Tenebra
azzurra
Capitolo
2: Buio
“Qualunque cosa si dica in giro,
le idee e le parole possono cambiare il mondo!”
L'attimo
fuggente.
Tutto
sembrava
spento quel giorno.
Le
persone si
spostavano con una lentezza quasi paranormale. Nessuno parlava,
ognuno immerso nei propri pensieri, nelle proprie paure.
Quel
silenzio
surreale veniva spezzato solo da un pianto di un bambino che
implorava cibo. Ne erano rimasti in pochi ormai, di fanciulli.
Impreparati e poco coordinati erano stati i primi ad essere
sterminati. Loro non li volevano, ritenendoli
inutili come
forza lavoro. Loro li uccidevano, senza
pietà.
Era
mattina, ma nei
sotterranei la luce era fioca ed artificiale. Le lampade penzolavano
dondolanti dal soffitto. Era una fortuna avere ancora
l'elettricità
almeno per qualche ora al giorno. Quando mancava calava un velo di
angoscia e il silenzio diveniva ancora più tangibile.
Bulma
quella
mattina camminava tra i lettini disposti a fila nell'ala adibita ad
infermeria. Ogni giorno c'erano nuovi feriti e, malauguratamente,
nuovi morti. La donna, famosa scienziata dei tempi di pace, aveva
indossato le vesti di dottoressa, cercando di risolvere i casi
più
facili. Ma era arduo, come lavoro. Si ritrovava faccia a faccia con
il dolore.
Il
dolore di una
non più madre che aveva visto morire i propri figli davanti
a lei.
Il
dolore di una
moglie rimasta sola.
Il
dolore di un
figlio che aveva osservato i genitori venir catturati e deportati.
I
nuovi arrivati
erano sempre meno. Era un cattivo segno, voleva dire che ormai di
superstiti in superficie ne restavano pochi.
La
donna si
avvicinò ad un ragazzo. Aveva i capelli biondi, una fascia
attorno
la testa e lo sguardo spento di chi con la mente è ormai
lontano.
Sospirò, Bulma. Quel giovane aveva visto morire tutti i suoi
familiari. Da allora si rifiutava di mangiare, di bere... Bulma si
chiedeva se dormisse di tanto intanto. Si stava lasciando morire, lo
sapeva.
“Allora,
Tom...
come stai oggi?” stirò un sorriso sul suo volto,
cercando di far
risuonare la voce rilassata e a proprio agio. Il ragazzo, come tutte
le mattine, si limitò a continuare a respirare. Sembrava si
sforzasse anche per compiere quel gesto involontario. La donna
sospirò, afferrando il termometro. “Bene..
misuriamo la
temperatura..”
La casa
era ridotta ad un cumulo di
macerie. Bulma la guardò con aria spaventata, facendo
saettare
involontariamente lo sguardo dalle macerie al ragazzino che l'aveva
condotta lì, in quel posto dimenticato da Buddha.
“Ehm... è qui
che vivi?” cercò di iniziare una conversazione.
Non riusciva a
nascondere la paura che le cresceva dentro, guardando quel ragazzo.
Qualcosa le diceva di starne lontana. Qualcos'altro in lei suggeriva
di curiosare, conoscere quello strano essere dalla coda lunga.
Kakaroth
si voltò, osservandola
serio. Aveva un paio di occhi nero pece, profondi e misteriosi, che
nascondevano al loro interno qualcosa di stranamente maligno.
“Non
mi hai detto cosa fanno
queste sfere.” disse serio. La voce era acuta e stridente, da
bambinetto. 'Non glie lo dire Bulma, sta zitta!' aveva subito pensato
l'adolescente, deglutendo un grosso grumo di saliva in gola.
Perchè
era così agitata? Qualcosa la inquietava.
Gli
occhi chiari della giovane si
posarono su quelli neri e profondi di Kakaroth. Non sarebbe mai
riuscita a mentirgli, lui l' avrebbe capito. “Ce ne sono
sette in
totale... le leggende narrano che, se si riuniscono tutte e sette, si
potrà esprimere un desiderio...”
Il
ragazzino la fissò intensamente
prima di scrollare le spalle e girarsi. “Non credo a queste
sciocchezze!” disse entrando in ciò che restava
della casa. Bulma
a disagio lo seguì all'interno della tenuta.
Le
pareti erano ricche di crepe
profonde. Il colore, un tempo doveva esser stato giallo, ora era
tendente al grigio. Le mattonelle erano coperte da una spessa coltre
di polvere mista a carte di vario genere. Sembrava disabitata. Bulma
si guardò intorno... qualcosa di brutto era accaduto in quel
luogo,
lo sentiva nell' aria, era una sensazione che le attanagliava lo
stomaco. E quella ragazza si era più volte scoperta molto
perspicace.”C-che bella casa...”
farfugliò. Il ragazzino si
chinò, iniziando a frugare tra i cumuli di rifiuti. Bulma lo
osservò
interdetta. Alla vista della coda che si muoveva dovette trattenere
un grido di spavento.
'Ha la
coda? Ma non è umano!'
Il
ragazzo si voltò, notando lo
sguardo curioso ed interessato di Bulma. Digrignò i denti in
una
smorfia di odio osservandola.
“Ringrazia
che quello stupido
vecchio abbia fatto sparire la luna.” sentenziò
acidamente mentre
si voltava per continuare a rovistare tra le macerie, sotto lo
sguardo avvilito della turchina.
Dopo
poco si rialzò. Stringeva tra
le mani una sfera arancione con delle stelle al suo interno.
“E'
questa la sfera?”
Bulma
aguzzò lo sguardo su
quell'oggetto, mentre un sorriso vittorioso le si allargava sul
volto. “Oh, si!”
Il
ragazzo la fissò intensamente,
scrutandone l'espressione del volto. “Parlami ancora dei
poteri di
queste sfere...”
Il
giro di visite
continuava. Era sempre più corto, c'erano sempre meno vite
da
'controllare'.
Loro
riuscivano sempre a compiere massacri, ogni giorno.
C'era
sempre chi,
tra i superstiti, scappava, oppresso da quella situazione.
C'era
chi,
coraggioso, andava a cercare i propri cari in superficie.
C'era
chi, come i
suoi più cari amici, andava a fare rifornimenti di nascosto.
Come
in quel
momento.
Bulma
pensò ai
suoi amici, quelli con i quali aveva trascorso gli anni più
avventurosi della sua vita. Coloro che avevano conosciuto, come lei,
Kakaroth. Ed ora rischiavano la vita per proteggere la terra dai suoi
simili.
D'un
tratto si
sentì un esplosione venire dal soffitto. La donna cadde a
terra,
mentre tutto tremava. Le urla si innalzarono al cielo... e poi fu
buio.
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^Angolino piccino
picciò^
Allora.. rieccomi con
l'aggiornamento di questa storiella. Forse non avrei dovuto nemmeno
aggiornarla, dato che il primo capitolo ha riscosso per la maggior
parte commenti... beh non troppo positivi. Però ho
già scritto diversi capitoli di questa storia... tanto vale
pubblicarli.
Dico subito che ho aumentato i
puntini sospensivi a tre (ce l'ho come vizio quello di metterne due
-.-') come mi hanno suggerito. E spero di aver dato un taglio netto
alle ripetizioni (almeno rispetto al primo capitolo!) :S
Non sapete quanto sono tesa!
Lasciatemi un commentino :) Alla
prossima! Spero sia di vostro gradimento!
PS: allora.. agli Ozaru ci avevo
pensato, ma poi mentre scrivevo mi sono totalmente dimenticata. Ho
cercato di rimediare dicendo che Son Gohan ha distrutto la luna dopo la
prima trasformazione di Goku. Spero vada bene come
motivazione.
PPS: si, la parte interamente in
corsivo sono flashback.. dal prossimo capitolo avranno un salto in
avanti di qualche anno.. spero non vi confonda questo fatto!
Alla prossima!
Un bacio :*
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