm... comunque... no, io sono un Digimon! E il mio nome
è... SnowAgumon!"
"Un... Digi... mon?" balbettò Yurika.
"Sta per 'Digital Monster', Mostro Digitale!" rispose la buffa creatura
bianca, senza scomporsi. "Siamo creature nate da dati computerizzati, a cui è
stata data forma, vita e pensiero dai sogni, dai pensieri e dallecredenze di voi
esseri umani! Semplice, no? Nel mio caso, i dati si sono configurati, grazie ai
pensieri di tutti, secondo determinati parametri... e il risultato è il qui
presente SnowAgumon, che ora vedete davanti ai vostri occhi!"
"Non ci ho capito granchè..." commentò Sho.
ANALIZZATORE DIGIMON
Nome: SnowAgumon
Anche chiamato: YukiAgumon
Tipo: Rettile
Attributo: Anti-Virus
Livello: Rookie
Attacchi: Little Blizzard
Piccolo ma potente, SnowAgumon può resistere senza problemi anche al freddo
più rigido. Il suo attacco, Little Blizzard, consiste di una raffica di palle di
neve che stordisce l'avversario.
"Hehehee... beh, sì, in effetti forse avrei dovuto essere più chiaro..."
rispose SnowAgumon, grattandosi la testa con una zampa per esprimere il suo
imbarazzo. "Ma almeno per adesso questo non ha importanza! Benvenuti a
DigiWorld, il Mondo Digitale!"
Yurika e Sho si guardarono stupiti. Ma certo! Era lo stesso nome dell'icona
che entrambi loro si erano trovati sul desktop del loro computer, e che aveva
'regalato' loro quello strano oggetto simile ad un videogioco portatile! Quindi,
c'era chiaramente una connessione molto importante tra quell'oggetto e quello
strano mondo... La ragazzina immerse una mano nella tasca dei suoi pantaloncini,
e sentì un certo sollievo quando le punte delle sue dita afferrarono il
misterioso oggetto. Sho aveva fatto la stessa cosa, e stava mostrando lo strano
oggetto al piccolo dinosauro. "DigiWorld... è la stessa parola che io e
Yurika-chan abbiamo visto sugli schermi dei nostri computer quando abbiamo
ricevuto questi cosi... e sono convinto al cento per cento che siano stati
sempre questi ad attivare quello strano vortice che ci ha risucchiati qua
dentro! Quindi, SnowAgumon, non è che potresti dirci di cosa si tratta
esattamente? E qual è il legame di questi strani oggetti con questo posto?
Perchè il legame c'è, giusto?"
Il piccolo dinosauro dalle squame bianche strinse gli occhi, mentre Sho si
inginocchiava vicino a lui e gli mostrava il dispositivo. Annusò il 'videogioco
portatile' un paio di volte, e il sorriso sornione sul suo volto rettiloide si
allargò per la gioia. "Certo che il legame c'è! Quello che hai in mano, Sho, è
un Digivice, ed è il dispositivo che vi identifica per quelo che siete: due
Digiprescelti!"
Altri termini dei quali i due ragazzi non avevano la più pallida idea. Sho
sentiva che la sua pazienza cominciava a venire meno, e che non avrebbe
tollerato un attimo di più di rimanere senza risposte! "Scusa se sono brusco,
SnowAgumon, ma da quando io e Yurika siamo arrivati, cioè neanche due minuti fa,
tutto quello che abbiamo sentito sono stati termini strani e concetti che non
riusciamo ad afferrare! Perciò, potresti PER FAVORE spiegarci in maniera più
semplice e diretta cosa sarebbe un Digiprescelto, cosa dovrebbe fare... e perchè
noi due siamo arrivati qui?" esclamò, alzando leggermente la voce per
l'irritazione.
Anche davanti ai toni poco cortesi del ragazzino, SnowAgumon mantenne un tono
calmo e controllato. "E' tutto molto semplice! Un Digiprescelto è un essere
umano che ha avuto il raro privilegio di entrare in contatto con il Mondo
Digitale, ricevere un Digivice come quelli che portate voi, e avere un Digimon
come partner per vivere innumerevoli avventure! Oddio, in realtà voi siete i
primi due Digiprescelti in assoluto... ma non preoccupatevi, ben presto si
aggiungeranno altri!"
"Un Digimon partner?!" esclamò Sho. L'ennesima sorpresa nel giro di pochi
minuti. "Se non sbaglio... un attimo fa mi avevi detto che tu eri il mio
partner... quindi questo significa che... che..."
"Che adesso io e te siamo legati indissolubilmente!" rispose SnowAgumon,
strizzando uno dei suoi occhi celesti. "Io sarò tuo amico, ti seguiro e ti
proteggerò per tutta la durata del tuo 'soggiorno' nel Mondo Digitale! Ora siamo
compagni, Sho Kusanagi!"
Con queste parole, il piccolo dinosauro bianco si gettò addosso a Sho,
circondandogli i fianchi con un caloroso abbraccio di gioia ed entusiasmo. Il
ragazzino rimase sbalordito per un istante... ma, un attimo dopo, si ritrovò a
ricambiare l'abbraccio. Non sapeva perchè, ma il suo istinto gli diceva che quel
piccolo, innocente Digimon era sincero, e voleva davvero fare amicizia con lui.
Un lieve sorriso si dipinse sul volto di Sho: era come se l'incontro tra lui e
SnowAgumon fosse stato in qualche modo predestinato... certo, Sho non era uno
che credeva nel destino, ma quella gli sembrava l'unica logica spiegazione della
cosa. Per un attimo, Sho mise da parte la preoccupazione di trovarsi in un luogo
sconosciuto, tutti i suoi dubbi e le cose che non aveva ancora capito... e
abbracciò il piccolo dinosauro, sentendosi già legato a lui come ad un membro
della famiglia. "E va bene, allora... siamo compagni, SnowAgumon!"
Il momento fu interrotto da Yurika, che toccò un paio di volte con l'indice
la spalla del suo amico, facendolo voltare. "Ehm... scusate? Non vorrei
interrompere questo momento di fraternità ed amicizia, ma... io, in tutto
questo, cosa c'entro? Sho ha già un partner... e io cosa devo fare? Stare a
guardare? Non mi sembra una cosa molto eccitante, non siete d'accordo?" chiese
con tono sarcastico.
Interrompendo il loro abbraccio, Sho e SnowAgumon si voltarono verso la
ragazzina dai capelli blu. I loro occhi erano rivolti alla sua spalla destra, o
meglio sopra di essa, e stavano osservando qualcosa che stava scendendo
lentamente e con leggerezza verso di lei. "Yurika-chan... io non ne sarei tanto
sicuro... perchè non provi a dare un'occhiata alla tua spalla? Se quello è un
Digimon, si intende..."
"La mia... spalla?" ripetè Yurika, voltando la testa. Prima a sinistra, dove
non vide nulla. E poi a destra, arrivando faccia a faccia con una buffa creatura
che stava scendendo dal ramo di un albero sovrastante, appesa ad un filo di
diafana seta bianca: era una buffa larva che ricordava per certi versi un bruco
e per altri un millepiedi, lunga come l'avambraccio di un essere umano adulto e
il cui esile corpo era diviso in numerosi segmenti e coperto da una corazza
chitinosa gialla, decorata sul dorso da righe nere, spezzate alle due estremità,
che assomigliavano a dei fulmini stilizzati. La testa, piuttosto grande rispetto
al corpo, non aveva occhi, e presentava piuttosto un paio di antenne a forma di
frusta sulla sommità del cranio, oltre ad un paio di mandibole verdi-azzurrine a
forma di becco, oltre che altri due segni neri a forma di fulmine dove gli occhi
avrebbero dovuto essere. Aveva sei paia di zampe, delle quali le prime tre erano
dotate di piccoli artigli neri, e le ultime tre di ventose, e la sua coda
terminava con un pungiglione nero lungo quanto un dito. La strana creaturina
vermiforme si fermò a pochi centimetri dal volto di Yurika e, dopo averla
'guardata' negli occhi per qualche istante, aprì le mandibole e la salutò.
"Ciao, Yurika! Benvenuta a DigiWorld!" disse, semplicemente, con una vocetta
acuta e nasale.
Per qualche secondo, Yurika restò ferma, a guardare con occhi sgranati il
Digimon insetto che ondeggiava, in maniera francamente piuttosto inquietante, a
pochi centimetri dal suo viso. Sho e SnowAgumon, seduti per terra pochi metri
più in là, osservavano la scena, chiedendosi quale sarebbe stata la reazione di
lei...
Alla fine, Yurika sorprese tutti: afferrò il Digimon simile ad un bruco,
staccandolo dal suo filo di seta, e lo abbracciò stretto, come un orsacchiotto
di peluche!
"Oh, santo cielo... QUANTO SEI CARINO!" strillò a squarciagola, dei cuoricini
rosa stilizzati apparvero tutt'attorno a lei, mentre l'esterrefatto Digimon
insetto passava dal giallo vivace ad un comico blu asfissia, e le sue antenne si
drizzarono spasmodicamente sulla sua testa! Un grosso gocciolone di sudore scese
lungo la fronte di Sho: la sua amica stava coccolando quello strano insetto
vermiforme come un cucciolo o un gattino. E lui che si aspettava che si mettesse
a urlare dallo schifo! SnowAgumon, dal canto suo, sembrava essere contento di
come si fosse evoluta la situazione.
"Hey, Sho! Mi sembra che la tua amica sia molto entusiasta riguardo al suo
partner!" disse, sorridendo da un orecchio all'altro.
"Già... anche troppo..." rispose il ragazzino, notando il povero Digimon
insetto che zampettava per liberarsi dall'abbraccio di Yurika. Finalmente, la
ragazzina dai capelli blu allentò la presa, permettendo al suo partner appena
conosciuto di respirare, e lo tenne in braccio, grattandogli la nuca con una
mano. "E così... tu sei il mio compagno Digimon? Non sai quanto sono contenta di
conoscerti... Lo sai che ti trovo davvero simpatico? Sono sicura che diventeremo
ottimi amici!"
"Beh... hanf... posso... immaginarlo comunque... hanf... quanto sei
contenta... a momenti soffocavo!" mormorò il bruco giallo, riprendendo fiato
dopo la stretta soffocante. Poi, si diede una rapida scrollata e si rimise a
posto, scuotendo le lunghe antenne con aria vanitosa. "Oh... e hai detto che
sono simpatico? Troppo gentile! Beh, che posso dire, modestamente sono uno che
sa trattare con gli altri... oh, e il mio nome è Kunemon! Piacere di conoscerti,
Yurika Kagura!"
"Piacere mio!" rispose lei, con un largo sorriso. "Kunemon, eh? Ti si addice,
come nome!"
ANALIZZATORE DIGIMON
Nome: Kunemon
Tipo: Larva
Attributo: Virus
Livello: Rookie
Attacchi: Rolling Thread
La forma di base di buona parte dei Digimon insetto. Questa larva, piccola ma
molto combattiva, può arrotolarsi a palla per andare a schiantarsi contro i suoi
avversari. Essendo ancora ad uno stadio evolutivo basilare, tuttavia, non
dispone di veleno.
"Ma ora che sono state fatte le dovute presentazioni..." riprese Sho,
guardando negli occhi SnowAgumon. "...c'è un'altra domanda che vorrei fare: hai
detto che noi due siamo Digiprescelti, giusto? Ma quello che non sappiamo è...
che cosa dobbiamo fare qui? Come mai siamo stati catapultati in questo strano
mondo, e vi abbiamo ricevuto come partner? E poi... siamo noi gli unici?"
"Beh, aspettavo che ci facessi questa domanda, Sho..." rispose SnowAgumon,
abbassando un pò la testa. I due amici notarono subito che il suo tono festoso
ed entusiasta si era un pò intristito, e si preoccuparono di non aver detto
qualcosa di inopportuno. "Allora, innanzitutto devo dirvi che, no, voi non siete
gli unici Digiprescelti: altri tre ragazzi, provenienti da altre parti del
mondo, stanno per ricevere un Digivice e per entrare a DigiWorld... ma loro li
conoscerete più avanti! Per quanto riguarda il motivo per cui siete stati
chiamati qui, beh..." Il piccolo dinosauro prese un profondo respiro,
preparandosi a comunicare la notizia più sgradevole ai suoi nuovi amici umani.
"Il Mondo Digitale ha bisogno del vostro aiuto. Secondo la leggenda che si
tramanda nel nostro mondo da quando esso è nato, i Digiprescelti, e i Digimon
loro assegnati come partner, sono gli unici in grado di salvare DigiWorld in
questo momento di grave pericolo."
Yurika sbattè gli occhi, confusa, e si guardò attorno. L'atmosfera era ancora
calma e rilassata, i raggi del sole filtravano dolcemente tra le fronde degli
alberi, illuminando il colorato sottobosco, e i soli suoni che si sentivano
erano quelli dolci e rilassanti della foresta: il canto degli uccelli, la brezza
tra i rami... "Come? Il Mondo Digitale starebbe attraversando un periodo di
crisi? Eppure... questo posto è così calmo e tranquillo... non vedo nulla che
non vada qui attorno!"
"Ma le apparenze possono ingannare, Yurika..." disse Kunemon, sospirando.
"Questo posto può sembrarti tranquillo, ma anche qui, i Digimon malvagi si
aggirano in cerca di preda..."
Il Digimon larva venne interrotto da un brusco fruscio proveniente da un
cespuglio alla destra del gruppetto. Allarmati, tutti voltarono lo sguardo in
quella direzione, giusto in tempo per vedere qualcosa che si muoveva tra la
vegetazione, e due paia di occhi rossi e malevoli, appartenenti ad altrettante
figure nascoste dalla vegetazione che si avvicinavano minacciosamente. Qualche
secca risata gutturale provenne dalle creature nascoste dal fogliame, che
avevano individuato i due Digimon e i loro amici umani, e già pregustavano una
facile vittoria...
Sho scattò in piedi e si mise tra SnowAgumon e le due misteriose creature,
pronto a difendere il suo nuovo amico con il suo stesso corpo. Al suo fianco,
Yurika fece la stessa cosa per Kunemon, e si mise in guardia come era abituata a
fare durante le sue lezioni di judo, spostando il proprio peso sulle gambe e
cercando di stabilizzarsi. I due ragazzini deglutirono nervosamente, ma si
costrinsero a mantenere la calma. Qualunque cosa fossero quei due loschi figuri,
stavano minacciando i loro partner, e loro due non avevano nessuna intenzione di
lasciarli fare! Obiettivamente, ragionando a freddo, sia Sho che Yurika
trovavano un pò strano quello che stavano facendo... davvero si stavano
esponendo personalmente per salvare due creature... due Digimon... di cui fino a
pochi minuti prima non sospettavano neanche l'esistenza? Eppure, sentivano che
era la cosa giusta da fare. Il tempo non contava, in quella situazione: avevano
subito sentito affinità con quelle buffe creaturine, e già in quei pochi minuti
erano riusciti a forgiare un legame di fiducia. Ora, era loro dovere
proteggerli... anche se non avevano idea di come fare...
"E mi sa che questi Digimon malvagi di cui parlavate ci hanno trovato..."
mormorò Sho, tenendo stretto il suo Digivice. Ma prima che i due ragazzini
potessero tentare qualsiasi cosa, i loro amici digitali scivolarono in mezzo
alle loro gambe, e si posero loro di fronte ai misteriosi assalitori, con grande
sorpresa, e preoccupazione, di Sho e Yurika!
"SnowAgumon!" esclamò Sho, vedendo il piccolo dinosauro mettersi in guardia e
prepararsi ad affrontare i due individui misteriosi.
"Kunemon! Cosa stai facendo? Non puoi farcela contro quelli!" fece eco
Yurika. I due Digimon non sembrarono curarsi degi avvertimenti dei loro partner
umani, ed indietreggiarono leggermente per vedere meglio che cosa stava uscendo
dal sottobosco.
"Sho... Yurika... non preoccupatevi per noi! E' nostro compito proteggervi!"
mormorò SnowAgumon, corrugando la fronte alla vista della piccola figura
umanoide dagli occhi iniettati di sangue che stava uscendo dai cespugli.
"Ora avrete un piccolo assaggio delle forze oscure che minacciano la pace di
DigiWorld..."
CONTINUA...
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Note dell'autore: E il Capitolo 2 è completato! Allora, che ve ne è sembrato
dell'arrivo a DigiWorld dei primi due eroi? E' già il momento di combattere, ma
contro cosa? E dove saranno gli altri tre ragazzi che dovranno affrontare questo
viaggio assieme a Sho e a Yurika? Ogni risposta a suo tempo... intanto, nel
prossimo capitolo, assisteremo al primo combattimento di SnowAgumon e Kunemon!
Mi rendo conto di aver scelto un Digimon un pò inusuale, per Yurika... che vi
devo dire, Kunemon e le sue evoluzioni (che vedrete più avanti nella storia,
anche se non rispetteranno in tutto e per tutto la linea evolutiva ufficiale...)
mi sono sempre piaciute, nonostante io per gli insetti provi una repulsione e un
terrore incredibili! E ho assegnato a lei questo partner digitale per
sottolineare il fatto che (immagino l'avrete visto) non è esattamente la
classica ragazzina silenziosa e tranquilla... Per Sho, che è un personaggio più
stereotipato, ho preferito un Digimon più tradizionale, con una linea evolutiva
(la vedrete in seguito) abbastanza prevedibile. A proposito, il nome Kunemon
deriva da 'kune-kune', che è il verso onomatopeico con cui i giapponesi indicano
i passi del bruco. Non mi risulta che i bruchi facciano molto rumore quando si
muovono, ma tant'è...
Molto bene, ora tocca al capitolo 4 di Invasion! Restate sintonizzati... e
commentate, mi raccomando!
Justice Gundam
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