Un piccolo spin-off di "So
wrong, so right" senza pretese, un piccolo zoom sui pensieri
di Ulquiorra ed Orihime (perché li amo, li amo!).
I personaggi sono maggiorenni ed appartengono a Tite Kubo.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno!
Irrimediabilmente
sua
Orihime si volta, stringe tra le dita il sottile tessuto del
lenzuolo bianco.
Chiude gli occhi.
Ancora il suo corpo trema,
sconvolto dalle sensazioni che il Cuarto Espada ha saputo
donargli.
Pensa a Kurosaki.
Pensa a quello che sta facendo
per venirla a salvare dal suo carceriere.
Quel carceriere che aveva
bisogno del suo calore, che aveva bisogno di lei, in quel
momento.
Non può impedire ad una
lacrima di scivolare sulla sua guancia ancora arrossata.
Ulquiorra giace supino sul
piccolo letto, accanto a lei.
L'avambraccio poggiato sulla sua
fronte.
Non doveva farlo.
Quella femmina è
proprietà di Aizen, se lo ripete mentalmente di continuo.
Eppure, quando l'ha vista
contorcersi dolcemente sotto di lui, l'ha sentita sua.
Tutto di lei era di sua
proprietà, in quel labile istante.
Anche quello che lei chiamava
cuore.
Lo sentiva palpitare nel suo
petto.
Quel battito era talmente forte
che quel cuore di cui lei parlava tanto sembrava volesse
guizzare fuori dalla sua pelle per addormentarsi tra le sue
dita.
I suoi baci sapevano di miele;
erano profondi, quasi affamati, come se cercasse di condividere
anche la sua anima con lui, oltre che il suo calore.
Le sue braccia così
esili, solo all'apparenza fragili, lo stringevano forte, fino a
fargli mancare il respiro.
Era sua, in quel momento,
irrimediabilmente sua.
Gli occhi smeraldini dell'Espada
vengono liberati dall'avambraccio niveo.
Guardano il soffitto per un
istante, prima di voltarsi verso Orihime.
Le sue spalle sobbalzano,
tremolano, e un singulto squarcia il silenzio.
Sta piangendo.
"Perché piangi?" le
chiede Ulquiorra sommessamente "Ti ho fatto male?"
La vede scuotere lentamente la
testa.
All'improvviso la ragazza si
volta verso di lui, i suoi occhi coperti dall'umido velo di
lacrime.
"Abbiamo...sbagliato..."
singhiozza.
L'Espada sospira.
"Chi sei tu per dire cosa
è giusto e cosa è sbagliato?" mormora, cercando
con la mano la sua pelle.
Inoue, tremante, avvicina la
testa al bianco petto di lui.
"Io...mi sento...bene..."
sussurra "Ma...mi sento anche in colpa..."
Ulquiorra rimane immobile,
mentre vede i capelli ramati di Orihime poggiarsi sul suo
torace.
L'Espada sa che Aizen non
sarà per niente contento di quello che ha fatto con
quella femmina che gli appartiene.
Però sa anche che quella
femmina è stata sua, per un istante, l'ha strappata dalle
sue dita immaginarie che già la circondavano e si
è insinuato tra le sue labbra, i suoi seni, i suoi lombi.
Era sua, e anche se non riesce
ancora a capire perché, vuole che ritorni sua.
Le sue gelide labbra si muovono
appena, mentre le dita sottili affondano nel mare rossiccio dei
suoi capelli.
"A chi appartieni, femmina?"
domanda, con il suo solito tono disinteressato.
Inoue si rizza a sedere sul
letto disfatto.
Si porta le ginocchia al petto.
"A nessuno" risponde, con una
risolutezza mai sentita nella sua voce.
Anche l'Espada si mette a sedere.
La sua mano bianca si posa sul
petto di lei ancora palpitante.
"Eppure quello che chiami cuore
batte forte..."
"Non ti appartengo" dice
Orihime, secca.
Ulquiorra avvicina il suo viso a
quello di lei.
"Forse hai ragione" mormora "Ma
quando mi hai dato il tuo calore, in quel piccolo istante, eri
mia"
Inoue abbassa la testa, la sua
fronte tocca le ginocchia.
Il Cuarto Espada si allontana
lentamente, sa che lei non è felice, in questo momento.
"Cosa posso fare...per farti
stare meglio?" chiede, quasi vergognoso di quello che ha detto.
Orihime alza il viso, il suo
sguardo si addolcisce sempre più.
"Avvicinati a me" mormora,
chiudendo gli occhi.
Ulquiorra si avvicina nuovamente
alla ragazza, alza un braccio un po'impacciato.
Le circonda le spalle con quel
braccio candido e freddo.
La stringe.
Sente il suo profumo, la
morbidezza della sua pelle.
Orihime, anche se non lo
ammetterà mai, è di nuovo sua.
Irrimediabilmente sua.
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